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Los Guardianes de Mugica

León Gieco
Langue: espagnol


León Gieco

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Letra : León Gieco - Música: Luis Gurevich
Parole : León Gieco - Musica: Luis Gurevich
Lyrics : León Gieco - Music: Luis Gurevich
Paroles : León Gieco - Musique : Luis Gurevich
Vortoj : León Gieco - Muziko: Luis Gurevich
Album: Por favor, perdón y gracias

Padre Carlos Mugica in un paredón a Buenos Aires.
Padre Carlos Mugica in un paredón a Buenos Aires.


Canzone dedicata a Carlos Mugica, prete cattolico assassinato durante la dittatura militare in Argentina, e a tutte le persone che come lui, si prodigano per far sì che i quartieri più poveri ricevano sostegno e le persone meno agiate possano vivere dignitosamente.
Los Guardianes de Mugica è il nome di una banda di "murgueros" della Villa 31 che si batte per i diritti delle persone che vivono in quel quartiere.

De murgueros y murga...

Secondo Wikipedia la murga è una forma di teatro di strada che coniuga musica, danza e recitazione, molto vicina alla tradizione della giocoleria, con una forte connotazione satirica e parodistica.
La componente musicale della murga è caratterizzata da suoni intensi e ritmi incalzanti, molto vicini ad alcune musiche tradizionali latinoamericane (ad esempio la cumbia, ballo colombiano), realizzati con strumenti come il bombo (bombo de murga), una sorta di grancassa con un piatto di ottone collocato in cima, che il musicista colpisce con un altro piatto. Sono utilizzati altri strumenti a percussione, come tamburelli e piatti. Gli artisti suonano e danzano a ritmo frenetico, adottando uno stile fatto di salti e calci nell'aria, che ricordano balli come la caporeira.
Questo stile di danza evoca una rottura dello spazio (il danzatore sferra un calcio nell'aria mentre pianta con violenza il piede in terra), violento e giocoso allo stesso tempo. La murga, difatti, descrive con animo carnevalesco un forte spirito di protesta, con lo scopo di "svegliare" gli animi sopiti, utilizzando, come del resto fa il teatro, lo "scandalo" del corpo.
Questa danza è particolarmente spettacolare, dal momento che, in pieno spirito carnevalesco, tutti i componenti della compagnia suonano e danzano insieme, intrecciando i passi, i calci e i salti.

Ma che cos'è la Murga? (tratto da Malamurga)

En esta noche de fiesta se festeja el Carnaval
y por si no nos conoce nos queremos presentar.
Para algunos: borrachines, negros, vagos, atorrantes,
para otros: pibes que bailan al son de los redoblantes.
Ninguno tiene razón y ninguno se equivoca,
de todo esto hay un poco en esta murguita loca:
de los negros la pasión, de los pibes la ternura,
murga canción dura y caliente corazón"


In questa notte di festa si festeggia il Carnevale
e se non ci conoscete ci vogliamo presentare.
Per qualcuno: ubriaconi, neri, fannulloni,
per altri: ragazzi che ballano al suono dei rullanti.
Nessuno ha ragione e nessuno ha poi torto,
c'è di tutto questo un pò in questa murghetta matta:
dei neri la passione, dei ragazzi la tenerezza,
murga che canta duro ma che ha il cuore caldo


