Violence flarin', bullets loadin',
You're old enough to kill but not for votin',
You don't believe in war, what's that gun you're totin',
And even the Jordan river has bodies floatin',
But you tell me over and over and over again my friend,
Ah, you don't believe we're on the eve of destruction.
Don't you understand, what I'm trying to say?
Can't you see the fear that I'm feeling today?
If the button is pushed, there's no running away,
There'll be no one to save with the world in a grave,
Take a look around you, boy, it's bound to scare you, boy,
And you tell me over and over and over again my friend,
Ah, you don't believe we're on the eve of destruction.
Yeah, my blood's so mad, feels like coagulatin',
I'm sittin' here, just contemplatin',
I can't twist the truth, it knows no regulation,
Handful of Senators don't pass legislation,
And marches alone can't bring integration,
When human respect is disintegratin',
This whole crazy world is just too frustratin',
And you tell me over and over and over again my friend,
Ah, you don't believe we're on the eve of destruction.
Think of all the hate there is in Red China!
Then take a look around to Selma, Alabama!
Ah, you may leave here, for four days in space,
But when your return, it's the same old place,
The poundin' of the drums, the pride and disgrace,
You can bury your dead, but don't leave a trace,
Hate your next-door-neighbour, but don't forget to say grace,
And you tell me over and over and over and over again my friend,
you don't believe we're on the eve of destruction.
you don't believe we're on the eve of destruction.
Contributed by Fabrizio Procopio
Risale al 1970 ed è opera, oltre allo stesso Masi, di Piero Nissim e, forse, di Giovanna Marini.
Tutto il mondo sta esplodendo
dall’Angola alla Palestina,
l’America Latina sta combattendo,
la lotta armata vince in Indocina;
in tutto il mondo i popoli acquistano coscienza
e nelle piazze scendono con la giusta violenza.
E quindi: cosa vuoi di più, compagno, per capire
che è suonata l’ora del fucile? (1)
L’America dei Nixon, degli Agnew e Mac Namara
dalle Pantere Nere una lezione impara; (2)
la civiltà del napalm ai popoli non piace,
finché ci son padroni non ci sarà mai pace; (3)
la pace dei padroni fa comodo ai padroni,
la coesistenza è truffa per farci stare buoni. (4)
E quindi: cosa vuoi di più, compagno, per capire
che è suonata l’ora del fucile?
In Spagna ed in Polonia gli operai
insegnan che la lotta non si è fermata mai
contro i padroni uniti, contro il capitalismo,
anche se mascherato da un falso socialismo.
Gli operai polacchi che hanno scioperato
gridavano in corteo: Polizia Gestapo,
gridavano: Gomulka, per te finisce male. (5)
Marciavano cantando l’Internazionale.
E quindi: cosa vuoi di più, compagno, per capire
che è suonata l’ora del fucile?
Le masse, anche in Europa, non stanno più a guardare,
la lotta esplode ovunque e non si può fermare:
ovunque barricate: da Burgos a Stettino,
ed anche qui da noi, (6) da Avola a Torino,
da Orgosolo a Marghera, da Battipaglia a Reggio, (7)
la lotta dura avanza, i padroni avran la peggio.
E quindi: cosa vuoi di più, compagno, per capire
che è suonata l’ora del fucile?
E quindi: cosa vuoi di più, compagno, per capire
che è suonata l’ora del fucile?
dal sito Musica & Memoria
(1) In altre versioni "che è giunta ormai"
(2) Richard Nixon era il presidente degli USA tra il 1968 e il 1973, quindi negli anni in cui veniva composta e cantata la canzone, Spiro T. Agnew era il vice presidente (e noto esponente della destra politica USA) e Robert McNamara segretario di stato, quindi protagonista di primo piano nella guerra allora in corso in Vietnam. Le Pantere Nere (Black Panthers) erano il movimento extra-istituzionale costituito da alcuni leader neri americani (Eldrige Cleaver, Stokely Carmichael ed altri) per combattere, anche con la violenza, la segregazione razziale.
