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Behind The Wall

Tracy Chapman
Langue: anglais


Tracy Chapman

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[1988]
Lyrics and Music by Tracy Chapman
Testo e musica di Tracy Chapman
Album: Tracy Chapman




Tracy Chapman.
Tracy Chapman.
NO WALL, NO BEHIND
di Riccardo Venturi.

Questo sito, nel corso degli anni, si è venuto progressivamente strutturando come una raccolta di canzoni non solo "contro la guerra" (o nella guerra) in senso stretto –o esclusivista-, spingendosi ad abbracciare ogni aspetto della violenza umana, delle sue manifestazioni, della sua analisi e delle opposizioni che è possibile mettere in atto contro di essa. In senso lato, siamo convinti che la violenza non sia affatto "insita nell'animo umano", come si sente spesso cianciare più o meno "autorevolmente", magari con un pizzico di "pessimismo" che non ci sta mai male (il pessimismo è sempre stato un preziosissimo alleato del potere e di tutte le sue violenze, dato che spinge a considerare le cose come ineluttabili e senza nessun rimedio utile). Senza spingerci oltre nelle pur doverose considerazioni sulla reazionarietà del pessimismo, vorremmo dire che la violenza è semplicemente una cosa di cui prendere atto, e spesso da non condannare acriticamente (l'acriticità porta alla generalizzazione, e la generalizzazione è sempre male); con questo, ogni manifestazione di violenza deve essere ricondotta alle sue vere radici. Sarà sempre inutile "condannare ogni violenza" finché resteremo anche per un briciolo schierati assieme al potere e parte del suo sistema sociale, economico e politico. Nessuna reale opposizione alla violenza è possibile senza una critica veramente radicale al sistema che la produce, in primis attraverso il mercato e gli stati.

Così, oggi, vogliamo almeno con una canzone affrontare il tema della violenza sulle donne. Fuori tema? Forse lo si considererà molto meno così, se si pensa che ogni anno, in tutto il mondo, la violenza sulle donne ha cifre da guerra. In tutto il mondo, e non soltanto in certi paesi (possibilmente –anzi obbligatoriamente- di religione islamica) presi a "cattivo esempio" nell'ottica di un'altra delle numerose e gratuite violenze di questo obbrobrioso inizio di millennio, quella dello "scontro di civiltà" teorizzato da alcuni criminali che è sempre opportuno denunciare senza tregua. Criminali che riescono a farci credere che la violenza sulle donne sia prerogativa di una certa parte del mondo e di certe società, per contrapporre a queste le nostre "libere e democratiche" società, paradiso in terra, dove la donna, d'accordo, è generalmente soltanto mercato per vendere stracci, profumi e altre utilissime cose del genere. Un oggetto, però un oggetto tanto "libero" e senza il chador. Quello conta; per il resto la donna è lo stesso oggetto sessuale, la stessa schiava, la stessa "mogliemmadre", la stessa lavoratrice non solo sottopagata e precarizzata come i colleghi maschi, ma sottoposta a molestie e vessazioni di ogni genere.

hooks"Dietro il muro", o meglio, "dietro la parete" si chiama questa bella canzone di Tracy Chapman, una donna di colore. "Due volte negra", come ha avuto a scrivere mia cugina italo-americana Sara Fatarella Mall nella sua meravigliosa tesi di laurea su una poetessa femminista, Bell Hooks, che a suo tempo parlò coraggiosamente delle sue sorelle costrette a vivere non solo sotto il giogo del razzismo, ma anche sotto l'oppressione del maschio. La parete, o meglio le famose "pareti domestiche" che racchiudono gli inferni quotidiani, ovunque nel mondo, cui le donne devono far fronte, spesso nel silenzio e nell'indifferenza più totali.