Origine e storia

La Murga nasce per festeggiare il Carnevale, ha origini diverse e sparse; dai Baccanali Greci e Romani, dove persone appartenenti a classi sociali diverse si riunivano per mascherarsi e divertirsi, passando attraverso quelle che erano le tradizioni africane che gli schiavi avevano portato con loro nel lungo viaggio verso la schiavitù.
Balli eseguiti in segreto, che scimmiottavano i coloni padroni, vestiti usati al contrario; ecco perchè la Murga usa per il frack la fodera di raso. E quelle frustate date a chi veniva scoperto ballando, vengono oggi ricordate dai ballerini con calci scanditi ritmicamente dal suono del bombo (lo strumento principale della murga).
Oggi la Murga è parte della cultura argentina e soprattutto di Buenos Aires, dove sono presenti quasi 120 gruppi che ballano e suonano, tanto che è stata dichiarata patrimonio culturale della città.
Specchio della società e delle sue tormentate vicissitudini la murga ha subito anni di repressione e proibizionismo.
Nel XX secolo sposa alcuni degli elementi della murga uruguyana e successivamente degli spettacoli che arrivano dall'Europa: la Zarzuela, l'Opera ed il Cabaret.
Nel Rio della Plata la murga si inserisce in quel processo socio-economico che coinvolge l'immigrante cercando di integrarne usi e costumi.
Non esiste una data di nascita precisa, nel 1889 "Los Murghisatas" in Uruguay utilizzavano elementi che diverranno poi della tradizione Argentina, come le canzoni di protesta sapientemente adattate all periodo storico politico in corso.
Dopo la crisi del 1930 la Murga subisce profonde trasformazioni e rivisitazioni del caso, veste l'abito operaio ed inizia a suonare per risvegliare e disturbare gli animi dei politici ("Los Descamisados"). La Revolución Libertadora del '55 impone alle murghe regole e divieti e nel 1976 in piena dittatura militare un decreto elimina il Carnevale dal calendario.
La murga ritorna nel '83. Oggi nella sola Buenos Aires se ne contano più di 100. E' l'anima del barrio (quartiere) ed esistono quartieri con più di una murga.
La Murga è voce di protesta, mezzo di comunicazione, possibilità di lotta attraverso la musica e la danza. Significa gioia, allegria ma anche e soprattutto possibilità di arrivare là dove spesso la gente non vuole ascoltare, per protestare, criticare con la forza della allegria del carnevale.
Con vestiti sgargianti, al ritmo coinvolgente di percussioni, le società di Murga si esibiscono nei loro acrobatici e con le loro ironiche canzoni sfilando per le strade della città e eseguendo poi il loro spettacolo sui palchi di teatri o piazze.
Al loro interno possono essere presenti, oltre ai percussionisti e ai ballerini, musicisti, sbandieratori, giocolieri, maschere e figuranti.
Quello che ne deriva è uno spettacolo coreografico multicolore estremamente coinvolgente e di sicuro impatto visivo.

"La Murga è una forma espressiva dei diversi quartieri che compongono la Capitale Federale di Buenos Aires. Raggiunge la sua massima epoca di splendore fra il 1930 e il 1940 ed è profondamente legata, o deve la sua origine, al "candombe".
Il Candombe si sviluppò attorno al 1850, quando a Buenos Aires c'era il dittatore (governatore) Juan Manuel de Rosas.
I neri venuti dall'Africa passavano dal Brasile e poi arrivavano a Buenos Aires dove venivano utilizzati come schiavi e trovavano una forma di liberazione nel Candombe, che era una danza viscerale, assolutamente impulsiva e liberatrice, che non seguiva nessuna regola. Veniva ballata per le strade e serviva alla classe in schiavitù per sfuggire momentaneamente alla propria oppressione.
Col passar del tempo il "compadrito" prova ad imitare questo ballo e si caratterizza sempre più come il modo di essere proprio dell'abitante della Capitale Federale; già non è più candombe realizzato dagli schiavi neri, bensì "murga" eseguita dalla classe popolare dei bonairensi della Capitale Federale.
Bisogna aggiungere che la murga ha un club che la rappresenta e che appartiene ad una squadra di calcio; la murga ha los stesso spirito dei tifosi del calcio, cioè la stessa melodia dei festeggiamenti, il battito della grancassa, le grida, l'elemento della festosità popolare e a volte di protesta che si sentono in uno stadio di calcio.
Le murghe si manifestano soprattutto nel periodo del carnevale per sfoggiare gli abiti, presentare nuovi canti, mostrare nuove abilità di movimento e gara.
Comunque irrompono sempre nelle strade anche per tutto il resto dell'anno.
Al giorno d'oggi la murga è più tecnicizzata e già esistono Scuole di Murga.
Crediamo che questo tipo di manifestazione sia, in qualche modo, l'amplificazione del battito che il tango porta dentro, è l'elemento "loco" (di follia) che batte dentro ogni abitante di Buenos Aires, e che il tango mostra però in una forma più controllata".

