Cinque secoli fa
venne Diego Cao
con la sua flotta venne Diego Cao (Diego Cao!)
sul grande fiume Congo, Diego Cao (Diego Cao!)
vincendo la corrente, Diego Cao (Diego Cao!)
e il grande fiume nero, Diego Cao (Diego Cao!)
trovò uomini in pace
gente semplice
incontrò
trovò
gente di campo
caccia e pesca
in libertà.
Indossavan rame e ferro
questo vide Diego Cao
per ami, lance e frecce
questo vide Diego Cao
Avevano però monili d’oro in quantità
e stuoie con l’argento trapuntate in quantità
e bestie pascolavano nei campi sterminati
ed erano migliaia in libertà.
Alla sua gente, Diego Cao
anche a lui stesso, Diego Cao
tutto questo, Diego Cao,
piacque abbastanza, Diego Cao
Furono ospitati
(con amicizia)
furono accolti
(con amicizia)
furono trattati
(con amicizia)
furon rispettati
(con amicizia)
… e bontà.
E subito, in cambio
sui colli di Cabinda
un primo forte armato
piantarono giù.
Cinque secoli fa
venne Diego Cao
con la sua flotta scese Diego Cao (Diego Cao!)
su quelle ricche coste, Diego Cao (Diego Cao!)
passò di porto in porto, Diego Cao (Diego Cao!)
nel continente nero, Diego Cao (Diego Cao!)
il credo lusitano
in quella gente inculcò
cerco d’infonder loro
nuova spiritualità.
E allora, senza indugio, una nave, Diego Cao
spedì alla Lusitania che aspettava, Diego Cao
e nella nave c’erano ricchezze e rarità
e cento, cento neri, come bestie, messi là.
Così la Lusitania
ben capì
quanto rendeva
diffondere laggiù
la civiltà.
Alla sua gente, Diego Cao
anche a lui stesso, Diego Cao
tutto questo, Diego Cao
piacque moltissimo, Diego Cao.
Ebbero incontri
(con amicizia)
ebbero accoglienze
(con amicizia)
ebbero onori
(con amicizia)
ebbero ancora
solo amicizia
… e bontà.
E subito, in cambio
vicino a Luanda,
un secondo forte armato
piantarono giù!
Cinque secoli fa
venne Diego Cao
con la sua flotta venne Diego Cao (Diego Cao!)
tra il Congo ed il Cunini, Diego Cao (Diego Cao!)
la fede diffondendo, Diego Cao (Diego Cao!)
nel grande mondo nero, Diego Cao (Diego Cao!)
rubò idoli d’oro
profanò templi e città
lasciò lutti e rovine
sangue, morte e crudeltà.
E adesso ormai migliaia di quei negri, Diego Cao
assieme a ogni ricchezza che trovava, Diego Cao
mandava alle sue navi senza sosta né pietà
in quelle stive accumulava con brutalità.
Svuotò così villaggi
e quella terra inaridì
ma poi furon milioni
in schiavitù.
Alla sua gente, Diego Cao
anche a lui stesso, Diego Cao
tutto questo, Diego Cao
piacque ancor di più, Diego Cao.
Non furon più accolti
(con amicizia)
non furon più ospitati
(con amicizia)
non furon più trattati
(con amicizia)
non furon rispettati
(con amicizia)
… né bontà.
E fu così
che a quella gente
che solo la fiducia aveva offerto
Diego Cao insegnò un odio
che non si spense mai più!
venne Diego Cao
con la sua flotta venne Diego Cao (Diego Cao!)
sul grande fiume Congo, Diego Cao (Diego Cao!)
vincendo la corrente, Diego Cao (Diego Cao!)
e il grande fiume nero, Diego Cao (Diego Cao!)
trovò uomini in pace
gente semplice
incontrò
trovò
gente di campo
caccia e pesca
in libertà.
Indossavan rame e ferro
questo vide Diego Cao
per ami, lance e frecce
questo vide Diego Cao
Avevano però monili d’oro in quantità
e stuoie con l’argento trapuntate in quantità
e bestie pascolavano nei campi sterminati
ed erano migliaia in libertà.
