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Contagion OST

Cliff Martinez
Language: Instrumental


Cliff Martinez

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[2011]
Contagion OST
Movie / Film / Elokuva :
Steven Soderbergh
Contagion
Music / Musica / Musique / Sävel:
Cliff Martinez

Egon Schiele ,1912 - Agonie - München, Neue Pinakothek
Egon Schiele ,1912 - Agonie - München, Neue Pinakothek


Il film

Contagion è un film del 2011 diretto da Steven Soderbergh
Una donna americana, tornata a casa, muore per una infezione virale ignota contratta in Cina. È il paziente zero della pandemia. Si scopre che all’origine della trasmissione del virus c’è un pipistrello. Un’ equipe medica della CDC riesce a mettere a punto un vaccino, ma la diffusione della pandemia è molto più rapida della sua produzione e somministrazione. Durante lo stato di emergenza un blogger senza scrupoli, in combutta con una società farmaceutica, annuncia fakes sulla cura basata su un prodotto omeopatico, fingendo di essere guarito dalla patologia che non ha mai contratto. La società farmaceutica specula mentre il blogger vede aumentare i like a dismisura, sinché non viene scoperto e accusato di cospirazione, omicidio e truffa.


Contagion OST: Il film completo
Contagion OST: Complete movie


Dei 31 lungometraggi diretti dal regista Steven Soderbergh questo è l’unico a carattere fantascientifico. Lo sceneggiatore Scott Z. Burns ha collaborato spesso con il regista. Insieme hanno realizzato parecchi film con temi direttamente o indirettamente attinenti all’intelligence. I due naturalmente non hanno il dono della divinazione, ma quello di sapere scegliere le fonti di informazione si. Molto probabilmente si sono avvalsi di esperti di virologia e di disaster sociology.
Da notare che nel film il virologo incaricato delle ricerche è capo del CDC che stabilisce l’adozione di un protocollo che prevede il Livello di Biosicurezza 4.

La colonna sonora complete
Complete Movie Soundtrack




They're calling my flight


Chrysanthemum complex


Placebo



Move away from the table


The birds are doing that


Get off the bus


100 Doses


Affected cities


Bad day to be a rhesus monkey


I'm sick


Get us to the front of the line


Don't tell anyone


Forsythia


It's mutated


Merry Christmas


They didn't touch me


There's nothing in there


Handshake


Bat & Pig


Contagion


Virus e batteri nelle guerre

Nel 1346 l’Orda d’Oro lanciava con le catapulte i cadaveri degli appestati dentro la città di Caffa (l’odierna Feodosia) in Crimea, allora colonia genovese, per infettare gli abitanti con lo Yersinia pestis, il bacillo della peste nera. A diffondere il contagio se ne incaricarono i roditori che, si sa, se ne fregano della quarantena. Attraverso navi e porti, la peste nera dilagò in tutta Europa. Nella sola Europa morirono circa 25 milioni, un terzo della popolazione.
Nel 1763 il feldmaresciallo inglese Jeffrey Amherst colse l’occasione dello scoppio di un’epidemia di vaiolo a Fort Pitt, Pennsylvania, per offrire ad un gran numero di nativi del Delaware del cibo infetto da vaiolo. Le sue truppe distribuirono ai nativi anche delle lenzuola usate da gente infettata.

Durante la seconda guerra mondiale in Cina i militari giapponesi della famigerata Unità 731, articolata in 8 divisioni, gettarono su numerosi obiettivi vestiti, viveri e parassiti infetti. Si stima che 400.000 cinesi morirono di peste bubbonica, antrace e colera. Durante il processo di Chabarovsk nel 1949 gli imputati ammisero di avere infestato la città cinese di Changde con pulci infette provocando un’epidemia di peste.
Tra gli scopi di tale unità, un esemplare incrocio di criminalità, scienza e organizzazione militare, ce ne furono molti altri, tra cui esperimenti mostruosi di vario genere sui prigionieri. I piani della 731 prevedevano anche di scatenare una guerra biologica nel Pacifico, ma non fecero in tempo anche per difficoltà logistiche. Accusati di crimini di guerra quasi tutti la fecero franca.
I sovietici trassero vantaggio dalle informazioni dei criminali scienziati giapponesi, rilasciati pochi anni dopo, per realizzare armi biologiche all’antrace. Analogo e più consistente travaso di informazioni si verificò verso la struttura militare statunitense che cominciò ad occuparsi di guerra biologica dal 1943. Le informazioni degli scienziati della 731 si rivelarono della massima importanza dato che gli Stati Uniti ovviamente non avrebbero potuto condurre esperimenti criminali su esseri umani e su vasta scala. I criminali l’ebbero franca anche da quest’altra parte come ci dicono l’autorevole BBC ed anche l’articolo del Guardian
Chi volesse saperne di più attraverso le immagini può dare un’occhiata al Museo di Harbin

La 731 nella provincia di Jilin, Cina nel 1940 - Foto di Wang Haofei / Rex
La 731 nella provincia di Jilin, Cina nel 1940 - Foto di Wang Haofei / Rex


Nel 2001 ciò che accadde negli Stati Uniti non fu uno scenario di guerra ma si sfiorò la catastrofe dopo la circolazione di lettere all’antrace che infettarono 22 persone e ne uccisero 5.