Villa o Villa miseria (da Wikipedia)

In Argentina si chiama villa miseria un insediamento informale formato da case precarie. Prendono il nome dal romanzo di Bernardo Verbitsky "Villa Miseria también es América" (1957), dove si descrivono le terribili condizioni di vita dei migranti interni durante la cosiddetta "Decade Infame".
Durante vari governi, civili o militari, si è tentato, con diverso esito, di "sradicare" il fenomeno, ovvero abbattere le baracche e spostare altrove i suoi abitanti.

Villa 31-Retiro, Buenos Aires, Argentina
(articolo tratto da it.habitants.org)

Cronaca di 70 anni di storia e lotte urbane per i diritti alla terra, all'abitazione e a una vita dignitosa.

L'insediamento di Villa 31-Retiro iniziò nel 1930 in una zona confinante al Porto di Buenos Aires e a una delle grandi stazioni feroviarie di collegamento con il nord del paese, in terre pubbliche molto vicine al centro della città.
Inizialmente diede alloggio a famiglie di operai portuali disoccupati a causa della crisi del '29.
Negli anni Quaranta iniziarono ad abitarvi immigranti europei e operai che stavano ampliando la linea ferroviaria. Alla fine degli anni Cinquanta erano stati organizzati sei quartieri interni con un Gruppo di Coordinamento che ne riuniva i delegati.
All'inizio degli anni Settanta Villa 31 dava alloggio a circa 16.000 famiglie (tra 45.000 e 60.000 abitanti) organizzate in un Gruppo di Coordinamento dei quartieri della città, che si occupava della lotta per la proprietà della terra, per l'abitazione e l'urbanizzazione. In questo periodo Villa 31 offriva molto lavoro e in particolare mano d'opera qualificata per il settore delle costruzioni.
Gli abitanti contavano su promesse ufficiali e piani di stabilizzazione attraverso un progetto urbano elaborato dall'Università di Buenos Aires-Facoltà di Architettura.
Durante la dittatura militare (1976-1983) si assistette a uno sradicamento coatto e molto violento contro gli abitanti, con persone trasferite con la forza fuori dai confini della città-capitale a bordo di camion militari e abbandonate alla loro sorte nel Gran Buenos Aires o trasferite nei paesi limitrofi, come accadde ai cittadini stranieri. Questa espulsione fu frenata da un ricorso di tutela promosso dai "preti del quartiere" con sentenza favorevole di un giudice nel 1979, che permisse di lasciare 46 famiglie (tra i 180 e 200 abitanti) quando il quartiere era già stato "pulito" dagli abitanti e le loro abitazioni distrutte dalle ruspe municipali.
Con il ritorno della democrazia nel 1984, Villa 31-Retiro si ripopolò rapidamente. Nei primi anni della vita democratica si insediavano più di 200 famiglie a notte, vecchi abitanti che erano stati espulsi e nuovi cittadini, fino ad arrivare a metà degli anni Ottanta a una popolazione di circa 12.000 abitanti (circa 1.900 famiglie).
La superficie che occupa Villa 31 è di 15.25 ettari, per la maggior parte di proprietà del governo nazionale, con una piccola parte del ex YPF (Giacimenti Petroloferi Fiscali) oggi privatizzata dalla Rep-sol/España, e un'altra frazione di terre di proprietà delle ferrovie.
All'inizio degli anni Novanta il governo nazionale firmò un piano per consegnare le terre agli occupanti, ma il decreto non venne mai attuato.
Inoltre, a metà di questo decennio, il municipio offrì del denaro per sgomberare il quartiere, distruggendo la sua organizzazione interna in modo da utilizzare le terre per la costruzione di una autostrada. Questa iniziativa fallì per la resistenza di un ampio settore degli abitanti quando si tentò uno sgombero forzato e il comune inviò delle ruspe per demolire, di nuovo, gli alloggi di Villa 31 (il processo di sgomberi forzati iniziò nel 1994 e finì nel 1996).
La resistenza e la lotta della popolazione riuscirono a frenare l'operazione della polizia "pulizia dai poveri" di una zona urbana che iniziava ad acquistare valore per affari immobiliari milionari. In questa occasione vennero distrutti 800 alloggi consolidati e si riuscì a ottenere l'allontanamento di un numero significativo di abitanti attraverso il sistema clientelare di leader politici attivo nel quartiere, che rendeva difficile l'organizzazione autonoma e democratica.
Le promesse di alloggio nella periferia della città centrale, fatte a chi accettò di abandonare gli alloggi del quartiere, non furono mai mantenute, e di conseguenza questi gruppi andarono a ingrossare le fila degli esclusi e gli emarginati del Gran Buenos Aires.
Inoltre negli anni Novanta, in terreni intorno a Villa 31, si inizia un piano di riciclaggio nell'antico assetto del porto e un'urbanizzazione con alloggi per settori molto ricchi, marine private, uffici per imprese internazionali, hotel a cinque stelle e ristoranti di lusso, in una forma di urbanizzazione selvaggia, di speculazione e vendita di terre pubbliche (progetto Porto Madero).
Si genera un "quasi quartiere chiuso" frammentato ancor più della "ghettizzata" città di Buenos Aires. Questo processo di speculazione immobiliare, con il forte apporto di capitali internazionali, rivolge le sue mire alle terre di Villa 31 e sulla necessità di sgomberarlo, sia per l'elevato valore attuale dei suoi oltre 15 ettari, sia per la visione mortificante dei suoi abitanti poveri. La faccia visibile e pubblica di uno degli investimenti previsti per la zona di Retiro è di 480 milioni di dollari statunitensi (Puerto Madero II) tramite un consorzio finanziario costituito dall'impresa fautrice della privatizzazione di tutti gli aeroporti del paese (Corporación America S.A. che comprende in parte capitali italiani ed europei); il Banco Macro Bansud S.A (capitali nazionali all'estero e si dice che ci siano anche capitali nordamericani) e un'impresa di costruzioni (Fernandez Prieto) che ha costruito più di 200.000 m2 dal 1996 a Porto Madero I (dati: Diario Clarín, agosto e settembre del 2005).
Non ci sono studi su capitali finanziari che agiscono su investimenti immobiliari di questa entità.
Oggi a Villa 31, nel settore con un alto grado di consolidamento, vivono 2.860 famiglie (censimento del 2004) che rappresentano circa 9.000 abitanti. una generica voce del governo della città, mai concretizzatasi in una proposta, parla di rendere stabile Villa 31, mentre al settore Villa 31bis "verrà offerta un'altra alternativa" per lo sgombero...
E' molto difficile che vengano stabilite date per gli sgomberi. Piuttosto ci si aspettano alternative diverse e ipotetiche proposte dal municipio per "stabilizzare e urbanizzare parte del Quartiere"...e parallelamente proseguire con decreti regolamentati di Iniziativa Privata (D.R N° 996/2005) che permettano la presentazione dei megaprogetti di investimento e di vendita di terra pubblica (Diario Clarín, 26 agosto 2005-15 e 29 febbraio 2006).
L'organizzazione generale di Villa 31 si basa su un Gruppo di Coordinamento di Delegati eletti tra i residenti di ogni quartiere (Immigranti, Guemes, YPF, Comunicazioni, Autostrada, 31 bis): per isolato, con voto segreto, tramite elezioni democratiche ogni due anni. Si scelgono i delegati in modo proporzionale agli abitanti di ogni isolato (minimo 1 delegato, massimo 5 delegati).
Nel Quartiere sono attive molte mense comunitarie e vari gruppi sociali e sportivi per bambini e adolescenti. Tra le organizzazioni sociali che operano nei diversi quartieri si è sviluppato il gruppo José Valenzuela (quartiere YPF) che opera come associazione sociale e sportiva "El campito de Retiro" per un lavoro educativo a favore di un gruppo di 50 ragazzi e ragazze tra i 5 e i 16 anni. Con aiuti e contributi volontari hanno costruito uno spazio coperto comunitario per una maggiore flessibilità delle attività culturali, sportive e alimentari per la popolazione partecipante.
Il Gruppo Josè Valenzuela è nato l'11 marzo 2003 con un alto grado di esperienza nel lavoro del quartiere con ragazzi e adolscenti a partire dalla metà degli anni Ottanta.
Si tratta di un gruppo politico-sociale di base, pluralista nella sua concezione, che rivendica la lotta storica del quartiere, difende il diritto alla terra, a un alloggio dignitoso e all'inserimento nella città dell'intera Villa 31-Retiro inteso come quartiere in più della città di Buenos Aires (attualmente, solo menzionare il fatto di vivere nei quartieri riconosciuti della città (22) significa esclusione e stima sociale per la possibilità di un lavoro, dell'accesso ai servizi, ai beni culturali e relativi all'educazione). Il gruppo si propone di approfondire l'unità e l'articolazione delle domande di tutte le zone della Villa per costruire un accordo per un progetto di stabilizzazione e urbanizzazione del quartiere con la partecipazione attiva dei suoi abitanti.
Gli obiettivi della mobilitazione di Villa 31 e di Villa 31 bis di Retiro sono stati iniziare a lottare e mostrare la loro lotta in strada per la difesa dei loro diritti alla terra, a un alloggio dignitoso e a una vita che gli inserisca nella loro città.

