Od cywila, do żołnierza
O Rebece z Kazimierza
Każdy śpiewał, każdy nad nią płakał
Nikt nie sądził, że dziewczynie
Los uśmiechnie się jak w kinie
Że jej w życiu zmiana zajdzie taka
Dziś Rebeka mieszka już w stolicy
Na dancingu hołdów zbiera moc
W Hollywoodzie i w Krynicy
Nie ma drugiej wampirzycy
Która tak szalałaby co noc
Przy stolikach gwar i szum
Zachwycony woła tłum
Oj! Rebeka tańczy tango!
Z fordanserem w blasku lamp
Lśni dekoltem rudy wamp
Oj! Rebeka tańczy tango!
Tańczy maleńka stópka
Wściekły czyni pas
Niańczy w ramionach bubka
I namiętną gra
Co za usta, popatrz Pan!
A w tych oczach, ile zmian!
Oj! Rebeka idzie w tan
Młody Beniek Pętelewicz
Istny z bajki ten królewicz
Kocha się w Rebece beznadziejnie
Ach! Bo ona, ta hetera
Woli Pera Chevaliera
Gary Cooper bierze ją kolejnie
Oprócz platonicznych tych miłości
Dziś Rebeka woła: forsa - grunt!
Na dancingu, pośród gości
Robi mnóstwo znajomości
W biednym sercu Benka rośnie bunt!
Przy stolikach gwar i szum
Zachwycony woła tłum:
Oj! Rebeka tańczy tango!
Z fordanserem w blasku lamp
Lśni dekoltem rudy wamp
Oj! Rebeka tańczy tango!
O Rebece z Kazimierza
Każdy śpiewał, każdy nad nią płakał
Nikt nie sądził, że dziewczynie
Los uśmiechnie się jak w kinie
Że jej w życiu zmiana zajdzie taka
Dziś Rebeka mieszka już w stolicy
Na dancingu hołdów zbiera moc
W Hollywoodzie i w Krynicy
Nie ma drugiej wampirzycy
Która tak szalałaby co noc
Przy stolikach gwar i szum
Zachwycony woła tłum
Oj! Rebeka tańczy tango!
Z fordanserem w blasku lamp
Lśni dekoltem rudy wamp
Oj! Rebeka tańczy tango!
Tańczy maleńka stópka
Wściekły czyni pas
Niańczy w ramionach bubka
I namiętną gra
Co za usta, popatrz Pan!
A w tych oczach, ile zmian!
Oj! Rebeka idzie w tan
Młody Beniek Pętelewicz
Istny z bajki ten królewicz
Kocha się w Rebece beznadziejnie
Ach! Bo ona, ta hetera
Woli Pera Chevaliera
Gary Cooper bierze ją kolejnie
Oprócz platonicznych tych miłości
Dziś Rebeka woła: forsa - grunt!
Na dancingu, pośród gości
Robi mnóstwo znajomości
W biednym sercu Benka rośnie bunt!
Przy stolikach gwar i szum
Zachwycony woła tłum:
Oj! Rebeka tańczy tango!
Z fordanserem w blasku lamp
Lśni dekoltem rudy wamp
Oj! Rebeka tańczy tango!
Scusate / Przepraszam, non disponiamo di una traduzione.
envoyé par Riccardo Gullotta - 2/11/2021 - 18:05
non c'entra niente...
yiddish non e' uguale (=) pace...
dancing e' basta
un pezzo da peggori klezmer
yiddish non e' uguale (=) pace...
dancing e' basta
un pezzo da peggori klezmer
@ k
Premesso che klezmer è un genere musicale distinto dal tango, nessuno ha stabilito l’equazione “yiddish uguale (=) pace”, non foss’altro perché rimane da scoprire quale lingua o cultura possa arrogarsi l’identificazione con il valore “pace” o, peggio, appropriarsene. Prescindo inoltre dalle ambiguità che il termine pace porta con sé, a ovest come a est.
Non voglio contrapporre la mia opinione, tanto meno slogan improntati a perentorietà. Per mia natura preferisco un approccio minimalista lasciando sempre una porticina aperta al beneficio del dubbio ( kim jestem ?). Naturalmente ciò non toglie di lasciare la parola ad altre voci informate e argomentate, per esempio questa , che ti invito a prendere in qualche considerazione:
Yiddish tango
Infine, k, dimmi: che devo fare per non turbare la tua sensibilità, astenermi dal proporre altri brani yiddish? E se poi venisse puta caso qualcuno a sostenere che una canzone proposta in arabo, un maqam, é un pezzo dei peggiori,dovrei estendere l'autocensura alla musica araba ? E via discorrendo...
Premesso che klezmer è un genere musicale distinto dal tango, nessuno ha stabilito l’equazione “yiddish uguale (=) pace”, non foss’altro perché rimane da scoprire quale lingua o cultura possa arrogarsi l’identificazione con il valore “pace” o, peggio, appropriarsene. Prescindo inoltre dalle ambiguità che il termine pace porta con sé, a ovest come a est.
Non voglio contrapporre la mia opinione, tanto meno slogan improntati a perentorietà. Per mia natura preferisco un approccio minimalista lasciando sempre una porticina aperta al beneficio del dubbio ( kim jestem ?). Naturalmente ciò non toglie di lasciare la parola ad altre voci informate e argomentate, per esempio questa , che ti invito a prendere in qualche considerazione:
Yiddish tango
Infine, k, dimmi: che devo fare per non turbare la tua sensibilità, astenermi dal proporre altri brani yiddish? E se poi venisse puta caso qualcuno a sostenere che una canzone proposta in arabo, un maqam, é un pezzo dei peggiori,dovrei estendere l'autocensura alla musica araba ? E via discorrendo...