Virus , immaginario collettivo e Intelligence

Di fatti certi ci sono solo il coronavirus, che per ora non si blocca, ed una mole di implicazioni biologiche, sociali ed economiche enormi, che istintivamente cerchiamo di rimuovere o di rinviare.
Invece bufale, fakes, teorie del complotto rispondono alle attese dell’immaginario collettivo che ha bisogno di colpevoli, di mostri, di untori. Purtroppo chi opera nel campo della comunicazione non sempre ne prende le distanze quando addirittura non se ne fa snodo per un dichiarato “dovere di informazione” ed uno scopo, sottaciuto, di incrementare l’audience. Di fronte a questa infezione sociale virale, subdola quanto i virus di tipo DNA e RNA, poco possono i debunker, quelli che si incaricano di dimostrare la falsità delle notizie con prove e per via scientifica, per quanto si diceva prima. I meccanismi dei fakes sono stati studiati dal sociologo Gérald_Bronner e dal filosofo Francesco Di Iorio.
È circolata la notizia che il virus sarebbe stato “creato in laboratorio, in una forma o in un’altra”. L’ha dichiarato il leader di un partito politico israeliano di opposizione in una trasmissione alla radio militare aggiungendo che Israele è abituato a combattere contro armi biologiche “da tempo immemorabile”. Un altro leader israeliano, stavolta della finanza, si affrettava a precisare che “non ci sono prove” sull’origine militare del virus “ma sappiamo che potrebbe essere così”. Messaggi trasversali e reticenti. Prescindendo dall’onere della prova, ridotto ad optional anche per le democrazie occidentali, sorgono spontanee almeno due domande. Che cosa non ci ha detto l’establishment israeliano, informato dei fatti? Come fa Israele a disporre del know-how per contrastare le armi biologiche in mancanza di un centro di biosicurezza BSL-4 (cfr. più avanti)?
Poi è stato il turno dello statunitense prof. Boyle, accademico noto anche per le sue farneticazioni antisioniste, che dichiara: “Coronavirus, creato in laboratorio, è un'arma da guerra biologica'”.

Le falsità si sarebbe potuto circoscriverle subito se qualche giornalista si fosse preso la briga di consultare un centro di microbiologia o un virologo professionista, oltre a inseguire l’audience. Avrebbe appreso quanto segue:
Negli Stati Uniti i CDC, Centers for Disease Control and Prevention, sono le strutture che, oltre ad altre patologie, fanno fronte alle epidemie. Già a gennaio CDC aveva chiarito source and spread del virus SARS-CoV-2.
La prestigiosa rivista scientifica Nature aveva escluso che il virus fosse stato creato artificialmente in un laboratorio cinese.
L’istituto di virologia di Wuhan è uno dei centri di biosicurezza, BSL-4 /Biosafety level 4 nel mondo, uno dei due centri a livello 4 in Cina.
Anche quest’ultima informazione si può reperire su Wikipedia. La lista aggiornata al 2017 è qui. Nel memo c’è anche un paragrafo dedicato al laboratorio cinese di Wuhan.

A tali dichiarazioni fanno da contraltare le congetture dei social media cinesi con la tesi cospirazionista della responsabilità americana durante i Giochi mondiali militari svoltisi proprio a Wuhan a ottobre 2019. Già che c’erano, hanno inoltre rispolverato gli eventi dell’epidemia di Sars del 2003 (causata anch’essa da un coronavirus) asserendo che l’agente patogeno fu creato dagli Americani contro la Cina, senza però spiegare come mai il 60 % dei morti di Sars furono americani di origine non asiatica.

Appena due giorni fa l’autorevole rivista statunitense Foreign Affairs ha affermato che “né gli Stati uniti né la Cina hanno interesse a mettere in atto armi biologiche” e che “ le diffidenze determinatesi tra i due Paesi nuocciono al contenimento della diffusione del virus”. E tanto basta e avanza per smascherare una gran parte di fakes.