(3) Il napalm è una sostanza chimica (derivato dell'acido naftenico o naftoico e dall'acido palmitico) altamente infiammabile usata per costruire bombe sin dalla II guerra mondiale. Questo tipo di armi è stato estesamente usato in Vietnam dall'esercito USA ufficialmente come defoliante, quindi per distruggere il fogliame della giungla del centro Vietnam e Cambogia, dove correva la cosiddetta "pista Ho-Chi-Minh" (dal nome del presidente del Vietnam del Nord) che consentiva di portare armi e supporto dal Vietnam del Nord (comunista e appartenente al blocco sovietico) ai guerriglieri Viet-Cong che nel Vietnam del Sud combattevano per rovesciare il governo filo-americano ed arrivare ad una unificazione del paese (cosa che poi avvenne nel 1975 con la sconfitta USA). Evidentemente senza la copertura della giungla i convogli sarebbero stati più facilmente individuabili e neutralizzabili. Purtroppo le bombe non vennero usate solo contro la vegetazione ma anche su centri abitati e sulle popolazioni, con effetti devastanti e documentati da celebri foto e filmati, che hanno contribuito non poco a cementare la opposizione interna alla guerra in USA, e quindi il disimpegno progressivo dal conflitto.
In precedenza erano citati altri focolai di guerra, l'Angola, dove il movimento indipendentista MPLA (su posizioni filo-cinesi) combatteva contro l'esercito del Portogallo, ultimo stato d'Europa ad avere ancora delle colonie in stile ottocentesco (e in questa guerra senza fine l'esercito portoghese avrebbe sviluppato la sua opposizione al regime totalitario di Salazar, che avrebbe rovesciato nel 1975, riconsegnando alla democrazia il paese). Ben poco da dire sulla Palestina, focolaio purtroppo tuttora aperto, nonostante tutti i cambiamenti dello scenario internazionale.
(4) Il riferimento è alla "coesistenza pacifica", il sostanziale armistizio dopo gli anni della "guerra fredda" tra i due blocchi USA e URSS (dal 1948 al 1962) raggiunto tra il presidente USA J.F. Kennedy e URSS N. Krusciov con il contributo non marginale dell'allora pontefice Giovanni XXIII e poi confermato dai loro successori. Con la coesistenza pacifica riprese un dialogo tra i due blocchi, iniziarono accordi per la riduzione progressiva delle armi atomiche e la competizione tra i blocchi si spostò dal piano militare al piano civile, e in particolare alla gara per la conquista dello spazio. Nella canzone vengono riprese posizioni della sinistra estrema dell'epoca, vicine alla Cina comunista di Mao Zedong, che vedevano nella coesistenza pacifica un "tappo" messo dai falsi socialisti dell'URSS (e dai loro partiti comunisti alleati europei, in primis italiano e francese) alle lotte rivoluzionare in tutto il mondo.
(5) Wladyslaw Gomulka era negli anni '60 il presidente della Polonia, paese allora satellite dell'URSS e strettamente controllato in quanto il più instabile tra tutti, sia per la atavica inimicizia tra polacchi e russi, sia per la forte presenza della chiesa cattolica (con un ruolo di primo piano dell'allora arcivescovo di Cracovia, Karol Wojtila, il futuro Papa Giovanni Paolo II), antagonista storica della chiesa ortodossa russa e punto di aggregazione per gli oppositori al regime, sia per la inesistente presenza di un movimento socialista e comunista locale (i cui pochi membri erano stati sterminati prima dai nazisti e poi da Stalin), sia infine per la memoria del patto Molotov - Ribbentrop che, immediatamente prima della II guerra mondiale, aveva portato ad un accordo tattico tra URSS e Germania nazista che comportò una spartizione ed un attacco concentrico alla Polonia, con annessi stermini di massa (le fosse di Katyn, dove l'esercito URSS uccise un grande numero di ufficiali polacchi catturati).
Nel 1956 c'era già stata una sollevazione popolare in Polonia, di segno anti-comunista, e Gomulka, già oppositore di Stalin e da lui imprigionato e condannato a morte, era stato portato al governo dal nuovo corso anti-stalinista in URSS (Krusciov), introducendo alcune timide riforme. Crisi economica e condizioni di vita avevano però portato alla fine degli anni '60 a nuove proteste di massa nelle città industriali del paese (Danzica e Stettino). Alla luce dei fatti posteriori appare però del tutto fantasiosa la interpretazione "rivoluzionaria" di queste proteste contro il governo Gomulka. Evidentemente i dimostranti volevano un abbandono del comunismo ed un passaggio al campo capitalista, come poi avvenne alla fine degli anni '80 (movimento di Solidarnosc, presidente Lech Walesa).
