Siamo cene nelle nostre case
sorrisi di convenienza
dopo un veloce sguardo d'intesa
prima di stringere nuove mani
e non è un luogo che ci accomuna
e nemmeno una piazza dove sostare
siam la deriva dei nostri passi
come l'onda sa dove andare
e tra un racconto di vela in mare
ed un buon vino da stappare
ci si conforta della risata
di un altro naufrago da evitare
E' gente strana dice il soldato
alzando il calice deciso
come in una messa di Natale
c'è sempre un figlio da venerare
Giù alla fonda ci sono navi
con pance gonfie da svuotare
un'altra bottiglia signor sensale
dice il questore con voce grave
I posti a tavola son numerati
come un vagone di prima classe
dietro le truppe dopo i maiali
ognuno ha il suo posto dove stare
non si è mai visto maiali e truppe
con il cappello da capotreno
sguaina la spada il colonnello
tra un morso al vento e uno al veleno
che pericolosa folla ingrata
s'asciuga il labbro la marchesa
mentre una mosca vola discreta
sopra la mousse di cioccolato
Ci sono mani per guarire
e altre per accarezzare
troppe piene di fango
a sanguinare
Non c'è futuro senza paura
e la paura piega la schiena
secca la gola, strozza la voce
che si vorrebbe liberare
E ci son mani con penne forti
come gomene di una nave
scrivon parole mirate al cuore
come cecchini sulle strade
Stia tranquillo signor pretore
ho tutto pronto per benedire
la sua ragione, il suo motivo
per intervenire
Tra pochi giorni sarà Natale
auguri e baci e state in pace
un bell'inchino ed un sorriso
si chiuda la porta e via andare
Tra poco le macchine stamperanno
tutto l'inchiostro necessario
per informare anche questo Natale
quali saranno le distanze
sorrisi di convenienza
dopo un veloce sguardo d'intesa
prima di stringere nuove mani
e non è un luogo che ci accomuna
e nemmeno una piazza dove sostare
siam la deriva dei nostri passi
come l'onda sa dove andare
e tra un racconto di vela in mare
ed un buon vino da stappare
ci si conforta della risata
di un altro naufrago da evitare
E' gente strana dice il soldato
alzando il calice deciso
come in una messa di Natale
c'è sempre un figlio da venerare
Giù alla fonda ci sono navi
con pance gonfie da svuotare
un'altra bottiglia signor sensale
dice il questore con voce grave
I posti a tavola son numerati
come un vagone di prima classe
dietro le truppe dopo i maiali
ognuno ha il suo posto dove stare
non si è mai visto maiali e truppe
con il cappello da capotreno
sguaina la spada il colonnello
tra un morso al vento e uno al veleno
che pericolosa folla ingrata
s'asciuga il labbro la marchesa
mentre una mosca vola discreta
sopra la mousse di cioccolato
Ci sono mani per guarire
e altre per accarezzare
troppe piene di fango
a sanguinare
Non c'è futuro senza paura
e la paura piega la schiena
secca la gola, strozza la voce
che si vorrebbe liberare
E ci son mani con penne forti
come gomene di una nave
scrivon parole mirate al cuore
come cecchini sulle strade
Stia tranquillo signor pretore
ho tutto pronto per benedire
la sua ragione, il suo motivo
per intervenire
Tra pochi giorni sarà Natale
auguri e baci e state in pace
un bell'inchino ed un sorriso
si chiuda la porta e via andare
Tra poco le macchine stamperanno
tutto l'inchiostro necessario
per informare anche questo Natale
quali saranno le distanze
Contributed by Dq82 - 2019/11/23 - 16:53
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La Regina
Il racconto - canzone, come Gerbella desidera chiamarlo, costituisce un concept album in undici atti, e narra della reazione del popolo contro un decreto del 1900, che imponeva a Genova la chiusura della Camera del lavoro cittadina, considerata un crocevia del pensiero libertario. La merce del porto di Genova (chiamata appunto La Regina) per cinque giorni non venne più distribuita, e il prefetto fu costretto a ritirare il decreto: un`importante vittoria popolare, anticipatrice di altre forti battaglie sindacali.
L'oligarchia cambia nelle forme e mai nella sostanza