Ero io,
Nel solco ancora scorrerà
sete che divora i sorsi.
Ero io,
La vite nuda crescerà
fino a ricoprirti i fianchi.
Anche tu sei la pietra,
fuoco dei campi e dei frantoi.
È rinata la morte
e nella mano che semina
cade il sole cieco come la terra.
Ero io,
Il giorno tesse e si farà
fino a ricucirsi gli occhi.
Ora tu sei la fame,
grida di letti e mattatoi.
Qui finisce la morte
dove al fondo che macera
sgorga il sole buio come la terra.
Calano le reti e alti vanno i gabbiani sul porto
Gonfiano le reti e alti vanno i gabbiani sul porto
Tirano le reti e alti vanno i gabbiani sul porto.
Nel solco ancora scorrerà
sete che divora i sorsi.
Ero io,
La vite nuda crescerà
fino a ricoprirti i fianchi.
Anche tu sei la pietra,
fuoco dei campi e dei frantoi.
È rinata la morte
e nella mano che semina
cade il sole cieco come la terra.
Ero io,
Il giorno tesse e si farà
fino a ricucirsi gli occhi.
Ora tu sei la fame,
grida di letti e mattatoi.
Qui finisce la morte
dove al fondo che macera
sgorga il sole buio come la terra.
Calano le reti e alti vanno i gabbiani sul porto
Gonfiano le reti e alti vanno i gabbiani sul porto
Tirano le reti e alti vanno i gabbiani sul porto.
Contributed by Riccardo Gullotta - 2020/5/23 - 21:51
Buongiorno Riccardo, ci aiuteresti a capire il testo un po' criptico e perché sia da considerare una CCG?
CCG Staff - 2020/5/24 - 12:18
Buonasera a voi.
In genere rimango dubbioso quando un artista cita grandi autori per agevolare la comprensione delle proprie composizioni (cfr l'introduzione). Quando ho cercato di approfondire, ho avuto la sensazione che il riferimento a Pavese non è affatto gratuito e forse neanche quello a Camus, ma su quest’ultimo occorrerebbe un’analisi non estemporanea. Per rendere in qualche misura più riconoscibile tale mia impressione, forse è opportuno citare due recensioni.
Naturalmente siamo nel campo dell’opinabile. Probabilmente sarà capitato anche a voi e ad altri contributori di non riuscire a “classificare” una canzone, cioè associarle un percorso tra quelli da voi previsti. Oppure scegliere un testo perché l'autore gode di un credito o una visibilità tali da accogliere il testo ipso facto.
A tale proposito mi permetto di suggerire, tempo e risorse permettendo, di introdurre dei tag , a fianco dei percorsi, per rendere più flessibile ed efficace l’associazione ( oltre a vantaggi più consistenti che Lorenzo individua molto meglio di me). Non risolverebbe totalmente le problematiche ma aiuterebbe a circoscriverle parecchio.
Ciò premesso, ho apprezzato la domanda. Va da sé che se l’Amministrazione ritenesse che la canzone non soddisfi i criteri di selezione non me ne rammaricherei affatto , dato che questo come tanti altri casi è materia di valutazioni soggettive.
E’, in fondo, una questione di fiducia. Da parte mia ripongo la massima fiducia, oltre che stima, nell’attività che AWS porta avanti con notevole impegno e serietà. Mentre ipotetiche revisioni parziali unilaterali sarebbero incomprensibili, per le scelte editoriali di fondo, tipicamente la pubblicazione di un brano proposto, le decisioni ponderate dell’Amministrazione sono, e dovrebbero essere per tutti, insindacabili.
Una buona serata
In genere rimango dubbioso quando un artista cita grandi autori per agevolare la comprensione delle proprie composizioni (cfr l'introduzione). Quando ho cercato di approfondire, ho avuto la sensazione che il riferimento a Pavese non è affatto gratuito e forse neanche quello a Camus, ma su quest’ultimo occorrerebbe un’analisi non estemporanea. Per rendere in qualche misura più riconoscibile tale mia impressione, forse è opportuno citare due recensioni.