(6) Burgos, importante città industriale di Castiglia e León, culla del regime franchista allora al governo in Spagna. (Nota: Nelle note di "Musica e Memoria" si afferma quanto segue: "Burgos, importante città industriale e capoluogo economico dei Paesi Baschi, principale area di opposizione al regime franchista (di ispirazione fascista) allora al governo in Spagna, anche per motivazioni nazionaliste e indipendentiste." Probabilmente, qui Alberto Truffi si è sbagliato con Bilbao.)
(7) Un elenco di città italiane protagoniste di lotte ed eventi anche di segno opposto, accomunate/i solo da qualche forma di violenza. Ad Avola in Sicilia, durante una manifestazione sindacale di protesta di contadini braccianti il 2 dicembre 1968 si erano verificati degli scontri con la polizia che aveva fatto uso di armi da fuoco, provocando la morte di due contadini manifestanti. Per Orgosolo in Sardegna, terra di pastorizia e di estesa illegalità, si immaginava un possibile legame tra banditismo atavico anti-statalista e lotta rivoluzionaria. A Porto Marghera, polo industriale nelle vicinanze di Venezia, divenuto poi tristemente celebre per i tassi di inquinamento record, era presente una forte componente operaia ispirata alla estrema sinistra. A Reggio Calabria erano iniziate pesanti proteste per la nomina di Catanzaro a capoluogo della costituenda regione Calabria (la costituzione effettiva delle regioni oltre a quelle a statuto speciale, prevista dalla Costituzione del 1948, era stata lungamente rinviata ed era stata finalmente messa in attuazione a partire dal 1970, quando ci sarebbero state le prime elezioni regionali). La motivazione era evidentemente legata alla aspettativa di posti di lavoro nel settore pubblico ed era in questo caso guidata dalla estrema destra (MSI e ambienti ad esso collegati) anche con utilizzo di metodi violenti. Infine Torino è citata come principale città industriale dell'Italia degli anni '60, quale sede della Fiat, prima industria italiana.
Contributed by Riccardo Venturi - 2005/8/15 - 00:32
Testo trovato sulla “Raccolta di canti politici per il corso di Giovanna Marini alla Scuola Popolare di Musica del Testaccio”, a cura di Alessandro Campioni, dicembre 2007 (revisione ottobre 2008)
Il brano si trova in una cassetta contenente la registrazione di uno spettacolo tenuto da Rudi Assuntino nell'aprile del 1966 sulla piazza di Mapello, provincia di Bergamo.
L'est del mondo sta esplodendo
il fucile fa la storia
tu sei abbastanza vecchio per far crepare
ma ancora troppo giovane
per poter votare
il fiume che tu sogni
rigurgita di morti
quindi
cosa vuoi, ancora, amico per capire
che questa è proprio l‟alba della fine?
Tu non capisci ancora cosa io ti dico
non provi il terrore immenso con cui ti parlo
se abbassano la leva, non ci sarà rifugio
ma un unico biglietto d‟ingresso per la morte
ed è l‟unica certezza che il mondo abbia oggi
quindi
cosa vuoi ancora amico per capire
che questa è proprio l‟alba della fine?
Noi siamo condannati e stiamo a guardare
abbiamo gli occhi liberi le mani incatenate
ma i passi di chi marcia non portano la pace
si fanno delle leggi che restano parole
la via del rispetto è stata abbandonata
e un uomo serve solo per fare da bersaglio
e tutto questo cresce, la nausea è troppo forte
quindi
cosa vuoi ancora amico per capire
che questa è proprio l‟alba della fine?
Non serve avere gli occhi
sempre sulla Cina
se vivi tra i razzisti
se pensi all‟Alabama
e stare cento giorni in cielo
non ti serve a niente
se quando torni a terra
la trovi sanguinante
fanfare di soldati
orgoglio ed ignoranza
pilotano la macchina
che uccide con la scienza
ma scorda la sentenza
se crepi, e poi ringrazia
quindi
cosa vuoi ancora amico per capire
che questa è proprio l‟alba della fine?
