Contributed by Riccardo Gullotta - 2019/12/28 - 23:36
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The Patrol
Movie / Film / Elokuva :
Stanley Kubrik
Paths of Glory / Orizzonti di gloria / Les Sentiers de la gloire / Kunnian polut
Music / Musica / Musique / Sävel:
Gerald Fried
Performed by / Esecuzione / Interprétée par / Laulavat:
Filharmonici města Prahy / The City of Prague Philharmonic Orchestra
Il titolo del film
Stanley Kubrik fu il regista e sceneggiatore di Paths of Glory, noto in Italia con il titolo Orizzonti di gloria , che si rifà al romanzo omonimo del canadese Humphrey Cobb, pubblicato nel 1935. Cobb lesse in un giornale la notizia della riabilitazione di quattro caporali di Souain e pensò di farne un romanzo prendendo come titolo quello del quadro del pittore inglese Christopher Richard Wynne Nevinson,che aveva voluto fissare così le sue vicissitudini sul fronte francese dove aveva prestato servizio sulle ambulanze. La tela si trova all’ Imperial War Museum di Londra. A sua volta Nevinson si era ispirato alla nona strofa del poema Elegy written in a country churchyard di Thomas Gray, poeta inglese del Settecento , questa:
The boast of heraldry, the pomp of pow'r,
And all that beauty, all that wealth e'er gave,
Awaits alike th' inevitable hour.
The paths of glory lead but to the grave.
Il soggetto del film
Durante la Prima Guerra Mondiale, i soldati francesi ricevono l’ordine di assaltare una roccaforte tedesca, il «Formicaio», praticamente inespugnabile. L’attacco non solo fallisce ma causa ingenti perdite. Un terzo dei soldati rifiuta di continuare a farsi macellare. Il generale Mireau intende reprimere con fermezza l’insubordinazione e attribuire la responsabilità dell’accaduto alla codardia delle truppe. Tre soldati scelti , non del tutto a caso, sono portati di fronte alla Corte Marziale. Il colonnello Dax, interpretato da Kirk Douglas, assume la difesa dei suoi tre sottoposti, ma non può evitare la sentenza di morte. Nella parte finale i soldati francesi in libera uscita stanno assistendo in una locanda all’esibizione di una ragazza tedesca piuttosto disorientata. Quando inizia a cantare una nenia , Der treue Husar / l’Ussaro fedele, i soldati passano dagli schiamazzi e grossolanità iniziali alla commozione e allo struggimento che accomuna tutti. Dax ascolta dall’esterno, riceve l’ordine di tornare al fronte, ma ordina di attendere la fine dell’intrattenimento prima di richiamare i soldati a combattere.
Il romanzo e il film si ispirarono al caso dei caporali di Souain. La scena finale invece riporta all’atmosfera della tregua di Natale del 1914.
Il film dopo l’uscita
In Francia il film fu censurato. L’esercito francese nel ’58 fece grandi pressioni sul distributore, la United Artists,per impedire la distribuzione in Francia. Uscì nelle sale francesi nel 1975 con il titolo Les Sentiers de la gloire.
In Svizzera il film fu censurato sino al 1970 in quanto ritenuto offensivo della Francia, del suo sistema giudiziario e dell’esercito francese.
In Spagna fu proiettato per la prima volta nel 1986 con il titolo Senderos de gloria . Franco, ma anche il regime successivo, l’aveva bloccato.
In Germania fu ritirato dal Festival del cinema di Berlino per non urtare la Francia. Fu proiettato dal 1960 con il titolo Wege zum Ruhm.
In tutti gli ambienti militari statunitensi, sia sul suolo americano che all’estero, ne fu a lungo proibita la visione.
Fu censurato anche in Israele mentre in Gran Bretagna, Nuova Zelanda ed Australia furono tagliate alcune scene sulla esecuzione di uno dei condannati.
In Italia il film fu proiettato subito, nel 1957. Vinse nel 1959 il Nastro d’argento alla regia.
