Ύαινες, μαστροποί, γιάνκηδες, φονιάδες
Σφίξαν το βρόγχο γύρω απ’ τη Χιλή
Λύκοι κατασπαράζουν την αντιλόπη
Σπέρνουν τον όλεθρο, τον αφανισμό, την καταστροφή
Βίβα Αλιέντε, βίβα Ελ Κομπανέρο
Μάρτυρα του λαού σου κι οδηγητή
Η νύχτα δεν θα νικήσει ποτέ τη μέρα
Κι αύριο θα λάμψει ο ήλιος πιο κοντινός
Τ’ άγιο σου αίμα έβαψε τ’ όνειρο μας
Με άλικο χρώμα και φωτιά αστραπή
Στα χνάρια σου από φως περπατούμε τώρα
Σημαία τ’ όνειρο σου κι ο θάνατος σου πηγή ζωής
Βίβα Αλιέντε, βίβα Ελ Κομπανέρο
Μάρτυρα του λαού σου κι οδηγητή
Η νύχτα δεν θα νικήσει ποτέ τη μέρα
Κι αύριο θα λάμψει ο ήλιος πιο κοντινός
Κάλλιο νεκρός αλλά ορθός στο όνειρο δοσμένος
Παρά σκουλήκι σέρνοντας σκυφτός
Κι όταν τα χιόνια λιώσουν γι’ αυτούς χειμώνας
Για μας η άνοιξη με τις ομορφιές της και το φως
Βίβα Αλιέντε, βίβα Ελ Κομπανέρο
Μάρτυρα του λαού σου κι οδηγητή
Η νύχτα δεν θα νικήσει ποτέ τη μέρα
Κι αύριο θα λάμψει ο ήλιος πιο κοντινός.
Σφίξαν το βρόγχο γύρω απ’ τη Χιλή
Λύκοι κατασπαράζουν την αντιλόπη
Σπέρνουν τον όλεθρο, τον αφανισμό, την καταστροφή
Βίβα Αλιέντε, βίβα Ελ Κομπανέρο
Μάρτυρα του λαού σου κι οδηγητή
Η νύχτα δεν θα νικήσει ποτέ τη μέρα
Κι αύριο θα λάμψει ο ήλιος πιο κοντινός
Τ’ άγιο σου αίμα έβαψε τ’ όνειρο μας
Με άλικο χρώμα και φωτιά αστραπή
Στα χνάρια σου από φως περπατούμε τώρα
Σημαία τ’ όνειρο σου κι ο θάνατος σου πηγή ζωής
Βίβα Αλιέντε, βίβα Ελ Κομπανέρο
Μάρτυρα του λαού σου κι οδηγητή
Η νύχτα δεν θα νικήσει ποτέ τη μέρα
Κι αύριο θα λάμψει ο ήλιος πιο κοντινός
Κάλλιο νεκρός αλλά ορθός στο όνειρο δοσμένος
Παρά σκουλήκι σέρνοντας σκυφτός
Κι όταν τα χιόνια λιώσουν γι’ αυτούς χειμώνας
Για μας η άνοιξη με τις ομορφιές της και το φως
Βίβα Αλιέντε, βίβα Ελ Κομπανέρο
Μάρτυρα του λαού σου κι οδηγητή
Η νύχτα δεν θα νικήσει ποτέ τη μέρα
Κι αύριο θα λάμψει ο ήλιος πιο κοντινός.
Contributed by Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" - 2024/9/13 - 18:15
Language: Italian
Μετέφρασε στα ιταλικά / Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 13-9-2024 18:18
Riccardo Venturi, 13-9-2024 18:18
Allende
Iene, magnaccia, yankees, assassini
Hanno stretto il cappio attorno al Cile.
I lupi divorano l’antilope, e seminano
Scompiglio, annientamento, distruzione.
Viva Allende, viva el Compañero,
Testimone e guida del tuo popolo.
La notte non vincerà mai il giorno,
E domani splenderà il sole più vicino.
Il tuo santo sangue ha tinto il nostro sogno
Di color vermiglio, d’un lampo di fuoco.
Ora seguiamo le tue orme di luce,
Il tuo sogno è bandiera, la tua morte fonte di vita.
Viva Allende, viva el Compañero,
Testimone e guida del tuo popolo.
La notte non vincerà mai il giorno,
E domani splenderà il sole più vicino.