Contributed by Bernart Bartleby - 2016/8/5 - 00:52
Non piangere mai più che questo mondo
non è stato mai rotondo.
Tu carichi il fucile di chi ti spara
e dopo piangi se la vita è troppo amara.
E tu sei convinto ancora che
lei ti amava.
Dimmi, dimmi,
come, come, come, fai a dire
che tu credi in questo vecchio pazzo mondo?
Tu credevi in lui quasi ciecamente
e credevi in me che ero il tuo amico
ora piangi perché lei ti ha tradito con me
e domandi perché e mi domandi perché.
Tu sei troppo buono sai
per dei tipi come noi:
Dimmi, dimmi,
come, come, come, fai a dire
che tu credi in questo vecchio pazzo mondo?
Ehi amico perché tu non rispondi niente
e guardi me così umilmente.
Perché ora dovrei avere dei rimorsi
se in questa vita ognuno riesce ad odiarsi
e mai nessuno impara ad amare
e tanto meno poi a perdonare.
Amico mio caro
dimmi perché
Contributed by Riccardo Venturi - 2006/12/4 - 22:40
Lo sai non credo più a quel che sento
la mia vita può scappare in un momento
il tempo sta scadendo per questa civiltà
ti guardi intorno e vedi nessuna verità
ti guardi dentro e scopri che l'alba non verrà
Ma tu dimmi come come come mai
non credi, tu non credi
che è quasi la fine del mondo
Che cosa resterà di questo tempo
che giorno dopo giorno sta sanguinando
che cerca la sua storia e non sa mai perché
che cerca una ragione e non sa mai dov'é
dimmi cosa resterà per i pazzi come noi
Ma tu dimmi come come come mai
non credi, tu non credi
che è quasi la fine del mondo
Ma tu dimmi come come come mai
non credi, tu non credi
che è quasi la fine del mondo
Sono sopra la mia torre perché vorrei capire
sono sotto la mia tenda e non vorrei morire
sono lungo la mia strada a chiedermi dov'è
dove sarà il mio Dio il Dio che qui non c'è
Dimmi cosa resterà di questa dolce terra
che cerca la sua pace ma trova la sua guerra
Dimmi cosa resterà di questa dolce terra
che cerca la sua pace ma trova, ma trova shallalalala
Ma dimmi come come come mai
non credi, tu non credi
che è quasi la fine del mondo
Ma tu dimmi come come come mai
non credi, tu non credi
che è quasi la fine del mondo
Contributed by Dq82 - 2017/8/16 - 15:42
Il mondo dell’Est è su un vulcano,
violenza abbagliante fucili in mano.
Sei grande, puoi ammazzare, ma non votare,
non credi nella guerrra, allora, perchè spari?
Galleggiano cadaveri sul placido Giordano, ma ora
dimmi, dimmi amico e ridimmelo ancora che,
non credi sia giunta l’ora della distruzIone?
Non vuoi proprio capire cosa ti voglio dire?
Io vivo di paure e tu non vuoi sentire.
Ma se pigian quel bottone, non si può più fuggire.
Non ti salvi dalla guerra in un rifugio sottoterra.
Dai una occhiata,amico,intorno. Dimmi che non hai paura, ma ora
dimmi, dimmi amico e ridimmelo ancora che,
non credi sia giunta l’ora della distruzione?
Si, il mio sangue si raggruma, non và in circolazione,
io son seduto qui e nella mia contemplazione
non si distorce il vero, senza regole è ogni azione,
tre senatori in croce non fan legislazione,
le marce pacifiste non fanno integrazione
se ogni rispetto umano si frantuma in esplosione
e questo mondo pazzo frustrato è in conclusione, ma ora
dimmi, dimmi amico e ridimmelo ancora che,
non credi sia giunta l’ora della distruzione?
Pensa all’immensa Cina e al rancor che in essa trama
poi pensa a quel che accade ancor oggi in Alabama
Potresti anche partir nello spazio e al quarto giorno
trovare il vecchio mondo, uguale al tuo ritorno:
Orgoglio e disonore, rullare di tamburi.
Puoi seppellire i morti, non saranno mai sicuri.
C’è chi odia il suo vicino e poi prega ogni mattino, ma tu
dimmi, dimmi amico e ridimmelo ancora che,
non credi sia giunta l’ora della distruzione?
