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Non omnis moriar

Zuzanna Ginczanka
Language: Polish


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[1942]
Versi di Zuzanna Ginczanka, nata Zuzanna Polina Ginzburg (1917-1945), poetessa ebrea polacca, arrestata, imprigionata, torturata e fucilata dai nazisti a Cracovia nel gennaio del 1945
Messi in musica dal compositore inglese Tony Wakeford ‎nel suo album "Not All Of Me Will Die", pubblicato nel 2009 (Il testo è nella traduzione inglese di Nancy Kassell ed Anita Safran)
Testo polacco reperito qui

Zuzanna Ginczanka


Non conoscevo affatto l'esistenza di questa poetessa, che pare essere stata una delle più importanti nella Polonia degli anni 30 e 40.
Non sapendone molto, mi limito qui a rimandare ad un paio di pagine a lei dedicate: Un'anima e tre ali – Il blog di Paolo Statuti e Polonicult, oltre alla pagina di en.wikipedia citata in biografia. La regista Mary Mirka Milo le ha dedicato un documentario intitolato La poesia spezzata

I versi che seguono sono tra i suoi più famosi, e raccontano di quando nel 1942, a Lvov, tale Zofja Chomin, portinaia del palazzo dove Zuzanna Ginczanka abitava, la denunciò agli occupanti nazisti. Zuzanna fu arrestata ma riguadagnò quasi subito la libertà, forse perchè i suoi amici riuscirono a corrompere le guardie. Si trasferì col marito a Cracovia, sotto false identità, ma anche lì la situazione era pericolosissima e nel 1944 entrambi, benchè per ragioni di sicurezza si fossero risolti a non vivere nello stesso rifugio, caddero nelle grinfie di nazisti. Prima lui, in seguito all'arresto di un amico, poi lei, ancora una volta grazie alla delazione di qualche vicino.
Detenuta e torturata nella prigione di Montelupich, fu poi trasferita in quella di Kraków-Podgórze, in via Czarnieckiego, dove venne assassinata pochi giorni prima della liberazione di Cracovia, avvenuta il 18 gennaio 1945.
Non omnis moriar - moje dumne włości,
Łąki moich obrusów, twierdze szaf niezłomnych,
Prześcieradła rozległe, drogocenna pościel
I suknie, jasne suknie pozostaną po mnie.

Nie zostawiłam tutaj żadnego dziedzica,
Niech więc rzeczy żydowskie twoja dłoń wyszpera,
Chominowo, lwowianko, dzielna żono szpicla,
Donosicielko chyża, matko folksdojczera.

Tobie, twoim niech służą, bo po cóżby obcym.
Bliscy moi - nie lutnia to, nie puste imię.
Pamiętam o was, wyście, kiedy szli szupowcy,
Też pamiętali o mnie. Przypomnieli i mnie.

Niech przyjaciele moi siądą przy pucharze
I zapiją mój pogrzeb i własne bogactwo:
Kilimy i makaty, półmiski, lichtarze -
Niechaj piją noc całą, a o świcie brzasku
Niech zaczną szukać cennych kamieni i złota
W kanapach, materacach, kołdrach i dywanach.

O, jak będzie się palić w ręku im robota,
Kłęby włosia końskiego i morskiego siana,
Chmury prutych poduszek i obłoki pierzyn
Do rąk im przylgną, w skrzydła zmienią ręce obie;

To krew moja pakuły z puchem zlepi świeżym
I uskrzydlonych nagle w aniołów przemieni.

Contributed by Bernart Bartleby - 2020/2/6 - 22:16




Language: Italian

Traduzione italiana e note di Paolo Statuti
NON OMNIS MORIAR

Non omnis moriar – i miei fieri beni,
I prati delle mie tovaglie, i saldi armadi,
Gli ampi lenzuoli, le coperte preziose
E gli abiti resteranno dopo di me.

Non ho lasciato qui nessuna eredità,
Le semitiche cose il tuo fiuto rintracci,
Chominowa (1), audace moglie di una spia,
Delatrice svelta, madre di un folksdojcz (2).

Siano utili a te e ai tuoi, non ad estranei.
Voi miei cari – non sono parole vuote.
Vi ricordo, e quando arrivarono gli szupo (3),
Anche voi vi siete ricordati di me.

Che i miei amici siedano con le coppe alzate
E brindino al mio funerale e a ciò che avranno:
Kilim e arazzi, piatti, candelabri –
Bevano tutta la notte, e all’ultima stella
Comincino a cercare gioielli e oro
Nei divani, materassi, sotto i tappeti.