Riccardo Gullotta - 5/11/2021 - 10:58
da noi il termine "klezmer" ha uno significato (a parte il tipo di musica) di un musicista della peggior stima, un "lavoratore", uno schiavo del palcoscenico. In poche parole, una merda umana, votata a dare lo "sfago" alle masse "coglione"...
non è una mia "fanaberia",
funziona così
da noi
https://www.youtube.com/watch?v=1n0MupX-7AM
non è una mia "fanaberia",
funziona così
da noi
https://www.youtube.com/watch?v=1n0MupX-7AM
krzyś Ѡ - 7/11/2021 - 02:54
Forse la storia della canzone non c'entra molto con le CCG, che però merita sicuramente un Extra per l'introduzione al solito accurata di Riccardo Gullotta, per la sua datazione e per il tragico destino dei suoi autori.
Quello che davvero mi pare non c'entri proprio nulla sono i commenti di k, davvero gratuiti e ignoranti, dettati non so se da spirito cattivo o da cattivo spirito, o forse da quel po' di antisemitismo che già affliggeva allora e affligge ancora oggi qualche polacco.
Quello che davvero mi pare non c'entri proprio nulla sono i commenti di k, davvero gratuiti e ignoranti, dettati non so se da spirito cattivo o da cattivo spirito, o forse da quel po' di antisemitismo che già affliggeva allora e affligge ancora oggi qualche polacco.
B.B. - 9/11/2021 - 16:25
Isaac Bashevis Singer
da Wikiquote
L'ebreo moderno non può vivere senza l'antisemitismo. Se non c'è, fa di tutto per farlo nascere. (L'istruttore; 2005, pp. 1523-1524)
da Wikiquote
L'ebreo moderno non può vivere senza l'antisemitismo. Se non c'è, fa di tutto per farlo nascere. (L'istruttore; 2005, pp. 1523-1524)
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Tekst / Testo / Lyrics / Paroles / Sanat:
Andrzej Włast
Muzyka / Musica / Music / Musique / Sävel:
Szymon Kataszek
W wykonaniu / Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
1. Sława Przybylska
2. Kazimierz Krukowski
3. Ada Fijał
Il tango, canto in origine diffuso in seguito come ballo, si accompagna alla tristezza e alla nostalgia. In parecchie circostanze, come nel nostro caso, assume anche altre connotazioni.
Questa canzone è il sequel di Rebeka ma, a differenza di questa, è giocata in chiave ironica. Nella prima canzone l’autore Andrzej Włast, polacco ebreo, narra della protagonista, la romantica Rebecca, commessa in un negozio sulla piazza del mercato [rynek in polacco] di Kazimierz Dolny. Kazimierz Dolny è una cittadina situata a 20 km a ovest di Lublino, sulla Vistola. Fu un centro commerciale notevole, raggiunse l’apice dello sviluppo nel XVII secolo, attirando sin dagli inizi la popolazione ebraica. Negli anni ’30 un abitante su due era ebreo.
Anche la Rebecca della canzone, così diversa dalla figura della Rebecca biblica e lontana dal suo ambiente patriarcale, ha in comune con questa la frequentazione del pozzo (forse una nota ironica da autentico ebreo aschenazita che non rinuncierebbe all’umorismo neanche nelle situazioni più disperate). A proposito, il pozzo esiste ancora, unico elemento della canzone risparmiato dal tempo.
A Włast occorreranno due anni per comporre il secondo testo. Mette da parte la storia patetica di Rebecca, profondamente delusa, prostrata per l’amore non corrisposto dal principe incontrato al pozzo in compagnia di un’altra amata. Il registro in questa seconda canzone cambia radicalmente: Rebecca si è trasformata in una star dei night club di Varsavia, balla il tango, appunto, fa breccia in molti frequentatori calcolandone lo spessore del portafoglio. Anche in questa canzone c’è un principe, tale Benek Pentelevich, che stavolta però è follemente innamorato di Rebecca, la vampira dalla scollatura rossa.
Włast pensava di potere raccogliere il successo della prima canzone, ma non fu così. Il pubblico di allora (e non solo di allora) preferiva storie sì da melodramma, ma a lieto fine, non accettava che un personaggio femminile passasse dalle pene d’amore al cinismo. Si direbbe che Wlast volle declinare il suo humour ebraico senza troppo curarsi dei limiti dell’epoca.
Pochi anni ancora, sei o sette, e di quel mondo di verve, di sorrisi bonari, di tolleranza verso le diversità, di ironie pungenti verso cliché e retaggi culturali, non rimarrà nulla, proprio nulla. È come se i protagonisti dell’epoca stessero presagendo l’apocalisse che stava per abbattersi.
Andrzej Włast morì nel 1943 nel ghetto di Varsavia, qualcuno sostenne che fu deportato a Treblinka; Zygmunt Białostocki , compositore di Rebeka,fu assassinato nel ghetto nel 1942; Szymon Kataszek, compositore di Rebecca balla il tango, fu fucilato nel 1943. Singolarmente uniti, per ironia di una sorte vigliacca, da due versi all’inizio della canzone:
Tutti hanno cantato di Rebecca da Kazimierz, tutti hanno pianto per lei
Questo tango dà la sensazione a chi scrive di una taniec śmierci / totentanz di tante Rebecca-vite-amori-morti, note musicali che uscirono dalle luci del cabaret per accompagnare "nei campi tante persone che ora sono nel vento".
[Riccardo Gullotta]