Die Erde ist seit eh und je
Ein schöner runder Jausentisch
Mit Guglhupf, Weinberln und Kaffee
Deckt sie sich immer wieder frisch.
Die einen sitzen froh am Rand
Und füllen´s Wamperl sich in Ruh,
Die andern stehen umanand
Und schauen von der Weiten zu.
Die könnten mit Geschrei und Lärm
Den Appetit uns zwar verderb´n
Jedoch die Hausfrau hat´s im Griff
Und kennt da manchen guten Kniff.
Den Kaffee hat's g'wogen
Und die Menschen erzogen
Nach demselben Prinzip
Voller Sorgfalt und Lieb
Gemäß dem Titze-Tante-Tip:
A bisserl bitter
Und a bisserl Zucker,
Dann schluckt das Bittre
Auch der ärmste Schlucker.
A bisserl Heißes
Und a bisserl lau,
A bisserl Würziges,
Doch nie zu rauh!
A bisserl echt und recht viel Ersatz
Ja, das Rezept is a wahrer Schatz.
Es bleibt in den Köpfen, ob d´Welt auch verweserlt:
's wird nix verbröserlt.
Und wenn am Morgen um die Zeit
Die alte Erde nimmer steht-
Der Mensch bleibt gleich genau wie heut!
Bis zum Moment, wo´s untergeht.
Er singt und lacht und bringt sich um,
Er liebt und hungert, stiehlt und raubt,
Ist net gar g´scheit, und net gar dumm
Und tut meist das, was ihm erlaubt.
Und der, für den der Tisch gedeckt,
Jaust rüstig weiter, weil´s ihm schmeckt
Und der, der sich ums Resterl plagt
Der schluckt was man ihm eingebrockt.
Ja, so bleibt's Gott sei Dank
Trotz dem Weltuntergang,
Voller Sorgfalt und Lieb
Herrscht noch immer's Prinzip
Vom guten Titze-Tante-Tip:
A bisserl bitter
Und a bisserl Zucker,
Dann schluckt das Bittre
Der ärmste Schlucker.
A Tröpferl Dummheit
Und a Schipperl Lug,
A Körnderl Wahrheit is
da mehr als g´nug
A bisserl echt und recht viel Ersatz.
Ja, das Rezept is a wahrer Schatz.
Es bleibt in den Köpfen, ob d´Welt auch verweserlt:
s' wird nix verbröserlt.
Ein schöner runder Jausentisch
Mit Guglhupf, Weinberln und Kaffee
Deckt sie sich immer wieder frisch.
Die einen sitzen froh am Rand
Und füllen´s Wamperl sich in Ruh,
Die andern stehen umanand
Und schauen von der Weiten zu.
Die könnten mit Geschrei und Lärm
Den Appetit uns zwar verderb´n
Jedoch die Hausfrau hat´s im Griff
Und kennt da manchen guten Kniff.
Den Kaffee hat's g'wogen
Und die Menschen erzogen
Nach demselben Prinzip
Voller Sorgfalt und Lieb
Gemäß dem Titze-Tante-Tip:
A bisserl bitter
Und a bisserl Zucker,
Dann schluckt das Bittre
Auch der ärmste Schlucker.
A bisserl Heißes
Und a bisserl lau,
A bisserl Würziges,
Doch nie zu rauh!
A bisserl echt und recht viel Ersatz
Ja, das Rezept is a wahrer Schatz.
Es bleibt in den Köpfen, ob d´Welt auch verweserlt:
's wird nix verbröserlt.
Und wenn am Morgen um die Zeit
Die alte Erde nimmer steht-
Der Mensch bleibt gleich genau wie heut!
Bis zum Moment, wo´s untergeht.
Er singt und lacht und bringt sich um,
Er liebt und hungert, stiehlt und raubt,
Ist net gar g´scheit, und net gar dumm
Und tut meist das, was ihm erlaubt.
