Mi chiamo Carlo e sto sempre qui, tra l'Ubi banca ed il Dì per Dì
In questo mondo che ci ha scordato, che ci ha chiamato "invisibili"
Il mio destriero è una bicicletta, buste e sacchetti è quello che ho
Mi tiene caldo questa coperta, che mi ripara dal freddo e da voi
E guardo gente che passa e che va, ho già nel cartone la mia libertà
Scemo tu che vai a lavorare, io schiavo del vino, tu servo del male
E sarà stato lo Stato o una truffa, od un divorzio di tanti anni fa
O forse ho sempre osteggiato il lavoro e ho preferito osservarvi da qua
C'era chi amava la competizione, chi blaterava di merito e poi
I vinti erano sempre gli stessi e i vincitori ricchi, avari e impostori
E guardo gente che passa e che va, ho già nel cartone la mia libertà
Scemo tu che vai a lavorare, io schiavo del vino, tu servo del male
Mi chiamo Carlo e riposo qui, poco più avanti del Dì per Dì
Sorrido sempre anche senza il mio vino, sorrido per sempre alla mia libertà
In questo mondo che ci ha scordato, che ci ha chiamato "invisibili"
Il mio destriero è una bicicletta, buste e sacchetti è quello che ho
Mi tiene caldo questa coperta, che mi ripara dal freddo e da voi
E guardo gente che passa e che va, ho già nel cartone la mia libertà
Scemo tu che vai a lavorare, io schiavo del vino, tu servo del male
E sarà stato lo Stato o una truffa, od un divorzio di tanti anni fa
O forse ho sempre osteggiato il lavoro e ho preferito osservarvi da qua
C'era chi amava la competizione, chi blaterava di merito e poi
I vinti erano sempre gli stessi e i vincitori ricchi, avari e impostori
E guardo gente che passa e che va, ho già nel cartone la mia libertà
Scemo tu che vai a lavorare, io schiavo del vino, tu servo del male
Mi chiamo Carlo e riposo qui, poco più avanti del Dì per Dì
Sorrido sempre anche senza il mio vino, sorrido per sempre alla mia libertà
envoyé par Dq82 - 1/9/2023 - 16:59
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