Vanni Scopa: Appunto per gioco
GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCGLangue: italien
Sono felice di vedenti giocare,
di tornare a far l'amore sul prato
di trovare noi due che ci divertiamo
a toccare quel che abbiamo già toccato
Appunto per gioco
quella sera c'era caldo e fu bello
dopo qualche dubbio e qualche incertezza
mi donasti appunto tutta te stessa
che voglia di amarti
Molti anni che aspettavo quel giorno,
astinenza, ma non per vocazione, e
pui l'esplosione
fu fatta una promessa
vivremo fino ai cento
conservando assieme un poco di pazzia
“se hai freddo togli il vestito e arriva il caldo”
sono felice di sentirti cantare
di mangiare insieme un piatto di riso integrale.
Ritrovare noi due che ci divertiamo
a cercare quel che non si può trovare
appunto per gioco.
di tornare a far l'amore sul prato
di trovare noi due che ci divertiamo
a toccare quel che abbiamo già toccato
Appunto per gioco
quella sera c'era caldo e fu bello
dopo qualche dubbio e qualche incertezza
mi donasti appunto tutta te stessa
che voglia di amarti
Molti anni che aspettavo quel giorno,
astinenza, ma non per vocazione, e
pui l'esplosione
fu fatta una promessa
vivremo fino ai cento
conservando assieme un poco di pazzia
“se hai freddo togli il vestito e arriva il caldo”
sono felice di sentirti cantare
di mangiare insieme un piatto di riso integrale.
Ritrovare noi due che ci divertiamo
a cercare quel che non si può trovare
appunto per gioco.
envoyé par Riccardo Venturi - 18/6/2019 - 09:50
Il soprannome " Scopa" non ha nessun riferimento di tipo sessuale ma è dovuto ai capelli. Vanni Landi, infatti aveva, fra la fine degli anni sessanta e l'inizio dei settanta i capelli lunghi, ricci, quasi crespi, di un colore biondo rossiccio e qualcuno ci vide la somiglianza con una scopa di saggina ( oggi quasi cadute in disuso ma un tempo molto popolari) e da lì nacque il soprannome.
Antonio Rosetti - 6/12/2020 - 15:08
Senza tempo noi è una pagina fb ispirata al libro omonimo e dedicata al rock forlivese degli anni sessanta e settanta. Ad essa è collegato l'omonimo canale you tube che contiene circa un centinaio di video.
Senza tempo noi 1964-1979: il rock a Forlì
Senza tempo noi 1964-1979: il rock a Forlì. Gefällt 1.482 Mal. La pagina ha come scopo principale la raccolta e la diffusione di notizie, foto e materiale vario sul rock forlivese degli anni '60 e...
Antonio Rosetti - 6/12/2020 - 15:13
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Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Vanni Landi (“Vanni Scopa”)
Album / Albumi: Movimento
BAZAR B 0771
Giugno 1977
Matrici: MC40-770A/MC40-770B, 31 maggio 1977
In etichetta non c'è indicazione dell'autore del testo delle versioni in italiano delle canzoni di Bob Dylan
Registrazioni effettuate nello studio 2M di Bologna
Missaggi di Annibale Modoni
Copertina di Daniele Giunchi
Sul retro di copertina i testi delle canzoni
e una nota di presentazione firmata da Adler Raffaelli
Fotografie di S. Obino
“In un mondo dove ci sono falsità e veleni, ci sono occhi e battiti vitali che anelano luce e gioia di purezza. Fuori del soffocamento, della prigione e dell'esistenza a una dimensione c'è una libertà che è libertà. È un movimento senza definizioni e senza collocazioni: una situazione che attrae come qualcosa che si ha bisogno di provare.
Ci sono nel mondo nevrosi, delusione da risucchio e da contrazione per atti attesi ma rimasti nelle braccia valide, nel cuore e nel cervello tenuti in riposo.
Un'andatura di suoni e di parole, di gesti e di sogni apre e illumina, libera e conduce fuori, alla libertà e al movimento. Può essere. Lo è, anche. Lo prova Vanni Landi, cioè Scopa. Alla sua voce, al suo strumento egli affida onde che si trasmettono, non come in fluttuazioni istintive o in abbandonata deriva: anzi, piuttosto come in una consapevole elaborazione felice, non affaticata.
Vanni Scopa canta e suona brani di “movimento”, con ispirazione sua, di Ricci e di Dylan, col concorso degli strumenti suoi compagni.
Un incalzare collegato di esperienze, di comunicazioni, di richieste.”
