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Allo

Balti
Langue: arabe


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(Balti)
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(Milo)


Allo - video


ciao vi mando questa bella canzone di Balti autore Tunisino già presente sul sito con il brano Yammi : Mamma
che parlava di una lettera di un figlio che decide di emigrare.

Questo nuovo brano: Allo è diventato quasi un inno per coloro che dalla Tunisia affrontano il mare per raggiungere la prima tappa del viaggio l'Italia

buon ascolto ed un saluto Paolo Rizzi
BALTI Uno degli artisti più noti dell’intero panorama musicale arabo, è riuscito, grazie al suo talento, ad uscire da situazioni politiche decisamente scomode confermandosi come uno degli artisti più importanti ed influenti degli ultimi anni. Celeberrime le sue “Ya Lili” e “Clandestino”, alcuni dei brani più popolari di questi ultimi anni. La carriera di Balti inizia nel 2002 quando, a 22 anni. Già dal 2004 inizierà ad esibirsi in tutta la Tunisia, diventando sempre più celebre e popolare. I problemi per lui inizieranno però con lo scoppio della “Primavera araba“. A differenza di molti rap che proprio in quel momento storico conoscono la fama, per Balti sarà uno dei punti più bassi della propria carriera discografica. La sua connivenza nei confronti del dittatore Ben Ali si fa infatti sempre più evidente, costringendolo ad allontanarsi per un anno dalla scena musicale. Come molti artisti dalla storia simile, però, tornerà qualche anno dopo in grande stile, lanciando anche forti segnali d’amore al proprio pubblico, riconquistandolo in brevissimo tempo. Dal 2012 è infatti diventato sempre di più uno dei rapper più importanti in assoluto della scena magrebina e araba, grazie anche ai successi di “Ya Lili” e “Clandestino”.
Dal sito mediorientedintorni. com di Khalid Valisi

La Tunisia negli ultimi 5 anni ha avuto degli sconvolgimenti politici radicali i cui risultati sono un ritorno alla “democratura” con l’attuale presidente Kais Saied. Nel luglio 2019 era morto a 92 anni il presidente Beji Caid Essebsi che nel garantì un governo laico con qualche apertura alle donne dopo la fuga in Arabia dell’ex presidente Ben Ali morto anche lui novembre 2019. Saied si candidò a salvatore della patria e vinse le elezioni di ottobre 2019 con lo slogan “la gente vuole” Il presidente Kais Saied negli ultimi anni ha impresso una virata autoritaria al paese, concentrando sempre più i poteri nelle sue mani, imbavagliando le opposizioni e mettendo in atto politiche repressive contro gli immigrati. Ha sciolto il parlamento nella primavera 2022, ha promosso e fatto approvare nuova Costituzione avviando il presidenzialismo puro, dando quindi il potere al presidente di nominare e revocare unilateralmente premier e ministri. Sempre Saied ha poi varato una nuova legge elettorale escludendo i partiti e consentendo quindi la partecipazione al voto di soli candidati solitari indipendenti. Risultato alle elezioni hanno votato solo l’11%. Dal 14 gennaio del 2023 sono scoppiati i tumulti e Saied ha fatto arrestare oppositori, giudici, giornalisti e sindacalisti. Recentemente ha inaugurato il sovranismo xenofobo con parole durissime contro i migranti subsahariani che dalla Libia arrivano in Tunisia per poi imbarcarsi. Attualmente se ne stimano circa 20.000. A marzo il commissario europeo Gentiloni si reca in Tunisia che ha richiesto 1,9 miliardi di $ al Fondo Monetario internazionale per offrire sostegno europeo perché un quinto dei 12 milioni di tunisini vive di sussidi, specialmente dopo il crollo del turismo dovuto al Covid. Ogni notte lungo le spiagge di Sfax, Mahdia e Chebba la Guardia Costiera tunisina intercetta decine di barconi stracolmi di persone. La presidente Meloni è volata da Saied a fare promesse economiche se ferma le partenze, l’Italia, ha annunciato in questi giorni il Ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, sosterrà con 110 milioni di euro le piccole e medie imprese tunisine e La Francia dice che ne erogherà 250 .
Domenica 16 luglio torneranno a Tunisi la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, la premier Giorgia Meloni e il primo ministro olandese Mark Rutte, per la firma del Memorandum d'intesa con il presidente Kais Saied. Lo annuncia la portavoce della Commissione, Dana Spinant. “Non anticipiamo il contenuto di ciò che sarà affrontato nella riunione a Tunisi.
I migranti non sono invitati a esprimere le loro posizioni, come andrà ? Inshallah
ciao Paolo Rizzi

