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Only the Dead Have Seen the End of War [On the Nature of Daylight]

Max Richter
Langue: instrumental


Max Richter

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[2004]

Music / музыка / музика / מוּסִיקָה / موسيقى:
Max Richter

Album:The Blue Notebooks



Soliloquies in England and later Soliloquies by George Santayana,Y 1924
Excerpt from chap. 25, Tipperary

Only the dead are safe; only the dead have seen the end of war. Not that non-existence deserves to be called peace; it is only by an illusion of contrast and a pathetic fallacy that we are tempted to call it so. The church has a poetical and melancholy prayer, that the souls of the faithful departed may rest in peace. If in that sigh there lingers any fear that, when a tomb is disturbed, the unhappy ghost is doomed to walk more often abroad, the fear is mad; and if it merely expresses the hope that dead men's troubles are over, the wish is superfluous; but perhaps we may gloss the old superstition, and read into it the rational aspiration that all souls in other spheres, or in the world to come upon earth, might learn to live at peace with God and with things. That would be something worth praying for, but I am afraid it is asking too much. God—I mean the sum of all possible good—is immutable; to make our peace with him it is we, not he, that must change. We should need to discover, and to pursue singly, the happiness proper to our nature, including the accidents of race and sex and the very real advantages of growing old and of not living forever; and we should need to respect without envying all other forms of the good. As to the world of existence, it is certainly fluid, and by judicious pressure we may coax some parts of it into greater conformity with our wills; yet it is so vast, and crawls through such ponderous, insidious revolutions, all so blind and so inimical to one another, that in order to live at peace with things we should need to acquire a marvellous plasticity, or a splendid indifference. We should have to make peace with the fact of war. It is the stupid obstinacy of our self-love that produces tragedy, and makes us angry with the world. Free life has the spirit of comedy. It rejoices in the seasonable beauty of each new thing, and laughs at its decay, covets no possessions, demands no agreement, and strives to sustain nothing in being except a gallant spirit of courage and truth, as each fresh adventure may renew it.

Soliloqui in Inghilterra e seguenti di George Santayana, 1924
Dal cap. 25, Tipperary

Solo i morti sono al sicuro; solo i morti hanno visto la fine della guerra. Non che la non esistenza meriti di essere chiamata pace; è solo per un'illusione di contrasto e per un patetico errore che siamo tentati di chiamarla così. La chiesa ha una preghiera poetica e malinconica, che le anime dei fedeli defunti riposino in pace. Se in tale sospiro rimane qualche timore che, quando una tomba viene alterata, lo spirito infelice sia condannato a vagare più spesso fuori, il timore è folle; e se esprime semplicemente la speranza che i guai dei morti siano finiti, l'augurio è superfluo; ma forse possiamo chiosare l'antica superstizione, e leggervi l'aspirazione razionale che tutte le anime in altre sfere, o nel mondo che verrà sulla terra, possano imparare a vivere in pace con Dio e con le cose. Sarebbe qualcosa per cui vale la pena pregare, ma temo che sia chiedere troppo. Dio - voglio dire la somma di tutti i possibili beni - è immutabile; per fare pace con lui siamo noi, non lui, che dobbiamo cambiare. Dovremmo aver bisogno di scoprire, e di perseguire individualmente, la felicità propria della nostra natura, comprese le problematiche della razza e del sesso e i vantaggi davvero concreti dell'invecchiamento e quello di non vivere per sempre; e dovremmo rispettare senza invidia tutte le altre forme del bene. Per quanto riguarda il mondo dell'esistenza, esso è certamente fluido, e con una saggia pressione possiamo convincere alcune parti di esso a conformarsi maggiormente alla nostra volontà; eppure è così vasto, e procede a rilento attraverso rivoluzioni molto pesanti, insidiose, tutte così legate e così ostili l'una all’altra che per vivere in pace con le cose bisognerebbe acquisire una straordinaria flessibilità, o una indifferenza eccezionale. Dovremmo fare pace con la realtà della guerra. È la stupida ostinazione del nostro amor proprio che produce la tragedia e ci porta ad avercela con il mondo. La vita libera ha lo spirito della commedia. Si rallegra della bellezza occasionale di ogni novità, e ride del suo decadimento, non brama il possesso, non richiede accordi, e si sforza di non sostenere alcun atteggiamento che non sia uno spirito gagliardo di coraggio e di verità in quanto ogni nuova impresa può rinnovarla.
instrumental

envoyé par Riccardo Gullotta - 18/2/2023 - 16:59


Tipo Casa Pound... caruccio.

Ezra Pound includes Santayana among his many cultural references in The Cantos, notably in "Canto LXXXI" and "Canto XCV". Santayana is usually considered an American writer, although he declined to become an American citizen, resided in Fascist Italy for decades, and said that he was most comfortable, intellectually and aesthetically, at Oxford University. Although an atheist, Santayana considered himself an "aesthetic Catholic" and spent the last decade of his life in Rome under the care of Catholic nuns. In 1941, he entered a hospital and convent run by the Little Company of Mary (also known as the Blue Nuns) on the Celian Hill at 6 Via Santo Stefano Rotondo in Roma, where he was cared for by the Irish sisters until his death in September 1952. Upon his death, he did not want to be buried in consecrated land, which made his burial problematic in Italy. Finally, the Spanish consulate in Rome agreed that he be buried in the Pantheon of the Obra Pía Española, in the Campo Verano cemetery in Rome.

