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לכל איש יש שם

Zelda / זלדה
Langue: hébreu


Zelda / זלדה

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Lechol ish yesh shem
[1974]

שירה / Poesia / قصيدة / A Poem by / Poésie / Runo:
Zelda Schneurson Mishkovsky [זלדה שניאורסון-מישקובסקי]

לחן / Musica / موسيقى / Music / Musique / Sävel :
Hanan Yuval [חנן יובל]

מבצע / Interpreti / اللاعبين / Performed by / Interprétée par / Laulavat:

1. Chava Alberstein
אלבום /Album: Like a Wildflower [כמו צמח בר]

2. Nigunim Chorus

3. Live at Park Avenue Synagogue, Yom Kippur 2021

[[https://www.popsci.com/uploads/2019/03/18/6EPLPPHMBIW52T4Q7G6OMDEMWM.jpg|]


קוהלת רבה ז׳:א׳:ג׳
תני שלשה שמות נקראו לאדם הזה. אחד שקראו לו, אביו ואמו. ואחד שקראו לו, אחרים. ואחד שקרוי לו, בספר תולדות ברייתו.

Qohelet Rabbah 7:1:3
It is said that each person is called by three names: One, which they are called by their father and mother; one, which they are called by others; and one by which they are called in the records of humankind.

Si dice che ogni essere umano ha tre nomi: uno con cui è chiamato dal padre e dalla madre; uno con cui gli altri lo chiamano; e uno con cui è chiamato nella memoria dell’umanità.


Il Qoelet è un testo sapienziale ebraico , fa parte delle Scritture di osservanza sia ebraica che cristiana. La sua datazione è compresa tra il 450 e il 180 a.C. Il Midraš è un metodo di esegesi dei testi sacri ebraici. La parola connota per antonomasia sia la letteratura specifica sia un’opera derivata dall’applicazione del metodo. In quest’ultima accezione si contano numerosi midrašim (plurale di midraš), variamente classificati. Una collezione importante è quella dei 10 Midraš Rabbah. Il Qohelet Rabbah [קׁהֶלֶת רַבָּה] è uno dei Midraš Rabbah, è la midraš esegetica del libro, cioè un’analisi ed interpretazione passo passo del Qoelet basata anche su opere precedenti della tradizione ebraica. Fu scritto tra il 650 e il 900 d.C.

Zelda fu una figura singolare di donna ebrea; la sua vita e la sua poesia furono permeate da un profondo senso religioso secondo la migliore tradizione chassidica: alla ricerca inesauribile dello Ein Sof [אֵין סוֹף], l’Infinito, dell’Oir Ein Sof / Luce Infinita e infine del processo creativo che per contrazione dà luogo alle emanazioni note come Sephirot [סְפִירוֹת], archetipi in cui l’umano si riflette nel divino. Si tratta della declinazione mistica dell’ebraismo (I lettori e le lettrici vorranno perdonarci la riduzione grossolana a cui abbiamo assoggettato da profani una materia densa di studi e storia).

Come in tutte le correnti mistiche l’asceta ritiene che lo sforzo razionale non è adeguato a penetrare l’essenza, tant’è che si parla di “esperienza “mistica. Zelda ha avuto il merito di riversare alcuni elementi del chassidismo in immagini poetiche suggestive che offrono anche una lettura autonoma di simboli universali che si estendono oltre la cultura ebraica.
Zelda si ispirò al versetto già citato nel componimento qui proposto. La sua poesia divenne un simbolo della ricerca perenne volta a dare un nome alle vittime della Shoah. Merita di essere riportato il ritratto che di lei tratteggiò Amos Oz, suo allievo da bambino, nel suo libro autobiografico Una storia di amore e di tenebra / יפור על אהבה וחושך:

[Zelda] mi ha rivelato una lingua ebraica che non avevo mai riscontrato prima… Una strana ebrea anarchica, un’ebrea appartenente alle storie dei pii e ai racconti hasidici e alle parabole popolari, un’ebrea traboccante di yiddish, che trasgrediva ogni regola, mescolando il femminile con il maschile, il presente con il passato, il sostantivo con l’aggettivo, una persona ebrea sciatta, persino confusa...
Ma quanta vitalità c'era in queste storie! Quando una storia parlava di neve, sembrava scritta con parole di neve. E quando si trattava di fuochi, le parole stesse bruciavano
[Zelda] revealed a Hebrew language to me that I had never encountered before. . .. A strange anarchic Hebrew, a Hebrew belonging to stories of the pious and to ḥasidic tales and folk parables, a Hebrew overflowing with Yiddish, violating every rule, mixing feminine with masculine, present with past, noun with adjective—a sloppy, even muddled Hebrew.
But what vitality there was in these stories! When a story was about snow, it seemed written in words of snow. And when it was about fires, the words themselves burned.

La tematica sui nomi ci porta ad interrogarci sul loro significato nella cultura ebraica.

In quest'ambito essi non sono soltanto attributi identitari, hanno in sé una chiave che attinge ad un orizzonte profetico. Raccontano storie in divenire. La Torah è permeata sin dall’inizio in tal senso. All’atto della creazione, Genesi 1:3, Dio disse: וַיֹּאמֶר אֱלֹהִים יְהִי אוֹר וַיְהִי אוֹר [Vayomer Elohim yehi-or vayehi-or ] / Sia la luce e luce fu. Dio chiama la luce e lascia che sia fatta.

Poco più avanti, in Genesi 2:19: שְׁמוֹ וְכֹל אֲשֶׁר יִקְרָא־לוֹ הָאָדָם נֶפֶשׁ חַיָּה הוּא [ w'khol ásher yiq'rä-lô häädäm nefesh chaYäh hû sh'mô] / in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome.

Nasce la questione su quanto e in che modo il nome possa condizionare, o adddirittura determinare, lo sviluppo dell’essere a cui è stato dato. Come ciò si possa conciliare con il libero arbitrio, concetto basilare della Torah in relazione alle violazioni dei comandamenti, è per noi materia off limits. Tuttavia ciò non ci impedisce di percepire come suggestive le considerazioni sul significato dei nomi come parte delle radici di una cultura millenaria.

Peraltro ci sembra che la tematica sui nomi sia una questione interessante, un’anticipazione, sia pure episodica ed in ambito confessionale, di un capitolo centrale del pensiero occidentale, quello che verte sul rapporto tra la conoscenza e l’essere, tra gnoseologia e ontologia.

Dopo avere indugiato su qualche nota, è opportuno tornare sulla poesia di Zelda. Viene recitata ogni anno nella ricorrenza del Giorno della memoria dell’Olocausto. Nelle 9 strofe di cui si compone si riscontrano due elementi uniti e contrapposti. Ad esempio, nell’ultimo verso, alla dinamica del mare fa da contrappunto la staticità della morte. Nella sua apparente semplicità è una miniera di sapienza e umanità che porta il lettore ad immedesimarsi nel linguaggio di Zelda, a prescindere dalle convinzioni di ciascuno.

Desideriamo concludere con una nota a margine della poesia. Vogliamo anche noi dare dei nomi, chiamare una realtà fatta persona affinché essa "sia", secondo i nomi scritti avanti e tanti altri non scritti. Pensiamo che Zelda nel Gan Eden non se ne dispiacerà e sarà tollerante con il goy che la propone. La persona chiamata prima o poi risponderà.