الو الو
الو یا عمري وينك
الو يا شبابي وينك
الو يا الغالي وين

الو الو
سلملي عالحبيبة
عايش بين ناس غريبة
موش عارف وکري وين

الو الو
الو يا عمري وينك
الو يا شبابي وينك

الو يا الغالي وين

الو الو
سلملي عالحبيبة
عایش بین ناس غريبة
موش عارف وکري وين

الو يا حبيبتي
نعرف لي طالت غيبتي
الأيام ضحكوا على شيبتي
و شيبة ولات شیبات “

ما حبو طيبتي
ناس تستنا في خيبتي

والارنب طلعت ذيبتي
وشفنا منهم خيبات

الو يا الغالية
اش لز شباب على إيطاليا
البحر و امواجو العالية
و غارقین و غرقات

و حمامه جالية
ضعت يمني و شمالي
و فكري كان في الامالی
الوحش كبر يا الأخوات

الو الو

الو يا عمري وينك
الو يا شبابي وينك
الو يا الغالي وين

الو الو
سلملي عالحبيبة
عایش بین ناس غريبة
موش عارف وکري وين

الو يا شبابنا
هجرنا کی تسکر بابنا
ما عرفنا شكون احبابنا
و الصافي من الخوان

وينك يا بلادنا
حبيناها بكاننا
ناس باعتنا ما شراتنا
ما يحبوش الإنسان

الو الكبيدة
غبنا والأرض بعيدة
هایم و أفكاري شريدة
من عنوان العنوان

و حياة جديدة
ما يدوم الضيق و مديدة
نرجع نزرع وريدة
و ينور البستان


الو الو
الو يا عمري وينك
الو يا شبابي وينك
الو يا الغالي وين

الو الو
سلملي عالحبيبة
عایش بین ناس غريبة
موش عارف وکري وين

الو الو
الو يا عمري وينك
الو يا شبابي وينك

الو يا الغالي وين

الو الو
سلملي عالحبيبة
عایش بین ناس غريبة
موش عارف وکري وين

envoyé par Balti - 11/7/2023 - 15:05




Langue: arabe

Trascrizione
ALLO

Allo allo, allo ya omri wenek allo ya chbebi wenek allo yal ghali wenek
Allo allo, sallemli al Habiba aayech bin nes ghriba mech aaref wakri win
Allo allo, allo ya omri wenek allo ya chbebi wenek allo yal ghali wenek
Allo allo, sallemli al Habiba aayech bin nes ghriba mech aaref wakri win

Allo ya hbibti naaref elli talet ghibti layem dhahkou 3la chibti w chiba wallet chibet
Mahabbou Tibeti nes testana fi khibti wel arneb tal3et dhibiti w chofna menhom khibet
Allo yal ghalya ech lazem chbeb 3la italia lebhar w amwejou el 3aleya w gharguin w gharguet
W hmem w jelya dho3et ymini w chmaliya w fekri ken fel emmali el wahech kber yal khwet

Allo Allo, allo ya omri wenek allo ya chbebi wenek allo yal ghali wenek
Allo allo, sallemli al Habiba aayech bin nes ghriba mech aaref wakri win

Allo ya chbebna hjrana ki tsakker bebna ma3refna chkoun hbebna wel saffi mel khawen
Wenek ya bledna habbineha bakketna nes ba3etna machretna mayhebouch el insen
Allo lekbida ghebna wel aredh b3ida hayem w afkar chrida men 3nwen l 3enwen
W heyet jdida maydoum el dhig w mdida narja3 nezra3 wrida bin nawwer el bosten

Allo Allo, allo ya omri wenek allo ya chbebi wenek allo yal ghali wenek
Allo allo, sallemli al Habiba aayech bin nes ghriba mech aaref wakri win

Allo Allo, allo ya omri wenek allo ya chbebi wenek allo yal ghali wenek
Allo allo, sallemli al Habiba aayech bin nes ghriba mech aaref wakri win

11/7/2023 - 21:46




Langue: français

versione francese
ALLO

Allo, allo, où es passée ma vie, où est passée ma jeunesse, allo
où sont passés mes proches
Allo, allo, passe le bonjour à ma Très Chère, je vis entre des gens étrangers
je ne trouve plus mon nid

