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Wenn der Himmel grau wird

Jura Soyfer
Langue: allemand


Jura Soyfer

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Schlaflied für ein Ungebornes
(Jura Soyfer)
Kampflied der Bauern
(Schmetterlinge)
Ruhe und Ordnung
(Kurt Tucholsky)


[1937]
Canzone di Jura Soyfer (1912-1939), di famiglia ebraica originaria di Charkiv (Impero russo, oggi in Ucraina), giornalista e scrittore, viennese d'adozione.
Ripresa più recentemente da Christoph Holzhöfer e anche da Willi Resetarits, ex membro fondatore de Schmetterlinge



Scritta nel 1937 per il suo terzo dramma, "Astoria", riflessione tragicomica sul concetto di “Vaterland”, di Patria, e della totale distorsione che ne fanno i regimi totalitari. Astoria è un paese inesistente, un'invenzione truffaldina propinata dai governanti al proprio popolo e che tuttavia si rivela una perfetta macchina statale di guadagno e oppressione. Jura Soyfer riesce a creare un'esilarante e insieme spaventosa parabola politica sulla concezione dello Stato nei regimi dittatoriali, ispirandosi stilisticamente al teatro comico viennese ottocentesco e in particolare alle farse di Johann Nestroy e Ferdinand Raimund. (de.wikipedia)




Jura Soyfer venne arrestato a Vienna una prima volta nel 1937, con l'accusa di essere un simpatizzante comunista. Gli vennero sequestrati tutti i suoi manoscritti, molti dei quali ancora inediti, che non vennero mai più ritrovati. All'inizio dell'anno seguente fu rilasciato grazie ad un indulto per i prigionieri politici, ma poco dopo fu l'“Anschluss”, l'annessione dell'Austria alla Germania nazista... Jura Soyfer venne arrestato dalle guardie di frontiera mentre tentava di raggiungere la Svizzera. Fu internato a Dachau, dove insieme ad Herbert Zipper compose il Dachaulied. Nel settembre del 1938 fu trasferito a Buchenwald, dove fece parte del comitato clandestino di resistenza e dove scrisse ancora alcuni testi teatrali. E a Buchenwald Jura Soyfer morì di tifo il 16 febbraio del 1939, ucciso dalla stupidità e dalla crudeltà degli uomini così bene descritta nelle sue opere.
In weiter Ferne sind verblasst
Die Sterne, unsre Brüder.
Als eine bleiern graue Last
Senkt sich der Himmel nieder.
Der Mensch erwacht in seinem Leid
Zum Mord und zum Gebete.
Der Atem einer kranken Zeit
Geht keuchend durch die Städte.

Steh auf im Schein des kargen Lichts,
Du Lump auf fremder Schwelle!
Steh auf und geh und hoffe nichts,
Der Himmel wird nicht helle.
Das wird ein Armeleutetag
Voll Schweiß und Blut und Tränen.
Das wird ein Tag vom alten Schlag,
Nicht der, den wir ersehnen.

Nicht der, der uns im Traum erschien,
Gekrönt von hundert Sonnen,
Da blühend stand im ew'gen Grün
Die Welt, die wir gewonnen.
Den Ranzen pack und troll dich sacht,
Schon nahen die Gendarmen!
Verbirg, verbirg den Traum der Nacht,
Den lichten Traum der Armen.

envoyé par Bernart Bartleby - 7/5/2020 - 20:27



Langue: italien

Traduzione italiana di Laura Masi, da "Jura Soyfer, Teatro. Vol I" (contiene: "La fine del mondo" - "Edi Lechner guarda in Paradiso" - "Astoria"), a cura di Hermann Dorowin (edizione con testo originale a fronte), Morlacchi editore, Perugia, 2011.
QUANDO IL CIELO DIVENTA GRIGIO

In lontananza sono impallidite
Le stelle, nostre sorelle
Cala il cielo
Come un grigio fardello di piombo.
Si desta l'uomo nel dolore
Per uccidere e per pregare.
Il respiro di un tempo malato
La città attraversa affannato.

Alzati al chiarore della fioca luce,
Vagabondo su soglia straniera!
Alzati e va' e non sperare in nulla più,
ll cielo non si schiarirà.
Un giorno per povera gente sarà
Pien di sudore, lacrime e sangue.
Un giorno di vecchio stampo sarà,
Non quello che ansiosi attendiamo.

Non quello che in sogno apparì,
di cento soli coronato,
In cui il mondo da noi conquistato
In eterno verde in fiore splendeva.
Afferra il tuo zaino e vai via pian piano,
Già son vicini i poliziotti!
Nascondi, nascondi il sogno della notte,
Il sogno dei poveri illuminato.

envoyé par B.B. - 7/5/2020 - 20:29


[...] Al suo rientro in Austria, Soyfer riprende subito la lotta contro le varie minacce alla libertà e ai livelli di democrazia raggiunti, subordinando tutta la sua produzione artistica e intellettuale a questa militanza. Oltre ai testi per la «Arbeiter Zeitung» comporrà delle Bild-Wort-Satiren, cioè poesie satiriche abbinate a delle fotografie a mo' di commento, un moderno genere di emblema, già usato da Majakovskij nelle celebri Finestre della ROSTA (1920), da Karl Kraus in varie glosse della «Fackel» e da Kurt Tucholsky nell'opera Deutschland Deutschland über alles (1929). Queste composizioni, uscite nel corso del 1933 sulla rivista «Kuckuck», prendono spunto da immagini della vita tedesca sotto il nuovo potere nazista, ma anche da raffigurazioni degli slums di New York, della disoccupazione negli Stati Uniti, dei preparativi bellici giapponesi e altri fatti internazionali. Il rapporto fra immagine e testo, ovvero pictura e subscriptio, è quasi sempre ironico ed estraniante, a tratti di esilarante comicità, laddove ridicolizza i notabili e potentati nazisti nella loro rozzezza e goffaggine, a tratti invece di tragica serietà. Sotto l'immagine di una folla festante col braccio alzato per il "saluto tedesco" leggiamo, tra l'altro, i versi:



Deutschland, Deutschland, du rufst "Heil!"
Weißt du auch warum?
[...]
Sie machten dich dumm, sie machten dich blind
Sie logen dir ins Gesicht.
Du ließest sie siegen. Die Knechtschaft beginnt.
Blutige Jahre werden vergehen, Dann wirst du alles verstehen.




Germania, Germania, tu gridi ''Heil!"
Sai almeno perché?
[...]
Ti hanno fatta fessa, ti hanno fatta cieca
Ti hanno mentito in faccia.
Li hai fatti vincere. Ora inizia la schiavitù.
Anni sanguinosi passeranno, Poi comprenderai tutto.

Jura Soyfer, 1933.

Traduzione italiana di Laura Masi, da "Jura Soyfer, Teatro. Vol I" (contiene: "La fine del mondo" - "Edi Lechner guarda in Paradiso" - "Astoria"), a cura di Hermann Dorowin (edizione con testo originale a fronte), Morlacchi editore, Perugia, 2011.

B.B. - 10/5/2020 - 17:12




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