Perthes-lès-Hurlus era un tranquillo villaggio della Marna. Contava 156 abitanti nel 1914. Fu abbandonato sotto l’avanzata dell’esercito tedesco. Completamente distrutto si trasformò in una ghost-town. Il comune fu soppresso e associato al vicino Souain che oggi si chiama infatti Souain-Perthes-lès-Hurlus. Ma non è questo il motivo principale per cui Souain viene ricordato. A Souain ebbe luogo uno dei casi più gravi di ingiustizia militare perpetrata nell’esercito francese.
Il 10 Marzo 1915 la 21^ compagnia del 336° reggimento di poilus/ pelosi, (termine allora in voga per i fanti francesi con barba e baffi folti) aveva subito perdite ingenti a Perthes-lès-Hurlus, falciati dal fuoco intenso delle mitragliatrici tedesche, senza alcun risultato. La compagnia ricevette l’ordine di tentare un altro attacco alla baionetta alle trincee nemiche. Alla situazione già insostenibile si aggiungeva il fuoco martellante degli obici francesi che per errore colpivano le trincee francesi e producevano solchi profondi nel terreno d’attacco. Uscire dalla trincea significava morte certa all’istante. Demoralizzati, i fanti si rifiutarono.
Il generale di brigata Géraud Réveilhac esige una punizione esemplare.
Il 15 Marzo sei caporali e 18 soldati sono arrestati e accusati di rifiuto d’obbedienza di fronte al nemico. Il 16 Marzo si riunisce la corte marziale. Il verdetto proscioglie i 18 fanti data l’arbitrarietà della selezione e 2 caporali che , per la loro posizione lontana, non avevano potuto sentire l’ordine di attacco. Quattro caporali vengono condannati a morte. Fanno appello alla grazia , ma il generale, temendo che sarebbe stata accordata, ordina l’esecuzione due ore prima dell’arrivo della comunicazione. I quattro caporali Lucien Lechat, Louis Lefoulon, Louis Girard, Théophile Maupas vengono fucilati il pomeriggio del 17 Marzo 1914. Due ore dopo arriva l’ordine del Comando Generale di commutare la sentenza ai lavori forzati.
La vedova Maupas e la sorella di Lechat lottarono a lungo per la riabilitazione dei familiari giustiziati. I loro ricorsi vennero respinti per 19 anni. Organizzarono comitati a livello regionale e nazionale ottenendo anche l’appoggio dei veterani. Nel 1934 la Corte speciale di Giustizia riabilitò i quattro caporali. Le loro famiglie ricevettero un franco simbolico come risarcimento.
Ciò che viene passato in sordina
Dopo il rifiuto della compagnia di uscire all’attacco, il generale Géraud Réveilhac ordinò all’artiglieria della sua divisione di bombardare la trincea della compagnia per costringere le truppe all’assalto. Il colonnello Raoul Bérubé rifiutò di eseguire l’ordine, esigendo una disposizione scritta, che Réveilhac non produsse. Avrebbe anche pronunciato nella sua deposizione alla Corte marziale : “E’ un assassinio…” Fu messo in disparte da Réveilhac e costretto al congedo dall’esercito nel 1916. Negli anni seguenti il colonnello non ammise di avere ricevuto l’ordine infame. Attribuì la sua rassegna di dimissioni al ministro a seguito dell’esito negativo di un attacco e per motivi di salute.
Nel 1934 il pacifista Roger Monclin pubblicò il libro Les Damnés de la Guerre, Les Crimes de la justice militaire / I dannati della guerra, I crimini della giustizia militare. Souain è uno dei capitoli di tale opera che ha contribuito molto a mettere in luce le nefandezze del militarismo.
Lascia di stucco anche un altro fatto. Roger Monclin ci dice che il generale Géraud Réveilhac dopo la guerra fu insignito della Legion d’Onore, l’ onorificenza più alta della Repubblica Francese.
[Riccardo Gullotta]