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Prede e predatori

Giovanni Caccamo
Language: Italian


Giovanni Caccamo

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Sonetto n. 4: Andando via fui presto catturato
(Aldo Granese & la Diaspora Band)
Canta
(Giovanni Caccamo)
Tante Sarah
(Paul Louka)


(2021)
dall'album "Parola"

«“Prede e predatori” nasce da uno degli incontri umani più preziosi di questo disco. L’ho scritta dopo aver letto il libro di Liliana Segre “Scolpitelo nel vostro cuore” e dopo aver ascoltato almeno una trentina di suoi preziosi discorsi e simposi.

È una canzone frutto di silenzio e impotenza, ad ispirarmi è stato il rapporto di Liliana con suo padre, figura cardine della sua vita. Ho perso papà quando ero molto piccolo e il loro rapporto mi ha molto colpito: l’attaccamento di una figlia al suo eroe, vittima poi della follia dell’uomo. “Perdonami per averti messo al mondo” disse Alberto Segre alla piccola Liliana al carcere di San Vittore.

Liliana ed Alberto Segre
Liliana ed Alberto Segre


Liliana racconta di aver deciso di testimoniare, dopo anni di silenzio e rimozione, per dar senso a tutte le anime che, come quella di suo padre, erano volate via, strappate alla vita con orrore. L’ho incontrata al parco, una preziosa mattina di Maggio, abbiamo fatto una passeggiata e parlato a lungo. Poche ore dopo ha letto il libro “Dialogo con mia madre” che ho scritto qualche anno fa, un carteggio epistolare tra me e mia madre.

Da quella lettura e dall’ascolto di “Prede e predatori” penso abbia compreso la reale natura di questo progetto, che per me, altro non è che un manifesto culturale e artistico, decidendo così di scrivere un suo pensiero inespresso a introduzione del brano: come i campi di concentramento, la morte del padre, lo strazio di quei mesi infernali abbiano trovato un germoglio di “vita” dal sua latte materno».

Giovanni Caccamo: guida all'ascolto di "Parola", istruzioni per l'uso
Una lacrima è scesa sul viso accarezzandomi
ha un sapore bastardo e deciso come la libertà
ho imparato ad amare la vita in ogni attimo
anche quando sorridi a fatica e non puoi scegliere
e non vuoi fingere

Custodisco dolori e ricordi
sono parte di me
il tuo sguardo lo sento vicino
mi sorride e mi porta con sé il calore del nostro coraggio è la forza per me
nella rabbia di questa prigione
che costringe la mente ad orrore, violenza e pazzia

Camminavo costretta alla neve nell'indifferenza
corpi nudi, rumori ed affanni
di mille prede e predatori
dei tuoi occhi ricordo il conforto, la benedizione
che prescinde lo spazio ed il tempo
mi accompagna ai confini del mondo

Custodisco dolori e ricordi
sono parte di me
il tuo sguardo lo sento vicino
mi sorride e mi porta con sé
il calore del nostro coraggio è la forza per me
nella rabbia e nel falso pudore
nell'inganno e l'immenso dolore
ogni volta che resto da sola e mi affido al silenzio
sogno quella bambina ballare vedo quella bellezza sorridere

Una lacrima è scesa sul viso accarezzandomi
ha il sapore di un fiore reciso

2021/10/3 - 22:11




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