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La guerra

Franco Trincale
Language: Italian


Franco Trincale

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[2003]
Scritta e cantata da Franco Trincale
Album: L'ultimo cantastorie



Canzone scritta subito dopo lo scoppio della guerra d'Iraq o seconda guerra del Golfo e inizio dei bombardamenti da parte della coalizione guidata da Stati Uniti e Gran Bretagna: obiettivo deporre Saddam Hussein, il pazzo, il folle dittatore sanguinario iracheno.


L'invasione militare dell'Iraq, obiettivo raggiunto rapidamente, si tramutò tuttavia abbastanza presto in una resistenza e in una guerra di liberazione dalle truppe straniere, non proprio considerati come liberatori da molti gruppi armati arabi sunniti e sciiti, per sfociare infine in una guerra civile fra le varie fazioni, causata da una squilibrata gestione del potere che agevolò le componenti sciite maggioritarie.

I costi umani della guerra non sono ancora ben definibili, e sono spesso oggetto di dibattito. Più in generale, il bilancio dell'intera guerra risulta difficile in quanto, a fronte della deposizione di Saddam e dell'instaurazione di una democrazia formale, si è avuto un netto aumento delle violenze settarie in Iraq, una penetrazione di Al-Qāʿida nel Paese e, in generale, un calo della sicurezza dei cittadini.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 22 maggio 2003 approvò la Risoluzione n. 1483 con la quale sollecitava la Comunità Internazionale a contribuire alla stabilità ed alla sicurezza del Paese iracheno. Il 15 luglio 2003 iniziò la “missione italiana” denominata “Antica Babilonia” alle dipendenze delle forze britanniche nel sud del Paese nella regione di Dhi Qar. Il 16 ottobre 2003, il Consiglio di Sicurezza approvò all'unanimità, ai sensi del capitolo VII dello Statuto delle Nazioni Unite, la risoluzione n° 1511 del 16 ottobre 2003 sull'Iraq che gettava le basi per una partecipazione internazionale e delle Nazioni Unite alla ricostruzione politica ed economica dell'Iraq e al mantenimento della sicurezza.
Fin da prima dell'inizio della guerra, l'ipotesi di un'invasione dell'Iraq scatenò malumori in tutto il mondo, contrapponendo chi la riteneva necessaria e chi la considerava un crimine ingiustificabile. Oltre all'opinione pubblica, le polemiche si svilupparono anche sul piano internazionale: in Europa, la Francia e la Germania si opposero fin dall'inizio all'intervento, mentre Italia e Gran Bretagna offrirono, con modalità e tempistiche differenti, il loro supporto politico e militare. L'Italia, dislocò i suoi reparti nel sud del Paese, con base principale a Nāṣiriya, sotto la guida inglese. Questa partecipazione suscitò fortissime polemiche. La guerra proseguì a fasi alterne durante l'occupazione e anche dopo il ritiro americano nel 2011 fino a culminare nel 2014 in una nuova guerra civile in Iraq che ha portato alla creazione dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante.



Silvio Berlusconi dichiara di essere completamente d'accordo con George Bush. Nella conferenza stampa congiunta che chiude la visita del presidente del Consiglio nel ranch di Crawford, in Texas, i due leader non si risparmiano reciproci attestati di stima. Ma dietro alle formule di rito, il presidente Usa lancia precisi segnali di politica estera che riguardano anche l'Italia. Innanzitutto, dice Bush, "non abbiamo parlato della possibilità che l'Italia si sostituisca agli Stati Uniti come peace keeper in Iraq; abbiamo parlato della ricostruzione".




Così in qualche modo Bush toglie dall'imbarazzo il governo italiano presente con truppe regolari in Iraq senza alcuna copertura parlamentare né delle Nazioni Unite. Ma nello stesso tempo, proprio di fronte all’ "ottimo amico Silvio", rilancia le premesse che hanno portato alla guerra preventiva contro Saddam Hussein. I suoi bersagli, i soliti stati canaglia che appoggiano il terrorismo. "La Siria e l'Iran - dice - continuano ad appoggiare il terrorismo internazionale e ospitano elementi di organizzazioni terroristiche". E poi un avvertimento al leader nordcoreano Kim Jong Il il cui programma nucleare rischia di "alienare" il suo Paese dal mondo.

Insomma, la dottrina Bush - nonostante i problemi che la Casa Bianca sta affrontando riguardo alla guerra in Iraq e al mancato ritrovamento delle armi di distruzioni di massa, il pretesto, il “casus belli” adoperato dall'amministrazione per la campagna militare - non accenna a cambiare. E Berlusconi è d'accordo con Bush. E lo è anche nella veste speciale di presidente di turno dell'Unione Europea. Dice il premier: nei rapporti tra Stati Uniti e Unione Europea "deve prosperare la cultura dell'unione e della coesione e non quella della divisione. Non deve mai vincere l'egoismo, il narcisismo, la divisione".

Berlusconi ha passato la sua seconda giornata texana trattato come un ospite d'onore. Dopo una passeggiata fuori programma, Bush ha invitato il premier ad assistere al briefing d'intelligence che riceve ogni mattina. Nella cena di ieri sera, la first lady Laura ha riservato una sorpresa agli ospiti italiani: memore della caprese tricolore servita a Villa Madama, in occasione di una sua visita, ha offerto una caprese con mozzarella ("del Texas", ha tenuto a precisare), pomodori e avocado al posto del basilico. Molto apprezzata anche la torta di pesche ("del Texas", ovviamente).
Finisce così la due giorni di Berlusconi a Crawford. "Torno in Italia con un convincimento che già avevo quando sono arrivato qui e che è stato rafforzato: dobbiamo portare avanti una cultura della coesione e non una cultura della divisione. Questo è il messaggio che porto ai miei partner europei", dice il premier..

da "La Repubblica" del 21 luglio 2003.


Oramai non sono storielle:
c'è chi deve salvare la faccia,
c'è chi vuole salvare la pelle,
C'è chi prega e chi maledice
c'è chi parla e niente dice
c'è chi è in mezzo alle pene,
c'è chi sfila e chi si astiene
c'è chi corre nei supermercati,
nonostante rassicurati
E il governo, con i ministri
della nostra democrazia
fondata sul lavoro
e nutrita con la bugia,
che la guerra ha chiamato
"Operazione di polizia"
polizia internazionale..
poi è tornato a bombardar ..

È tornato… che non torna
e il ministro che ci aggiorna
e le radio zittite
con notizie abortite
e le orgie di pubblicità
per consumo e sazietà.

E i ragazzi richiamati
per rifare i soldati
per riprendere in letargo
un profitto senza embargo
tutti quanto contro il folle,
quel fanatico, quel pazzo,
e si vota a maggioranza
il governo nel palazzo,
mentre il popolo in piazza
dice no alla guerra pazza.

E un uomo nel mondo
è morto iersera,
è morto di fame
è morto in miniera,
lo uccide il lavoro,
lo uccide il digiuno..
Son già tanti morti
su tutta la terra,
son già tanti morti
e senza la guerra..

Non so le distanze
che danno la pace:
c'è un uomo nel mondo
puoi essere tu..
non son le medaglie,
non son le mitraglie,
non son le canaglie
che fanno gli eroi..

La guerra è un delitto,
la guerra è cretina,
è un atto incosciente,
una grande rapina,
La gente lo vede
la gente non tace,
i popoli uniti
reclaman la pace..

Non son le medaglie,
non son le mitraglie,
non son le canaglie
che fanno gli eroi..

Contributed by giorgio - 2020/7/19 - 19:00




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