Language   

Dopoguerra

Paolo Rizzi
Language: Italian


Paolo Rizzi


Sono entrato una sera vin un’osteria
Non ricordo il luogo non ricordo la via
Ma non importa li c’era tutto il mondo
Come un bambino giocai al girotondo

Era una di quelle sere che io chiamo di gala
Nelle mie vene c’era più di una fiala
Ma non se ne accorsero pensavano fosse il vino
Che mi faceva girar la testa e ritornar bambino

Ero un bambino che parlava del passato
Della sua famiglia dietro a un filo spinato
Di serate oscene costretti in tanti dentro un loco
Perché fuori c’era la paura fuori c’era il coprifuoco

Le parole eran confuse con le voci delle carte
Non mi rendevo conto che ero solo che ero messo in disparte
Poi un vecchio mi disse “chi è morto è sepolto e giace
Chi vive pensa solo a restare in pace”

Ma che vita e pace continuai allora io
È troppo bello fregarsene e confidare in Dio
Gli americani ci han portato l’igiene col DDT
e ci insozzano i l paese son loro i padroni qui

ci guardan dall’alto in basso ci trattan come schiavi
e noi costruiam le regge e gliene diam le chiavi
ma voi che dimenticate in un bicchier di vino
guardate i miei occhi mi hanno ucciso fin da bambino

questa sera la mia vita vigliaccamente finirà
morirò da intossicato e nessuno avrà pietà
e scriverò su un foglio “odio ogni potere
sono uno che soltanto l’anarchia voleva avere”



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