Pace disarmata / Shalom lla neshek / Salam bidun 'aslihatin / Mir bez oružija / Myr bez zbroyi / Silahsız Barış / Kimya ezanga bibundeli [Riccardo Gullotta]
לכל איש יש שם [1]
שנתן לו אלוהים
ונתנו לו אביו ואימו

לכל איש יש שם
שנתנו לו קומתו
ואופן חיוכו
ונתן לו האריג

לכל איש יש שם
שנתנו לו ההרים
ונתנו לו כתליו

לכל איש יש שם
שנתנו לו המזלות
ונתנו לו שכניו

לכל איש יש שם [2]
לכל איש יש שם

לכל איש יש שם
שנתנו לו חטאיו
ונתנה לו כמיהתו

לכל איש יש שם
שנתנו לו שונאיו
ונתנה לו אהבתו

לכל איש יש שם
שנתנו לו חגיו
ונתנה לו מלאכתו

לכל איש יש שם
שנתנו לו תקופות השנה
ונתן לו עיוורונו

לכל איש יש שם [3]
לכל איש יש שם

לכל איש יש שם[4]
שנתן לו אלוהים
ונתנו לו אביו ואימו

לכל איש יש שם
שנתן לו הים
ונתן לו מותו.
[1] Transcription / Trascrizione

Lechol ish yesh shem
Shenatan lo Elohim
Venatnu lo aviv ve'imo

Lechol ish yesh shem
Shenatnu lo komato
Ve'ofen chiyucho
Venatan lo ha'arig

Lechol ish yesh shem
Shenatnu lo heharim
Venatnu lo ktalav

Lechol ish yesh shem
Shenatnu lo hamazalot
Venatnu lo shcheinav

Lechol ish yesh shem
Lechol ish yesh shem

Lechol ish yesh shem
Shenatnu lo chata'av
Venatna lo kmihato

Lechol ish yesh shem
Shenatnu lo son’av
Venatna lo ahavato

Lechol ish yesh shem
Shenatnu lo chagav
Venatna lo m'lachto

Lechol ish yesh shem
Shenatnu lo tkufot hashanah
Venatan lo ivrono

Lechol ish yesh shem
Lechol ish yesh shem

Lechol ish yesh shem
Shenatan lo Elohim
Venatnu lo aviv ve'imo

Lechol ish yesh shem
Shenatan lo hayam
Venatan lo moto.

[2] This stanza is in the song, but is not included in the poem

[3] This stanza is in the song, but is not included in the poem

[4] This stanza is in the song, but is not included in the poem

envoyé par Riccardo Gullotta - 17/12/2022 - 19:17




Langue: anglais

English translation / איבערזעצונג / Traduzione inglese / الترجمة الانكليزية / Traduction anglaise / Englanninkielinen käännös:
Hebrewsongs
EVERY PERSON HAS A NAME

Every person has a name
that God gave him
and which his father and mother gave him

Every person has a name
which his height
and the style of his smile gave him
and which his tapestry gave him

Every person has a name
which the mountains gave him
and which his walls gave him.

Every person has a name
which the star signs gave him
and which his neighbours gave him.

Every person has a name
which his sins gave him,
and which his longing gave him.

Every person has a name
which his enemies gave him
and his love gave him.

Every person has a name
which his festivals gave him,
and which his work gave him.

Every person has a name
which the seasons gave him,
and which his blindness gave him.

Every person has a name
which the sea gave him,
and which his death gave him.

envoyé par Riccardo Gullotta - 17/12/2022 - 19:23




Langue: italien

Traduzione italiana / רגום לאיטלקית / Italian translation / الترجمة الإيطالية / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Sarah Kaminski e Maria Teresa Milano
OGNI PERSONA HA UN NOME

Ogni persona ha un nome
datole dal Signore
da suo padre e da sua madre

Ogni persona ha un nome
proposto dalla statura, dal sorriso sfoggiato
e da quel che indossa

Ogni persona ha un nome
datole dai monti
e dalle pareti intorno

Ogni persona ha un nome
pronunciato dagli astri
e dai vicini di casa

Ogni persona ha un nome
datole dai peccati
e inflitto dallo struggimento

Ogni persona ha un nome
assegnatole dai nemici
e dall’amore

Ogni persona ha un nome
datole dalle feste
e dal mestiere

Ogni persona ha un nome
affidatole dai tempi
e dalla vista scurita

Ogni persona ha un nome
dato a lei dal mare
e dalla morte

envoyé par Riccardo Gullotta - 17/12/2022 - 20:27




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