Frozzi 1.
Ascoltando una trasmissione radio “tutta la città ne parla” il 5/3/20, Pietro del Soldà cita una “nostalgia del corpo” che coglierebbe gli studenti costretti a seguire via web le lezioni, causa coronavirus.
Nostalgia del corpo
Non vado a scuola. Guardo dallo schermo
La tua lezione di letteratura,
Professoressa Frozzi. Mi cattura
La tua dolcezza, descrivendo “…l’ermo
colle…” che resta eternamente fermo
In questa contingenza, nella pura
azzurra Marca. Cresce l’avventura
di questa peste, mentre stretto al termo
sifone placo i brividi di febbre,
così lontano da te, dalla scuola
statale Pestalozzi. L’anticorpo
risorge tuttavia, frustando l’ebbre
molecole. Ma vola per te sola
la delirante nostalgia del corpo.
Frozzi 2
Lo studente prosegue a casa, grazie a un cellulare, ancora un po’ malato, il percorso didattico. 7/3/20.
L’infinito
Professoressa Frozzi, ancor mi accingo
Col termometro in mano e il cellulare
Ad ascoltarti, pronto a naufragare
Nel mare dove nel pensiero mi fingo.
Ma luminoso nella mano stringo
Il tuo ritratto e lo sento parlare:
Solo per me ti sento raccontare
Del pastore dell’Asia, e mi dipingo
Con te sul dromedario, innamorati
La nelle steppe…poi le solitarie
Conversazioni fanno galoppare
nei mancamenti che il mio corpo seppe,
palpitazioni straordinarie
che l’anima non vuole raccontare.
Frozzi 3
Lo studente, turbato da alcune notizie, mette in relazione i fatti del giorno con lacerti di cultura classica, memore delle lezioni di greco. 9/3
Tragedia greca
Epidemia. Dice il regolamento
Che il primario ogni giorno deve fare
Un’ispezione per verificare
La condizione dell’affollamento:
E se i letti son pieni, e in quel momento
Viene un nuovo paziente da intubare,
Deciderà che letto liberare
per fronteggiare questo nuovo evento.
Professoressa Frozzi, nel frangente
Corrente, ancora Euripide ci mostra
Alcesti, nuovamente rinverdita.
Perché in quell’ospedale, certamente,
Se la mia vita valesse la vostro,
Scambierei come Alcesti la mia vita.
Frozzi 4
Lo studente ha un sogno: e di nuovo torna in una classica cornice il doloroso tema della
Scelta, evocato dalla cronaca. 10/3
Sognando l’Ellade
Ho sognato che in Grecia, ad Epidauro,
In questa epidemia senza confini,
Gli ospedali eran pieni: e che Guccini,
Che era in Grecia a cacciare il Minotauro,
si era ammalato lì: ma che un centauro
Travolgeva diciotto motorini
Mandando in ospedale i ragazzini,
E tra di loro c’era Achille Lauro:
Ma per le leggi di quella città
Quando i letti son pieni va intubato
Il giovane, sia ruvido o cortese:
E per i privilegi dell’età
Quell’oscuro mamozzo fu scambiato
Con l’antico maestro pavanese.
Frozzi 5
Lo studente, ancora febbricitante, si misura col termometro: trentotto. E ascolta certe notizie che vengono dalla fredda Inghilterra. Scrive nel suo diario queste note, pensando alle lezioni della Frozzi sulla letteratura comparata. 13/3
Albione
Dice che ha detto, Il perfido britanno,
Di prepararsi a perdere i parenti
E ci ha lasciati tutti un po’ sgomenti
Come dicesse che li ammazzeranno:
la qual cosa, non è. Navigheranno
la crisi con misure differenti
dalle nostre: son solo più violenti
nel dire cose che già tutti sanno.
Noialtri, di rimando, gli gridiamo
Che la vita val più della moneta,
evocando L’ Enea che nell’esilio
s’accolla padre e figlio. E constatiamo
che ogni popolo canta il suo poeta:
chi Shakespeare, e chi Pascoli e Virgilio.
