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روسریتو

Mehdi Yarrahi / مهدی یراحی
Language: Persian


Mehdi Yarrahi / مهدی یراحی

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Related Songs

Under American Skies
(Anne Hills)
Les Filles de là-bas
(Marco Valdo M.I.)
وداع بعد از رفتن
(Mona Borzouei / مونا برزویی)


roosarito

[2023, 24 Agosto]

شعر و موسیقی / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel:
Mehdi Yarrahi [مهدی یراحی]



Il velo in Iran

روسری [rousary] , hijab in arabo, è il velo che le donne musulmane debbono portare sul capo in pubblico. L’obbligo di indossare il velo non è strettamente sancito nel Corano che in poche sure ne fa menzione per raccomandarlo. È invece prescritto dalla dottrina islamica con qualche differenza tra le varie scuole. Sulla sua obbligatorietà non c’è un consenso univoco in relazione al significato attribuito al simbolo. All’esigenza di separatezza, che richiama la funzione del sacro in altre culture, si sono sovrapposti in seguito altri significati come ad esempio il carattere identitario in senso antioccidentale. Attualmente i paesi che impongono per legge alle donne l’uso del velo in pubblico sono l’Iran e l’Afghanistan.

Le proteste pacifiche delle donne iraniane contro l’obbligo del velo e le dimostrazioni in luoghi pubblici senza velo sono culminate dal 27 Dicembre 2017 in una serie di attacchi violenti e arresti da parte della polizia iraniana. Masha Amini, curda di 22 anni, è morta il 15 Settembre 2022 a seguito delle lesioni subite dalla polizia religiosa per avere indossato il velo in modo inadeguato. Le proteste di massa sono esplose, donne di tutte le età sono scese in piazza tagliando i loro capelli, bruciando il velo o sventolandolo. Le proteste, diffuse a macchia d’olio in tutte le 31 provincie dell’ Iran, sembravano avere messo in serie difficoltà il regime che ha scatenato un’ondata di repressioni senza precedenti. Informazioni attendibili parlano di 530 manifestanti uccisi e oltre 19mila arresti, 1280 proteste.

Manifestazioni di solidarietà al grido dello slogan curdo “donne, vita e libertà”/ zan, zendegi, azadi [آزادی زندگی زن ] e “Abbasso il dittatore”/ marg bar diktator [مرگ بر دیکتاتور] sono state organizzate all’estero per chiedere di inasprire le sanzioni contro l’Iran.
A dicembre 2022 la magistratura ha reso noto di avere giustiziato per impiccagione due manifestanti. A gennaio 2023 altri due manifestanti sono stati impiccati. Il capo d’accusa é il solito: “inimicizia contro dio”/ محاربة [muharebeh] e “corruzione in terra”/ افساد-ا فل ارز [efsad-e fel arz] . Il codice penale iraniano é improntato alla sharia. Il capitolo 7 suddiviso in tre sezioni, comprende gli articoli dal 183 al 196 che sono indirizzati alla sanzione dei due crimini citati.

Una nota ufficiale del 27 Marzo 2023 emessa dal ministero dell’interno di Teheran ha ribadito che l’obbligo dell'hijab per le donne è "uno dei fondamenti della civiltà della nazione iraniana" e che” non ci sarà alcuna tolleranza nei principi e nelle regole religiose e nei valori tradizionali". Il regime, attraverso i suoi rappresentanti più moderati, aveva promesso di abolire la polizia morale, ma lo scorso luglio le famigerate pattuglie che vigilano sull’applicazione della legge islamica sono tornate in piena attività.
Dal 15 Aprile 2023 circa un milione di messaggi sono stati inviati alle donne per avvisarle che, se riprese dalle telecamere di sorveglianza senza velo in auto (tecnologia cinese di riconoscimento facciale), debbono astenersi dalla guida per un certo periodo. L’inasprimento delle sanzioni ha portato tra aprile e giugno a 108mila denunce per la violazione dell’obbligo del velo e alla confisca di 2mila automobili. Non basta.
Il "Progetto di legge a sostegno della cultura della castità e dell'hijab”, non ancora approvato dal parlamento, prevede una serie di limitazioni di diritti per le donne che trasgrediscono. Tra le misure figurano multe insostenibili (8mila dollari, cifra enorme in Iran oppure il carcere), la confisca del cellulare, la confisca dell’auto, il divieto di circolazione. Sono previste sanzioni ancora più gravi come le trattenute sullo stipendio, l’esclusione dai servizi bancari, il licenziamento e la reclusione sino a cinque anni in caso di “collusione con servizi di intelligence e sicurezza stranieri".

