Onit tucc trai un giuorn cantean
e tucc’ i ricc ch diggrozza jean.
Cantà u cucc, u cià ed u fùaenaezz
ch’i pavr impassulì addivintean
Ch’i s’i pighiessu i Dijevu di Vurchean
e a carpi di mazza i mazrrean.
Non su tutti i stissi i varchi ammenzu o mari
non è la stissa la vogghia di rimari.
C’è cu pisca e cu si pigghia lu suli
c’è cu tira pani sulu ppì campari.
Ppi tutti u suli spuntò
ppi la brama di picca s’astutò.
Ppi tutti u suli spuntò
ppi la brama de putenti cunsumò.
e tucc’ i ricc ch diggrozza jean.
Cantà u cucc, u cià ed u fùaenaezz
ch’i pavr impassulì addivintean
Ch’i s’i pighiessu i Dijevu di Vurchean
e a carpi di mazza i mazrrean.
Non su tutti i stissi i varchi ammenzu o mari
non è la stissa la vogghia di rimari.
C’è cu pisca e cu si pigghia lu suli
c’è cu tira pani sulu ppì campari.
Ppi tutti u suli spuntò
ppi la brama di picca s’astutò.
Ppi tutti u suli spuntò
ppi la brama de putenti cunsumò.
envoyé par adriana - 6/6/2020 - 10:59
Langue: italien
Versione italiana da questa pagina
Un giorno il cuculo, il picchio e il gufo cantarono.
Ma i ricchi che felicità ne hanno se i poveri sono tristi?
Che li prendesseroi diavoli di Vulcano
e li bastonassero con la mazza.
Non sono tutte uguali le barche in mezzo al mare,
non è uguale la voglia di remare.
C’è chi pesca e chi prende il sole,
c’è chi tira pane solo per campare.
Per tutti il sole spuntò
e per la brama di pochi si spense.
Per tutti il sole spuntò
per la brama dei potenti si consumò.
Ma i ricchi che felicità ne hanno se i poveri sono tristi?
Che li prendesseroi diavoli di Vulcano
e li bastonassero con la mazza.
Non sono tutte uguali le barche in mezzo al mare,
non è uguale la voglia di remare.
C’è chi pesca e chi prende il sole,
c’è chi tira pane solo per campare.
Per tutti il sole spuntò
e per la brama di pochi si spense.
Per tutti il sole spuntò
per la brama dei potenti si consumò.
Noto con vivo compiacimento che Adriana ha scoperto e proposto alcune canzoni di Eleonora Bordonaro, un riferimento indiscusso del folk siciliano interpretato in modo originale. Avevo messo da parte anche questa canzone quando non era ancora disponibile il testo gallo-italico. Tutt’altra pasta rispetto ad altre canzoni del genere, più diffuse e di successo ma stereotipate.
Una mia considerazione sulla lingua. La classificazione del gallo italico con la dicitura “italiano”, dialetto “lombardo di Sicilia” sarà forse passabile, ma non rende. A mio avviso sarebbe meglio classificarlo come siciliano dialetto gallo-italico oppure lingua romanza dialetto gallo-italico, insomma il genere prossimo lingua italiana qui mi sembrerebbe stonato. Più precisamente chiameremo le popolazioni che parlano tale lingua come “Lombardi di Sicilia”.
L’Atlante dell’Unesco in merito ai linguaggi a rischio di estinzione (Map 10 Europ) lo denomina Gallo-sicilian. Anche questo notevole ed autorevole articolo annovera il Gallo-Sicilian tra i linguaggi destinati ormai a scomparire.
In proposito a chi volesse saperne di più consiglio l’articolo gallo-italico che ritengo ben fatto.
Una mia considerazione sulla lingua. La classificazione del gallo italico con la dicitura “italiano”, dialetto “lombardo di Sicilia” sarà forse passabile, ma non rende. A mio avviso sarebbe meglio classificarlo come siciliano dialetto gallo-italico oppure lingua romanza dialetto gallo-italico, insomma il genere prossimo lingua italiana qui mi sembrerebbe stonato. Più precisamente chiameremo le popolazioni che parlano tale lingua come “Lombardi di Sicilia”.
L’Atlante dell’Unesco in merito ai linguaggi a rischio di estinzione (Map 10 Europ) lo denomina Gallo-sicilian. Anche questo notevole ed autorevole articolo annovera il Gallo-Sicilian tra i linguaggi destinati ormai a scomparire.
In proposito a chi volesse saperne di più consiglio l’articolo gallo-italico che ritengo ben fatto.
Riccardo Gullotta - 6/6/2020 - 15:54
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Album: Moviti ferma
La melodia di Negrume da Noite di Paulinho Do Reco, un classico del repertorio di Bahia, incontra il testo, ispirato da Saro Nievski, l’ultimo paladino degli ultimi di Catania e da una poesia popolare in Gallo Italico di San Fratello, in provincia di Messina. Si tratta del Lombardo di Sicilia, fusione di dialetti del nord Italia che risuonano ancora a più di mille anni dall’arrivo nell’isola dei primi coloni al tempo dei Normanni.