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De twintigste eeuw

Anonymous
Language: Dutch


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[1914/15?]
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: [?]
Musica / Music / Musique / Sävel: “R. De Decker” [?]



L'autore del testo della canzone è sconosciuto. Secondo il sito belga Wreed en Plezant (dal quale riprendo il testo, e che è un'autentica miniera di canzoni pacifiste e antimilitariste belghe in lingua neerlandese), il testo sarebbe stato pubblicato nel volume Volksche Oorlogsliederen verzameld door Leon Defraye (“Canzoni popolari di guerra raccolte da Leon Defraye”) e, a sua volta, in Marktliederen over de Groote Oorlog di Roger Hessel (2011). Con marktlied si indica, nella tradizione fiamminga, una canzone cantata da cantastorie o cantanti popolari durante fiere, mercati, ecc. Come autore della musica viene indicato “R. De Decker”, ma non si sa se si tratti di Rufijn De Decker, un abbastanza celebre compositore nativo della città di Ninove, nelle Fiandre Occidentali. Appare abbastanza poco probabile, dato che Rufijn De Decker era nato nel 1949 (ed è morto nel 2018).

Nella canzone, lo sconosciuto autore del testo riflette sul futuro nell'ottica della 1a guerra mondiale allora scoppiata da poco. Questa esplosione di violenza gli appare inutile, ed avverte i soldati che i loro “nemici” sono, proprio come loro, vittime innocenti e forzate dei loro padroni. La canzone si chiude con un chiaro richiamo al pacifismo. [RV]
Wat brengt de twintigst’ eeuw ons mede?
Er wordt gezegd een nieuwe tijd.
Maar in de plaats van wereldvrede
voert men gedurig oorlogsstrijd.
’t Kanon breekt los langs alle oorden
en smacht in tranen van verdriet;
’t zijn broeders die elkaar vermoorden,
’t is mensenbloed dat men ov’ral ziet.

Met woest geweld, wordt neergeveld
met ganse scharen werkmanszonen
die stierven op het oorlogsveld
ver van de plaats waar hun ouders wonen.

De trommel slaat, trompetten klinken,
al de machienen vallen stil.
De sabels kletteren en blinken
maar zeg toch eens: voor welken gril
moeten wij thans ons dorp verlaten?
Ja, vader, moeder, vrouw en kind?
Om ver in afgelegen staten
te sterven waar niemand u mint.

Met woest geweld, wordt neergeveld
met ganse scharen werkmanszonen
die stierven op het oorlogsveld
ver van de plaats waar hun ouders wonen.

Zegt eens, mijn liefste kameraden
als wij allen ten strijde gaan:
hebben die andere soldaten
ons eens het minste kwaad gedaan?
Welneen, ’t zijn immers onze broeders,
zij lijden ook aan zielesmart
want zij ook hebben vaders, moeders,
waarom dien haat toch in ons hart?

Beperkt ’t geweer, staakt het kanon,
want het is vrede dat we wensen,
weg met den oorlog, ’t wrede woord,
want broeders, wij zijn toch allen mensen.

Contributed by Riccardo Venturi - 2022/3/11 - 08:37



Language: Italian

Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 11-3-2022 08:39

Il ventesimo secolo

Che cosa ci porta il ventesimo secolo?
Un nuovo tempo, si dice.
Ma invece della pace nel mondo
Si fa una guerra costante.
Il cannone si scatena in ogni luogo
E languisce in lacrime di dolore;
Fratelli si uccidono a vicenda,
Ovunque si vede sangue umano.

Con selvaggia violenza sono abbattute
Intere schiere di figli di operai,
Che muoiono sul campo di battaglia
Lontano da dove abitano i loro genitori.

Batte il tamburo, suonan le trombe,
Tutte le macchine si fermano.
Le sciabole tintinnano e brillano,
Ma dimmi: Ora, per quale capriccio
Dobbiamo lasciare il nostro villaggio?
Sì, padre, padre, moglie e figlio?
Per morire in stati lontani
Dove nessuno ti ama.

Con selvaggia violenza sono abbattute
Intere schiere di figli di operai,
Che muoiono sul campo di battaglia
Lontano da dove abitano i loro genitori.

Ditemi un po', miei cari compagni,
Quando andiamo tutti in guerra:
Gli altri soldati ci han fatto forse
Una volta il benché minimo male?
No di certo, sono anche loro nostri fratelli,
Anche loro soffrono di angoscia
Perché anche loro han padri e madri,
Perché tanto odio nei nostri cuori?

Moderate il fucile, fermate il cannone,
Perché è la pace ciò che vogliamo.
Basta con la guerra, parola crudele,
Perché, fratelli, siamo tutti esseri umani.

2022/3/11 - 08:39




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