Da rockit
[…]Se con “La macarena su Roma” aveva composto un disco fortemente politico, con "Die" Iosonouncane è andato nella direzione opposta. La politica, per lo meno nel senso più ampio, bello e puro del termine (la cronaca costringe ormai a mettere sempre le mani avanti), rappresenta l’io che rinuncia al proprio interesse individuale per mettersi al servizio dell’intera comunità, ovvero di tutto ciò che sta al di fuori di sé […]Il sole, il mare, l’isola sono parte di un mondo basilare senza appigli temporali, sociali o culturali riconoscibili. E soprattutto senza apparente salvezza. La morte - qualcosa di più di un’opzione per il racconto di Iosonouncane - rimbalza continuamente non solo nei testi difficili e affascinanti delle canzoni, ma anche in quel gigantesco DIE della copertina: in sardo vuol dire giorno, ma la musica spinge di fatto a leggere die, in inglese[…]
Da Umbria24
[…] Musicalmente “Die” è una suite di 38 minuti circa le cui parti sono collegate ritmicamente e armonicamente fino a comporre un flusso sonoro continuo. È un disco esistenzialista e anarchico, profondamente arcaico e per questo radicalmente moderno. Non è un disco politico, ma per la sua stessa natura e nel suo essere una rivendicazione identitaria e culturale è, solo in ultima analisi, un atto politico.[…]
[…]Se con “La macarena su Roma” aveva composto un disco fortemente politico, con "Die" Iosonouncane è andato nella direzione opposta. La politica, per lo meno nel senso più ampio, bello e puro del termine (la cronaca costringe ormai a mettere sempre le mani avanti), rappresenta l’io che rinuncia al proprio interesse individuale per mettersi al servizio dell’intera comunità, ovvero di tutto ciò che sta al di fuori di sé […]Il sole, il mare, l’isola sono parte di un mondo basilare senza appigli temporali, sociali o culturali riconoscibili. E soprattutto senza apparente salvezza. La morte - qualcosa di più di un’opzione per il racconto di Iosonouncane - rimbalza continuamente non solo nei testi difficili e affascinanti delle canzoni, ma anche in quel gigantesco DIE della copertina: in sardo vuol dire giorno, ma la musica spinge di fatto a leggere die, in inglese[…]
Da Umbria24
[…] Musicalmente “Die” è una suite di 38 minuti circa le cui parti sono collegate ritmicamente e armonicamente fino a comporre un flusso sonoro continuo. È un disco esistenzialista e anarchico, profondamente arcaico e per questo radicalmente moderno. Non è un disco politico, ma per la sua stessa natura e nel suo essere una rivendicazione identitaria e culturale è, solo in ultima analisi, un atto politico.[…]
Naturalmente siamo nel campo dell’opinabile. Probabilmente sarà capitato anche a voi e ad altri contributori di non riuscire a “classificare” una canzone, cioè associarle un percorso tra quelli da voi previsti. Oppure scegliere un testo perché l'autore gode di un credito o una visibilità tali da accogliere il testo ipso facto.
A tale proposito mi permetto di suggerire, tempo e risorse permettendo, di introdurre dei tag , a fianco dei percorsi, per rendere più flessibile ed efficace l’associazione ( oltre a vantaggi più consistenti che Lorenzo individua molto meglio di me). Non risolverebbe totalmente le problematiche ma aiuterebbe a circoscriverle parecchio.
Ciò premesso, ho apprezzato la domanda. Va da sé che se l’Amministrazione ritenesse che la canzone non soddisfi i criteri di selezione non me ne rammaricherei affatto , dato che questo come tanti altri casi è materia di valutazioni soggettive.
E’, in fondo, una questione di fiducia. Da parte mia ripongo la massima fiducia, oltre che stima, nell’attività che AWS porta avanti con notevole impegno e serietà. Mentre ipotetiche revisioni parziali unilaterali sarebbero incomprensibili, per le scelte editoriali di fondo, tipicamente la pubblicazione di un brano proposto, le decisioni ponderate dell’Amministrazione sono, e dovrebbero essere per tutti, insindacabili.
Una buona serata
Riccardo Gullotta - 2020/5/24 - 22:55
×
Note for non-Italian users: Sorry, though the interface of this website is translated into English, most commentaries and biographies are in Italian and/or in other languages like French, German, Spanish, Russian etc.
[2015]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
Iosonouncane
Album: Die
«Ho lavorato anche sulla base delle letture di quel periodo: John Steinbeck, Ernest Hemingway, Albert Camus e Cesare Pavese, di cui ho letto e riletto in modo ossessivo il poemetto La terra e la morte». [Iosonouncane]
Tratto dalla recensione di ondarock: