Lo silenci l’an culhit pel fracàs de las bombas,
dins los òrdres assassins dels cavaires de tomba.
Lo silenci l’an culhit pel fiulèl de las balas,
dins los sòmis cremesits de nacions eternalas.
Que la nòstra cançon fendascle lo silenci
se racontam pas d’istòria
farà pas levar los morts.
Se dels paures garçons lo monde se rementa
aquò farà nòstra jòia
aquò farà pas de tòrt.
Lo silenci l’an culhit pel fiulèl de las balas,
dins los sòmis cremesits de nacions eternalas.
Lo silenci l’an culhit dins lo bram d’aquela tèrra
que se voliá despartir de l’empèri cementèri
Que la nòstra cançon fendascle lo silenci...
N’i aviá tant a contar de çò que far somiar
d’un país de desèrt, de calors e de sable,
de pèl bruna, de vèl e de cançons estranhas,
e los òmes e las femnas e l’amor pels mainatges,
tota la vastetat de las causas umanas.
Que la nòstra cançon fendascle lo silenci
dins los òrdres assassins dels cavaires de tomba.
Lo silenci l’an culhit pel fiulèl de las balas,
dins los sòmis cremesits de nacions eternalas.
Que la nòstra cançon fendascle lo silenci
se racontam pas d’istòria
farà pas levar los morts.
Se dels paures garçons lo monde se rementa
aquò farà nòstra jòia
aquò farà pas de tòrt.
Lo silenci l’an culhit pel fiulèl de las balas,
dins los sòmis cremesits de nacions eternalas.
Lo silenci l’an culhit dins lo bram d’aquela tèrra
que se voliá despartir de l’empèri cementèri
Que la nòstra cançon fendascle lo silenci...
N’i aviá tant a contar de çò que far somiar
d’un país de desèrt, de calors e de sable,
de pèl bruna, de vèl e de cançons estranhas,
e los òmes e las femnas e l’amor pels mainatges,
tota la vastetat de las causas umanas.
Que la nòstra cançon fendascle lo silenci
Contributed by Dq82 - 2023/6/20 - 16:12
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Roge Caparrut
“Roge Caparrut”, si potrebbe tradurre dall’occitano come “Rosso testardo”. Dieci tracce, per circa 40 minuti di musica, dieci canzoni in lingua occitana. Una lingua che veicola pensiero già dalle antiche origini la cui tradizione originaria è la parola poetica. Non si tratta di un disco di musica tradizionale ma un lavoro che fa uso creativo di questa lingua in funzione politico-sociale. Settimo disco delle La Mal Coiffée, che quest'anno festeggiano vent'anni di attività, storico gruppo del Minervois, nella regione amministrativa storica Languedoc oggi parte della nuova regione Occitania. Uscito nel dicembre 2022 e seconda opera di una trilogia, il disco succede a “Roge” del 2021. Trilogia che ruota attorno al colore rosso da cui deriva una dimensione simbolica e, appunto, politica. Un colore che declina intensa emotività, amore, gioia ma anche indignazione, rabbia, protesta. Testi che idealmente si legano a un continuum storico con i temi del cantare poetico originario della cultura occitana, il cantare l'amore nelle sue infinite forme. Registrato a Narbonne, nello studio Les 4 vents da Guilhem Verger, a sua volta musicista, e mixato da Nicolas Baillard nel suo studio mobile La fraise électrique, il disco è una produzione della coopertiva artistica Sirventés, specializzata nella creazione, produzione e diffusione di espressioni artistiche in occitano e distribuito dall'etichetta indipendente L’Autre Distribution. “Roge Caparrut” è stato interamente scritto, composto e arrangiato da Laurent Cavalié, polistrumentista, cantore, poeta e attivista della lingua e cultura occitana, che segue la direzione artistica del gruppo e del quale si risente la presenza stilistica. Cifra delle quattro componenti del gruppo, Myriam Boisserie, Laetitia Dutech, Marie Coumes e Karine Berny, sono le voci femminili e le percussioni. Un flusso continuo di ritmi variegati, polivocalità e polifonie in una sonorità nitida, precisa e profonda. Se l'ispirazione guarda a dimensioni di espressioni tradizionali e all'utilizzo di una minoranza linguistica storica il lavoro è personale, in uno stile che contraddistingue il quartetto. La Mal Coiffée, per modalità espressiva e uso della voce si allontanano dalla polifonia di tradizione orale conducendo un canto che si muove negli arrangiamenti di Laurent Cavalié con disinvoltura e con un'emissione della voce controllata in un amalgama tra voci e ritmi che contribuisce a delineare una forma e a rimarcare un canto critico sulla propria contemporaneità. Nella polifonia poco uso delle terze mentre il suono si colora frequentemente con quarte e quinte appoggiate a un bordone di fondo, così come l'utilizzo dell'unisono, a sottolineare e a supporto dell'andamento dei testi. Gli strumenti musicali, tutti percussivi o a sfregamento, provengono sia dalla tradizione mediterranea, come tamburelli vari, il bendir, l'adufe, tamburi a frizione, sia da invenzioni originali come monocordi a pizzico e ad arco percussivo, opere dell'artista Marc Oriol. Non manca l’uso del battito delle mani, ulteriore strumento percussivo. Una sonorità essenziale che nell'immediato richiama panorami mediterranei e nelle intenzioni comunicative l'opera attraverso i testi si muove dal micro al macro, dal locale al globale. Le dichiarazioni di intenti sono esplicitate dalle stesse musiciste: “Siamo parte dell'attuale slancio globale di mettere in discussione tutti i poteri per far sentire di nuovo la voce trasmessa dalla lingua e dalla cultura occitana, che sono minoritarie come molte altre lingue e culture del pianeta. Oscillando tra noi e il mondo, creiamo un dialogo tra storie singolari e storia collettiva”. L'albun si apre con “An culhit lo silenci” (Hanno raccolto il silenzio), un canto contro le guerre e contro il colonialismo, tema ricorrente nella produzione del gruppo, in cui la pulizia delle voci quasi contrasta con il testo duro di denuncia ma che trova nella ripetizione “Possa la nostra canzone rompere il silenzio...”, dare cioè voce alle vittime dei conflitti e delle violenze, una sorta di risoluzione.... La Mal Coiffée si confermano artiste impegnate, energiche ed instancabili che comunicano testi importanti attraverso un ipnotico ritmo continuo. Un disco in qualche modo di protesta ma che non suona arrabbiato; un lavoro che si richiama alla voce poetica della tradizione occitana che da secoli canta emozioni e sentimenti e che continua a cantare dell'amore evidenziando alcune delle problematiche che l'amore ostacolano.
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