L’Occidente segue con vivo interesse gli sviluppi: il problema dei diritti civili in Iran è a filo doppio con la politica internazionale del regime, con le pesanti sanzioni cui è sottoposto l’Iran, con il quadro economico in cattive acque e con i delicati assetti mediorientali. Oggi più di prima l’Iran ha un ruolo chiave negli sviluppi della situazione in Siria e in Libano. A questi fattori di instabilità si sono aggiunti una "preoccupante" distensione con i paesi arabi, tradizionalmente ostili, e il supporto militare dell’Iran alla Russia. Si comprende così, almeno in parte, perché le proteste legittime e vibranti verso un regime anacronistico e dispotico non abbiano trovato una sponda importante nelle classi medie e dei lavoratori.

Ultime notizie su Mehdi Yarrahi

Il compositore Mehdi Yarrahi, molto popolare in Iran, ha recentemente pubblicato la canzone Roosarito per ricordare Masha Amini a un anno dalla sua uccisione.
E’ stato denunciato il 27 Agosto 2023 dalle autorità alla magistratura iraniana per avere diffuso questa canzone che invita le donne a togliersi il velo. L’indomani, 28 Agosto, è stato tratto in arresto. I dettagli sono riportati nell’articolo Iranian singer arrested…
[Riccardo Gullotta]
روسریتو دربیار، آفتاب داره غروب می‌کنه [1]
روسریتو دربیار، عطر تو هوارو خوب می‌کنه

روسریتو در بیار موهاتو باز باز بازکن
آ... آ...
عشق من نترس بخند به گریه اعتراض کن

روسریتو در بیار موهاتو باز باز بازکن عشق من نترس بخند به گریه اعتراض کن

رقص خوشه های سرخ بغض من تمام موی تو
آ....
خیس میشه صورتم میرسم به آرزوی تو

روسریتو دربیار هوا رو صافِ صافِ صاف کن
آ... آ...
عشق من نترس، برقص، به بوسه اعتراف کن

روسریتو دربیار هوا رو صافِ صافِ صاف کن
آ... آ...
عشق من نترس، برقص، به بوسه اعتراف کن

آسمون که ابریه، دلش گرفته روبروی تو
آ... آ...

موهاتو باز کن، تا غرق شن تو موج موی تو
پرده رو بزن کنار، حالِ آسمون که خوب شه
خود تو خورشیدی، غیر ممکنه غروب شه

لا لا لا، لالالالا، لا لا لا
لا لا لا، لالالالا، لا لا لا
لا لا لا، لالالالا، لا لا لا
[1] Rough Transcription / Trascrizione approssimata

rwsratw drbaar, aftab darh ghrwb makenh
rwsratw drbaar, 'etr tw hwarw khwb makenh
rwsratw dr baar mwhatw baz baz bazken
ah.. ah..

'eshq mn ntrs bkhnd bh gurah a'etrad ken
rwsratw dr baar mwhatw baz baz bazken
ah.. ah..

'eshq mn ntrs bkhnd bh gurah a'etrad ken
rqs khwshh haa srkh bghd mn tmam mwa tw
ah.. ah..

khas mashh swrtm marsm bh arzwa tw
rwsratw drbaar hwa rw saf saf saf ken
ah.. ah..