Frozzi 6
Lo studente ha assistito dal balcone a un concerto apotropaico. Nel contempo, volano in rete immagini dei canali veneziani, limpidi. Memore di una lezione sugli sciamani, le tarantole e il sincretismo, elabora a suo modo. 15/3
Sciamanesimi
Professoressa Frozzi, nei balconi
Oggi si canta, contro quel terribile
Animale, che scivola invisibile
Di notte nelle nostre abitazioni:
Come se questi selvatici suoni,
O la cacofonia indigeribile,
Fermi il serpente: cieco, ma sensibile
All’esorcismo di quelle canzoni.
Passa il Papa nel vuoto, lentamente,
Benedicendo l’ansia dei romani.
Ma se nel nascondiglio misterioso
Ringhia il demone buio e luminoso,
l’acqua di quei canali Veneziani
Ritorna chiara, azzurra, e trasparente.
Frozzi 7
Lo studente non ha più febbre. Scende in strada e contempla il vuoto, e fa certe riflessioni. 16/3
La bellezza
Professoressa Frozzi, oggi prestissimo
Sono sceso giù in strada: ed era vuota
E l’unico rumore era la nota
Stridente dei gabbiani. Era bellissimo.
Precipitai nel tempo lontanissimo
Della pittura limpida e devota
Di Raffaello. Lentamente nuota
L’obelisco nel cielo leggerissimo.
Sono queste le piazze di De Chirico
Immobili tra il mare e la campagna
Dentro l’azzurro limpido dei venti:
Risorge nel silenzio metafisico
La bellezza, terribile compagna
Dell’Italia di principi e pezzenti.
Frozzi 8
Lo studente ha letto delle pagine di storia e altre di fisica. Riflette come può su quello che ascolta dire in televisione. 17/3
La guerra
Professoressa,, il popolo oggi chiede
dopo la morte, la resurrezione,
Nel ciclo penitenza – salvazione
Del comprovato schema della fede.
L’anima, per la legge di Archimede,
Quanto più si sprofonda in reclusione
Tanto piu risalendo si dispone
Alla gioia che avrà come mercede.
Ci sveglieremo diversi e migliori
Nel paradiso degli apericena,
Discutendo di un mondo più civile?
O saremo travolti dai furori
Della marmaglia feroce ed oscena?
In America comprano fucili.
Ascoltando una trasmissione radio “tutta la città ne parla” il 5/3/20, Pietro del Soldà cita una “nostalgia del corpo” che coglierebbe gli studenti costretti a seguire via web le lezioni, causa coronavirus.
Nostalgia del corpo
Non vado a scuola. Guardo dallo schermo
La tua lezione di letteratura,
Professoressa Frozzi. Mi cattura
La tua dolcezza, descrivendo “…l’ermo
colle…” che resta eternamente fermo
In questa contingenza, nella pura
azzurra Marca. Cresce l’avventura
di questa peste, mentre stretto al termo
sifone placo i brividi di febbre,
così lontano da te, dalla scuola
statale Pestalozzi. L’anticorpo
risorge tuttavia, frustando l’ebbre
molecole. Ma vola per te sola
la delirante nostalgia del corpo.
Frozzi 2
Lo studente prosegue a casa, grazie a un cellulare, ancora un po’ malato, il percorso didattico. 7/3/20.
L’infinito
Professoressa Frozzi, ancor mi accingo
Col termometro in mano e il cellulare
Ad ascoltarti, pronto a naufragare
Nel mare dove nel pensiero mi fingo.
Ma luminoso nella mano stringo
Il tuo ritratto e lo sento parlare:
Solo per me ti sento raccontare
Del pastore dell’Asia, e mi dipingo
Con te sul dromedario, innamorati
La nelle steppe…poi le solitarie
Conversazioni fanno galoppare
nei mancamenti che il mio corpo seppe,
palpitazioni straordinarie
che l’anima non vuole raccontare.
Frozzi 3
Lo studente, turbato da alcune notizie, mette in relazione i fatti del giorno con lacerti di cultura classica, memore delle lezioni di greco. 9/3
Tragedia greca
Epidemia. Dice il regolamento
Che il primario ogni giorno deve fare
Un’ispezione per verificare
La condizione dell’affollamento:
E se i letti son pieni, e in quel momento
Viene un nuovo paziente da intubare,
Deciderà che letto liberare
per fronteggiare questo nuovo evento.
Professoressa Frozzi, nel frangente
Corrente, ancora Euripide ci mostra
Alcesti, nuovamente rinverdita.
