Here I stand
On my land
Dying people
All around me
Here I stand
My bloody hand
Holding an arm of an Indian squaw
Her body ripped by a white man's sword
And her unborn child
Is lying beside her in the sand
This november morning
1864
When the Sand Creek reflected
The early rising sun
Still far off on the sandy ground
I heard thundering hooves
I saw white soldiers
Who were attacking our camp
Attacking our camp
Women, children, old men
Were living in the camp
Were living in the camp
Victorious soldiers
Riding away
The privates of the squaws
Stretched over their saddle bows
Those of the dead chiefs
They keep in their pockets
To sow some winter evening
Tobacco poaches out of them...
On my land
Dying people
All around me
Here I stand
My bloody hand
Holding an arm of an Indian squaw
Her body ripped by a white man's sword
And her unborn child
Is lying beside her in the sand
This november morning
1864
When the Sand Creek reflected
The early rising sun
Still far off on the sandy ground
I heard thundering hooves
I saw white soldiers
Who were attacking our camp
Attacking our camp
Women, children, old men
Were living in the camp
Were living in the camp
Victorious soldiers
Riding away
The privates of the squaws
Stretched over their saddle bows
Those of the dead chiefs
They keep in their pockets
To sow some winter evening
Tobacco poaches out of them...
Contributed by Bernart Bartleby - 2020/6/9 - 18:50
Non sono sicurissimo di aver trascritto correttamente gli ultimi due versi dalla retro copertina...
B.B. - 2020/6/9 - 18:51
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Scritta da Conny Veit
In "Bury My Heart At Wounded Knee", il secondo album per questa band "krautrock" di Stoccarda.
Un concept dedicato al genocidio dei nativi nord americani.
Durante i colloqui di pace tra nativi ed autorità militari statunitensi, i Cheyennes del capo Moke-tav-a-to (Black Kettle) si accamparono presso il Fiume Sand Creek, poche miglia a nord della base militare. La maggioranza degli uomini partì per una battuta di caccia. Al campo rimasero solo i più vecchi, le donne e i bambini. Sul campo svettavano la bandiera bianca e quella a stelle e strisce.
Il 28 novembre l'accampamento cheyenne fu raggiunto e circondato da un reggimento di soldati, proveniente da Fort Lyon, al comando del colonnello John Chivington, eroe della guerra civile, soprannominato “The Crimson Parson”, ossia – credo – Il Cardinale, per via del suo passato come pastore della chiesa metodista. Quella di Chivington era in realtà una milizia di volontari in ferma temporanea, mercenari, messa insieme proprio per la caccia agli indiani. Gli 800 miliziani trascorsero la serata bagordando e ubriacandosi. La mattina successiva, il 29 novembre, Chivington diede l'ordine di attacco. Un suo luogotente, il capitano Silas Soule, si oppose all'ordine e, accettando il rischio di un'incriminazione per insubordinazione, ordinò agli uomini sotto il suo diretto comando di non sparare, di non prendere parte al massacro che stava per compiersi... Tuttavia, altre centinaia di soldati si lanciarono contro i nativi, praticamente indifesi, e li trucidarono quasi tutti.
Deponendo di fronte alla cammissione d'inchiesta, Chivington stesso disse che i nativi uccisi avrebbero potuto essere tra i 500 e i 600. Dopo aver compiuto il massacro, i soldati dell'"eroe" di guerra colonnello Chivington tornarono più volte al campo, uccidendo altra gente, bruciando i tepee e infierendo sui cadaveri... in una vera e propria folle orgia di ferocia molti soldati presero i propri trofei: scalpi di donne e bambini, feti strappati dall'utero delle madri trucidate, organi genitali maschili e femminili, esibiti e venduti nei giorni e settimane successivi in diversi saloon fino a Denver...
Chivington fu processato, condannato e subito amnistiato. Morì di cancro nel suo letto nel 1892.
Il capitano Silas Soule fu ammazzato poco dopo il massacro di Sand Creek. Ad assassinarlo fu un soldato fedele a Chivington, ma non fu mai provato il coinvolgimento di questi nell'omicidio.
Il capo cheyenne Moke-tav-a-to riprese la guerra contro coloni ed esercito e trovò la morte il 27 novembre 1868 durante la battaglia di Washita River contro le truppe di un altro "eroe" di guerra, l'allora tenente colonnello George Armstrong Custer...