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Szymon Podwin
Langue: polonais


Szymon Podwin

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[2022]
"Wrocław, 14 aprile 2022"
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique: Szymon Podwin
Inedito / Unreleased

 Szymon Podwin (che indossa una maglietta con il ritratto di Zuzanna Ginczanka)
Szymon Podwin (che indossa una maglietta con il ritratto di Zuzanna Ginczanka)


Il tema del “soldatino ignaro”, un ragazzino che va a far la guerra come fosse un gioco e gioca pure a fare l’ “eroe” senza sapere in realtà per che cosa e per chi è andato a farla, è tipico di parecchie canzoni contro la guerra. Altrettanto tipica è la sua fine: sepolto in un campo qualsiasi, il più delle volte senza nemmeno un nome o una croce (mezzaluna, stella di David, Prodigioso Spaghetto Volante...fa lo stesso). A partire dal ”Dormeur du val” di Arthur Rimbaud, poesia scritta nel bel mezzo di una guerra che il vagabondo fanciullo di Charleville aveva visto coi suoi occhi (quella franco-prussiana del 1870), è un tema prediletto dalle poesie e dalle canzoni antimilitariste e antibelliche (si pensi solo alla ”Guerra di Piero). Il problema, a mio parere, è che i soldatini, attualmente (ma in definitiva, anche in tempi meno recenti) non sono affatto “ignari”. Potevano esserlo, in gran parte, ai tempi della I guerra mondiale, quando vennero gettate nella mischia masse di giovani contadini analfabeti; ora, i “soldatini”, in massima parte lo sanno benissimo per che cosa vanno a fare la guerra. Lo sanno perché sono imbottiti di propaganda, di retorica nazionalista, di sacre missioni, di orienti e occidenti, di “civiltà” e di quant’altro. E questo, a mio parere, vale per tutti. Ognuno, come per magia, diventa il nazista dell’altro in nome della “geopolitica”.

L'Anonimo e l'Anonimissimo in un raro ritratto.
L'Anonimo e l'Anonimissimo in un raro ritratto.
Anche per questa canzone di Szymon Podwin, ennesimo e interessante contributo dell’Anonimo Anonimissimo, occorre tenere presente che è sì di questi tempi oltremodo recenti, ma anche che risale a oltre un anno fa, quando la guerra tra Russia e Ucraina era scoppiata da pochissimo (il famoso 24 febbraio 2022). La canzone, nella fattispecie, è del 14 aprile 2022, è scritta da un polacco in lingua polacca e ci presenta un “bellissimo ragazzino” (presumibilmente russo) che avrebbe fatto senz’altro meglio a restare con la mamma sotto il piumone. L’ignaro ragazzino percorre tutta la sua discesa agli inferi: strappato alla mamma per il bel gioco della guerra, prima viene sbattuto in un camion militare, poi viene mandato in un posto sconosciuto, gli viene fatto bere qualcosa di infuocato (e questo, no, non è un “challenge” anche se lo spirito è probabilmente quello), se ne sta da solo in mezzo a una strada e, alla fine, il suo destino è segnato. E Putin non verrà a salvarlo -come, del resto, non è mai avvenuto nella Storia a partire dagli ultimi centomila anni. Come va a finire? In un campo, come già accennato. Di solito, in questo tipo di canzoni, il campo è costellato di papaveri rossi; ma qui siamo in Ucraina, e il campo dev’essere per forza di girasoli. Non è un caso: il girasole (Helianthus annuus) è il fiore nazionale dell’Ucraina -che, beninteso, è anche tra i più grossi produttori di olio di girasole al mondo (è quindi probabile che l’olio di girasole rovesciato dall’Annuška provenisse proprio dall’Ucraina). Pare che, ultimamente, il girasole sia diventato un vero e proprio simbolo della Resistenza ucraina all’invasione putinesca, tanto da divenire un marchio di sostegno e solidarietà internazionale a Kiev. Il 28 febbraio 2022, quattro giorni dopo l’attacco russo, addirittura la first lady americana, Jill Biden, ha indossato una mascherina con ricamato sopra un girasole durante un evento alla Casa Bianca.

Logico, quindi, che all’”ignaro soldatino” russo, una volta divenuto milite ignoto in un campo qualsiasi delle sterminate pianure ucraine, granaio e girasolaio del mondo, venga raccomandato di riempirsi le tasche di semi di girasole: almeno, qualche cosa da lui nascerà (oppure verrà oleificato, pronto per essere rovesciato su un qualche binario di tram).