Chi scrive ha, può darsi, una sensibilità purtroppo derivata dall'esperienza diretta di persona che, come autista e volontario del 118, deve recarsi molto spesso dietro quelle pareti. Oltre i portoni delle strade, oltre l'attutimento dei rumori, oltre la "vita privata delle famiglie" e gli autentici orrori che spesso quelle pareti celano. Orrori che vengono alla luce quando fanno notizia, quando si ha la strage, quando ci scappa il morto, che quasi sempre è una morta. Mi è capitato fin da ragazzino o poco più di essere chiamato con l'ambulanza nel cuore della notte per una "lite in famiglia", ed entrare in una casa, magari a pochi passi dalla tua, trovando donne con la testa fracassata a piattate, bambini impauriti chiusi in camera, e tutto l'odio che quella bella e santa "istituzione" della famiglia, ora così di moda, riesce a nascondere. E a mettere a tacere. "Cose di famiglia", appunto. Ho visto anche io arrivare la polizia che si preoccupava assai più di "mettere pace" (leggasi: a tacere tutto senza denuncia) che a fare luce su quanto stava accadendo veramente. Ho visto anch'io casi in cui non è manco arrivata fregandosene del tutto: if they come at all. Tutto questo non verrà mai a cessare finché non si capirà che la famiglia in sé, come "istituzione" e come "nucleo fondamentale della società", non dovrebbe esistere. Dovrebbero esistere persone che scelgono liberamente di vivere assieme e di avere dei figli, rispettandosi e amandosi come esseri umani e basta. Non discuto che in tanti casi sia effettivamente così, come non discuto che in altrettanti casi la famiglia, e tutte le sue violenze, non siano altro che il nucleo fondamentale sì, ma della galera e della repressione. Cioè, appunto, della società così come la desidera il potere in tutti i suoi aspetti.

L' "on." Cosimo Mele dell'UDC, baluardo della famiglia
L' "on." Cosimo Mele dell'UDC, baluardo della famiglia
Ho nominato la mia esperienza sulle autoambulanze, perché in questa canzone c'è, appunto, un'ambulanza. Che aspetta per strada, come tante volte mi è capitato di vedere. Come tante volte mi sono trovato ad arrivare, a sirene spiegate, coi lampeggiatori lasciati accesi. Pochi giorni fa, pur non essendo personalmente impegnato nel servizio, entro in sede e vedo sul registro una cosa agghiacciante: nella casella della classificazione, un "codice rosso" con scritto accanto: violenza sessuale. E non voglio parlare soltanto della violenza come aggressione diretta: voglio parlare anche della violenza quotidiana dell'immagine standardizzata, della "bellezza", della "taglia 42" che bombarda le donne oramai fin dall'infanzia, creando in loro complessi e dipendenze che in ultima analisi possono portare alla tragedia (l'anoressia non è che uno dei numerosi casi del genere). Voglio parlare dei modi scientifici in cui la donna, in ogni società e in ogni paese, è stata da sempre abituata a sentirsi un essere inferiore, di serie B, addetta alla riproduzione e alla "cura della casa" (pardon, del "focolare domestico"), e con tutti i mezzi possibili. Dalla religione al lavoro, dalla morale a presupposte teorie scientifiche. Vorrei parlare di una stagione in cui le cose sembravano poter cambiare, quella del femminismo militante, e che è stata poi –a partire i "mitici anni '80" di merda- ricacciata indietro, bollata come "fuori moda". Le è stato applicato il famoso prefisso "vetero-" in nome del nuovo che avanza; un nuovo che è soltanto lo stesso schifo di sempre. Vorrei parlare di tutti gli aspetti di quella che è, in definitiva, una guerra quotidiana che una metà dell'umanità conduce verso l'altra; non ne ho forse il tempo e lo spazio. Soltanto la classica gocciolina nell'oceano. Ma chiunque dovrebbe sentire in sé il desiderio di aggiungere altre gocce. Donna o uomo che sia. Di qualsiasi razza, religione e condizione.

"Dietro le pareti". Fare in modo che non esista più nessuna parete, e nessun dietro. No Wall, No Behind.
Last night I heard the screaming
Loud voices behind the wall
Another sleepless night for me
It won't do no good to call
The police
Always come late hey
If they come at all

And when they arrive
They say they can't interfere
With domestic affairs
Between a man and his wife
And as they walk out the door
The tears well up in her eyes

Last night I heard the screaming
Then a silence that chilled my soul
Prayed that I was dreaming
When I saw the ambulance in the road

And the policeman said
"I'm here to keep the peace
Will the crowd disperse
I think we all could use some sleep"

Last night I heard the screaming
Loud voices behind the wall
Another sleepless night for me
It won't do no good to call
The police
Always come late hey
If they come at all

envoyé par Riccardo Venturi - 7/8/2007 - 16:15




Langue: italien

Versione italiana di Riccardo Venturi
7 agosto 2007
DIETRO LA PARETE

L'altra sera ho sentito urlare
voci che gridavano dietro la parete
mi tocca un'altra notte insonne
e non servirà a un accidente
chiamare la polizia
arrivano sempre tardi
ammesso che arrivino