Allo, allo, où es passée ma vie, où est passée ma jeunesse,
où sont passés mes proches
Allo, allo, passe le bonjour à ma Très Chère, je vis au milieu d'étrangers,
je ne trouve plus mon nid

Ma chère, je sais que j'ai été longtemps absent, les jours ont ri ma vieillesse,
et les cheveux blancs se sont accumulés
Ils ne veulent pas de ma gentillesse, y'en a qui veulent voir ma méchanceté,
les lapins sont devenus des loups, et beaucoup nous ont déçus
Allo ma chère, tellement de jeunes sont passés par l'Italie,
la mer et ses grandes vagues, il y'a eu tellement de noyés
J'ai perdu le bon sens, je ne pensais qu'à l'argent,
la nostalgie est bien dure mes frères

Allo, allo, où es passée ma vie, où est passée ma jeunesse, allo
où sont passés mes proches
Allo, allo, passe le bonjour à ma Très Chère, je vis au milieu d'étrangers
je ne trouve plus mon nid

Allo notre jeunesse, nous somme partis quand les portes se refermèrent
nous ne savons plus qui sont nos amis, nous ne faisons plus la différence entre l'honnête et le traitre
Où est passé notre pays, nous avons l'avons aimé et nous avons pleuré pour , des gens nous ont vendus et nous ont achetés, ils n'aiment pas l'être humain
Allo ma tendre, nous avons longtemps été absents et la terre mère est bien loin,
j'erre avec des pensées égarées d'une rue à l'autre
Et il y'aura une vie nouvelle, la peine ne dure pas, je reviendrai planter une fleur dans le jardin

Allo, allo, où es passée ma vie, où est passée ma jeunesse, allo où sont passés mes proches
Allo, allo, passe le bonjour à ma Très Chère, je vis au milieu d'étrangers,
je ne trouve plus mon nid

11/7/2023 - 21:47




Langue: italien

Versione italiana interpretata da Paolo Rizzi



Un omaggio alla bella canzone di Balti oggi cantata da molti migranti che partono dalla Tunisia.
Lo stesso autore anni fa aveva inciso Yammi, la storia di una lettera scritta ad una madre da parte del figlio migrante.

In questo brano si simula una telefonata che racconta il dramma della lontananza.
Per completezza metto il testo tradotto dall'arabo al francese di cui ho rifatto le rime in italiano per trovare la metrica cercando di mantenere il senso del racconto.
Ho cantato sulla base di una cover per violino di Moez Bouali

vi ho mandato 2 giorni fa il video del brano originale in arabo di Balti.
Il tema dei migranti mi coinvolge molto e quindi ho avuto voglia di fare una cover, spero di contribuire così a far conoscere le storie dietro alle migrazioni.
ALLÒ

Allò allò dov’è andata la mia vita la giovinezza è già finita
Ma dove son gli affetti miei
Allò allò porta a tutti i miei saluti vivo in mezzo a sconosciuti
Non ho alcun rifugio ormai

Allò allò dov’è andata la mia vita la giovinezza è già finita
Ma dove son gli affetti miei
Allò allò porta a tutti i miei saluti vivo in mezzo a sconosciuti
Non ho alcun rifugio ormai

In questa lunga assenza la mia vecchiaia avanza
Sul capo ho la presenza di capelli bianchi già
Con gentilezza ho chiesto, cattivi hanno risposto
I lupi han preso posto, non c’è più umanità
Miei cari che tragedia raggiungere l’Italia
Quel mare è una muraglia quanti annegati là
Ho perso il mio buon senso solo al denaro penso
Di voi il ricordo è intenso ma è dura la realtà

Allò allò dov’è andata la mia vita la giovinezza è già finita
Ma dove son gli affetti miei
Allò allò porta a tutti i miei saluti vivo in mezzo a sconosciuti
Non ho alcun rifugio ormai

La giovinezza nostra non ha la porta aperta
Con tutti stiamo all’erta chi è onesto non si sa
Dov’è il paese nostro? per lui abbiam sofferto
Ci han comprato ci hanno offerto senza più dignità
Siamo così distanti da madre terra assenti
I pensieri sono spenti e vaghiam di qua e di là
Ci sarà una nuova vita questa pena non sarà infinita
Ripianterò una margherita nel mio giardino inshallah

Allò allò dov’è andata la mia vita la giovinezza è già finita
Ma dove son gli affetti miei
Allò allò porta a tutti i miei saluti vivo in mezzo a sconosciuti
Non ho alcun rifugio ormai