Und der, für den der Tisch gedeckt,
Jaust rüstig weiter, weil´s ihm schmeckt
Und der, der sich ums Resterl plagt
Der schluckt was man ihm eingebrockt.
Ja, so bleibt's Gott sei Dank
Trotz dem Weltuntergang,
Voller Sorgfalt und Lieb
Herrscht noch immer's Prinzip
Vom guten Titze-Tante-Tip:
A bisserl bitter
Und a bisserl Zucker,
Dann schluckt das Bittre
Der ärmste Schlucker.
A Tröpferl Dummheit
Und a Schipperl Lug,
A Körnderl Wahrheit is
da mehr als g´nug
A bisserl echt und recht viel Ersatz.
Ja, das Rezept is a wahrer Schatz.
Es bleibt in den Köpfen, ob d´Welt auch verweserlt:
s' wird nix verbröserlt.
Contributed by Bernart Bartleby - 2020/5/10 - 20:11
Language: Italian
Traduzione italiana di Laura Masi, da "Jura Soyfer, Teatro. Vol I" (contiene: "La fine del mondo" - "Edi Lechner guarda in Paradiso" - "Astoria"), a cura di Hermann Dorowin (edizione con testo originale a fronte), Morlacchi editore, Perugia, 2011.
CANZONE DELLA ZIA TITZE
Da sempre la terra è
Una bella tavola rotonda da pranzo
Con torta, dolcetti e caffè
Si rinnova ogni volta di tutto.
Gli uni stan felici attorno
E si riempiono in pace il pancino
Gli altri stan lì in giro
E ci guardano da lontano.
Grida e chiasso potrebbero
Guastarci l'appetito
Ma la padrona di casa la sa lunga
E conosce qualche buon trucco.
Ha pesato il caffè
Educato la gente
Sullo stesso principio
Pien d'amore e cura
Modello zia Titze:
Un pochin d'amaro
Un pochin di zucchero
E il più misero dei diavoli
Giù il rospo manderà.
Un pochin bollente
E un pochin tiepido
Un pochin piccante,
Che non sia troppo forte!
Poca roba genuina e tanta artificiale
E soprattutto fedeli al detto:
Se anche ti spingono, anche se ti urtano:
Niente si sbriciolerà!
E se poi domani a quest'ora
La vecchia terra in piedi non starà...
L'uomo tale e quale a oggi resterà!
Fin al momento in cui morirà.
Cantando e ridendo si ucciderà.
Lui ama e sente la fame, ruba e rapina,
Sano del tutto non è, scemo del tutto non é
E, in genere, fa quel che gli si permette.
E quello per cui è imbandita la tavola
Lesto lesto mangia, perché gli piace.
E l'altro che si affanna per gli avanzi
Quello ingoia quel che gli si sbriciola.
Sì, così grazie a Dio rimane
Nonostante la fine del mondo,
Fieri d'amore e cura
Ancora e per sempre regna il principio
Modello zia Titze:
Un pochin d'amaro
E un pochin di zucchero,
E il più misero dei diavoli
Giù il rospo manderà.
Un goccio di stupidità
E una manciata di bugie,
Un chicco di verità
Sufficiente sarà.
Poca roba genuina e tanta artificiale
Sì, la ricetta è un vero tesoro,
Resta in testa e anche se il mondo marcisce:
Niente si sbriciolerà.
Da sempre la terra è
Una bella tavola rotonda da pranzo
Con torta, dolcetti e caffè
Si rinnova ogni volta di tutto.
Gli uni stan felici attorno
E si riempiono in pace il pancino
Gli altri stan lì in giro
E ci guardano da lontano.
Grida e chiasso potrebbero
Guastarci l'appetito
Ma la padrona di casa la sa lunga
E conosce qualche buon trucco.
Ha pesato il caffè
Educato la gente
Sullo stesso principio
Pien d'amore e cura
Modello zia Titze:
Un pochin d'amaro
Un pochin di zucchero
E il più misero dei diavoli
Giù il rospo manderà.