Un passaggio tuttavia merita attenzione: The official China Youth Daily linked a National Institutes of Health–sponsored genetic study in China to the U.S. genetic warfare program. Ci sembra di capire che i risultati delle ricerche in Cina effettuate dalla sezione di genetica del NIH statunitense NHGRI sono stati utilizzati nel settore dello sviluppo di armi genetiche. NHGRI é l’Istituto che ha portato avanti lo studio del genoma umano collaborando con istituti omologhi a livello internazionale. Aggiungiamo che anche la Cina ha un Istituto che compie ricerche sul genoma umano. E’ una multinazionale, la BGI, sede Shenzhen e branches all’estero. Non abbiamo elementi per valutare in un modo o nell’altro la portata dell’affermazione, ma essa dà adito a ragionevoli dubbi che nel settore cruciale della genetica siano presenti molte realtà sottratte al dominio pubblico e su cui gravano silenzi multilaterali (vengono in mente i ladri di Pisa).

In tutto questo bailamme ci saremmo aspettati che, al di là delle accuse e controaccuse, si fosse dato ampio risalto ad una pubblicazione biomedica del 2016 che avrebbe chiarito in gran parte come sono andate le cose. Purtroppo la realtà vera è molto meno intrigante delle fakes. Il pericolo del Covid-19 fu sottostimato da NHI e CDC che sospesero i finanziamenti alle ricerche. Con il senno di poi è facile dire che non dovevano farlo, ma pensiamo a quante migliaia di ricerche non si fanno e non si faranno per mancanza di fondi.

Oltre alla circolazione delle fakes nei social media per catturare l’attenzione del pubblico, occorre far caso al l’uso dell’informazione come strumento di gestione di conflitti, manipolata dai centri che detengono il potere e dalla longa manus dei Servizi. La proliferazione delle informazioni distorte, costruite attorno ad un nucleo di verità in parte riscontrabili, avviene innestando allusioni, affermazioni indirette, tasselli di un mosaico di mezze verità. La disinformazione / disinformation / дезинформация / 虚假信息 è una branca consolidata dell’Intelligence al servizio sia della politica estera che a supporto della politica governativa all’interno di un paese. Chissà se e quando gli analisti daranno contezza delle campagne di disinformazione da coronavirus e delle strategic postures implicate.

Per ora chi volesse riferirsi ad una fonte di informazioni sul coronavirus , degna della massima reputazione a livello internazionale per serietà ed affidabilità può consultare FAS, il sito degli scienziati americani. Non fanno sconti a nessuno. Qualcuno obietterà che la scienza non è neutra, il che è vero, ma il discorso andrebbe lontano. Nei tempi del corona accontentiamoci.

Antivirus-virus, Pace-guerra , Salute-mercato : dual use

La situazione drammatica in atto dovrebbe spingerci a sollecitare azioni volte ad adeguare il controllo del WHO, Organizzazione Mondiale della Salute, sulle ricerche genetiche per escluderne o limitare il più possibile la loro applicazione al campo militare. Il problema è complesso e complicato per il fatto che le biotecnologie possono essere usate per scopi pacifici e militari ad un tempo. Ciò richiama In parte l’impiego del nucleare, se non fosse che al nucleare ci sono alternative, mentre non ce ne sono alle ricerche volte a studiare, prevenire e contrastare la diffusione degli agenti patogeni. Questo è il punto: nessun paese coinvolto ammette di effettuare ricerche e attività di manipolazione genetica a scopo offensivo. A domanda risponderebbero che si tratta di strumenti di difesa o dai virus o da eventuali nemici in grado di fare uso di armi genetiche. (Alzi la mano chi ha mai sentito dire da qualunque governo che quella intrapresa non è una guerra di difesa o umanitaria).
L’acronimo è BW, Biological Warfare. Sul fatto che questo tipo di armi di distruzione di massa esistano nessuno può avere dubbi: si vedano in proposito la relazione dell’Intelligence statunitense del 2019 alla voce Biotechnology pag. 16 e la relazione del 2016, ancora più esplicita, al paragrafo Weapons of Mass destruction, sottoparagrafo Genome Editing pag.9, firmata dall’allora Direttore della National Intelligence, James Clapper. Non diamo i link alle relazioni dato che contengono “US persons information”, ma nulla vieta di citare il paragrafo nella sua interezza. Eccolo:

Genome Editing
Research in genome editing conducted by countries with different regulatory or ethical standards than those of Western countries probably increases the risk of the creation of potentially harmful biological agents or products. Given the broad distribution, low cost, and accelerated pace of development of this dual-use technology, its deliberate or unintentional misuse might lead to far-reaching economic and national security implications. Advances in genome editing in 2015 have compelled groups of high-profile US and European biologists to question unregulated editing of the human germline (cells that are relevant for reproduction), which might create inheritable genetic changes. Nevertheless, researchers will probably continue to encounter challenges to achieve the desired outcome of their genome modifications, in part because of the technical limitations that are inherent in available genome editing systems.