Non credi sia giunta l’ora della distruzione.
Contributed by dq82 - 2015/11/16 - 10:45
Il mondo dell’Est è su un vulcano,
violenza abbagliante fucili in mano.
Sei grande, puoi ammazzare, ma non votare,
non credi nella guerra, allora, perché sparare?
Galleggiano cadaveri sul placido Giordano,
ma ora dimmi, dimmi amico e ridimmelo ancora che,
non credi sia giunta l’ora della distruzione?
Non vuoi proprio capire cosa ti voglio dire?
Io vivo di paure e tu non vuoi sentire.
Ma se pigian quel bottone, non si può più fuggire.
Non ti salvi dalla guerra in un rifugio sottoterra.
Dai una occhiata, amico, intorno.
Dimmi che non hai paura,
dimmi, dimmi amico e ridimmelo ancora che,
non credi sia giunta l’ora della distruzione?
Si, il mio sangue si raggruma, non và in circolazione,
se son seduto qui e nella mia contemplazione
non si distorce il vero, senza regole è ogni azione,
tre senatori in croce non fan legislazione,
le marce pacifiste non fanno integrazione
se ogni rispetto umano si frantuma in esplosione
e questo mondo pazzo frustrato è in conclusione,
ma ora dimmi, dimmi amico e ridimmelo ancora che,
non credi sia giunta l’ora della distruzione?
Pensa all’immensa Cina e al rancor che in essa trama
poi pensa a quel che accade ancor oggi in Alabama
Potresti anche partir nello spazio e al quarto giorno
trovare il vecchio mondo, uguale al suo ritorno:
Orgoglio e disonore, rullare di tamburi.
Puoi seppellire i morti e non saranno mai sicuri.
C’è chi odia il suo vicino e poi prega ogni mattino,
ma tu dimmi, dimmi amico e ridimmelo ancora che,
non credi sia giunta l’ora della distruzione?
Non credi sia giunta l’ora della distruzione.
L’Est del mondo sta esplodendo (1)
La violenza si diffonde, i colpi sono in canna
Tu sei abbastanza grande per uccidere, ma non abbastanza per votare (2)
Tu non credi nella guerra, ma che cos’è quell’arma che stai imbracciando?
E perfino sul fiume Giordano ci sono dei corpi che galleggiano (3)
Ma dimmi, amico, ancora ed ancora
Non credi che siamo al principio della fine?
Non capisci quello che sto tentando di dire
E non riesci a percepire i timori che sento oggi?
Se verrà premuto il bottone, non ci sarà nessun posto dove scappare (4)
Nessuno si salverà, il mondo diventerà una tomba
Dai una occhiata attorno a te, ce n’è abbastanza per spaventarti, ragazzo.
Ma dimmi, amico, ancora ed ancora
Non credi che siamo al principio della fine?
Si, il mio sangue è così furioso che sembra stia coagulando
Sono seduto qui e sto facendo considerazioni
Io non posso rivoltare la verità, (la verità) non conosce regole
Un piccolo numero di senatori non fa passare la nuova legge
E le marce da sole non possono portare l'integrazione (5)
Quando il rispetto per l’uomo si sta sgretolando
Questo grande pazzo mondo è veramente troppo frustrante
E dimmi, amico, ancora ed ancora
Non credi che siamo al principio della fine?
Pensa a tutto l’odio che c’è nella Cina rossa (6)
E dopo getta un occhio a Selma in Alabama
Ah, tu puoi girare per quattro giorni nello spazio
E quando torni giù è sempre il solito vecchio posto (7)
Il rullo dei tamburi, l’orgoglio e il disonore
Tu puoi incendiare la tua testa, senza lasciare traccia
Odia il tuo vicino, ma non dimenticare di dire le preghiere
E dimmi, amico, ancora ed ancora
Non credi che siamo al principio della fine?