Oh, come lavoreranno bene e in fretta,
Nugoli di crine di cavallo e di fieno,
Nuvole di cuscini e piumini squarciati,
Le mani piumose diventeranno ali;

Il mio sangue la stoppa e le piume incollerà
E così alati in angeli si muteranno.
(1) Chominowa – Zofia Chominowa, proprietaria dell’edificio dove abitava Zuzanna Ginczanka, durante il suo soggiorno a Lwów negli anni 1939-1942. La Chominowa e suo figlio Marian furono accusati di delazione nei confronti della poetessa. Nel processo svoltosi a Varsavia a novembre del 1948, Marian Chomin fu assolto. Zofia Chominowa invece fu condannata a quattro anni di reclusione.

(2) folksdojcz – durante l’occupazione hitleriana era così chiamata una persona di origine tedesca (spesso non vera), la quale godeva di vari privilegi, rispetto alla restante popolazione polacca.

(3) szupowcy (in tedesco Schutzpolizei) – funzionari della polizia tedesca destinati alla "pacificazione" delle popolazioni nei paesi occupati.

Contributed by B.B. - 2020/2/6 - 22:21


Un paio di note.

La prima sul titolo (e sul primo verso): è in latino ("non morirò del tutto") e proviene dall'Ode III, 30, 6 di Orazio:

Non omnis moriar multaque pars mei
vitabit Libitinam

"Non morirò del tutto; una gran parte di me
eviterà la Morte"


Il poeta si riferisce alla sua stessa opera poetica, convinto che essa sarebbe sopravvissuta nei secoli alla sua morte; concetto espresso peraltro, nella medesima ode (III, 30, 1) con un'altra celeberrima locuzione: Exegi monumentum aere perennius ("Ho eretto un monumento più duraturo del bronzo"). Evidentemente, la sua convinzione di essere diventato immortale era esatta.

La seconda riguarda le rzeczy żydowskie che Paolo Statuti rende con "semitiche cose". Secondo me, però, bisogna avvertire che la poetessa dice proprio, in polacco: "cose ebree, cose giudee".

Riccardo Venturi - 2020/2/7 - 06:21




Language: English

Traduzione inglese di Nancy Kassell ed Anita Safran, AGNI magazine, Boston University, 2008.
NON OMNIS MORIAR

Non omnis moriar. My grand estate—
Tablecloth meadows, invincible wardrobe castles,
Acres of bedsheets, finely woven linens,
And dresses, colorful dresses—will survive me.

I leave no heirs.
So let your hands rummage through Jewish things,
You, Chomin’s wife from Lvov, you mother of a volksdeutscher.
May these things be useful to you and yours,
For, dear ones, I leave no name, no song.
I am thinking of you, as you, when the Schupo came,
Thought of me, in fact reminded them about me.

So let my friends break out holiday goblets,
Celebrate my wake and their wealth:
Kilims and tapestries, bowls, candlesticks.
Let them drink all night and at daybreak
Begin their search for gemstones and gold
In sofas, mattresses, blankets and rugs.

Oh how the work will burn in their hands!
Clumps of horsehair, bunches of sea hay,
Clouds of fresh down from pillows and quilts,
Glued on by my blood, will turn their arms into wings,
Transfigure the birds of prey into angels.

Contributed by B.B. - 2020/2/7 - 09:25




Language: Italian

Traduzione italiana di Alessandro Amenta, da "Zuzanna Ginczanka. Un viavai di brumose apparenze. Poesie Scelte", Austeria 2011.
NON OMNIS MORIAR

Non omnis moriar, i miei possedimenti,
Prati di tovaglie, roccaforti di armadi,
Distese di lenzuola, preziosa biancheria
E vesti, vesti chiare mi sopravviveranno.

Non lascio alcun erede, che la tua mano frughi
Tra le mie cose ebree, signora Chominowa,
Donna di Leopoli, prode moglie di una spia,
Lesta delatrice, madre di un Volksdeutscher.

Adesso sono tue, perché lasciarle a estranei.
Questo non è un liuto, e neanche un nome vuoto.
Io vi rammento bene, come anche voi di me
Vi siete ricordati quando è giunta la Gestapo.

Alzate in alto i calici e brindate cari amici
Al mio di funerale e alla vostra di ricchezza:
Kilim e tappetini, vassoi e candelabri.
Bevete tutta la notte e poi sul far del giorno
Mettetevi a cercare pietre preziose e oro
In divani e materassi, coperte e scendiletto.

Lavorerete svelti e vi darete un gran da fare.
Ciocche di crine di cavallo e di fieno marino,
Nugoli di cuscini e di piumini squarciati
Vi si attaccheranno alle braccia mutandole in ali;

Il mio sangue incollerà la stoppa con le piume
E così alati d'un tratto in angeli vi trasformerà.

Contributed by B.B. - 2020/2/7 - 09:32




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