'eshq mn ntrs, brqs, bh bwsh a'etraf ken
rwsratw drbaar hwa rw saf saf saf ken
ah.. ah..
'eshq mn ntrs, brqs, bh bwsh a'etraf ken

asmwn keh abrah, dlsh gurfth rwbrwa tw
ah.. ah..

mwhatw baz ken, ta ghrq shn tw mwj mwa tw
perdh rw bzn kenar, hal asmwn keh khwb shh
khwd tw khwrshada, ghar mmkenh ghrwb shh

la la la, lalalala, la la la
la la la, lalalala, la la la
la la la, lalalala, la la la

Contributed by Riccardo Gullotta - 2023/8/31 - 22:39




Language: English

English translation / ترجمه انگلیسی / Traduzione inglese / Traduction anglaise / Englanninkielinen käännös :
youtube

A young Iranian woman waves a white headscarf in protest of her country’s compulsory hijab rule.
A young Iranian woman waves a white headscarf in protest of her country’s compulsory hijab rule.
TAKE OFF YOUR SCARF

Take off your scarf, the sun is sinking
Take off your scarf, your scent fills the air
Take off your scarf, let your hair flow
Ah Ah

Don't be afraid my love, laugh, protest against tears
Take off your scarf, let your hair flow
Ah Ah

Don't be afraid my love, laugh, protest against tears
The dance of the red tresses, the lump in my throat, all your hair
Ah Ah

My face gets wet, I get you wish
Take off your scarf, make the air bright and fresh
Ah Ah

My love don't be afraid, dance, boldly bend to kiss
Take off your scarf, make the air bright and fresh
Ah Ah
My love don't be afraid, dance, boldly bend to kiss

The cloudy sky feels blue facing you
Ah Ah

Untie your hair, so that they drown in its waves
Pull back the curtain so that the sky feels delighted
You are the sun, so it’s impossible that the night falls

La la la lalalala la la la
La la la lalalala la la la
La la la lalalala la lala

Contributed by Riccardo Gullotta - 2023/8/31 - 22:41




Language: Italian

Traduzione italiana / ترجمه ایتالیایی / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös :
Riccardo Gullotta
TOGLITI IL VELO

Togliti il velo, il sole è al tramonto
Togliti il velo, la tua fragranza riempie l'aria
Togliti il velo, dai movimento ai tuoi capelli
Ah Ah

Non aver paura amore mio, ridi, alza la tua protesta contro le lacrime
Togliti il velo, fai defluire i tuoi capelli
Ah Ah

Non aver paura amore mio, ridi, alza la tua protesta contro le lacrime
La danza delle tue trecce rosse, il mio nodo in gola, tutti i tuoi capelli
Ah Ah

Il mio viso umido , colgo i tuoi desideri
Togliti il velo, rendi l’aria chiara e fresca
Ah Ah

Amore mio, non temere, balla, chinati senza esitare per un bacio
Togliti il velo, rendi l’aria chiara e fresca
Ah Ah
Amore mio, non temere, balla, chinati senza esitare per un bacio

Il cielo coperto è come blu di fronte a te
Ah Ah

Sciogli i tuoi capelli, che anneghino come onda su onda
Tira giù la tenda, il cielo ne sarà lieto
La notte non calerà mai più qui
Il sole sei tu, la notte non potrà calare

La la la lalalala la la la
La la la lalalala la la la
La la la lalalala la la la

Contributed by Riccardo Gullotta - 2023/8/31 - 22:44




Language: French

Version française – LE ROSARITO (ÔTEZ LE VOILE) – Marco Valdo M.I. – 2023
d’après la version italienne de Riccardo Gullotta – TOGLITI IL VELO – 2023
d’une chanson persane (Iran) – "Roosarito" (روسریتو) - Mehdi Yarrahi – 2023

