Adesso c'è un giardino incolto
Senza più i soliti colori
Una foto mangiata dal tempo
Un albero spogliato dal vento
Un sole dopo il tramonto
Un fuoco dopo ch'è stato spento
E io sto qui ad aspettare
Che la tua voce torni a risuonare
Fossimo presi per incantamento
E invece stai rinchiuso in un tormento
Come una pietra senza più tempo
Te ne stai muto senza un lamento
Raggomitolato nel tuo letto
Con un pugno serrato nel petto
Vivere Sentire Costruire
Sopravvivere Creare Vivere
Hai abbandonato le parole
Tutti i tuoi libri e tutte le parole
Tutte quelle che avevi scritto
Indirizzandole a chissà chi
Abbandonate al di sopra del mondo
Abbandonate ad un pensiero
Nel buio più profondo e più oscuro
Stanno i tuoi ricordi e i tuoi pensieri
I dettagli più quotidiani
Il contorno della tua persona
Ed io sto qui ad aspettare
Che torni a risuonare il tuo pensiero
Nel verde di queste colline
Nel giardino che ti circonda
Quando questa nostra canzone
Smetterà di essere un sogno
Quando questo ricordo sarà
La forza di un nuovo ritorno.
Senza più i soliti colori
Una foto mangiata dal tempo
Un albero spogliato dal vento
Un sole dopo il tramonto
Un fuoco dopo ch'è stato spento
E io sto qui ad aspettare
Che la tua voce torni a risuonare
Fossimo presi per incantamento
E invece stai rinchiuso in un tormento
Come una pietra senza più tempo
Te ne stai muto senza un lamento
Raggomitolato nel tuo letto
Con un pugno serrato nel petto
Vivere Sentire Costruire
Sopravvivere Creare Vivere
Hai abbandonato le parole
Tutti i tuoi libri e tutte le parole
Tutte quelle che avevi scritto
Indirizzandole a chissà chi
Abbandonate al di sopra del mondo
Abbandonate ad un pensiero
Nel buio più profondo e più oscuro
Stanno i tuoi ricordi e i tuoi pensieri
I dettagli più quotidiani
Il contorno della tua persona
Ed io sto qui ad aspettare
Che torni a risuonare il tuo pensiero
Nel verde di queste colline
Nel giardino che ti circonda
Quando questa nostra canzone
Smetterà di essere un sogno
Quando questo ricordo sarà
La forza di un nuovo ritorno.
Contributed by Riccardo Venturi - 2007/8/4 - 23:14
Language: French
Version française – Jardin inculte – Marco Valdo M.I. – 2008
Chanson italienne – Giardino incolto – Sabino Mongelli – Les Anarchistes – 2006
« Nous sommes restés trois jours dans la prison de Volterra – le fameux Maschio di Volterra – pour enregistre avec les acteurs détenus de la Compagnie de la Forteresse d'Armando Punzo les parties récitatives et chorales de Muss es sein? Es muss sein ! - cri de liberté de Léo Ferré [...] Sabino Mongelli est un des leurs. Il a chanté avec nous cette chanson qu'il a écrite qausnun de ses camarades faisait la grève de la faim pour pouvoir voir son fils. C'est un texte qui raconte la privation à laquelle la prison soumet. »
(Marco Rovelli)
Chanson italienne – Giardino incolto – Sabino Mongelli – Les Anarchistes – 2006
« Nous sommes restés trois jours dans la prison de Volterra – le fameux Maschio di Volterra – pour enregistre avec les acteurs détenus de la Compagnie de la Forteresse d'Armando Punzo les parties récitatives et chorales de Muss es sein? Es muss sein ! - cri de liberté de Léo Ferré [...] Sabino Mongelli est un des leurs. Il a chanté avec nous cette chanson qu'il a écrite qausnun de ses camarades faisait la grève de la faim pour pouvoir voir son fils. C'est un texte qui raconte la privation à laquelle la prison soumet. »
(Marco Rovelli)
JARDIN INCULTE
À présent c'est un jardin inculte
Sans ses couleurs habituelles
Une photo mangée par le temps
Un arbre dépouillé par le vent
Un soleil après le crépuscule
Un feu après qu'il ait été éteint
Et moi je suis ici à attendre
Que ta voix vienne à résonner
Nous fûmes pris par enchantement
Et par contre, tu es renfermé dans un tourment
Comme une pierre hors du temps
Tu es muet sans une plainte
Recroquevillé dans ton lit
avec un poing serré dans la poitrine
Vivre Sentir Construire
Survivre Créer Vivre
Tu as abandonné tes mots
Tous tes livres et tous tes mots
Tous ceux que tu avais écrit
En les adressant à qui sait qui
Abandonnés au-delà du monde
Abandonnés à une pensée.