Premesso che numerosi sono i loro meriti, giova anche ascoltare una campanella diversa sui CDC
A parte quelli citati in questi commenti e la Corea del Nord chiamata in causa dagli Stati Uniti, non sappiamo quanti altri Paesi sono coinvolti, e in che misura, nelle problematiche dual use.

Come in altri settori, ma qui ancora di più, si nota la commistione tra ricerca, industria, finanza e apparati militari. Il business della genomica globale oggi vale 17 miliardi US$ . Attualmente si prevede un tasso annuale di crescita del 7,7 % con una proiezione di ricavi di 31 miliardi US$ nel 2027. Tra le multinazionali che si dividono il mercato figurano le società statunitensi Agilent, Bio-Rad, Danaher, General Electric, Thermo Fisher, la società svizzera Hoffman-La Roche, la tedesco-olandese Qiagen acquisita due giorni fa dalla Thermo Fisher e una cinese, la BGI a cui si è accennato.



colonnainfame

"È avvenuto più volte, che anche le buone ragioni abbian dato aiuto alle cattive, e che, per la forza dell'une e dell'altre, una verità, dopo aver tardato un bel pezzo a nascere, abbia dovuto rimanere per un altro pezzo nascosta."

[Manzoni, Storia della colonna infame, cap.7]


[Riccardo Gullotta]

Contributed by Riccardo Gullotta - 2020/3/7 - 18:20


Riccardo Gullotta, una pagina importantissima quella che hai contribuito.
Inquietante.
Il paradosso è che domani, una volta usciti da questa crisi, il mondo sarà ancora più vulnerabile.
Grazie ai social, non occorrerà nemmeno più che un virus esista davvero, accidentalmente o meno, ma basterà "sventolarlo", come un tempo molti facevano con il libretto rosso di Mao Zedong...

Saluti

B.B. - 2020/3/7 - 19:52


@ B.B. aka Bernart Bartleby, aka Saluzzi, ( formerly Alessandro ?)

Grazie dell’apprezzamento. Mi sarebbe piaciuto dedicarmi con know how e strumenti idonei alla ricerca di testi, fatti e informazioni poco noti per metterli in correlazione con metodi non artigianali. Ci vorrebbe ben altro che qualche incursione con la tastiera, un po’ di memoria e il fai da te. Occorrerebbe una padronanza di tecniche per accedere a data base specializzati previo accesso. Se qualcosina viene fuori è forse per qualche conoscenza di base e un surrogato di metodo: sapere che cosa si vuole cercare (sembra una tautologia invece è attività iterativa, faticosa ma stimolante per un ficcanaso insulare e inguaribile) è più importante dell’attrezzatura. Sarebbero tante le piste che meriterebbero l’attenzione.
Sarà per la prossima volta che nasco,….. magari mi farei venire, che so, la voglia di ricercare come utilizzare i block chain per il debunking ossia per mettere a punto vaccini contro i virus delle fakes.
Colgo l’occasione per dirti che rimango spesso piacevolmente sorpreso dei brani che pubblichi per il loro contenuto e per il fatto che non si troverebbero facilmente per altra via.
Ciao

Riccardo Gullotta - 2020/3/7 - 21:47


Già, formerly Alessandro, e Dead End, e The Lone Ranger, e Bartolomeo Pestalozzi, e non mi ricordo più chi altri... Poi mi sono radicato stabilmente in Bernart Bartleby, per affetto di Riccardo Venturi e Gian Piero Testa che mi tennero a battesimo...

Ma sono solo un "copypaster"...

In qualcuna delle tue pagine, come questa, c'è qualcosa di più, a cominciare dall'intuizione.

Saluzzi

B.B. - 2020/3/7 - 22:27


Beh del tutto un "copypaster" non è vero...qualche "tentativo di traduzione" lo hai fatto pure tu, dai...! Ce n'è uno anche da Gaston Couté, che è ben fatto (e il Couté non è propriamente robina per principianti del francese, j'ai perdu ma plume dans le jardin de Maïcol Djecsonne)...

Sono comunque perfettamente d'accordo sulle pagine e sulle intuizioni di Riccardo Gullotta, ed è per questo che, quando vedo una sua pagina, mi affretto a rimetterla a posto perché si tratta di pagine complesse. Grazie a tutti e due, sinceramente.

Riccardo Venturi - 2020/3/8 - 01:27




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