FILLE DE PERSE<br />
Sandrine Paillard - 2023
FILLE DE PERSE
Sandrine Paillard - 2023


Mehdi Yarrahi et Roosarito

L’artiste de 41 ans a publié vendredi 24 août 2023 une chanson intitulée "Roosarito", qui signifie "ton voile" en farsi. Mehdi Yarrahi, chanteur pop iranien, a été arrêté le lundi 28 août par la police, après qu’il a sorti cette chanson contre le port obligatoire du voile. La veille, Mizan Online, le site du pouvoir judiciaire iranien, avait annoncé qu'une procédure judiciaire avait été ouverte contre le chanteur "après la sortie d'une chanson illégale qui défie la morale et les coutumes de la société islamique".
Il a publié cette chanson "Roosarito", qui signifie "ton voile" en farsi, pour exprimer son soutien au mouvement de protestation qui a fait suite au meurtre de Mahsa Amini par la police des mœurs en septembre de l’année dernière. Le clip de trois minutes reprend le slogan du mouvement de protestation : "Femme, vie, liberté". Le chanteur y appelle les Iraniennes à "retirer leur foulard" et la vidéo contient elle-même des séquences dans lesquelles on peut voir des femmes en train de danser les cheveux découverts. Mehdi Yarrahi, "arrêté sur ordre du procureur de Téhéran", selon Mizan, a demandé à ses fans de ne pas s’en faire, affirmant sur X être "le cauchemar de ce juge". "Continuons à parler de l'anniversaire du meurtre de Mahsa Amini", a-t-il ajouté sur le réseau social. Les femmes iraniennes sont de plus en plus nombreuses à faire fi du code vestimentaire depuis le début des manifestations contre le régime des mollahs. Cependant, les autorités iraniennes ont annoncé en avril dernier l'installation de caméras dans les rues du pays pour sanctionner les femmes qui ne porteraient pas le voile.

LE VOILE EN IRAN

روسری [rousary], hijab en arabe, est le voile que les femmes musulmanes doivent porter sur la tête en public. L'obligation de porter le voile n'est pas strictement inscrite dans le Coran, qui la mentionne dans quelques sourates pour la recommander. Elle est plutôt prescrite par la doctrine islamique, avec quelques différences entre les différentes écoles. Il n'y a pas de consensus univoque sur son caractère obligatoire par rapport à la signification attribuée au symbole. Le besoin de séparation, qui rappelle la fonction du sacré dans d'autres cultures, s'est ensuite doublé d'autres significations, telles que l'identité dans un sens anti-occidental. Actuellement, les pays qui imposent légalement aux femmes de porter le voile en public sont l'Iran et l'Afghanistan.

Les protestations pacifiques des femmes iraniennes contre le port obligatoire du voile et les manifestations dans les lieux publics sans voile ont abouti à une série d'attaques violentes et d'arrestations par la police iranienne depuis le 27 décembre 2017. Masha Amini, une Kurde de 22 ans, est décédée le 15 septembre 2022 des suites des blessures qu'elle a subies de la part de la police religieuse pour avoir porté le voile de manière inappropriée. Des manifestations de masse ont éclaté, des femmes de tous âges sont descendues dans la rue en se coupant les cheveux, en brûlant leur foulard ou en l'agitant. Les manifestations, qui se sont répandues comme une traînée de poudre dans les 31 provinces de l'Iran, semblent avoir mis le régime en grande difficulté en déclenchant une vague de répression sans précédent. Des informations fiables font état de 530 manifestants tués, de plus de 19 000 arrestations et de 1 280 manifestations.

