Når kvelden kommer sigandes og allting blir så stilt,
Syns jeg det er berikandes og koselig og gildt
å sitte litt på trammen, den lange sommernatt,
Og nippe til den drammen som jeg ikke skulle tatt
Langt borti sundet dunker det av båter som skal hjem.
Det dovne fyret blunker med sitt øie halvt på klem.
Og over havet stiger de hvite stjerne frem,
Mens månen, gul og diger, siger opp til dem.
Og sønnavinden pusler litt ved sundets gamle bru.
Og jeg går rundt og rusler litt på brygge og i bu,
Og synger ganske lite, mens jeg beslår min båt.
For en kan aldri vite om natta skal bli våt.
Ei løkt som er blitt osende må slukkes der den står.
Og jeg må se til rosene jeg plantet her i vår.
Jeg si'r godnatt til Bjarne, min nabo og min venn.
Klarerer fiskegarnet og setter meg igjen.
Jeg syn's vel ratt jeg trengte så livsalig til en dram.
Og det er mangt å tenke på aleine på en tram.
For kanskje går en kule fra en skyttergrav et sted,
Mens hav og skjær blir gule, mens månen lyser fred.
Og tankene går springende, jeg tanker kanskje at,
For pokker og for svingende det er da som besatt.
Med menneskenes dumhet og hatefulle vei
Jeg ser min flaskes tomhet, og går og legger meg.
Syns jeg det er berikandes og koselig og gildt
å sitte litt på trammen, den lange sommernatt,
Og nippe til den drammen som jeg ikke skulle tatt
Langt borti sundet dunker det av båter som skal hjem.
Det dovne fyret blunker med sitt øie halvt på klem.
Og over havet stiger de hvite stjerne frem,
Mens månen, gul og diger, siger opp til dem.
Og sønnavinden pusler litt ved sundets gamle bru.
Og jeg går rundt og rusler litt på brygge og i bu,
Og synger ganske lite, mens jeg beslår min båt.
For en kan aldri vite om natta skal bli våt.
Ei løkt som er blitt osende må slukkes der den står.
Og jeg må se til rosene jeg plantet her i vår.
Jeg si'r godnatt til Bjarne, min nabo og min venn.
Klarerer fiskegarnet og setter meg igjen.
Jeg syn's vel ratt jeg trengte så livsalig til en dram.
Og det er mangt å tenke på aleine på en tram.
For kanskje går en kule fra en skyttergrav et sted,
Mens hav og skjær blir gule, mens månen lyser fred.
Og tankene går springende, jeg tanker kanskje at,
For pokker og for svingende det er da som besatt.
Med menneskenes dumhet og hatefulle vei
Jeg ser min flaskes tomhet, og går og legger meg.
envoyé par Riccardo Venturi - 15/4/2021 - 11:38
Langue: italien
Traduzione italiana / Italiensk oversettelse / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 15-4-2021 11:39
La versione di Helene Bøksle (2009)
Riccardo Venturi, 15-4-2021 11:39
La versione di Helene Bøksle (2009)
Sul portico
Quando scivola la sera e tutto si fa così tranquillo,
Mi sembra d'arricchirmi; ed è accogliente e bello
Sedere nel portico nella lunga notte d'estate,
E bere quel bicchierino che non avrei dovuto prendere.
Laggiù in fondo allo stretto si senton le barche tornare a casa,
Il faro, pigro, ammicca col suo occhio mezzo chiuso.
E sul mare salgono su le bianche stelle,
Mentre la luna, gialla, enorme, si staglia su di loro.
E il vento del sud s'agita un po' vicino al vecchio ponte sullo stretto,
E io mi faccio un giretto sul molo e qui nei dintorni,
Cantando un pochettino mentre copro la barca all'attracco,
Perché non si sa mai se stanotte farà umido.
Una lampada comincia a puzzare, e bisogna spegnerla,
E devo guardare le rose che ho piantato qui in primavera.
Do la buonanotte a Bjarne, il mio vicino e amico,
Preparo la rete da pesca e mi rimetto a sedere.
Penso, sì, che avevo proprio bisogno d'un bicchierino,
E c'è molto a cui pensare, da solo, in un portico.
Perché, forse, un proiettile viene sparato da una trincea
Mentre il mare e le isolette s'ingiallano, e la luna splende di pace.
E i pensieri volan qua e là; potrei pensare che
I diavoli e gli idioti son come ossessionati
Dalla stupidità umana e dall'odiosità.
Vedo che la bottiglia è vuota, e me ne vado a letto.
Quando scivola la sera e tutto si fa così tranquillo,
Mi sembra d'arricchirmi; ed è accogliente e bello
Sedere nel portico nella lunga notte d'estate,
E bere quel bicchierino che non avrei dovuto prendere.