Questa canzone, insomma, giunge su questo sito in un momento un po’ particolare. Scritta oltre un anno fa, ci arriva mentre il grano e i cereali ucraini stanno letteralmente invadendo la Polonia al posto dei russi; e la reazione polacca è stata, come dire, un po’ veemente. Qualcuno forse dovrebbe ricordare al buon Zelenśkyj un vecchio proverbio italiano: “Dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io...” [RV]
I po coś tu przyjechał, chłopczyku pięknolicy
Nie lepiej było zostać u mamy pod pierzyną?
Dziś stoisz z karabinem na środku tej ulicy
Nie wiedząc, co jest skutkiem, a co tylko przyczyną

Wsadzili cię na pakę wojskowej ciężarówki
Wysłali gdzieś w nieznane i stać tutaj kazali
Przed chwilą pociągnąłeś z ognistej półlitrówki
Nieświadom, ze twój Putin nie zdoła cię ocalić

Nie pyskuj mi gówniarzu, mam w twoim wieku wnuka
Wciąż zgrywasz tu gieroja i pierś wypinasz dumnie
Rozumu swego nie masz i dałeś się oszukać
A kiedy cię ustrzelą - nie legniesz nawet w trumnie

Zakopią cię na łące, miłego gołubczika
Na siebie czekać nie dasz tej ukraińskiej wiośnie
Więc po kieszeniach ziaren ty napchaj słonecznika
By matka mogła wierzyć, że coś z ciebie wyrośnie

envoyé par - 20/9/2023 - 20:11



Langue: italien

Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 21-09-2023 21:16

giraolio
Il girasole

E sei arrivato qui per qualcosa, bellissimo ragazzino,
Non era meglio restare con la mamma sotto il piumone?
Oggi te ne stai con un fucile in mezzo a questa strada,
E non sai né qual è l’effetto, né qual è solo la causa.

Ti hanno infilato nel retro di un camion militare,
Ti han mandato in un posto sconosciuto, e ti hanno detto: resta là.
Hai appena bevuto un mezzo litro di qualcosa d’infuocato
Ignaro che il tuo Putin non potrà salvarti.

Chiudi il becco, idiota, ho un nipote della tua età,
Fai ancora l’eroino [1] e gonfi il petto con orgoglio
Non hai coscienza di te stesso e sei stato ingannato
E quando ti spareranno, non giacerei nemmeno in una bara.

Ti seppelliranno in un campo fiorito, caro il mio piccioncino, [2]
Non ti sarà dato di aspettare questa primavera ucraina.
E quindi, riémpiti le tasche di semi di girasole
Così la tu’ mamma magari crede che da te vien fuori qualcosa.
[1] Il termine normale polacco per "eroe" è bohater e (pare un antico prestito, presente anche in altre lingue slave, da una qualche lingua turca, forse il cazaro). Il termine del testo, gieroj, è decisamente sarcastico o spregiativo, tipo "eroe da quattro soldi" o roba del genere; ed è, naturalmente, ripreso direttamente dal russo (герой).

[2] Altro russismo diretto, голубчик

21/9/2023 - 21:17


@Riccardo

La frase conclusiva, ovvero la "pointa", è difficile da tradurre. Gioca con un modo di dire un'po scherzoso, usato a volte nell'ambito famigliare, che viene pronunciato a metà strada fra l'esclamazione e la domanda: "Ma cosa crescerà di te!?".
Insomma, è ironica.

Vorrei anche far notare che pure la parola "gołubczik" proviene direttamente dal russo.

Saluti

Anonymous

22/9/2023 - 19:02


@ Anonimo Anonimissimo

Capisco l’ironia del verso finale, in quanto ne sono stato oggetto (a volte benevolo, a volte meno…) da parte dei miei genitori: “Ma icché ne verrà fori…?” Memore di questa cosa, ho cercato di rendere il verso di conseguenza. Però, nell’ironia, mi vedo anche lo sguardo affettuoso della babuška che scuote il capo davanti al ragazzo, mentre magari quello del padre era più severo. Boh, vabbè, speriamo che...ne venga fuori qualcosa di accettabile. Ho anche segnalato l’altro russismo.

Riccardo Venturi - 23/9/2023 - 00:09




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