Des manifestations de solidarité au cri du slogan kurde " femmes, vie et liberté "/ zan, zendegi, azadi [آزادی زندگی زن ] et " À bas le dictateur "/ marg bar diktator [مرگ بر دیکتاتور] ont été organisées à l'étranger pour demander le durcissement des sanctions contre l'Iran.
En décembre 2022, le pouvoir judiciaire a annoncé qu'il avait exécuté deux manifestants par pendaison.
En janvier 2023, deux autres manifestants sont pendus.
Les chefs d'accusation sont habituels : "inimitié contre Dieu"/ محاربة [muharebeh] et "corruption dans le pays"/ افساد-ا فل ارز [efsad-e fel arz] . Le code pénal iranien est fondé sur la charia. Le chapitre 7, divisé en trois sections, comprend les articles 183 à 196, qui traitent de la répression des deux crimes susmentionnés.

Une note officielle datée du 27 mars 2023 et publiée par le ministère de l'intérieur à Téhéran réaffirme que l'obligation du hijab pour les femmes est "l'un des fondements de la civilisation de la nation iranienne" et qu'"il n'y aura aucune tolérance à l'égard des principes et des règles religieuses et des valeurs traditionnelles". Le régime, par l'intermédiaire de ses représentants les plus modérés, avait promis d'abolir la police des mœurs, mais en juillet dernier, les fameuses patrouilles chargées de veiller à l'application de la loi islamique ont repris du service.

Depuis le 15 avril 2023, environ un million de messages ont été envoyés aux femmes pour les avertir qu'elles doivent s'abstenir de conduire pendant une certaine période si elles sont prises par des caméras de surveillance sans voile dans la voiture (technologie chinoise de reconnaissance faciale). Le renforcement des sanctions a conduit, entre avril et juin, à 108 000 inculpations pour violation de l'obligation de porter le voile et à la confiscation de 2 000 voitures. Mais cela ne suffit pas.
Le "projet de loi pour le soutien de la culture de la chasteté et du hijab", qui n'a pas encore été approuvé par le parlement, prévoit une série de restrictions aux droits des femmes qui transgressent la loi. Les mesures comprennent des amendes insupportables (8 000 dollars, une somme énorme en Iran, ou l'emprisonnement), la confiscation des téléphones portables, la confiscation des voitures et l'interdiction de conduire. Des sanctions encore plus graves sont prévues : déductions de salaire, exclusion des services bancaires, licenciement et emprisonnement pouvant aller jusqu'à cinq ans en cas de "collusion avec des services de renseignement et de sécurité étrangers".

L'Occident suit l'évolution de la situation avec un vif intérêt : la question des droits civils en Iran est inextricablement liée à la politique internationale du régime, aux lourdes sanctions auxquelles l'Iran est soumis, à la mauvaise situation économique et à la situation délicate au Moyen-Orient. Aujourd'hui, plus qu'avant, l'Iran joue un rôle clé dans l'évolution de la situation en Syrie et au Liban. À ces facteurs d'instabilité s'ajoutent une détente "inquiétante" avec des pays arabes traditionnellement hostiles et le soutien militaire de l'Iran à la Russie. On peut donc comprendre, au moins en partie, pourquoi les protestations légitimes et vibrantes contre un régime anachronique et despotique n'ont pas trouvé un écho important dans les classes moyennes et chez les travailleurs.

Dernières nouvelles de Mehdi Yarrahi

Le compositeur Mehdi Yarrahi, très populaire en Iran, a récemment sorti la chanson Roosarito en souvenir de Masha Amini, un an après son assassinat.
Il a été dénoncé le 27 août 2023 par les autorités à la justice iranienne pour avoir sorti cette chanson appelant les femmes à retirer leur voile. Le lendemain, 28 août, il a été placé en détention.

[Riccardo Gullotta].

