A paz, o pão, habitação, saúde, educação...
A paz, o pão, habitação, saúde, educação...
Viemos com o peso do passado e da semente
Esperar tantos anos torna tudo mais urgente
e a sede de uma espera só se estanca na torrente
e a sede de uma espera só se estanca na torrente
Vivemos tantos anos a falar pela calada
Só se pode querer tudo quando não se teve nada
Só quer a vida cheia quem teve a vida parada
Só quer a vida cheia quem teve a vida parada
Só há liberdade a sério
quando houver
A paz, o pão
habitação
saúde, educação
Só há liberdade a sério quando houver
Liberdade de mudar e decidir
quando pertencer ao povo o que o povo produzir
quando pertencer ao povo o que o povo produzir
A paz, o pão, habitação, saúde, educação...
Viemos com o peso do passado e da semente
Esperar tantos anos torna tudo mais urgente
e a sede de uma espera só se estanca na torrente
e a sede de uma espera só se estanca na torrente
Vivemos tantos anos a falar pela calada
Só se pode querer tudo quando não se teve nada
Só quer a vida cheia quem teve a vida parada
Só quer a vida cheia quem teve a vida parada
Só há liberdade a sério
quando houver
A paz, o pão
habitação
saúde, educação
Só há liberdade a sério quando houver
Liberdade de mudar e decidir
quando pertencer ao povo o que o povo produzir
quando pertencer ao povo o que o povo produzir
envoyé par Riccardo Venturi - 28/4/2020 - 09:59
Langue: italien
Traduzione italiana / Tradução italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 28-04-2020 10:02
Riccardo Venturi, 28-04-2020 10:02
LIBERTÀ
La pace, il pane, la casa, la salute, l'istruzione...
La pace, il pane, la casa, la salute, l'istruzione...
Siamo venuti portando il peso del passato e la semente
Aspettare tanti anni rende ogni cosa ancor più urgente
e la sete di un'attesa la spegne solo un torrente
e la sete di un'attesa la spegne solo un torrente
Abbiamo vissuto tanti anni parlando a bassa voce
Si può volere tutto solo quando non si è avuto niente
una vita piena la vuole solo chi ha avuto una vita ferma
una vita piena la vuole solo chi ha avuto una vita ferma
Libertà ci sarà davvero
quando ci sarà
La pace, il pane,
la casa
la salute, l'istruzione
Libertà c'è davvero quando ci sarà
La libertà di cambiare e di decidere
quando apparterrà al popolo ciò che il popolo produce
quando apparterrà al popolo ciò che il popolo produce
La pace, il pane, la casa, la salute, l'istruzione...
La pace, il pane, la casa, la salute, l'istruzione...
Siamo venuti portando il peso del passato e la semente
Aspettare tanti anni rende ogni cosa ancor più urgente
e la sete di un'attesa la spegne solo un torrente
e la sete di un'attesa la spegne solo un torrente
Abbiamo vissuto tanti anni parlando a bassa voce
Si può volere tutto solo quando non si è avuto niente
una vita piena la vuole solo chi ha avuto una vita ferma
una vita piena la vuole solo chi ha avuto una vita ferma
Libertà ci sarà davvero
quando ci sarà
La pace, il pane,
la casa
la salute, l'istruzione
Libertà c'è davvero quando ci sarà
La libertà di cambiare e di decidere
quando apparterrà al popolo ciò che il popolo produce
quando apparterrà al popolo ciò che il popolo produce
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Parole e musica / Letra e música / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Sérgio Godinho
Album / Albumi: À queima roupa
1974: in una breve canzone scritta all'immediato indomani della fine di una lunga dittatura, Sérgio Godinho enumera alcune semplicissime cose che formano la vera Libertà per un popolo. Era una dittatura fascista durata quasi cinquant'anni (quarantotto, per la precisione), e -pur con il rispetto che provo in generale per gli storici (non tutti, debbo dire)- non capisco, e non voglio capire, tutte le “sottili distinzioni” relative alla dittatura portoghese: “dittatura reazionaria più che fascista”, “dittatura autoritaria” (si è mai vista una dittatura non autoritaria?), “dittatura colonial-clericale”, “dittatura corporativista” e via discorrendo. Terminò, si pensì un po', un venticinque d'aprile. In generale, dei venticinque d'aprile io tendo ad occuparmene qualche giorno prima o qualche giorno dopo. Di una dittatura fascista mi piace molto, ad esempio, parlarne un ventotto d'aprile, lietissimo e seminale anniversario di quel giorno del '45 l'iniziatore del fascismo fu messo al muro e fucilato insieme alla ganza (in questi giorni si direbbe “affetto stabile”). Insorgeranno senz'altro tutta una serie di anime belle, di “sinceri democratici”e di figliocci sia dell'Appeso-per-i-piedi (peccato che non lo abbiano appeso per i coglioni assieme ai suoi compari), sia degli Almirante, delle deputate labbrone e dei Giampaoli Panza; e chi se ne frega. Quest'anno, come si sa, il 25 aprile si è svolto, in Italia come in Portogallo, senza cortei, senza manifestazioni, senza niente. Si è svolto in videoconferenza e sui “social”, un po' da qualche terrazzo, tetto o finestra, un po' di “Belle Ciao” ed altre canzoni della Resistenza declinate in ogni forma audiovisuale, singola o (virtualmente) collettiva, e regolarmente offese, sbeffeggiate e sputate addosso da fior di fascistoni e fascistelli (e, molto spesso, da fior di fascistone e fascistelle; c'è anche chi vuole i cecchini a sparare). In Portogallo, Sérgio Godinho ha ricantato questa canzone da casa sua il 24 aprile scorso, quattro giorni fa, in quarantena, confinato come tutti agli arresti domiciliari. Dopo un decennio di esilio, nel 1974, era tornato nel suo paese che si apriva alla Libertà, e ne aveva enumerato i pochi princìpi autentici; risuonano ancor più forte oggi, quarantasei anni dopo, settantacinque anni dopo, e senza proprio nessuna “memoria condivisa”. [RV]