No, no, tu non ci credi che siamo al principio della fine.
di Alberto Truffi, da Musica e Memoria
(1) Si riferisce alle situazioni di crisi in Vietnam, Indonesia e al contenzioso tra la Cina comunista e la Cina nazionalista (Taiwan) allora appoggiata dagli USA
(2) In USA nel 1966 l'età minima per votare era di 21 anni (sarà ridotta a 18 nel 1971, in Italia questo avverrà nel 1974), mentre l'età per il servizio di leva era di 18 anni. Inoltre, il servizio militare era obbligatorio e questo rendeva particolarmente critica la situazione in Vietnam: qualsiasi ragazzo in età di leva poteva trovarsi spedito in zona di guerra, ed era un conflitto duro con molti morti all'anno (saranno quasi 60.000 dalla parte americana alla fine della guerra nel 1975).
(3) Si riferisce ai continui scontri tra arabi e israeliani, il fiume Giordano era il confine di Israele. La guerra più cruenta arriverà effettivamente un anno dopo ("guerra dei sei giorni") con una netta vittoria israeliana e l'annessione dei territori (est del Giordano, Sinai) tuttora contestati.
(4) E' evidentemente il bottone del centro di controllo a disposizione dei presidenti USA e URSS per dare il via alla guerra termonucleare globale, legittimo incubo degli anni della "guerra fredda" e della contrapposizione tra le due super-potenze.
(5) In USA erano anni di rivendicazione della parità tra le razze, messa in discussione dalla legislazione di molti stati del Sud (Alabama, citato nel seguito, in testa), condotte con marce pacifiche, guidate da grandi leader neri come Marthin Luther King (che sarà assassinato due anni dopo), come quella celebre dell'agosto del 1963, nella quale King pronunciò il suo storico discorso « I Have A Dream ».
(6) La Cina comunista, guidata allora dal presidente Mao Zedong (o Mao Tse Tung, nella grafia al tempo utilizzata) era uno stato non integrato nelle organizzazioni internazionali (non aveva neanche un seggio all'ONU) per la opposizione degli USA, ma si era già dotata dell'arma nucleare, e aveva una politica estera in contrasto sia con gli USA sia con l'URSS, dalla quale la dividevano dispute ideologiche e competizione di potere nel campo comunista, sia con l'India, con la quale la disputa verteva sul controllo di zone di confine in Tibet.
(7) Erano gli anni delle imprese spaziali, limitate per ora a voli orbitali attorno alla terra e ad esplorazioni nello spazio con sonde automatiche. Nel 1966 le navicelle spaziali USA erano quelle del programma Gemini, che potevano ospitare due astronauti e con le quali la NASA fece un totale di 10 missioni. Le missioni che la Gemini poteva consentire erano anche più lunghe di quattro giorni (Gemini 7, dicembre 1965, astronauti Borman e Lovell, 207 orbite in 13 giorni di missione). Tre anni dopo il programma Apollo avrebbe portato l'uomo sulla Luna.
E' una cover metrica. Mi sono preso delle licenze perché quei riferimenti dell'originale mi sembrano datati anche se forse non proprio del tutto.
Il mondo sta esplodendo armi in ogni dove
Per l’apocalisse queste son le prove?
Ti compri un bel fucile è facile ammazzare
Ma ancora non sei pronto per andare a votare
Usa il tuo cervello e non ti far fregare amico
Dimmi queste nuove truci ghigliottine
Sono o no l’inizio della fine?
Ciò che voglio dirti è che oggi come prima
Il potere ce l’hanno quelli su in cima
Decidono sai in pochi il destino del mondo
Se premono un bottone la terra cala a fondo
Usa il tuo cervello fino a che è fecondo amico
Dimmi queste micidiali anfetamine
Sono o no l’inizio della fine?
Lo vedi che il mio sangue si sta coagulando
Sono qui in silenzio e sto pensando
Sommersi di notizie sappiamo solamente
Ciò che è bene giusto per la nostra mente
L’uomo conta zero è solo una pedina
Da poter gestire dalla sera alla mattina
Usa il tuo cervello la migliore medicina amico
Dimmi questi falsi eroi ed eroine
Sono o no l’inizio della fine?
Tu puoi volare in cielo intorno nello spazio
Ritorni e ti ritrovi ancora in questo strazio
Non so se arriveremo a un mondo amore e pace
Che sia meno violento che sia meno rapace
L’egoismo prevale in ogni situazione
Intorno vedo odio dolore e frustrazione
Usa il tuo cervello in ogni situazione amico
Dimmi queste nuove subdole dottrine
Sono o no l’inizio della fine?