Dans le noir le plus profond et le plus obscur
Se trouvent tes souvenirs et tes pensées
Les détails les plus quotidiens
Les contours de ta personne
et moi qui suis ici à attendre
que vienne à résonner ta pensée
Dans le vert de ces collines
Dans le jardin qui t'entoure
Quand notre chanson
Cessera d'être un rêve
Quand ce rêve sera
La force d'un nouveau retour.
À présent c'est un jardin inculte
Sans ses couleurs habituelles
Une photo mangée par le temps
Un arbre dépouillé par le vent
Un soleil après le crépuscule
Un feu après qu'il ait été éteint
Et moi je suis ici à attendre
Que ta voix vienne à résonner
Nous fûmes pris par enchantement
Et par contre, tu es renfermé dans un tourment
Comme une pierre hors du temps
Tu es muet sans une plainte
Recroquevillé dans ton lit
avec un poing serré dans la poitrine
Vivre Sentir Construire
Survivre Créer Vivre
Tu as abandonné tes mots
Tous tes livres et tous tes mots
Tous ceux que tu avais écrit
En les adressant à qui sait qui
Abandonnés au-delà du monde
Abandonnés à une pensée.
Dans le noir le plus profond et le plus obscur
Se trouvent tes souvenirs et tes pensées
Les détails les plus quotidiens
Les contours de ta personne
et moi qui suis ici à attendre
que vienne à résonner ta pensée
Dans le vert de ces collines
Dans le jardin qui t'entoure
Quand notre chanson
Cessera d'être un rêve
Quand ce rêve sera
La force d'un nouveau retour.
Contributed by Marco valdo M.I. - 2008/11/16 - 17:21
En traduisant cette chanson, je pensais à Marco Camenisch, militant écologiste radical et anarchiste, qui lui aussi fit, comme tant d'autres, des grèves de la faim dans les prisons italiennes pour améliorer les conditions de détention dans les quartiers de haute sécurité avant d'expérimenter les prisons suisses, où on le détient encore... Il existe un livre qui relate cette longue incarcération et le combat quotidien qu'elle suppose pour y survivre; il est en langue italienne et il s'intitule "Achtung Banditen !" (éditeur Nautilus) - auteur Piero Tognoli. On peut en trouver des extraits en langue française sur le blog http://marcovaldo.over-blog.com/
Marco Valdo M.I. - 2008/11/16 - 17:32
In ricordo di Alessandro Danelli, cantante de Les Anarchistes
Alessandro Danelli, cantante de Les Anarchistes, è scomparso il 21 agosto in un maledetto incidente stradale all'Isola d'Elba. E' andato a sbattere con il suo scooter in un palo della luce, e non c'è stato niente da fare. Vengono a mente le solite, maledette coincidenze degli anarchici: Alessandro scompare a ridosso del 23 agosto di Sacco e Vanzetti, e in una località che si chiama Piani di Mola, tra Capoliveri e Porto Azzurro, che ricorda da vicino il nome dei Monti di Mola di De André. Alessandro Danelli era nativo di Seregno, nel milanese, ma era di famiglia pontremolese. Abitava ad Arezzo. Lo voglio ricordare con un articolo pubblicato oggi 23 agosto da Elbareport, quotidiano online dell'Isola d'Elba, a firma di Sergio Rossi:
Alessandro Danelli, cantante de Les Anarchistes, è scomparso il 21 agosto in un maledetto incidente stradale all'Isola d'Elba. E' andato a sbattere con il suo scooter in un palo della luce, e non c'è stato niente da fare. Vengono a mente le solite, maledette coincidenze degli anarchici: Alessandro scompare a ridosso del 23 agosto di Sacco e Vanzetti, e in una località che si chiama Piani di Mola, tra Capoliveri e Porto Azzurro, che ricorda da vicino il nome dei Monti di Mola di De André. Alessandro Danelli era nativo di Seregno, nel milanese, ma era di famiglia pontremolese. Abitava ad Arezzo. Lo voglio ricordare con un articolo pubblicato oggi 23 agosto da Elbareport, quotidiano online dell'Isola d'Elba, a firma di Sergio Rossi:
IN RICORDO DI ALESSANDRO DANELLI
Scritto da Sergio Rossi
Domenica, 22 Agosto 2021 09:47
"Nostra Patria è il mondo intero, nostra legge è la libertà, ed un pensiero, ribelle in cor ci sta".
La voce baritonale, straordinariamente potente, anarchica ma autodisciplinata, raffinatissima, la voce-strumento di Alessandro Danelli, dovremo cercarla nelle sue incisioni, nei suoi pezzi con "Les Anarchistes", non ci trasmetterà mai più l'emozione di sentirla dal vivo; si è spenta per sempre in un'Isola caciarona affogata nelle cacofonie agostane. Un incidente banale e tragico ce l'ha rubata.