Meglio morto, ma sognato in piedi,
Piuttosto che verme strisciante accovacciato.
Quando disgelerà, per loro sarà inverno,
Per noi primavera, con le sue bellezze e la luce.
Viva Allende, viva el Compañero,
Testimone e guida del tuo popolo.
La notte non vincerà mai il giorno,
E domani splenderà il sole più vicino.
Iene, magnaccia, yankees, assassini
Hanno stretto il cappio attorno al Cile.
I lupi divorano l’antilope, e seminano
Scompiglio, annientamento, distruzione.
Viva Allende, viva el Compañero,
Testimone e guida del tuo popolo.
La notte non vincerà mai il giorno,
E domani splenderà il sole più vicino.
Il tuo santo sangue ha tinto il nostro sogno
Di color vermiglio, d’un lampo di fuoco.
Ora seguiamo le tue orme di luce,
Il tuo sogno è bandiera, la tua morte fonte di vita.
Viva Allende, viva el Compañero,
Testimone e guida del tuo popolo.
La notte non vincerà mai il giorno,
E domani splenderà il sole più vicino.
Meglio morto, ma sognato in piedi,
Piuttosto che verme strisciante accovacciato.
Quando disgelerà, per loro sarà inverno,
Per noi primavera, con le sue bellezze e la luce.
Viva Allende, viva el Compañero,
Testimone e guida del tuo popolo.
La notte non vincerà mai il giorno,
E domani splenderà il sole più vicino.
Canzone struggente, introduzione precisa ed efficace. Mi hanno fatto rivivere la memoria del Compañero , mi hanno ricordato che il volto del liberismo rimane feroce senza riserve. E tuttavia la stagione delle attese non sarà mai perduta, come canta Panos Η νύχτα δεν θα νικήσει ποτέ τη μέρα
Riccardo Gullotta - 2024/9/13 - 21:56
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[1973]
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Panos Tzavellas / Πάνος Τζαβέλλας
13 settembre 1973. Cinquantuno anni fa. Salvador Allende è morto da due giorni, e mancano dieci giorni alla morte di Pablo Neruda. In Cile la repressione infuria. In Grecia, invece, mancano due mesi alla rivolta del Politecnico ed alla “stretta autoritaria” del morente regime militare; ma si sa che i regimi militari, più sono morenti e più s’induriscono. Settembre 1973. Il comunista Panos Tzavellas, scrittore e autore di canzoni, è uscito di galera da circa due anni, dove era rimasto rinchiuso per tre anni per “attività antielleniche”. Per vivere, si arrangia come può: fa il musicista a turno e canta canzonette d’amore in locali “tipici” della Plaka, a Atene. Però continua a scrivere canzoni di tutt’altro genere, le sue. Ne dedica una anche a Salvador Allende, di cui scrive anche la musica. Certo, ascoltandola fa impressione sentir l’attacco assolutamente “andino”, quasi fossero i Quilapayún o gli Inti-Illimani, e poi cantare in greco. Panos Tzavellas non era un ragazzino, in quel 1973; aveva quasi cinquant’anni (era nato nel 1925 a Kozani), e ne aveva passate di tutti i colori. Giovanissimo partigiano con l’ELAS durante la guerra civile, era stato catturato e imprigionato, rimediando non una, ma tre condanne a morte. Gravemente ferito al momento della cattura, gli era stata amputata la gamba destra (ma si può essere incarcerati e condannati a morte anche con una gamba sola). Graziato, nel 1959 viene colpito dalla malattia di Burger, che è una grave forma di arteriosclerosi agli arti superiori e alle mani; va a curarsi in Unione Sovietica e vi rimane per sei anni, fino al 1965. Qui, a quasi quarant’anni, comincia a studiare musica perché gli è stato consigliato dai medici di imparare a suonare la chitarra come strumento terapeutico. La impara talmente bene da conoscere nientemeno che Dmitrij Šostakovič. Nel ‘65 torna in Grecia; nel 1968 viene arrestato dalla giunta militare. Le sue canzoni potrà cantarle e registrarle soltanto dopo il luglio 1974, con la caduta della Χούντα. E’ morto il 28 gennaio 2009, e morire a 84 anni dopo una vita del genere non è automatico. In Grecia lo chiamavano, e continuano a chiamarlo, "Ο μουσικός αντάρτης", il partigiano musicista. [RV]