Perché in quell’ospedale, certamente,
Se la mia vita valesse la vostro,
Scambierei come Alcesti la mia vita.
Frozzi 4
Lo studente ha un sogno: e di nuovo torna in una classica cornice il doloroso tema della
Scelta, evocato dalla cronaca. 10/3
Sognando l’Ellade
Ho sognato che in Grecia, ad Epidauro,
In questa epidemia senza confini,
Gli ospedali eran pieni: e che Guccini,
Che era in Grecia a cacciare il Minotauro,
si era ammalato lì: ma che un centauro
Travolgeva diciotto motorini
Mandando in ospedale i ragazzini,
E tra di loro c’era Achille Lauro:
Ma per le leggi di quella città
Quando i letti son pieni va intubato
Il giovane, sia ruvido o cortese:
E per i privilegi dell’età
Quell’oscuro mamozzo fu scambiato
Con l’antico maestro pavanese.
Frozzi 5
Lo studente, ancora febbricitante, si misura col termometro: trentotto. E ascolta certe notizie che vengono dalla fredda Inghilterra. Scrive nel suo diario queste note, pensando alle lezioni della Frozzi sulla letteratura comparata. 13/3
Albione
Dice che ha detto, Il perfido britanno,
Di prepararsi a perdere i parenti
E ci ha lasciati tutti un po’ sgomenti
Come dicesse che li ammazzeranno:
la qual cosa, non è. Navigheranno
la crisi con misure differenti
dalle nostre: son solo più violenti
nel dire cose che già tutti sanno.
Noialtri, di rimando, gli gridiamo
Che la vita val più della moneta,
evocando L’ Enea che nell’esilio
s’accolla padre e figlio. E constatiamo
che ogni popolo canta il suo poeta:
chi Shakespeare, e chi Pascoli e Virgilio.
Frozzi 6
Lo studente ha assistito dal balcone a un concerto apotropaico. Nel contempo, volano in rete immagini dei canali veneziani, limpidi. Memore di una lezione sugli sciamani, le tarantole e il sincretismo, elabora a suo modo. 15/3
Sciamanesimi
Professoressa Frozzi, nei balconi
Oggi si canta, contro quel terribile
Animale, che scivola invisibile
Di notte nelle nostre abitazioni:
Come se questi selvatici suoni,
O la cacofonia indigeribile,
Fermi il serpente: cieco, ma sensibile
All’esorcismo di quelle canzoni.
Passa il Papa nel vuoto, lentamente,
Benedicendo l’ansia dei romani.
Ma se nel nascondiglio misterioso
Ringhia il demone buio e luminoso,
l’acqua di quei canali Veneziani
Ritorna chiara, azzurra, e trasparente.
Frozzi 7
Lo studente non ha più febbre. Scende in strada e contempla il vuoto, e fa certe riflessioni. 16/3
La bellezza
Professoressa Frozzi, oggi prestissimo
Sono sceso giù in strada: ed era vuota
E l’unico rumore era la nota
Stridente dei gabbiani. Era bellissimo.
Precipitai nel tempo lontanissimo
Della pittura limpida e devota
Di Raffaello. Lentamente nuota
L’obelisco nel cielo leggerissimo.
Sono queste le piazze di De Chirico
Immobili tra il mare e la campagna
Dentro l’azzurro limpido dei venti:
Risorge nel silenzio metafisico
La bellezza, terribile compagna
Dell’Italia di principi e pezzenti.
Frozzi 8
Lo studente ha letto delle pagine di storia e altre di fisica. Riflette come può su quello che ascolta dire in televisione. 17/3
La guerra
Professoressa,, il popolo oggi chiede
dopo la morte, la resurrezione,
Nel ciclo penitenza – salvazione
Del comprovato schema della fede.
L’anima, per la legge di Archimede,
Quanto più si sprofonda in reclusione
Tanto piu risalendo si dispone
Alla gioia che avrà come mercede.
Ci sveglieremo diversi e migliori
Nel paradiso degli apericena,
Discutendo di un mondo più civile?
O saremo travolti dai furori
Della marmaglia feroce ed oscena?
In America comprano fucili.
envoyé par CCG/AWS Staff - 14/4/2020 - 16:38
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Sonetti di David Riondino
Sonnets by David Riondino