IRAN : VICTIME DE MARIAGES FORCÉS ET D'ABUS, UNE AUTRE FEMME EST SUR LE POINT D'ÊTRE PENDUE

À l'heure où nous écrivons ces lignes (le 13 décembre à neuf heures du matin), on ne sait pas encore si l'exécution prévue de Samira Sabzian a eu lieu. Condamnée à mort sur la base du principe de Qisas (vulgairement : loi du talion) pour le meurtre de son mari, Samira est en prison depuis dix ans. Victime - à l'âge de quinze ans - d'un mariage forcé (ainsi que de violences domestiques), mère de deux enfants, son nom viendrait s'ajouter à celui d'au moins 17 femmes (celles connues, mais le chiffre est certainement en deçà de la réalité) exécutées en 2023. Plus encore - 16 avérées - en 2022.
Selon le code pénal islamique, les personnes accusées de "meurtre intentionnel" sont soumises au Qisas, quelles que soient les intentions ou les circonstances dans lesquelles le meurtre a eu lieu.
À ce stade, les proches de la victime ont le choix entre trois options : demander l'exécution effective de la personne condamnée, le "dieh" (obtention d'une somme d'argent en échange du sang versé) ou accorder le pardon. Dans ce cas, les grands-parents des enfants de Samira ont demandé qu'elle soit pendue.
Selon Iran Human Rights, la femme a été transférée hier à l'isolement dans la prison de Gharchak à Varamin (province de Téhéran). Espérant le pardon de la famille de son mari, Samira avait renoncé à voir ses deux enfants (actuellement âgés de 17 et 10 ans) pendant toute la durée de sa détention dans le couloir de la mort (dix ans). En vain, semble-t-il.

Gianni Sartori (13/12/2023)


Dialogue Maïeutique

Lucien l’âne mon ami, c’est à la demande de Grand-Mère – celle qui, dans notre voyage en Zinovie, nous entretient régulièrement de ce que lui disent les filles de Perse ( voir Les Filles de là-bas) – qu’on devra cette version française de cette chanson iranienne en langue persane ainsi que les informations qui l’accompagnent – celles signées de Riccardo Gullotta et celles, terribles, rapportées par Gianni Sartori.

Moi, dit Lucien l’âne, par égard à toutes ces femmes écrasées par l’injuste domination des hommes , par égard à ces filles de Perse (voir pour commencer L’Éternité et suivre la piste où les Filles de Perse et Grand Mère font de régulières incursions pour faire entendre leurs voix) et d’ailleurs et aux supplices et aux humiliations qu’imposent la religion et les usages traditionnels, je demande à toutes les femmes du monde de rejeter avec dégoût le voile, le foulard et tous les déguisements et comportements imposés par les délires religieux. Et surtout, qu’elles ne se laissent plus prendre aux propos vertueux et mensongers qui veulent les convaincre de ce que la prison mentale volontaire et la soumission à des volontés extraterrestres qui en résulte constituent une façon digne de vivre sa vie. Et tant qu’à dire mon avis, il me paraît que tous les hommes devraient en faire autant.

Pour en venir à la chanson, dit Marco Valdo M.I., peut-être paraîtra-t-elle au premier regard une chanson d’amour et en cela, elle ne devrait pas poser de problème aux religieux, puisque le dénouement des cheveux se ferait dans la plus stricte intimité et dans le respect des règles conjugales, chose qui serait plutôt recommandée. Alors, la question se pose de savoir pourquoi le régime religieux dictatorial et brutal l’a interdite et poursuit le chanteur Mehdi Yarrahi. Les dernières nouvelles dont je dispose disent « Le 19 septembre, Mehdi Yarrahi est inculpé pour « activités de propagande », « incitation à la corruption », « production et diffusion de contenu contraire à la moralité et à la décence publiques » et « encouragement » à commettre des crimes. Après un mois et demi en prison, il a été libéré sous caution le 18 octobre 2023. Je n’ai pas de nouvelles plus récentes le concernant. Donc, pourquoi avoir interdit une chanson en apparence si peu « publique », si peu « politique » ? Tout simplement car elle véhicule, et combien, un message caché, celui que les femmes d’Iran et d’ailleurs ne comprennent que trop bien aux yeux et aux oreilles du pouvoir. Et puis, ces cheveux dénoués dans une intimité, une fois chantés et diffusés à tous les vents d’Iran ont rapidement atteint le niveau d’un hymne de libération, d’un chant de combat contre le régime oppresseur de la dictature religieuse, qui prétend régenter jusqu’aux cheveux des filles. Et le pouvoir n’aime vraiment pas ça. Alors, il réprime ; au besoin, il tue.

