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A Quiet Life

Richard Jenkins
Langue: anglais


Richard Jenkins

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Richard Jenkins


A QUIET LIFE, an original song from Richard Jenkins. The inspiration for this song was a poem call A Quiet Life, written by Alexander Pope (1688-1744). In fact I've only used seven words from the original which was a bucolic ode to living, working and being buried in your own soil. When I wrote it I was thinking of the Balkans, Afghanistan, Iraq, Syria, Libya.

I recorded and posted it thinking of UKRAINE
Happy the man whose garden shines
with green grass and nineteen kinds
of flowers and herbs growing around his own ground

Happy the man who doesn't leave
happy his native air to breathe
who woos a wife and settles down in his own ground
his own ground, his own ground, his own ground

Happy the children born to the home
of the man and wife who didn't roam
they sleep and play and fool around in their own ground

Happy the man who sleeps at night
his wife and children snug inside
the home they own safe and sound
in their own ground
their own ground, their own ground, their own ground

Happy the man who farms the land
a hundred acres tilled and plant
hens and a hound scratch around their own ground

Happy the man whose garden shines
with green grass and nineteen kinds
of flowers and herbs growing around
his own ground, his own ground, his own ground

Did you know the man whose garden shone
did you know the man who's long gone
when war came and guns did pound
his own ground

Did you know the man felled by a shell
he and his family blown to hell
their blood and bones deep down in their own ground
in their own ground, in their own ground

Do you know the men who sent the jets
whose friendly fire on children and pets
their quiet lives rest in a mound
on their own ground

Do you have a vote that would surely count
to move the men and policies out
so folks can sleep safe and sound on their own ground
their own ground, their own ground

20/4/2022 - 23:14



Langue: italien

Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 22-4-2022 20:20
Una vita tranquilla

Felice l'uomo il cui giardino splende
d'erba verde, di diciannove specie
di fiori e erbette che crescono qua e là sulla sua terra

Felice l'uomo che, soddisfatto,
non lascia la sua aria natìa per respirare,
che prende moglie e mette su famiglia sulla sua terra,
la sua terra, la sua terra, la sua terra

Felici i bambini nati in quella famiglia,
di quell'uomo e quella donna che non sono andati via,
dormono, giocano e scherzano sulla loro terra

Felice l'uomo che dorme la notte,
sua moglie e i bambini rannicchiati dentro
la loro casa, sicura e solida
sulla loro terra,
la loro terra, la loro terra, la loro terra

Felice l'uomo che coltiva la terra,
quaranta ettari dissodati e piantati,
galline e un cane che razzolano sulla loro terra

Felice l'uomo il cui giardino splende
d'erba verde, di diciannove specie
di fiori e erbette che crescono qua e là sulla sua terra,
la sua terra, la sua terra, la sua terra

Conoscevi quell'uomo il cui giardino splendeva,
conoscevi quell'uomo che se n'è andato da tanto,
quando è arrivata la guerra, e i cannoni hanno devastato
la sua terra

Conoscevi quell'uomo, abbattuto da una granata,
lui e la sua famiglia fatti saltare all'inferno,
il loro sangue e le loro ossa sepolti giù nella loro terra,
nella loro terra, nella loro terra

Conosci quell'uomo che ha mandato gli aerei,
facendo fuoco amico sui bimbi e sugli animali,
le loro vite tranquille riposano in un tumulo,
sulla loro terra

Ce l'hai un voto che, senz'altro, conterebbe
per togliere di mezzo quegli uomini e le loro politiche?
Così che la gente possa vivere sicura e sana sulla loro terra,
sulla loro terra, la loro terra.

22/4/2022 - 20:19


A sciambere della Costituzione e del papa pacifondaio
Dialogo tra Giovanni Fratini e Sergio Rossi
Elbareport, quotidiano di informazione online dall'Isola d'Elba, 24 aprile 2022

costirepit"Non condivido la critica che viene rivolta al Governo e al Parlamento per la scelta fatta di aiutare il popolo ucraino nella lotta contro l’esercito russo con l’invio di armi. Sono portato a rispettare sempre chi ha opinioni diverse dalle mie. Anzi il confronto mi piace e non poche volte mi sono dovuto arrendere e riconoscere di essere io dalla parte del torto.Quello che mi inquieta, questa volta, e che non riesco a tollerare è la evidente, plateale distorsione della realtà. La rilettura volutamente parziale dell’art.11 della nostra Costituzione. Per sostenere la propria contrarietà alla fornitura di armi si richiamano solo le prime parole di quell’articolo. Il resto lo si ignora.

E’ vero, l’articolo 11 della Carta afferma che “l’Italia RIPUDIA la guerra”. Ma dice anche altro. Dice anche che L’Italia ripudia la guerra “come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo per la risoluzione delle controversie internazionali”.

Non sto a citare quei costituzionalisti che, in questi giorni, ci hanno chiarito il significato dell’articolo in questione. E ci hanno fatto sapere che la nostra Costituzione, nata dalla resistenza, dalla eroica lotta “armata” contro il nazifascismo, non impedisce di aiutare, con armi, un popolo vittima di una criminale aggressione.

Non posso però fare a meno di riportare, in parte, il pensiero del nostro Presidente della Repubblica. Nell’intervento che ha fatto in occasione dell’incontro al Quirinale con le Associazioni partigiane, combattentistiche e d’arma per celebrare il 77° anniversario della Liberazione, ha duramente condannato “l’attacco violento della Federazione russa” al popolo ucraino con queste parole: “La pretesa di dominare un altro popolo, di invadere uno Stato indipendente, ci riporta alle pagine più buie dell’imperialismo e del colonialismo”. Ed ha anche aggiunto che dal giorno della nostra liberazione , “dal nostro 25 aprile viene un appello alla pace. Alla pace, NON AD ARRENDERSI di fronte alla prepotenza”. Parole semplici e chiare, che condivido totalmente."

Giovanni Fratini


Sai cosa Giovanni? Leggendo le tue considerazioni mi sono tornate in mente le parole di Pietro Ingrao di tanti anni fa, quando esordì in una seduta del Comitato Centrale del PCI con il famoso "Compagni non mi avete convinto...".

Poi navigando ancor più a ritroso ho risentito la voce amica e graffiante di Caterina Bueno: "Ci hanno legati al carro - con targa u esse a - il valzer dei colonnelli - dei fascisti e dei parà - la NATO non è un fiore, la NATO non è un fior..."

Infine mi sono rivisto in un pomeriggio romano, camminare in mezzo ad un mare di gente verso Piazza San Giovanni, sotto le bandiere con i colori dell'arcobaleno: "Né Pershing, né Cruise né SS20" e "Dalla Sicilia alla Scandinavia - no alla NATO e al Patto di Varsavia" fino all'irriverente "Missilini e missilotti - tutti in culo ad Andreotti!"

Premesso che aggredire un'altro stato sovrano è - in ogni caso - inaccettabile, e che non mi si può iscrivere tra i filo-putiniani (ma neppure un po'), non mi hai convinto, anche se non contesto quello che dici, e non mi avventuro in interpretazioni costituzionali.

Non condivido di testa, di cuore e di pancia la tua granitica convinzione della giustezza dell'inondare di armi ancor più micidiali quello che è già il teatro di un massacro, per raggiungere quanto prima la pace, sì, ma la pace eterna di un cimitero ancora più sconfinato di quello che si sta riempiendo.

Sai cosa caro Giovanni? penso che il "si vis pacem para bellum" (emblematico che "parabelllum" sia diventato anche il nome di un micidiale mitragliatore) poteva - forse - essere condiviso ai tempi di Vegezio, quando, appunto, si parlava latino e le guerre non comportavano il rischio di olocausto nucleare, e i morti non si contavano in centinaia di migliaia.

Mi ritrovo, caro Giovanni, curiosamente, da agnostico, da filosoficamente allineato con Beltrand Russel e con il suo "Perché non sono cristiano", a condividere in toto le parole, perfino le virgole di Papa Francesco, constatando al tempo stesso quanto, per molti di voi credenti, di voi cattolici, le sue soffenti invocazioni di pace, il suo monito alle diplomazie del pianeta ad adempiere (sennò che cazzo esistono a fare?) al loro compito di trattare, dovendo decidere, diventino una sorta di "optional".

Sono diventato - perdonani l'irriverente parallelo - come Francesco, un vecchio "pacifondaio".

Sergio Rossi [*]

[*] Fondatore e direttore di Elbareport.

Riccardo Venturi - 24/4/2022 - 16:53




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