18/2/2023 - 23:48


Al Commentatore che quota
Non facciamo confusioni né giustizialismi sommari. Santayana non ha nulla a che vedere con la nota e becera casa, Pound, che di fatto non lo ha cooptato. A meno che non si voglia esercitare, in malo modo, la proprietà transitiva, la seguente: Santayana era gradito a Ezra Pound, Ezra Pound era un fascista, Ezra Pound è un riferimento per Casapound, ergo Santayana è un cripto fascista. Questo tipo di teoremi, largamente adottati dai tribunali fascisti, franchisti, da quelli di Vyšinskij e da svariati altri tribunali del “popolo” si sa dove portano, oltre a costituire un esempio negativo da manuale a proposito delle applicazioni errate della logica formale.Non funziona.

Personalmente non ho simpatie per Ezra Pound (non si nota?), anche se riscosse apprezzamenti ad ampio raggio, così come non ne ho per Celine che riscosse ammirazione da Gaber e da tanti altri collocati in un’area detta sbrigativamente di sinistra. Il fatto che Ezra Pound abbia avuto dei contatti con lui non implica nulla. Santayana ebbe contatti importanti con Bertrand Russell. Che dobbiamo inferire da ciò, che Santayana condivideva il pensiero di Russell, oppure, a parti invertite, che Bertrand Russell condivideva il pensiero di Santayana? Ecco a cosa portano certe descrizioni di Wikipedia quando vengono isolate ed assunte come Verità. Mi rendo conto purtroppo che oggi tutti corriamo questo rischio.
Santayana rimase ateo per tutta la sua esistenza, questo é il fatto centrale. Se poi vogliamo addebitare a Santayana la colpa di essersi fatto curare da suore cattoliche… beh lasciamo perdere (per essere coerenti è meglio morire che farsi curare dal nemico…?).
Alle informazioni stile Dagospia (che comunque è opportuno consultare, cum grano salis) preferisco le argomentazioni degli studiosi seri. Bene, l’informazione che conta, lasciando da parte i pettegolezzi, è che il pensiero di Santayana è largamente ispirato alla filosofia di Spinoza. Tanto basta per inquadrarlo e restituirlo agli antipodi di una cultura populista di destra, radicalfascista.

Se poi l’estensore del commento, incorso, come può capitare a tutti, in un giudizio affrettato, volesse prescindere sia dalle mie argomentazioni sia da un auspicabile approfondimento del pensiero di Spinoza, a lungo censurato dallo stesso mondo ebraico da cui proveniva, può alla spicciola riferirsi a quanto segue. Gli aforismi di Santayana sono diffusi ovunque, in primo luogo nei campi di sterminio. Come la mettiamo con la contiguità con casapound ?

P.S.: giusto perché non sono solito ricorrere alla privacy in tema di idee, non ho simpatie viscerali per l’antropologo Santayana né per il filosofo. Ciò non toglie ovviamente che le argomentazioni che ho riportato nell’introduzione della canzone siano condivisibili a partire dall’incipit: Only the dead are safe; only the dead have seen the end of war. Tant’è che mi sono peritato di cercare il brano dell’opera di Santayana e di tradurlo.
Se il commentatore si proponeva di aggiungere garbatamente del peperoncino per stimolare e fare materia di dibattito c’è riuscito, anche se ho impegnato del tempo che avrei preferito dedicare a una canzone. Se invece fosse stato animato da un certo fastidio distrettuale, mi spiace, almeno per questa circostanza temo che dovrà tenerselo così come inter alia io mi tengo il mio. Ossia, come dicono le celesti monachelle del Celio che curarono Santayana, “Unicuique suum non praevalebunt”.

Riccardo Gullotta - 19/2/2023 - 17:30


È la prima che l'ha detta, come direbbe Quelo:
"Il commentatore si proponeva di aggiungere garbatamente del peperoncino per stimolare e fare materia di dibattito".



Chiarito questo vorrei fare una premessa.
Non mi fanno l'impressione certi sproloqui. Sono una persona semplice, un artigiano. Non conosco ne latino ne greco.
Mi importa poco se lui fosse un simpatizzante del fascismo oppure un cripto-antsemita. Lui stesso amava definirsi
come un "aesthetic Catholic" e almeno a questo ci serve consultare ogni tanto la Wiki inglese.
L'unica cosa poco oportuna, credo, era la scelta di illustrare tutto quanto con la foto della targa posta ad Auschwitz-Birkenau.

Sarebbe magari meglio riportare la famosa frase tradotta in italiano nel contesto più recente e di casa propria.

Tutto qua.