Adler Raffaelli
Vanni Landi, in arte Vanni Scopa, fu attivo sin dai primi anni 70 e, come vedremo nelle bonus tracks, le sue origini vanno ricercate proprio nel campo del rock progressivo. Lo dimostrano i due singoli (con identico lato B), che registrò nel 1972 con gli Hellzapoppin, band della quale fu membro fondatore. Quello che qui presentiamo è il suo primo lavoro come solista, uscito nel 1977 per la piccola etichetta Bazar. L'album si presenta nel miglior modo possibile, grazie alla bellissima copertina dell'artista Daniele Giunchi. Ben 4 sono le cover, tutte di canzoni di Bob Dylan e tutte traslate in italiano con testi che definirei "coerenti", anche se "in etichetta non c'è indicazione dell'autore del testo delle versioni in italiano delle canzoni di Bob Dylan", come riporta il sito della "Discografia Nazionale della Canzone Italiana", organo ufficiale dell'Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi, dalla quale provengono alcune delle informazioni riportate in questo post. Presumo che l'autore in questione potesse essere lo stesso Vanni Landi. Delle quattro cover di Dylan la mia personale preferenza va a "Signori della guerra", rilettura di "Masters of war", davvero convincente anche nella versione di Vanni Scopa. Fra le canzoni inedite si segnalano il cupo blues "Dopoguerra", che apre degnamente il disco, la dolce "Appunto per gioco", le gradevolissime "Alimentazione" e "Chissà perchè", che parlano con linguaggio semplice di grandi problemi. Trovo poi molto interessante l'ultimo pezzo, "Rabbia e Movimento", dove si auspica con ottimismo di una rinascita di quel movimento che fece grandi cose nei seventies ("...E già qualcuno vive di ricordi. Ma stamattina il sole s'è svegliato e nuova luce ancora ha regalato, ha avuto la pazienza d'aspettare che se ne andasse il buio della notte. Così chi ha perso ormai ogni speranza, si guardi attorno e osservi il movimento..."). Interpretazione ancronistica questa, gli eventi lo dimostrarono, come tutti sappiamo, con l'avvento del punk e la definitiva scomparsa del movimento così come era inteso prima. Interessantissimo per approfondire queste tematiche è l'excursus storico effettuato dal nostro amico J.John di John's Classicrock, nell'articolo linkato e nei due successivi che lo completano, intitolati e dedicati proprio al Movimento del 1977.
Verso la Stratosfera
I testi dell'album (tranne 3, 4 e 5 contribuiti da Alberto) sono stati ripresi direttamente dalla fotografia del retro dell'album, passati all'OCR da DQ82 e poi rieditati (eliminando le "tutte maiuscole" e correggendo anche numerosi errori di ortografia che vi sono presenti).
Un ringraziamento particolare a Alberto che, contribuendo per il sito i testi delle traduzioni dylaniane effettuate da Vanni Scopa, ci ha permesso di scoprire questo oltremodo interessante cantautore forlivese e il suo album che qui riproduciamo integralmente. [CCG/AWS Staff]
2. Capelli '67
3. Addio Angelina
4. Signori della guerra
5. I tempi stanno cambiando
6. Mr Tambourine Man
7. Appunto per gioco
8. Alimentazione
9. Chissà perché
10. La libertà
11. Vivendo, lottando, suonando
12. Rabbia e Movimento
Va negli “Extra” questo autentico capolavoro di surrealismo sessuo-adolescenzial-camporell-vegano: l'iniziazione sessuale del giovane Vanni Scopa (da qui, forse, si capisce il perché del soprannome, “astinenza non per vocazione”). L'unica canzone italiana (e, probabilmente, non solo italiana) dove è presente il riso integrale (alimento durante la cui interminabile cottura si può agevolmente consumare un rapporto sessuale niente affatto fugace). Scherzi a parte, le risate si abbinano qui a ricordi inteneriti: siamo durante gli anni della liberazione sessuale, dopo l'era in cui -come ricordava Francesco Guccini in un suo memorabile monologo- “con le ragazze non era questione di niente: semplicemente non la davano”. Il cambiamento fu epocale. E fu tutto un fiorire di canzoni sessuo-adolescenziali, alcune con tanto di pianto per la prima volta. Del medesimo 1977 è, ad esempio, la mitica (e micidiale) Ragazzina non sei più una bambina di Luca D'Ammonio (nome d'arte di Franco Jadanza):
Dell'anno prima (1976) si ricorda un'altra pietra miliare del genere, Due ragazzi nel sole dei Collage, canzone nella quale i due ragazzi nel sole, appunto, decisamente si incollano:
Ma, come diceva del resto in tarda età il saggio Gesualdo Bufalino, "Due cose si fanno da giovani: l'amore e la rivoluzione". [RV]