Alla sua gente, Diego Cao
anche a lui stesso, Diego Cao
tutto questo, Diego Cao,
piacque abbastanza, Diego Cao
Furono ospitati
(con amicizia)
furono accolti
(con amicizia)
furono trattati
(con amicizia)
furon rispettati
(con amicizia)
… e bontà.
E subito, in cambio
sui colli di Cabinda
un primo forte armato
piantarono giù.
Cinque secoli fa
venne Diego Cao
con la sua flotta scese Diego Cao (Diego Cao!)
su quelle ricche coste, Diego Cao (Diego Cao!)
passò di porto in porto, Diego Cao (Diego Cao!)
nel continente nero, Diego Cao (Diego Cao!)
il credo lusitano
in quella gente inculcò
cerco d’infonder loro
nuova spiritualità.
E allora, senza indugio, una nave, Diego Cao
spedì alla Lusitania che aspettava, Diego Cao
e nella nave c’erano ricchezze e rarità
e cento, cento neri, come bestie, messi là.
Così la Lusitania
ben capì
quanto rendeva
diffondere laggiù
la civiltà.
Alla sua gente, Diego Cao
anche a lui stesso, Diego Cao
tutto questo, Diego Cao
piacque moltissimo, Diego Cao.
Ebbero incontri
(con amicizia)
ebbero accoglienze
(con amicizia)
ebbero onori
(con amicizia)
ebbero ancora
solo amicizia
… e bontà.
E subito, in cambio
vicino a Luanda,
un secondo forte armato
piantarono giù!
Cinque secoli fa
venne Diego Cao
con la sua flotta venne Diego Cao (Diego Cao!)
tra il Congo ed il Cunini, Diego Cao (Diego Cao!)
la fede diffondendo, Diego Cao (Diego Cao!)
nel grande mondo nero, Diego Cao (Diego Cao!)
rubò idoli d’oro
profanò templi e città
lasciò lutti e rovine
sangue, morte e crudeltà.
E adesso ormai migliaia di quei negri, Diego Cao
assieme a ogni ricchezza che trovava, Diego Cao
mandava alle sue navi senza sosta né pietà
in quelle stive accumulava con brutalità.
Svuotò così villaggi
e quella terra inaridì
ma poi furon milioni
in schiavitù.
Alla sua gente, Diego Cao
anche a lui stesso, Diego Cao
tutto questo, Diego Cao
piacque ancor di più, Diego Cao.
Non furon più accolti
(con amicizia)
non furon più ospitati
(con amicizia)
non furon più trattati
(con amicizia)
non furon rispettati
(con amicizia)
… né bontà.
E fu così
che a quella gente
che solo la fiducia aveva offerto
Diego Cao insegnò un odio
che non si spense mai più!
envoyé par Bernart Bartleby - 22/4/2020 - 20:42
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Parole di Giorgio Strehler
Musica di Fiorenzo Carpi
Adattamento italiano de "Gesang vom lusitanischen Popanz: Nacht mit Gästen", opera teatrale del drammaturgo tedesco Peter Weiss, 1965-1967, tradotta originariamente nel 1968 da Giovanni Magnarelli e pubblicata da Einaudi con il titolo "Cantata del fantoccio lusitano: notte con ospiti".
Nell'adattamento di Strehler lo spettacolo assunse il titolo de "Cantata di un mostro lusitano"
Testo trovato su LyricWiki e verificato all'ascolto.
Il mostro lusitano è il Portogallo colonialista, impersonato da Diogo Cão, o Diégo Caô (1450-1486), esploratore cui si deve l'inizio della colonizzazione portoghese dei paesi dell'Africa occidentale, l'Angola in particolare, una dominazione feroce – come peraltro tutte le altre altre - che si sarebbe conclusa solo mezzo millennio più tardi, con la Rivoluzione del 1974.
Diégo Caô, al soldo della corona portoghese, disseminò le terre che si affacciavano sull'Atlantico e lungo il fiume Congo, di padrões, letteralmente padroni, grandi cippi di pietra sormontati da una grande croce in ferro, con le insegne portoghesi, per affermare la sovranità su terre di cui erano sovrani altri popoli... Questo era il costume delle potenze europee all'epoca... Oggi, dopo centinaia di anni di predazioni, i colonialisti vecchi e nuovi non usano più i padrões ma le società multinazionali...