Contributed by Gianni Barnini - 2021/1/16 - 17:39
L’Est del mondo, quello sta esplodendo,
la violenza dilaga, i colpi sono in canna.
Sei grande abbastanza per uccidere, ma non per votare.
Non credi nella guerra – ma cos’è quell’arma che imbracci?
E perfino sul fiume Giordano ci sono corpi che galleggiano.
Ma tu mi dici,
ancora e ancora e ancora, amico mio,
ah, che tu non credi
che siamo alla vigilia
della distruzione.
Non capisci quello che sto cercando di dire?
E non senti le paure che sento io?
Se qualcuno schiaccia il bottone, non ci sarà scampo,
non si salverà nessuno, il mondo diventerà una tomba.
Guardati intorno, ragazzo, ce n’è abbastanza da farti paura, ragazzo.
E tu mi dici,
ancora e ancora e ancora, amico mio
ah, che tu non credi
che siamo alla vigilia
della distruzione.
Sì, il mio sangue impazzisce, sembra volersi coagulare,
sono seduto qui e non faccio altro che contemplare.
Non posso cambiare la verità, la verità non ha regole.
Un piccolo numero di senatori non fa passare la nuova legge
e le marce, da sole, non possono portare all’integrazione razziale.
Mentre il rispetto umano si va disintegrando,
tutto questo pazzo mondo è troppo, troppo frustrante.
E tu mi dici,
ancora e ancora e ancora, amico mio,
ah, che non credi
che siamo alla vigilia
della distruzione.
Pensa a tutto l’odio che c’è nella Cina Rossa,
poi dai un’occhiata al piccolo paese di Selma, in Alabama.
Be’, puoi andartene e viaggiare quattro giorni nello spazio,
ma quando ritorni, è lo stesso posto di sempre.
Il rullo dei tamburi, l’orgoglio e il disonore.
Puoi seppellire i tuoi morti, ma non lasciare traccia.
Odia il tuo vicino, ma non dimenticare di dire le preghiere.
E tu mi dici,
ancora e ancora e ancora, amico mio,
che non credi
che siamo alla vigilia
della distruzione.
Mm, no, no, tu non credi
che siamo alla vigilia
della distruzione.
Contributed by Paolo Di Mizio - 2010/1/10 - 03:36
Finnish translation by Saukki (Sauvo Puhtila)
Suomalaiset sanat Saukki (Sauvo Puhtila)
Nyt maailmaa jo tuho uhkaa
Pian on kaikki vain mustaa tuhkaa
Kun painaa nappiaan mies linnoituksen
maa silloin järisee ja murtaa sopimuksen
Et tajuta ehdi silloin kuin leimahduksen
Miksi kuullaan silloinkin toistavan ystävien, ettei
ole hätääkään, kun partaalla tuhon ollaan?
Etkö ymmärtää tahdo sanomaa
kylmä pelko kun mua vapisuttaa
Katso maailmaa, kun se ihana on
Kohta hävittää sen joku tuntematon
joka ei saa äänestää mutta tappaa kyllä saa
Silti kuullaan silloinkin toistavan ystävien, ettei
ole hätääkään, kun partaalla tuhon ollaan
Maa punertaa ja taivas palaa
ja luihin hiipii jo myrkky salaa
Vain totuus kestävä on ainoastaan
kun kiinni pitävät vain suuret kunniastaan
Ei kuunnella niitä, jotka huutavat vastaan
koska kuullaan silloinkin toistavan ystävien, ettei
ole hätääkään, kun partaalla tuhon ollaan
Etkö vieläkään tahdo ymmärtää
Jos vain vaikenet, kaikki ennalleen jää
Mene avaruuteen, pois tähtien taa
Sama tilanne on, yhtä hullu on maa
Epäinhimillisyys nyt tuhoon johdattaa
mutta kuullaan silloinkin toistavan ystävien, ettei
ole hätääkään, kun partaalla tuhon ollaan
ei ole hätääkään, tuhon partaalla ollaan
Contributed by Juha Rämö - 2015/3/16 - 10:44
dae s' Africa a s' America Latina
sa Palestina juta a sa gana
manifestamus
e nos secana s'iskina
in totue sos populos
ki pikene cussentzia
e falen in sas prathas
kin sa zusta violenza
e tandho...