- Vogliono diventare un quartiere in più della città, non escluso come quartiere povero e non vogliono essere discriminati come cittadini per la loro povertà, così come è stato promesso loro più volte da diversi governi municipali durante gli ultimi quarant'anni.

- Pretendono di partecipare all'elaborazione di un piano integrale che incorpori la totalità di Villa (31 e 31 bis)con le 5000 famiglie che le abitano e costruiscono quotidianamente un capitale sociale, e che non prendono in considerazione le politiche pubbliche municipali (sono attualmente più di 23.000 abitanti)

- Puntano sulla mobilitazione per rendere visibile il doppio discorso del municipio, che da un lato dice "il quartiere non si sradica, si urbanizza", e dall'altro appoggia il governo nazionale per la vendita delle terre pubbliche che lo circondano e approva iniziative di speculazione immobiliare per il reddito privato, che preannuncia a breve lo sgombero del Quartiere.

Si allegano il manifesto-petizione consegnato alle autorità municipali e una sintesi sull'ultima mobilitazione in Plaza de Mayo elaborata dal Gruppo José Valenzuela.
Ad oggi non sono giunte notizie dal municipio riguardo ciò che è stato presentato il giorno della mobilitazione.

Per il futuro immediato si è data la priorità a compiti relazionati alla necessità di organizzare una Rete di Appoggio per le rivendicazioni dei diritti urbani e ci sono diversi problemi che devono essere studiati e risolti. Allo stesso modo si sta analizzando come concretizzare strategie più integrate con altri gruppi minacciati della costa della capitale e con la Federazione di organizzazioni sociali e urbane (APEVU-Assemblea Permanente per gli Spazi Verdi Urbani e difesa della Terra Pubblica) in modo da dare maggior peso alle domande (lobby cittadine) rivolte al potere esecutivo e legislativo locale e nazionale. E il terzo argomento a rischio riguarda le risposte e/o proposte che realizzerà il governo locale in seguito alla petizione presentata alle autorità e ai tecnici municipali.

Jassy Braun, Funadción TIAU, Buenos Aires, marzo de 2006

Buenos Aires aprile 2006

Allegato 1: Petizione presentata al Governo Nazionale Argentino, durante la Mobilitazione realizzata dal nostro Quartiere, i Quartieri 31 e 31 bis.

Signor Presidente della Nazione,
Dr. Nestor Kirchner
I firmatari, rappresentanti del Corpo di Delegati dei Quartieri 31 e 31 bis e residenti di entrambi i quartieri si rivolgono a Lei per esprimere quanto segue:

Nell'anno 2005, a causa di informazioni pubbliche preoccupanti per il Quartiere e tutto il settore del porto, abbiamo fatto svariate riunioni con legislatori della città, deputati nazionali, funzionari dell'Instituto della Vivienda del GCBA e i responsabili della Corporación Puerto Madero.
Il risultato di queste riunioni non ci ha tranquilizzato: I legislatori sapevano che esiste un grande progetto immobiliare che va dall'isla Demarchi quasi fino all'aeroporto. I responsabili della Corporación Puerto Madero sapevano che la loro unica funzione era 'favorire' i progetti immobiliari. E la IVC dice di avere un progetto di stabilizzazione, ma tenendo presente quanto detto in precedenza, è sottointeso che un Quartiere tra appartamenti da trecentomila dollari difficilmente potrebbe essere un progetto serio.
D'altra parte dobbiamo chiarirLe che il Quartiere 31 ha il suo proprio progetto di stabilizzazione e urbanizzazione che risale al 2002, creato da residenti e da un corpo di architetti della Facoltà di Architettura dell'Università di Buenos Aires. Questo progetto è stato presentato al Parlamento, alla IVC, allo Sviluppo Sociale della Nazione e al Ministero delle Infrastrutture, e ancora oggi aspettiamo risposta.
Tra la fine di gennaio e gli inizi di febbraio di quest'anno si sono approfondite le informazione pubbliche e le dichiarazioni di funzionari sul piano dell'infrastruttura viaria, la vendita di terre pubbliche e i progetti immobiliari, e perciò il nostro Quartiere ha iniziato un processo di dibattiti che ha portato alla decisione di venire in Plaza de Mayo per chiedere:

1)La stabilizzazione e l'urbanizzazione del Quartiere 31 e 31 bis.

2)Un tavolo di negoziati tra il Governo Nazionale e il Parlamento Nazionale della città con i Corpi di Delegati dei Quartieri.

3)Che, finchè questo consenso non ci sarà non sia realizzata nessuna opera che riguardi i nostri quartieri e non si inducano i nostri residenti a lasciare il Quartiere.

4)Il rispetto del Decreto Legge 1001 della Legge 148 GABA, l'abrogazione del Decreto 110 GCBA. Pretendiamo il rispetto dell'Art. 14 bis della Costituzione Nazionale e dell'Art. 32 della Costituzione della CABA.

5)Il riconoscimento delle organizzazioni scelte democraticamente dalla comunità e la partecipazione delle stesse.

6)Che i funzionari capiscano che il Quartiere 31 è uno solo e che con la denominazione 31 bis si è cercato di dividere i suoi abitanti.

7)Risulta indispensabile, nella linea del consenso, la realizzazione di un nuovo censimento fiscalizzato dall'Organizzazione del Quartiere.

Infine vogliamo esprimere che proprio come noi rispettiamo e portiamo avanti le lotte che in quasi settant'anni hanno fatto progredire il nostro Quartiere specialmente grazie alla figura del nostro Carlos Mugica, vogliamo il rispetto di questa storia e del giusto reclamo che portiamo avanti in questa sede.

CORPO DEI DELEGATI QUARTIERE 31 E 31 BIS - RESIDENTI -ORGANIZZAZIONI SOCIALI

Allegato 2 Convocazione per la Conformazione della Rete di difesa del Quartiere

La marcia ha avuto un grande successo con più di 3.000 residenti accompagnati da moltissime organizzazioni del Quartiere ed esterne al Quartiere. Tuttavia non è stata resa nota da nessun mezzo di comunicazione. Si teme che sia stata censurata dal governo nazionale.
Il progetto immobiliare procede velocemente e per questo hanno messo a tacere la nostra lotta, per impedire che la popolazione si renda conto che qui c'è un Quartiere in cui vivono più di 20.000 abitanti, che lavorano, i cui figli vanno a scuola, che sono residenti di Buenos Aires e che bisogna far sgomberare a causa dei grandi affari immobiliari di pochi.
Chi partecipa a questa lotta per la stabilizzazione sa che deve COMBATTERE contro i grandi interessi economici.

SI CONVOCA UNA RIUNIONE IL 6/4/06 ALLE 20 PER I RESIDENTI; LE ORGANIZZAZIONI SOCIALI; PROFESSIONALI E POLITICHE PER CREARE UNA RETE DI DIFESA DEL QUARTIERE:
MENSA DI ALEJO - isolato 32 casa 35

CORPO DEI DELEGATI QUARTIERE 31 e 31 BIS - ORGANIZZAZIONI SOCIALI E POLITICHE DEL QUARTIERE
Los guardianes de Mugica bajan de lo alto
con sus voces y tambores, Domingo santo.
Son los hijos nuevos que vienen sin tristeza,
descartan las migajas de politicas viejas.

