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Mám vlastní trud

Lenka Lichtenberg
Language: Czech


Lenka Lichtenberg

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Related Songs

Kam jsme to zašli?
(Lenka Lichtenberg)
Neptej se, můj milý
(Lenka Lichtenberg)


Testo/Lyrics/Text: Anna Hana Friesová
Musica/Music/Hudba: Lenka Lichtenberg


2022
Thieves of Dreams/ Zloději snů. Songs of Theresienstadt’s Secret Poetess
Thieves of Dreams/ Zloději snů. Songs of Theresienstadt’s Secret Poetess

Per il suo album “Thieves of Dreams”, inciso con perizia insieme a diciotto musicisti, Lenka Lichtenberg (voce, piano, synth) si è immersa nella Cecoslovacchia e nella storia di deportazione della sua famiglia: “Quando mia madre Jana Renée e Friesova è venuta a mancare nel 2016, stavo mettendo in ordine la sua scrivania a Praga e ho scoperto due piccoli quaderni. Erano pieni di poesie che mia nonna, Anna Hana Friesova (1901-1987), aveva scritto nel campo di concentramento di Theresienstadt. (…) Davanti ai miei occhi c'erano pagine strappate con i sogni scritti a mano di mia nonna e i suoi incubi nel campo, storie che non mi ha mai raccontato. Così, mi sono imbarcata in una ricerca per condividere i suoi scritti dall' ‘inferno in terra’, per citare Primo Levi, e per riportare in vita la sua voce nel modo migliore che conoscessi: come musica, in un progetto che abbraccia otto decenni e tre generazioni”. I sedici brani mostrano una particolare sensibilità melodica e sono stati composti e arrangiati dalla stessa Lenka Lichtenberg, a volte in collaborazione con altri musicisti, e sono in grado di restituire all’ascoltatore una densa trama affettiva che invita ad immergersi nel libretto molto curato che riporta sia la copia di pagine scritte a mano da Anna Hana Friesova, sia la traduzione dei testi in inglese, preceduti da una toccante e documentata introduzione autobiografica scritta da Lenka Lichtenberg intitolata Ladri di sogni.
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1. Kam jsme to zašli? (What is this place?)
2. Zas v slunci zlatém (Once again in golden sunlight)
3. Čekáme kdesi na konci aleje (Waiting at the end of an alley)
4. Zázraky (Miracles)
5. Studený soumrak byl, můj milý (It was a cold dusk)
6. Zvyk, to je příšera (Habit is a monster)
7. Utíkej, utíkej, člověče (Run, run, little human)
8. Divoká, dravá voda byla (Wild, beastly water)
9. Koleda, koleda (Trick or treat)
10. Jdou naše nohy (Feet are marching)
11. Chtěla jsem tě proklít, hořká zemi (I wanted to curse you, bitter land)
12. Můj ráji samoty (My paradise of solitude)
13. Ženeme čas (We're chasing time)
14. Mám vlastní trud (I have my own grief)
15. Neptej se, můj milý (Don't ask me, my love)
16. Maminka (Maminka)

(Rec.:)
Jedeme za čtrnáct dní do transportu.
Doufám a věřím, že se vrátíme.

Mám vlastní trud, však i tvůj žal snad ještě unesu
a pod oběma padnu-li, já padnu bez hlesu.
A já padnu, a já padnu, a já padnu bez hlesu.

(Rec.:)
Tohle je opravdu nejsmutnější chodba mého života,
protože je to chodba k dveřím, kde jsem měla šťastné chvíle
se svojí rodinou.
A tady jsou ty dveře, kde byla mosazná tabulka Richard Fries
a kde jsme naposledy, 18. prosince 1942, zamkli dveře s povinností
klíče dovézt do Hradce Králové, kde nás soustřeďovali, jako všechny Židy
z toho hradeckého okresu, nebo část, to bylo tisíc lidí vždycky v každém transportu,
a tam se muselo na stole odevzdat všechno, včetně klíčů.

Mám vlastní trud, však i tvůj žal snad ještě unesu
a pod oběma padnu-li, já padnu bez hlesu.
A já padnu, a já padnu, a já padnu bez hlesu.

(Rec.:)
Doufám a věřím, že se vrátíme.
Na shledanou.

Contributed by Stanislava - 2022/9/22 - 23:07



Language: Italian

Traduzione italiana di Stanislava
HO LA MIA PROPRIA PENA

(Recitato:)
Tra quattordici giorni verremo deportati.
Ho la speranza e la fede di ritornare qui.

Ho la mia propria pena, ma spero di sopportare anche il tuo dolore.
E se sotto il peso di entrambi io cadrò, cadrò senza fiatare.
E io cadrò, e io cadrò, e io cadrò senza fiatare.

(Recitato:)
Questo è in verità il corridoio più triste della mia vita
perché è il corridoio verso la porta dove ho passato tempi felici
con la mia famiglia.
Ed eccola qua quella porta che recava una targhetta di ottone “Richard Fries”,
e dove per l'ultima volta, il 18 dicembre 1942, abbiamo chiuso a chiave con l'obbligo
di portare le chiavi a Hradec Králové: là venivamo concentrati, come tutti gli ebrei
di quel distretto di Hradec – oppure una parte – c'erano sempre mille persone in ogni convoglio.
E lì sul tavolo si doveva consegnare tutto, comprese le chiavi.

Ho la mia propria pena, ma spero di sopportare anche il tuo dolore.
E se sotto il peso di entrambi io cadrò, cadrò senza fiatare.
E io cadrò, e io cadrò, e io cadrò senza fiatare.

(Recitato:)
Ho la speranza e la fede di ritornare qui.
Arrivederci.

Contributed by Stanislava - 2022/9/22 - 23:09




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