Itte keres de prus
cumpantzu pro iskire
ki est sonata
s'ora e su fusile?
Bancas amerikanas
nos jukene a sa gana
sas bancas europeas
nos jukene peleas
custa democrazia
a sos populos no piaghet
ti petin cumprendhoniu
pro ti mantenner bonu
pro cantu b'hata meres
mai b'hata esser pake
sa pake de sos meres
cumbenit a sos meres
e tandho...
Itte keres de prus
cumpantzu pro iskire
ki est sonata
s'ora e su fusile?
Dae s' Euskal Herria
a sa Sardinna
sos operaios no si virman
corsos, irlandesos mai arresos
contr'a colonialismu, capitalismu
sa lota in Palestina no no
si tzelat
contr'a sos oppressores e
contr'a su sionismu
e thando...
Itte keres de prus
cumpantzu pro iskire
ki est sonata
s'ora e su fusile?
Paris a sos No Tav
a fiancu e sos furcones
sa resistenztzia gai si rukrat
a meres isfruttatores
a bandas da laones
pesamoli sa vune
pesamoli sa vurca
unitos totu paris
fakimoli sa gherra
pro gai illiberare
sos populos de sa Terra
e tandho...
Itte keres de prus
cumpantzu pro iskire
ki est sonata
s'ora e su fusile?
Contributed by Dq82 - 2022/6/28 - 11:09
GINO SANTERCOLE - 2009/7/3 - 00:08
Ad esempio le note qui riportate erano chiaramente tratte da Musica e Memoria, il sito che era già stato linkato precedentemente!
Si tratta di una minima forma di correttezza nei confronti dell'autore originale.
(Lorenzo)
(Willy)
Nessun problema, ma cerca di farlo, anche perché altrimenti potremmo essere accusati di copiare senza neanche citare gli autori!
(Lorenzo)
Comme raccontò lui stesso, "Questo vecchio pazzo mondo" è sua, non di Celentano, e risale alla fine degli anni 60 (Santercole dice 1964, ma in realtà è all'edizione 1967 del Cantagiro che la presentò).
Gino Santercole - Questo Vecchio Pazzo Mondo
Bernart Bartleby - 2014/3/15 - 21:01
Yuko & Chougenbou - 2014/4/22 - 20:21
B.B. - 2020/10/11 - 21:04
(1990, outtake from the Hell's Ditch album sessions, previously unreleased)
Dall'album Just Look Them In The Eye And Say ... POGUEMAHONE!! (2013)
Dq82 - 2020/12/1 - 17:47
Note for non-Italian users: Sorry, though the interface of this website is translated into English, most commentaries and biographies are in Italian and/or in other languages like French, German, Spanish, Russian etc.
Lyrics and music by P.F.Sloan
Testo e musica di P.F.Sloan
La musica della canzone servì come base per "L'ora del fucile" (collegamento esterno) (e collegamento interno),una delle più note canzoni di lotta di Pino Masi.
La celebre canzone, successo internazionale nel 1966 per Barry McGuire, era stata composta da P.F.Sloan. È stata proposta in italiano in una versione più o meno vicina all'originale da Gino Santercole (Questo vecchio pazzo mondo) e in una versione volutamente adulterata da Pino Masi (L'ora del fucile).
(Alberto Truffi, da Musica e memoria)
Si vedano le Note al testo a cura di Alberto Truffi.
This was written by PF Sloan, a staff songwriter at McGuire's label. This was originally recorded by The Turtles, who released it on their first album earlier in 1965. The Turtles did not release it as a single, and McGuire's version became the hit. As management problems and personnel changes plagued The Turtles, they finally decided to release this as a single in 1970, shortly before they broke up. It was their last song to chart, reaching #100. Producer Jay Lasker brought this to Los Angeles radio station KFWB the morning it was finished, where it was played for the first time. McGuire was in The New Christy Minstrels before recording as a solo artist. He had a few hits with the group, including "Green Green" and "Saturday Night," but this was his only hit as a solo artist. This became a hippie anthem as the Vietnam War made it more relevant. A folk group called The Spokesmen recorded an answer song to this called "The Dawn Of Correction." Legendary session drummer Hal Blaine played on this, and considers it one of his favorites. Blaine has played on songs by Simon And Garfunkel, Frank Sinatra, The Beach Boys and many others.