Je pense, dit Lucien l’âne, que pour ce petit dialogue, il est temps de conclure. Alors, d’abord rappelons notre sentence : « La peste soit des religions et des religieux » et puis, tissons le linceul de ce vieux monde libidineux, religieux, obséquieux, visqueux et cacochyme.

Heureusement !

Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane
LE ROSARITO (ÔTEZ LE VOILE)

Le soleil se couche, ôtez votre voile !
Votre parfum emplit l'air, ôtez votre voile !
Ôtez votre voile, donnez vie à vos cheveux.
Ah Ah !
N'ayez pas peur, amour, riez, protestez contre les larmes
Ôtez votre voile, laissez couler vos cheveux.
Ah Ah !
N'ayez pas peur, amour, riez, protestez contre les larmes !
La danse de vos rousses tresses, ma gorge nouée, tous vos cheveux,
Ah Ah !
Mon visage mouillé capte vos vœux.
Ôtez votre voile, à l'air clair et frais,
Ah Ah !
N'ayez pas peur, amour, dansez,
Ôtez votre voile, à l'air clair et frais
Sans hésiter pour un baiser.
Ah Ah !
Ôtez votre voile, à l'air clair et frais
N'ayez pas peur, amour, dansez,
Sans hésiter pour un baiser.
Le ciel couvert est bleu
Devant vous, tout bleu
Ah Ah !
Laissez vos cheveux retomber,
Laissez-les, vague sur vague, se noyer,
Tirez le rideau, le ciel se réjouira ;
Plus jamais, la nuit ici ne tombera.
Le soleil c'est vous, la nuit jamais ne tombera.
La la la lalalala la la
La la la lalalala la la la
La la la lalalala la la

Contributed by Marco Valdo M.I. - 2023/12/14 - 20:16


IRAN: VITTIMA DI MATRIMONIO FORZATO E MALTRATTAMENTI, UN’ALTRA DONNA STA PER ESSERE IMPICCATA

Gianni Sartori

Al momento di scrivere (nove di mattina del 13 dicembre) non è ancora dato di saper se la prevista esecuzione di Samira Sabzian sia stata eseguita.

Condannata a morte in base al principio della Qisas (volgarmente: legge del taglione) per l’uccisone del marito, Samira è in carcere da dieci anni.

Vittima - a quindici anni - di matrimonio forzato (oltre che di violenze domestiche), madre di due figli, il suo nome andrebbe ad aggiungersi alle almeno 17 donne (quelle di cui si è venuti a conoscenza, ma la cifra è sicuramente al ribasso) giustiziate nel 2023. Più di quelle - 16 accertate - del 2022.

Per il Codice penale islamico gli accusati di “omicidio intenzionale” sono sottoposti alla Qisas, di fatto indipendentemente dalle intenzioni o dalle circostanze in cui l’uccisione è avvenuta.

A questo punto i parenti della vittima possono scegliere tra tre possibilità: richiedere l’effettiva esecuzione del condannato, il “dieh” (ottenere una somma denaro in cambio del sangue versato) o concedere il perdono. In questo caso i nonni dei figli di Samira hanno chiesto che venisse impiccata.

Stando a quanto riportavaIran Human Rights, ieri la donna è stata trasferita in isolamento nel carcere di Gharchak a Varamin (provincia di Téhéran).

Sperando nel perdono dei familiari del marito Samira aveva rinunciato a vedere i due figli (attualmente di 17 e dieci anni) per tutto il tempo della sua detenzione nel braccio della morte (dieci anni). Invano a quanto pare.