13/7/2023 - 21:23


Scrive Gabriele Del Grande

migr2023


Guardate queste immagini. Girano sui social. L’euforia a bordo è contagiosa. Hanno rischiato tutto. Ma alla fine sono riusciti a bruciare la frontiera. E a riprendersi con uno smisurato atto di coraggio il diritto di spostare il proprio corpo nel mondo. Se chiederanno asilo sarà soltanto per mettersi in regola. Non è gente che fugge. È gente come noi. Gente che insegue. I propri sogni. La propria dignità. I propri altrove. Fossero anche soltanto delle chimere.

Eppure vi diranno che sono i nuovi schiavi. Che per proteggerli dovremmo dichiarare una «guerra globale ai trafficanti di esseri umani» con l’obiettivo di «sconfiggere gli schiavisti del terzo millennio», «affrontare le cause alla base della migrazione» e «garantire il diritto a non dover emigrare». I virgolettati sono tratti dal discorso della presidente Meloni alle Nazioni Unite di qualche giorno fa. Ma è un dettaglio. Perché dietro a quelle tre frasi apparentemente di buon senso si nasconde tutta l’ipocrisia del discorso europeo sull’immigrazione non bianca.
Gli schiavi partivano in catene e contro la propria volontà. Ḥarrāga, avventurieri e sfollati di guerra del ventunesimo secolo si imbarcano sulle rotte del contrabbando di propria scelta. E lo fanno non per andare a lavorare nelle piantagioni ma per aggirare i divieti di viaggio con cui l’Europa da trent’anni tenta inutilmente di contenere l’immigrazione non bianca.

Se il mercato nero delle traversate del Mediterraneo è gestito da organizzazioni criminali senza scrupoli che sui traghettamenti dei senza visto incassano centinaia di milioni all’anno è perché dal 1991 Italia, Spagna e Grecia hanno esteso l’obbligo dei visti ai paesi della sponda sud e del Sahel vietando ai figli delle classi popolari come a quelli del ceto medio di viaggiare legalmente.
Per indebolire le mafie e porre fine alle stragi c’è un unico modo: legalizzare i viaggi tra l’Africa e l’Europa. Liberalizzate i visti e la gente tornerà a spostarsi in aereo come faceva fino agli anni Ottanta. Continuate a proibire la mobilità tra le due sponde e avrete ogni anno centinaia di migliaia di persone che dopo essere state respinte dalle nostre ambasciate compreranno al mercato nero quel bene essenziale che gli avete tolto: la libertà di spostarsi.

PS I più storceranno il naso dicendo sì ma quanti ne arriverebbero in quel modo! Ne «Il Secolo Mobile» mi diverto a fare i conti. Vi assicuro che c'è di che stupirsi...

23/9/2023 - 13:42


Ciao Gabriele sto leggendo (studiando) il tuo ultimo libro me lo hanno regalato il 2 settembre per il mio compleanno. Complimenti per il lavoro, Le almeno 20 pagine di note danno la misura dela bibliografia che hai consultato. La prefazione in cui immagini fra 50 anni l Europa inevitabilmente meticcia e la visita al " museo Lampedusa" da parte dei nipoti di 2 generazione sulle tracce dei loro nonni merita un sceneggiatura cinematografica. Ha colpito anche me sapere che fino al 1914 non esistevano passaporti e che sono state le 2 guerre mondiali a istituire tutte le procedure burocratiche dei visti e delle leggi ai diritti d asilo. Il 2 capitolo sull uso dei negri delle colonie come soldati carne da macello nella prima guerra e poi via via l estensione agli asiatici agli indiani agli arabi ai popoli dell' est coinvolti nella 2 guerra mondiale spalanca gli occhi sul collegamento tra guerra e migrazioni. Consiglio a tutti il tuo libro ecco un link
«Il Secolo Mobile – storia dell’immigrazione illegale in Europa»

Paolo rizzi - 24/9/2023 - 17:03


Ciao oggi è la Giornata mondiale del rifugiato. Vi mando gli appelli di Amnesty contro i comportamenti di Egitto e Tunisia nei confronti dei migranti e l' invito a riascoltare la cover della canzone di Balti

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Egitto: stop agli arresti e ai rimpatri forzati dei rifugiati sudanesi - Amnesty International Italia

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Paolo Rizzi - 20/6/2024 - 08:16


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