Saluto

«Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo»



20/2/2023 - 23:04


Dall’operaio all’artigiano

Dato che il Commentatore ha dato un gradito seguito, desidero contribuire con qualche nota a beneficio dei lettori, senza polemiche.Inizio da ciò che conta, precisando che sono meno di un artigiano, un operaio non proprietario dei mezzi di produzione. Se qualcuno volesse approfondire farà bene a rivolgersi agli addetti o a misurarsi con dei buoni testi di storia della filosofia.

Il senso dell’autodefinizione “aesthetic Catholic" si può cogliere a sufficienza in questi brani di Santayana che non traduco, atteso che il Commentatore conosce bene l’inglese:

As to my teaching Strong "Catholic metaphysics", you must understand that my own philosophy—no es muy Católica; it is independent of religion altogether, and looks at religion merely as at a historic and human fact—more or less appealing or beneficent, as the case may be. You have seen all you probably care to see of this attitude in my "Interpretations of poetry and religion". The attitude of my new book is the same ...

Segue uno stralcio, più esplicito, dal libro Religion di Santayana.

Pagan Christianity, or Catholicism, may accordingly be said to consist of two elements: first, the genius of paganism, the faculty of expressing spiritual experience in myth and external symbol, and, second, the experience of disillusion, forcing that pagan imagination to take wing from earth and to decorate no longer the political and material circumstances of life, but rather to remove beyond the clouds and constitute its realm of spirit beyond the veil of time and nature, in a posthumous and metaphysical sphere. A mythical economy abounding in points of attachment to human experience and in genial interpretations of life, yet lifted beyond visible nature and filling a reported world, a world believed in on hearsay or, as it is called, on faith—that is Catholicism.

Inoltre, dalla biografia di John McCormick:

In his last decade in Rome he [Santayana, ndr] lived in a home run by the Blue Nuns, an Irish order so called because of the color of their habit. He was ever alert to their desire to reclaim a lost sheep and left explicit instructions to his executors that, even if in his dying moments he might nod acceptance and be given the last rites, they should understand that he nodded only to get the nuns and their priests to stop pestering him. In no way should his acquiescence be misconstrued as a deathbed conversion.[Il corsivo é mio].

Per non annoiare i lettori o appesantire il server, non aggiungo altri estratti dello stesso tono. C’è da chiedersi allora: dove sta l’inghippo? Perché delle due l’una: o Santayana era uno schizofrenico o manca qualche passaggio. Dopo avere approfondito, direi che l’equivoco nasce dal significato dell’espressione “aesthetic Catholic".
L’estetica non è quella intesa nell’accezione comune, così come il cattolicesimo non è la nota religione. Per coglierne il senso occorre per forza accostarsi al pensiero di Spinoza a cui Santayana si ispirò largamente. Lasciando da parte la descrizione e le complessità della filosofia dell’ebreo olandese, basta considerare che Spinoza fu un ateo, il Dio di Spinoza è un concetto, una realtà pensata (a rigore pensante, se non vado errato) che non ha nulla a che vedere né con la religione né con la metafisica o un sistema di valori di stampo fideistico. Non per nulla alla filosofia e al “metodo” di Spinoza fanno ampio riferimento, prendendo a piene mani, autentici dissacratori come Derrida e Deleuze, figure di spicco del pensiero contemporaneo (sono maîtres à penser, sperando che queste note non siano sproloqui per il Commentatore artigiano).

L’estensore dell’articolo di wikipedia ha collezionato molte informazioni esatte, mutuandole verosimilmente (leggasi: riportandole pedissequamente, ma non sollevo critiche su ciò) da alcuni siti americani, e parzialmente dalla biografia di McCormick. Però non ha avuto interesse ad esplorare il nocciolo, tanto meno a darne conto. Se poi capita di isolare delle parti senza disporre del tempo necessario per andare a verificare….

Per quanto riguarda l'immagine, ho cercato una targa con l’aforisma che dà il titolo alla canzone/clip. Non l’ho trovato, ho riportato quindi un altro aforisma altrettanto famoso di Santayana. Mi è sembrato che fosse ugualmente in tema con la canzone.

P.S.: Concordo pienamente con il Commentatore che la frase citata non si dovrebbe mai finire di applicarla fattivamente a casa propria. Abbiamo la stessa lunghezza d’onda, il che mi dà un’impressione gradita.
Anch’io sono una persona semplice. Ho cercato di contestare un cortocircuito offrendo una spiegazione punto a punto con argomentazioni essenziali ; non mi sembra che questo metodo sia saccenteria di chi sproloquia. Incidentalmente, proprio come il Commentatore, anch’io non conosco il greco e il mio latino è di risulta, da wikipedia.
Me la sono presa un po' per l’accostamento fatto con una casa: ne é nato un fastidio diffuso su tutti i distretti, detto orticaria. Mi accompagna da quando avevo i calzoni corti, tutte le volte che il mio antifascismo viene messo, anche se indirettamente e bonariamente, in forse. Se il mio intervento é andato oltre le righe, me ne scuso. Però, toni a parte, la validità delle argomentazioni rimane per me integra, ovviamente sino a prova contraria.

Un cordiale saluto

Riccardo Gullotta - 21/2/2023 - 18:21




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