Un pochin bollente
E un pochin tiepido
Un pochin piccante,
Che non sia troppo forte!
Poca roba genuina e tanta artificiale
E soprattutto fedeli al detto:
Se anche ti spingono, anche se ti urtano:
Niente si sbriciolerà!
E se poi domani a quest'ora
La vecchia terra in piedi non starà...
L'uomo tale e quale a oggi resterà!
Fin al momento in cui morirà.
Cantando e ridendo si ucciderà.
Lui ama e sente la fame, ruba e rapina,
Sano del tutto non è, scemo del tutto non é
E, in genere, fa quel che gli si permette.
E quello per cui è imbandita la tavola
Lesto lesto mangia, perché gli piace.
E l'altro che si affanna per gli avanzi
Quello ingoia quel che gli si sbriciola.
Sì, così grazie a Dio rimane
Nonostante la fine del mondo,
Fieri d'amore e cura
Ancora e per sempre regna il principio
Modello zia Titze:
Un pochin d'amaro
E un pochin di zucchero,
E il più misero dei diavoli
Giù il rospo manderà.
Un goccio di stupidità
E una manciata di bugie,
Un chicco di verità
Sufficiente sarà.
Poca roba genuina e tanta artificiale
Sì, la ricetta è un vero tesoro,
Resta in testa e anche se il mondo marcisce:
Niente si sbriciolerà.
Contributed by B.B. - 2020/5/10 - 20:13
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Canzone dalla commedia “Der Weltuntergang, oder, Die Welt steht auf kein' Fall mehr lang”, esordio letterario di Jura Soyfer (1912-1939), di famiglia ebraica originaria di Charkiv (Impero russo, oggi in Ucraina), giornalista e scrittore, viennese d'adozione.
Con il titolo "A bisserl bitter" la canzone è stata recentemente ripresa da Willi Resetarits, fondatore del gruppo Schmetterlinge, insieme a Sabina Hank, nel loro album dal vivo "Abendlieder" (2008), dove la prima facciata è dedicata a poesie e canzoni di Jura Soyfer.
“Per ristabilire l’equilibrio dell’Universo, il Sole e gli altri pianeti decidono di liberare la Terra dai fastidiosi pidocchi che la stanno pian piano uccidendo, gli uomini, e per farlo le lanciano contro una cometa. Come reagiranno gli uomini alla notizia che stanno per essere annientati? Come si prepareranno alla fine del mondo? Jura Soyfer, autore austriaco tra i più rappresentativi della sua generazione, prematuramente scomparso, a ventisei anni, in un campo si sterminio nazista, ci regala un testo ironico, la crudele fotografia di un mondo che si avvia allegramente verso la catastrofe, fra egoismo, individualismo sfrenato, disprezzo per la natura e per gli esseri viventi. Una commedia divertentissima e folle sulla pazzia del genere umano.”
(Sinossi dal sito del Teatro Stabile dell'Umbria)
Jura Soyfer venne arrestato a Vienna una prima volta nel 1937, con l'accusa di essere un simpatizzante comunista. Gli vennero sequestrati tutti i suoi manoscritti, molti dei quali ancora inediti, che non vennero mai più ritrovati. All'inizio dell'anno seguente fu rilasciato grazie ad un indulto per i prigionieri politici, ma poco dopo fu l'“Anschluss”, l'annessione dell'Austria alla Germania nazista... Jura Soyfer venne arrestato dalle guardie di frontiera mentre tentava di raggiungere la Svizzera. Fu internato a Dachau, dove insieme ad Herbert Zipper compose il Dachaulied. Nel settembre del 1938 fu trasferito a Buchenwald, dove fece parte del comitato clandestino di resistenza e dove scrisse ancora alcuni testi teatrali. E a Buchenwald Jura Soyfer morì di tifo il 16 febbraio del 1939, ucciso dalla stupidità e dalla crudeltà degli uomini così bene descritta proprio nella sua “La fine del mondo”.