Oggi sembra più grande
Immensamente gigante
Lo spazio da riempire
Dopo averti visto sparire
In una foto che ho rimosso
Poco dopo
Per paura di
Di caderci dentro
E morire ancora
Di un morire lento
Chi, chi l'avrebbe mai detto
Che saremmo rimasti sospesi nell'aria
Alla stessa distanza che ci tiene divisi
Strangolando pensieri ogni giorno più vivi
Di una pelle tradita, quella che accarezzavi sovrappensiero
E alle cellule tutte dicevamo che era vero
Quando, quando ci abbracciavamo
Stringendoci forte noi non lo sapevamo che
Saremo stati mandati a combattere persino la morte
Restando fermi come statue di cera
Sbeffeggiati anche dalla primavera
Arruolati in guerra, prigionieri in casa
Separati per mesi
senza fucile né spada
Quando ci abbracciavamo, non sapevamo che
Saremo stati mandati a combattere persino la morte
Restando fermi come statue
Sbeffeggiati anche dalla primavera
Arruolati in guerra, prigionieri in casa
Senza fucile né spada
Immensamente gigante
Lo spazio da riempire
Dopo averti visto sparire
In una foto che ho rimosso
Poco dopo
Per paura di
Di caderci dentro
E morire ancora
Di un morire lento
Chi, chi l'avrebbe mai detto
Che saremmo rimasti sospesi nell'aria
Alla stessa distanza che ci tiene divisi
Strangolando pensieri ogni giorno più vivi
Di una pelle tradita, quella che accarezzavi sovrappensiero
E alle cellule tutte dicevamo che era vero
Quando, quando ci abbracciavamo
Stringendoci forte noi non lo sapevamo che
Saremo stati mandati a combattere persino la morte
Restando fermi come statue di cera
Sbeffeggiati anche dalla primavera
Arruolati in guerra, prigionieri in casa
Separati per mesi
senza fucile né spada
Quando ci abbracciavamo, non sapevamo che
Saremo stati mandati a combattere persino la morte
Restando fermi come statue
Sbeffeggiati anche dalla primavera
Arruolati in guerra, prigionieri in casa
Senza fucile né spada
envoyé par Lorenzo - 8/12/2021 - 20:37
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Forse il pezzo più bello scritto sul periodo della reclusione da Covid, un momento che Cristina Donà non esita a paragonare a una vera e propria guerra.
Questa canzone risale alla primavera 2020, stagione che ci ha visti reclusi e che nel mio caso, abitando in Val Seriana, dove le vittime di Covid sono state moltissime, mi ha vista anche in mezzo a una sorta di apocalisse che mi ha gettato in una paresi artistica. Però questo pezzo è venuto fuori, l'unico, e sì, ho voluto inserirlo nell'album perché ci tenevo a lasciare una testimonianza per i tanti che hanno perso i loro cari in quelle circostanze, anche perché se è accaduto quel che è accaduto è anche per una malagestione di ciò che stava avvenendo.
intervista a Rolling Stone
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Mi sono resa conto di quanto la paura possa immobilizzarti. A livello creativo ero completamente bloccata. La sofferenza può dimostrarsi certamente producente, ma quando c'è di mezzo la paura, il rischio di silenziarsi è molto alto. Con questo brano volevo testimoniare un momento che ci ha visti forzatamente fermi. La descrivo come una guerra, perché come quelle del passato ha in comune l'impotenza di fronte alla morte.
rockit