David George Haskell in Suoni fragili e selvaggi. Meraviglie acustiche, evoluzione creativa e crisi sensoriale
Le sue pagine sono infatti attraversate da ogni sorta di suoni naturali e animali che, non sapendo come ordinarli, elenco alfabeticamente e rileggo ad alta voce :
barriti, borbottii, bramiti, brontolii, brusii,
cadenze, cinguettii, clic, colpi, crepitii,
echi, fischi, frullii, fruscii, garriti,
gemiti, gorgheggi, gracchii, gracidii, grida, grugniti, guizzi,
lamenti, modulazioni, muggii, muggiti, palpiti, pigolii,
pulsazioni,
richiami, rimbombi, ringhi, riverberi, ronzii, ruggiti,
sbraiti, scampanellii, schiamazzi, schiocchi, sibili, soffi,
squittii, starnazzi, strepitii, stridori, sussulti,
tremolii, trilli, uggiolii, vagiti, vibrati, vibrazioni, vocalizzi
Le sue pagine sono infatti attraversate da ogni sorta di suoni naturali e animali che, non sapendo come ordinarli, elenco alfabeticamente e rileggo ad alta voce :
barriti, borbottii, bramiti, brontolii, brusii,
cadenze, cinguettii, clic, colpi, crepitii,
echi, fischi, frullii, fruscii, garriti,
gemiti, gorgheggi, gracchii, gracidii, grida, grugniti, guizzi,
lamenti, modulazioni, muggii, muggiti, palpiti, pigolii,
pulsazioni,
richiami, rimbombi, ringhi, riverberi, ronzii, ruggiti,
sbraiti, scampanellii, schiamazzi, schiocchi, sibili, soffi,
squittii, starnazzi, strepitii, stridori, sussulti,
tremolii, trilli, uggiolii, vagiti, vibrati, vibrazioni, vocalizzi
envoyé par Paolo Rizzi - 10/11/2023 - 10:00
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tutti insieme per denunciare la guerra dichiarata al mondo dei suoni naturali, violentati dai rumori creati dall'uomno, dalle esplosioni alle perforazioni.
L'autore è un omonimo del nostro Riccardo Venturi
Un oceano di suoni - Riccardo Venturi
Il libro
David George Haskell in Suoni fragili e selvaggi. Meraviglie acustiche, evoluzione creativa e crisi sensoriale
il film
Le monde du silence: mai titolo fu più approssimativo. Imperdonabile considerato il regista (Louis Malle), il protagonista nonché co-regista (Jacques-Yves Cousteau)
La performance
Nell'ambito della mostra "Thus waves come in pairs", curata da Barbara Casavecchia, gli artisti Petrit Halilaj e Álvaro Urbano presentano una nuova installazione e performance intitolata "Lunar Ensemble for Uprising Seas" ("Ensemble lunare per mari in rivolta").
Eppure già dagli anni Quaranta la biologa Marie Poland Fish affermava che “il chiasso della vita animale pervade il mondo sottomarino allo stesso modo delle foreste, delle campagne e delle città” (p. 66). Ma quello che all’epoca di Cousteau poteva passare per baldanzoso dilettantismo o ignoranza, suona oggi come una terribile premonizione: gli oceani rischiano di diventare – o di ridiventare, dopo milioni di anni – il mondo del silenzio, perlomeno quello dei viventi. Restano solo i motori delle prospezioni in un oceano che non somiglia più a quello della nostra immaginazione o di Ensemble lunare per mari in rivolta di Halilaj e Urbano.
"Lunar Ensemble for Uprising Seas" ("Ensemble lunare per mari in rivolta"). L’opera, che occupa l'ala ovest di Ocean Space, crea un ecosistema in evoluzione composto da oltre 40 sculture monumentali di creature ibride, acquatiche, terrestri e aeree, collocate sotto una luna ovoidale. Evocando nuove possibili forme di vita e futuri queer alternativi, che possono essere immaginati insieme. Hanno branchie, pinne, ali, corpi e code che risuonano, quando sfiorati da musicisti.
In un crescendo di note e suoni, il movimento di queste creature da volume a una gioiosa e vibrante protesta, che è anche un grido di allarme, un invito ad ascoltare la lingua dell’Altro, a rimodulare le concezioni che vedono gli umani come unico centro del mondo.
Haskell mostra bene la portata dell’inquinamento acustico, fomentato dalle esercitazioni acustiche ed esplosive nel Nord-Ovest Pacifico che, come ammesso dalla Marina degli Stati Uniti che ne è la promotrice, “uccideranno o feriranno quasi tremila mammiferi marini e avranno un impatto negativo su alimentazione, riproduzione, spostamenti e cure parentali di altri 1,75 milioni di animali” (p. 307). È solo l’antipasto: “L’esercito statunitense prevede di iniziare presto a trasmettere rumore continuo in tutti i bacini oceanici per guidare i mezzi sottomarini” (p. 317).
A questi rumori vanno aggiunti quelli prodotti dalle prospezioni geominerarie che sparano suoni come proiettili per cercare gas e petrolio nei sedimenti marini. Le loro navi sono attrezzate di air guns, armi ad aria compressa “che scagliano bolle di aria pressurizzata nell’acqua, un sostituto della dinamite” (p. 309) ogni dieci-venti secondi, andando avanti per mesi. Un “martellamento sismico subacqueo” (p. 310) udibile fino a 4000 chilometri di distanza. I sonar navali sono così violenti che “possono costringere le balene a inabissarsi e risalire in superficie a una velocità tale che le loro vene si riempiono di bolle d’azoto, i tessuti integrativi si disintegrano e gli organi vanno incontro a emorragia: il suono li dissangua a morte dall’interno