E quando arrivano
dicono che non possono mettere il naso
nelle faccende private
tra un uomo e sua moglie
e mentre escono dalla porta
lei piange a dirotto

L'altra sera ho sentito urlare
e poi un silenzio agghiacciante
ho pregato fosse tutto un sogno
quando ho visto l'ambulanza in strada

E il poliziotto ha detto
"Sono qui per mantenere l'ordine
su, andatevene a casa, e magari
tutti quanti si potrà dormire"

L'altra sera ho sentito urlare
voci che gridavano dietro la parete
mi tocca un'altra notte insonne
e non servirà a un accidente
chiamare la polizia
arrivano sempre tardi
ammesso che arrivino

7/8/2007 - 17:16




Langue: français

Version française d'après La coccinelle - traductions de chansons
DERRIÈRE LE MUR

La nuit dernière j'ai entendu un cri
Lourdes voix derrière le mur
Une autre nuit sans sommeil pour moi
Ça ne servira à rien d'appeler
La police
Ils arrivent toujours en retard
Si ils viennent pour le moins

Et quand ils arrivent
Ils disent qu'ils ne peuvent pas se mêler
Des affaires de famille
Entre un homme et sa femme
Et dès qu'il quitte la maison
Les larmes jaillissent de ses yeux

La nuit dernière j'ai entendu un cri
Puis un silence qui a frissonné mon âme
J'ai prié pour que ce ne soit qu'un rêve
Quand j'ai vu l'ambulance dans la rue

Et le policier dit
Je suis là pour maintenir la paix
La foule se dipersera-t-elle
Je pense qu'on pourra tous dormir un peu

La nuit dernière j'ai entendu un cri
Lourdes voix derrière le mur
Une autre nuit sans sommeil pour moi
Ça ne servira à rien d'appeler
La police
Ils arrivent toujours en retard
Si ils viennent pour le moins

envoyé par Riccardo Venturi - 7/8/2007 - 17:34




Langue: allemand

Deutsche Übersetzung von Heike Brandt
aus diesem pdf. Dokument
HINTER DER WAND

Gestern Nacht die Schreie
Laute Stimmen hinter der Wand
Wieder eine schlaflose Nacht
Hat keinen Sinn
Die Polizei zu rufen
Immer kommt sie zu spät
Wenn überhaupt

Und dann heißt es
Sie können sich nicht einmischen in
Privatangelegenheiten
Zwischen einem Mann und einer Frau
Und als sie wieder gehen
Stehen Tränen in den Augen der Frau

Gestern Nacht die Schreie
Dann Stille, ich erstarrte zu Eis
Betete, dass alles ein Traum war
Als der Krankenwagen vorfuhr
Und der Polizist sagte
"Wir müssen die Ordnung aufrechterhalten
Bitte gehen Sie auseinander
Ich glaube, wir können alle etwas Schlaf gebrauchen"

Gestern Nacht die Schreie
Laute Stimmen hinter der Wand
Wieder eine schlaflose Nacht
Hat keinen Sinn
Die Polizei zu rufen
Immer kommt sie zu spät
Wenn überhaupt

envoyé par Riccardo Venturi - 7/8/2007 - 17:50




Langue: espagnol

Versión castellana (española) de Hombres Por la Igualdad (Ayuntamiento de Jérez de la Frontera)
DETRÁS DE LA PARED

Anoche escuché chillidos
Gritos detrás de la pared
Otra noche sin poder dormir
No sirve de nada llamar a
La policía
Siempre viene tarde
Si es que viene.

Y cuando llegan
Dicen que no se pueden meter
En asuntos domésticos
Entre un hombre y su esposa
Y mientras salen de la casa
A ella se le llenan los ojos de lágrimas.

Anoche escuché los gritos
Después un silencio que me heló el alma
Rogué que fuera un sueño
Cuando vi la ambulancia en la calle.

Y el policía decía:
“Estoy aquí para mantener la calma
Por favor dispérsense
A todos nos vendría bien volver a dormir”

Anoche escuché chillidos
Gritos detrás de la pared
Otra noche sin poder dormir
No sirve de nada llamar a
La policía
Siempre viene tarde
Si es que viene.

envoyé par Riccardo Venturi - 7/8/2007 - 17:54




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