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Piante amare in Palestina

Paolo Rizzi
Language: Italian


Paolo Rizzi

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Omaggio a Najj al-Ali
L’ultimo conflitto a Gaza mi ha tolto le parole e isolato la mente in pensieri cupi. Ho cercato la Palestina nei miei ricordi negli odori e poi ho trovato questo articolo che mi ha dato l’idea di scrivere questa canzone.
Handala mi ha subito collegato al bel libro di Naji Al-Ali che avevo in casa e così anche il video ha trovato le sue immagini.

Link ai suoi libri e una breve biografia
Biografia e bibliografia di Naji al Ali - Medio Oriente e Dintorni

Link all’articolo completo di i Shahd Haj Khalil –che mi ha ispirato la canzone Ulivo, za'atar, sabar: le piante simbolo della Palestina e i significati ad esse associati - Invictapalestina

Mahfoza Oud, palestinese di 60 anni, piange e abbraccia il suo ulivo nel villaggio di Salem, in Cisgiordania, dopo che le forze israeliane lo hanno tagliato nel novembre 2005 (AFP)
Mahfoza Oud, palestinese di 60 anni, piange e abbraccia il suo ulivo nel villaggio di Salem, in Cisgiordania, dopo che le forze israeliane lo hanno tagliato nel novembre 2005 (AFP)


Il conflitto in Palestina raggiunge anche le piante selvatiche. Il governo israeliano non si accontenta di impedire ai palestinesi l'accesso all'acqua per coltivare ma pone divieti e controlli anche sulle piante spontanee

Pianta di Handal (Colocynth) : Questa pianta perenne è locale della Palestina ed è nota per la sua capacità di ricrescere anche quando viene tagliata. La pianta, conosciuta come Handala in arabo, produce un frutto amaro, è usata nelle cure tradizionali e nel tempo è diventata un simbolo per i palestinesi. Per secoli, i palestinesi hanno usato questa pianta come metafora del loro legame profondamente radicato con la terra, così come della loro forza e del loro diritto al ritorno. Oggi molte persone associano il nome Handala alla figura o al disegno creato nel 1969 dal fumettista Naji al-Ali. Il personaggio, dal nome della pianta, è un palestinese di 10 anni trasandato e scalzo che rappresenta Ali e altri bambini palestinesi espulsi dalle loro case per far posto alla fondazione di Israele.

Zaytoun (ulivo) : La Palestina custodisce alcuni degli ulivi più antichi del mondo, risalenti a quasi 5.000 anni fa. È consuetudine che le famiglie trasmettano gli ulivi ai figli e ai nipoti, affidandone la cura alle generazioni future. Gli alberi sono diventati profondamente importanti per l’eredità palestinese, rispecchiando la storia del paese, con le loro forti radici che simboleggiano il legame con la patria.

Sabar (cactus Opuntia) : Nonostante il suo esterno spinoso, la pianta del fico d’India è molto amato in Palestina. La pianta può prosperare in condizioni aride e difficili ed è rinomata per la sua capacità di sopravvivere alla siccità. Per i palestinesi, il sabar simboleggia la pazienza e la resilienza. La parola “sabar” in arabo significa “pazienza”, e all’indomani della Nakba, o catastrofe, del 1948, dove centinaia di migliaia di palestinesi furono sfollati con la forza ed esiliati dalle loro case, le persone si incoraggiarono a vicenda a rimanere pazienti, resilienti e ferme. Per i sionisti Israeliani rappresenta in nuovi nati in Isrlaele chge vengono chiamati “Sabari” forti fuoriu e dolci dentro.

Za’atar (timo) : Lo za’atar, ufficialmente noto come thymus vulgaris, è una pianta selvatica che cresce in montagna e si trova solitamente nelle fessure delle lastre di pietra. Viene coltivato in tutta la Palestina. Storicamente, il timo ha un significato profondamente politico in quanto cresce nelle terre occupate, con le autorità israeliane che impediscono ai Palestinesi l’accesso ai loro raccolti e alla loro terra con multe fino a 1200 euro.

Baqla Hamqa o farfahina. La portulacca di Umm è la storia di una vecchia donna palestinese che raccontò di aver camminato con la sua famiglia per tre giorni e tre notti, fuggendo dalle violenze che aveva visto compiere nel suo villaggio, vicino ad Haifa, fino a raggiungere la Striscia di Gaza. Sopravvissero nutrendosi di questa pianta ricca di sali minerali


per approfondire la conoscenza di Naji al-Ali vi suggerisco questo link in inglese che racconta del suo lavoro per la causa palestinese


sulla questione del diritto all'acqua vi rimando al mio documentario della carovana dell'acqua in Palestina

C'è una pianta forte in Palestina
Handal è il nome che le hanno dato
È amara e si usa in medicina
Se la tagli rinasce questo è il suo stato
C'è un ragazzo di spalle in copertina
Guarda disegna non si è mai voltato
Osserva i soldati e la carneficina
Si chiama Handala ed e arrabbiato

Ci sono alberi antichi in Palestina
Più di mille anni sono degli ulivi
Come gli antenati alla mattina
Raccogliamo i frutti su quei declivi
Da ottobre a novembre si va nel campo
Ma in questi giorni c’è ancora guerra
Violenti coloni non danno scampo
Si corrompono le olive sulla terra

C'è un'erba favolosa in Palestina
Cresce profumata fra le rocce
È il timo selvatico che poi si abbina
Nello Za atar con le altre spezie
C'è una legge che ne vieta la raccolta
Nelle terre occupate da Israele
Corriamo rischi è una rivolta
Lo gustiamo sul pane con olio e sale

C'è un cactus nel deserto in Palestina
Fa dei frutti dolci e deliziosi
Si sbuccia la pelle si toglie la spina
Ed è simbolo conteso tra due faziosi
Sabar per gli arabi vuol dir pazienza
Lo spiega la radice della parola
Per gli ebrei invece è la presenza
Dei nuovi nati in questa terra sola

C'è un’erba modesta intorno a Gaza
Il nome popolare è Farfahina
Non si sa il perché ma vuol dire gioia
E a nonna Umm salvò la nipotina
Tre giorni e tre notti fu nutrimento
Con ferro magnesio e proteine
Fu il nostro cibo in quel momento
In attesa che la guerra avesse fine.

Contributed by Paolo Rizzi - 2023/11/26 - 19:35


Ciao a questo link potete accedere e scaricare gratuitamente a tutto il libro Filastin.

Paolo Rizzi - 2024/2/27 - 07:52


Il gelso di Gerusalemme è l ultimo libro di Paola Caridi, fondatrice di Lettera 22, premio Ryszard Kapuściński e docente universitaria.
Ve lo consiglio è bellissimo


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Paolo Rizzi - 2024/9/7 - 13:37




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