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17 aprile 1944 Unternehmen Walfisch – Operazione Balena (Li mortacci loro)

Aldo Poeta
Language: Italian (Laziale romanesco)



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testo di Aldo Poeta – musica di Francesco Giannelli

A pochi mesi dalla nascita di QuadraCoro, il nostro direttore chiese ad alcuni di noi se conoscessimo una canzone del passato del Quadraro che potesse in qualche modo rappresentarne l’identità. Una canzone cantata tempo fa e magari dimenticata e perduta nell’oblio della memoria. Perché a Roma, e ancora di più nei quartieri popolari come il Quadraro, si cantava spesso per strada e nelle osterie, nei cortili e nelle case, durante il lavoro e nei momenti di festa. Oggi purtroppo non si canta più come un tempo, ma almeno al Quadraro c’è il QuadraCoro.

Non conoscevamo nessuna canzone popolare legata alla storia del quartiere, così abbiamo iniziato a chiedere agli anziani e alle persone che lo abitano da sempre e che qui sono nate, ma nessun brano aveva questa caratteristica.

Abbiamo allora parlato con una famiglia “storica” del Quadraro e loro ci hanno offerto una soluzione. Volete una canzone che rappresenti l’identità del Quadraro e la sua storia? Dovete crearla voi, insieme al vostro Maestro! In realtà il suggerimento si spinse più in là e ci indicarono il testo di una poesia di Aldo Poeta e Francesco ci creò una melodia per renderla brano musicale.

Aldo Poeta, era un comunista di quelli che hanno fatto tanto per il Quadraro, e la sua poesia la si può trovare all’interno del libro “La Borgata Ribelle” di Walter De Cesaris.

Un libro importante, il primo che raccontò nel dettaglio e con moltissime testimonianze, la storia del rastrellamento del Quadraro, senza tralasciare il contesto storico nel quale avvenne questa terribile azione per mano dei nazifascisti guidati dal comandante Herbert Kappler, “er maledetto” come lo definì Aldo Poeta nella sua poesia “17 aprile 1944 Unternehmen Walfisch – Operazione Balena (Li mortacci loro)”. Questo testo, inoltre, riporta nelle ultime pagine l’elenco redatto da Don Gioacchino Rey, di tutti gli oltre 700 rastrellati suddivisi per cognome, nome ed indirizzo e che rende unico, per la sua importanza, questo libro. Un elenco che fu il primo atto di memoria di una tragedia così enorme. Tutti gli uomini del Quadraro, dai 15 ai 60 anni vennero rastrellati all’alba del 17 aprile del 1944 e portati prima nel campo di concentramento di Fossoli e da lì nelle fabbriche chimiche, minerarie o a scavare trincee, trattati in condizioni disumane. La storia li ricorda come gli “schiavi di Hitler”. Tra le persone prelevate dalle loro case molte non ritornarono a causa del freddo, della fame e degli stenti. Il Maestro Francesco e molti di noi, già conoscevano quel libro: una lettura quasi obbligata, per chi viene a vivere al Quadraro e vuole approfondire questa storia, ancora non abbastanza ricordata. Un intero quartiere si oppose in quegli anni al nazifascismo, dal commerciante al parrocco, dall’artigiano al poliziotto. Non a un caso il Quadraro veniva chiamato, con disprezzo, “Nido di vespe” perché nel quartiere si è sempre dato protezione ai partigiani che facevano attacchi ai camion dei nazifascisti sulla via Tuscolana, lungo la Casilina e la Prenestina e poi scappavano trovando rifugio proprio qui

Il consiglio dato a Francesco di trasformare la poesia di Aldo Poeta in canzone fu accolto con entusiasmo. Quello che tanto cercavamo era dietro l’angolo, in un libro già letto da molti di noi. Leggere quella poesia, creando una melodia da cantare in coro, è stato un bellissimo dono di Francesco a QuadraCoro. Si dice che la memoria è un ingranaggio collettivo. Non importa, infatti, se non siamo stati testimoni diretti di quella terribile alba del 17 aprile, perché ogni volta che cantiamo questa canzone, facciamo rivivere attraverso le parole di Aldo Poeta e le note di Francesco Giannelli, il ricordo di una tragedia che crediamo possa essere da monito per le future generazioni, perché noi non possiamo e non vogliamo dimenticare.

Il rastrellamento del Quadraro
Succede ch'uno pensa
E poi a ripensa
De scrive quarche cosa
S'un fattaccio
Spesso m'aripetevo ma come faccio
Ma com'a riccontà sta deliquenza
Dentro me ce rodevo
E la pazienza ogni tanto me sartava
'st'affaraccio me rintronava
come'n campanaccio
'seaffaraccio me rintronava
con ,ggran prepotenza

Presero tanta gente, proprio tanta
Giovani anziani e li contorno appena
Presero tanta gente, proprio tanta
Furono più di settecencinquanta

Alla fine ho deciso
De provacce
Pè ccarità non ccerto pe'ffa' storia
Ma ppè aricondanna' certe animacce
Che 'no mattina pelasse la gloria
Se scaricarono qui sopra er Quadraro
Cercanno 'no impossibile vittoria
Gendarmeria e paracadutisti
Cor mitra in mano, tutte brutte facce
Entrorno nella casa pè cercacce l'antifascisti
E in più li comunisti

Presero tanta gente, proprio tanta
Giovani anziani e li contorno appena
Presero tanta gente, proprio tanta
Furono più di settecencinquanta

Na bandaccia de nazifascisti
sbraitanno e urlanno le linguacce
del paesaccio loro de stregacce
più dde du mila erano sti tristi

Presero tanta gente, proprio tanta
Giovani anziani e li contorno appena
Presero tanta gente, proprio tanta
Furono più di settecencinquanta

Contributed by Dq82 - 2024/4/13 - 10:56




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