Laggiù in fondo allo stretto si senton le barche tornare a casa,
Il faro, pigro, ammicca col suo occhio mezzo chiuso.
E sul mare salgono su le bianche stelle,
Mentre la luna, gialla, enorme, si staglia su di loro.
E il vento del sud s'agita un po' vicino al vecchio ponte sullo stretto,
E io mi faccio un giretto sul molo e qui nei dintorni,
Cantando un pochettino mentre copro la barca all'attracco,
Perché non si sa mai se stanotte farà umido.
Una lampada comincia a puzzare, e bisogna spegnerla,
E devo guardare le rose che ho piantato qui in primavera.
Do la buonanotte a Bjarne, il mio vicino e amico,
Preparo la rete da pesca e mi rimetto a sedere.
Penso, sì, che avevo proprio bisogno d'un bicchierino,
E c'è molto a cui pensare, da solo, in un portico.
Perché, forse, un proiettile viene sparato da una trincea
Mentre il mare e le isolette s'ingiallano, e la luna splende di pace.
E i pensieri volan qua e là; potrei pensare che
I diavoli e gli idioti son come ossessionati
Dalla stupidità umana e dall'odiosità.
Vedo che la bottiglia è vuota, e me ne vado a letto.
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Tekst og musikk / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Jens Gunderssen
På trammen – viser fra sund og skjær (1962)
Jens Gunderssen era nato il 19 maggio 1912 a Drammen, nel Sørland (cittadina di cui suo padre, Karl Gunderssen, sarebbe stato sindaco dal 1937 al 1950). Nel 1942 aveva sposato l'attrice Gunvor Hall. Per una curiosa coincidenza (coincidenza?) con lo svizzero Mani Matter, anche Jens Gunderssen aveva intrapreso gli studi giuridici e si era laureato in giurisprudenza nel 1937; ma fin dagli anni universitari aveva mostrato grande interesse per il teatro, recitando in compagnie studentesche e amatoriali. Un interesse che sarebbe divenuto la sua professione: nel 1939 avvenne il suo debutto come attore professionista presso Det Nye Teater (“Teatro Nuovo”) di Oslo nel 1939; la sua carriera non si interruppe neppure durante gli anni della II guerra mondiale e dell'occupazione tedesca della Norvegia. Jens Gunderssen lavorò a Det Nye Teater fino al 1950; sfruttando ovviamente anche le sue competenze giuridiche, dal 1946 al 1950 era stato presidente del Sindacato Nazionale degli Attori Norvegesi. Ebbe anche una breve carriera cinematografica in ruoli minori; dal 1952 passò al Folketeatret (“Teatro Popolare”), di cui fu direttore dal 1955 l 1959. Particolarmente celebri i suoi allestimenti del capolavoro teatrale di Dylan Thomas, Under Milk Wood e di una performance basata sul Diario di Anna Frank.
Contemporaneamente, Jens Gunderssen era divenuto anche uno dei primi cantautori norvegesi nel senso proprio del termine, scrivendo e cantando le proprie canzoni. In Norvegia non esisteva praticamente una tradizione e una pratica del genere; fu per questo motivo che Gunderssen scrisse e cantò le sue prime canzoni in lingua svedese (che conosceva alla perfezione), dato che in Svezia una simile tradizione esisteva da tempo. Già dal 1944 era stato uno dei cofondatori dell'associazione Visens Venner (“Amici della Canzone”); l'anno prima aveva pubblicato la sua prima raccolta di canzoni, Små viser og små ting (si potrebbe tradurre: “Canzoncine e cosettine”), seguita da Hu Maja (1945), Ballade! Jens Gunderssens visebok (1949; “Ballata! Il libro di canzoni di Jens Gunderssen) e På trammen (1962; “Sul portico di casa”, pubblicato dall'importantissima casa editrice J. W. Cappelens Forlag). Da quest'ultima raccolta è tratta questa sua canzone, forse la sua più famosa, scritta però verso il 1950. Oltre alle incisioni dirette di Jens Gunderssen, si ricordano le interpretazioni (perlopiù in album antologici dedicati all'autore) di Ivar Bøksle (1972), del trio Lystrup-Pedersen-Øverli (1975), del musicista e bassista Karl Erik Gunderssen (pronipote di Jens Gunderssen, 1999 e 2001), di Helene Bøksle (figlia di Ivar Bøksle, 2009) e di Lars Bremnes (2012). Jens Gunderssen può essere a buon diritto considerato come l'iniziatore della canzone d'autore in lingua norvegese. Morì l'11 dicembre 1969. [RV]
Versione (rimasterizzata) di Ivar Bøksle (1972)