Los guardianes de Mugica desdiosan dioses,
son leales a la lucha, un millón de corazones.
Más le matas, más te matan y no quieren guerra,
agradecen este día sobre la tierra.

Los guardianes de Mugica cantan y sangran,
se meten sin que los veas por las buenas o por las malas.
Ya no van por pan, ya no van por comida,
la mentira es desoída, ya no mendigan.

Es más fácil ponerle un velo al sol
que sortear todas las sombras,
de esta Argentina del dolor.
Por favor, perdón y gracias,
tres palabras mágicas
para la vida, el amor y el corazón.

Los guardianes de Mugica enfrentan la muerte,
dan la espalda al viento sucio, miran de frente.
Diamante en la basura, poemas en la quema,
de vientre, de puño, de naturaleza.

Los guardianes sde Mugica llevan todo el peso
de los que robaron, mataron o mintieron.
Basta de morir en casas de tormentos,
nunca más el atropello, nunca más aquel infierno.

Los guardianes de Mugica llevan a Pugliese
en tatuajes, credenciales, por los días que se vienen.
Amanecen con un reto, van de pueblo en pueblo,
levantan a caídos, estudiantes y murgueros.

Es más fácil ponerle un velo al sol
que sortear todas las sombras,
de esta Argentina del dolor.
Por favor, perdón y gracias,
tres palabras mágicas
para la vida, el amor y el corazón.

Los guardianes de Mugica, telepaticamente,
saben quien es quien y quien ha sido never.
Dan un revés a la derrota, antiglobalizadores
salud y educación gratuita, para todos vacaciones.

Es más fácil ponerle un velo al sol
que sortear todas las sombras,
de esta Argentina del dolor.
Por favor, perdón y gracias,
tres palabras mágicas
para la vida, el amor y el corazón.

envoyé par Marcia Rosati - 29/9/2007 - 17:54



Langue: italien

Versione italiana di Riccardo Venturi
7 aprile 2011
I GUARDIANI DI MUGICA

Ecco che scendono i Guardiani di Mugica
con le voci e coi tamburi, nella santa domenica.
Sono i figli nuovi che vengono senza tristezza
e rifiutano le briciole di politiche vecchie.

I guardiani di Mugica desacralizzan dèi,
son leali alla lotta, un milione di cuori.
Più li ammazzi e più ti ammazzano, e non voglion guerra,
e a loro piace questo giorno sulla terra.

I Guardiani di Mugica cantano e sanguinano,
non li vedi, e ci si mettono con le buone o con le cattive.
Non cercano pane, non cercano da mangiare,
non si è dato retta alle bugie, non mendicano più.

È più facile velare il sole
che scansare tutte le ombre
di questa Argentina del dolore.
Per favore, perdono e grazie:
tre parole magiche
per la vita, per l'amore e per il cuore.

I Guardiani di Mugica affrontano la morte,
dan le spalle al vento sporco, guardano avanti.
Come diamanti nel letame, poesie nell'incendio
di ventre, di pugno e di natura.

I Guardiani di Mugica portano tutto il peso
di chi ha rubato, ammazzato o mentito.
Basta morire in centri di tortura,
mai più soprusi, mai più quell'inferno.

I Guardiani di Mugica portano tatuaggi
con Pugliese*, credenziali per i giorni a venire.
Fanno l'alba per sfida, vanno di paese in paese,
rialzano caduti, studenti e murgueros.

È più facile velare il sole
che scansare tutte le ombre
di questa Argentina del dolore.
Per favore, perdono e grazie:
tre parole magiche
per la vita, per l'amore e per il cuore.

I Guardiani di Mugica, telepaticamente
sanno chi sei, e chi non è stato never.
Rovescian la sconfitta, antiglobalizzatori,
sanità e istruzione gratis, ferie per tutti.

È più facile velare il sole
che scansare tutte le ombre
di questa Argentina del dolore.
Per favore, perdono e grazie:
tre parole magiche
per la vita, per l'amore e per il cuore.

7/4/2011 - 02:13




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