Gianni Sartori

Gianni Sartori - 2023/12/13 - 10:02


ARRESTATA NEL 2022 MENTRE SI PRODIGAVA PER SOCCORRERE I FERITI, SARA DELDAR E' MORTA A CAUSA DELLA MANCANZA DI CURE IN CARCERE
Gianni Sartori

Come denunciato dal Comité de soutien aux droits de l’homme en Iran (CSDHI, fondato venti anni fa da dissidenti e vittime della repressione in Iran rifugiati in Francia) Sara Deldar, originaria di Rasht, una prigioniera politica iraniana che aveva partecipato alle manifestazioni di massa del 2022, è deceduta in carcere per mancanza di cure adeguate.

La morte sarebbe sopraggiunta a causa delle complicazioni, tra cui una grave infezione, conseguenti alle ferite da colpi di arma da fuoco (di provenienza governativa) subite durante le proteste. La sua salute avrebbe continuato a peggiorare anche dopo essere uscita di prigione (in libertà condizionata) fino al tragico epilogo.

Infermiera di professione, era rimasta colpita mentre interveniva per soccorrere altri manifestanti feriti. Arrestata, processata e condannata a un anno e tre mesi di detenzione, veniva rinchiusa nel carcere di Lakan, a Rasht.

Nel suo ultimo messaggio del 21 luglio 2024, Sara Deldar aveva denunciato le dure condizioni di detenzione subite e parlato della infezione divenuta cronica che l'aveva afflitta sia in carcere che fuori. A cui si era aggiunta una grave anemia, l'ipertrofia della milza e serie complicazioni (sempre a causa dell'infezione non curata) ai reni e alle ovaie.

Soffriva inoltre di fegato (si ritiene che necessitasse di un trapianto).

Il suo non è un caso isolato. Sara aveva ricordato che tante altre detenute politiche versano nelle medesime condizioni, vittime dell'insalubrità della prigione e della negligenza (eufemismo) dei carcerieri. Diverse donne rimaste colpite durante le proteste le avevano confermato che in qualche caso le pallottole erano state lasciate nei loro corpi senza venir estratte e tantomeno senza che venissero curate adeguatamente le ferite. Di conseguenza molte di loro soffrivano di acuti dolori (a cui cercano di porre rimedio con gli analgesici), di debilitazione e di insonnia.

In un precedente messaggio, a un anno da quando era stata portata direttamente dal tribunale alla prigione, Sara aveva scritto:

“Domani è il primo anniversario di quando sono entrata nel carcere di Lakan. Non provo né risentimento, né paura, né rimpianto. Non mi sono nemmeno posta la domanda se avrei potuto agire diversamente. Non ho fatto nulla di male se non curare i feriti. Rifiutandomi di tacere di fronte all'ingiustizia. La mia coscienza mi ha guidato e non sto scrivendo altro che la verità”.

Sempre secondo CSDHI, il Ministero iraniano dell'Interno avrebbe contattato la famiglia facendo pressioni affinché la morte della giovane rimanesse un “fatto privato”. Costringedola a una cerimonia funebre a cui hanno partecipato soltanto pochi familiari sotto il controllo stretto delle forze dell'ordine.

Negli ultimi anni diversi prigionieri politici sono deceduti per ragioni di salute. Sia per problemi preesistenti (ma comunque aggravati dalla detenzione), sia come conseguenza diretta delle pessime condizioni carcerarie. E soprattutto della mancanza di cure.

Solo quest'anno, tra il 30 maggio e il 15 agosto, sono almeno 34 i prigionieri politici a cui sono state negate cure adeguate.

Ovviamente sappiamo anche che questi metodi (un supplemento di pena) non rappresentano una prerogativa esclusiva dell'Iran.

Gianni Sartori





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Gianni Sartori - 2024/9/11 - 19:37




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