Il pensar-cantando libertario ha perso uno dei suoi più importanti interpreti: il cittadino del mondo Alessandro, che a questo sputo di terra in mezzo al mare era legato a doppio filo, uno scoglio nel quale tantissime volte era salito su un palco, anche come generoso e improvvisato ospite, chiamato da altri "fratelli" in musica che gli volevano bene, perché era impossibile non volergliene, o sommando la sua voce colta a quelle più sguaiate di amici e compagni, in infinite notti trascorse sotto le stelle a vagheggiare un mondo più giusto, più equo, più solidale, vissuto nel rispetto dell'unica religione che pareva sensata: quella della natura.
Caro Alessandro, anche tu, come altri grandi cultori dell'arte musicale dei popoli, come amici veri che avevamo in comune (Nicola Toscano, Caterina Bueno) sei volato via nel vento prima del tuo tempo, e "muor giovane colui che al cielo è caro" è proprio una paludata, altisonante stronzata, non ci consola neanche un po'.
Sarà impossibile dimenticare chi sei stato.
Onorato di essere tuo amico
Sergio
Scritto da Sergio Rossi
Domenica, 22 Agosto 2021 09:47
"Nostra Patria è il mondo intero, nostra legge è la libertà, ed un pensiero, ribelle in cor ci sta".
La voce baritonale, straordinariamente potente, anarchica ma autodisciplinata, raffinatissima, la voce-strumento di Alessandro Danelli, dovremo cercarla nelle sue incisioni, nei suoi pezzi con "Les Anarchistes", non ci trasmetterà mai più l'emozione di sentirla dal vivo; si è spenta per sempre in un'Isola caciarona affogata nelle cacofonie agostane. Un incidente banale e tragico ce l'ha rubata.
Il pensar-cantando libertario ha perso uno dei suoi più importanti interpreti: il cittadino del mondo Alessandro, che a questo sputo di terra in mezzo al mare era legato a doppio filo, uno scoglio nel quale tantissime volte era salito su un palco, anche come generoso e improvvisato ospite, chiamato da altri "fratelli" in musica che gli volevano bene, perché era impossibile non volergliene, o sommando la sua voce colta a quelle più sguaiate di amici e compagni, in infinite notti trascorse sotto le stelle a vagheggiare un mondo più giusto, più equo, più solidale, vissuto nel rispetto dell'unica religione che pareva sensata: quella della natura.
Caro Alessandro, anche tu, come altri grandi cultori dell'arte musicale dei popoli, come amici veri che avevamo in comune (Nicola Toscano, Caterina Bueno) sei volato via nel vento prima del tuo tempo, e "muor giovane colui che al cielo è caro" è proprio una paludata, altisonante stronzata, non ci consola neanche un po'.
Sarà impossibile dimenticare chi sei stato.
Onorato di essere tuo amico
Sergio
Riccardo Venturi - 2021/8/23 - 18:18
Nooo... È terribile questa notizia. Ho amato tanto la sua voce, speravo di poterla riascoltare dal vivo. Infinita tristezza.
"No perdono a la muerte enamorada
No perdono a la vida desatenta
No perdono a la tierra ni a la nada..."
"No perdono a la muerte enamorada
No perdono a la vida desatenta
No perdono a la tierra ni a la nada..."
Maria Cristina - 2021/8/24 - 16:31
Cara Maria Cristina, voglio ricordare ancora Alessandro Danelli con una cosa sparsa qui in questo sito. E' un video (purtroppo di pessima qualità) fatto da me personalmente il 3 novembre 2013 al Teatro Affratellamento di Firenze, in occasione di uno spettacolo organizzato dal De Martino. Spettacolo che si chiamava esattamente come questo sito: “Canzoni Contro la Guerra”. Nel video, Alessandro Danelli canta Inghjustizia, il bellissimo brano in lingua còrsa degli Arcusgi. Les Anarchistes condividono il destino degli anarchici, ricordando anche Nicola Toscano, scomparso nel 2017. Un triste saluto a te.
Les Anarchistes - Inghjustizia (L'Arcusgi)
Les Anarchistes interpretano il bellissimo brano "Inghjustizia" del gruppo còrso L'Arcusgi (tratto dall'album "Resistenza" del 1986), in occasione di "Canzon...
Riccardo Venturi - 2021/8/24 - 18:19
Che bella voce... Grazie per questo video. Li avevo conosciuti in un podere a Gerfalco un 25 aprile, Rovelli, Toscano e Danelli, un bellissimo concerto acustico. Fu amore a prima vista.
Maria Cristina - 2021/8/24 - 18:40
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Testo di Sabino Mongelli
"Siamo stati tre giorni dentro il carcere di Volterra - il famoso Maschio di Volterra - per registrare assieme agli attori detenuti della Compagnia della Fortezza di Armando Punzo le parti recitative e corali di Muss es sein? Es muss sein! - grido di libertà di Léo Ferré [...] Sabino Mongelli è uno di loro. Ha cantato con noi questa canzone che ha scritto quando un suo compagno stava facendo lo sciopero della fame per poter vedere suo figlio. E' un testo che racconta la deprivazione a cui il carcere sottopone."
(Marco Rovelli, dal libretto dell'album).