Uno sbuffo di cipria che scolora gli affanni
sul viso di una vecchia devastato dagli anni
sono le vostre lettere che emanano tepore
e sanno dare voce ai luoghi che ho nel cuore.
Qui fa freddo ed i giorni son sempre tutti uguali
un’altra sforbiciata a un anno da animali
è il dolore a impastare questa nostra esistenza
coi miasmi nell’aria, grottesca compresenza.
Se io potessi scrivere
incendierei il mondo
col mio pensiero.
Un martello alle tempie come avessi la febbre
la paura m’insegue fra esaltazioni ebbre
qui siamo tutti uguali confusi nel letame
e per un solo errore reietti del reame.
Il giorno che uscirò non dovrò più sentire
la mia lingua piegata costretta ad abortire
i roventi pensieri di una mente allo sbando
resisterò, ma voi, voi pensatemi sempre,
mi raccomando!
Se io potessi scrivere
incendierei il mondo
col mio pensiero.
sul viso di una vecchia devastato dagli anni
sono le vostre lettere che emanano tepore
e sanno dare voce ai luoghi che ho nel cuore.
Qui fa freddo ed i giorni son sempre tutti uguali
un’altra sforbiciata a un anno da animali
è il dolore a impastare questa nostra esistenza
coi miasmi nell’aria, grottesca compresenza.
Se io potessi scrivere
incendierei il mondo
col mio pensiero.
Un martello alle tempie come avessi la febbre
la paura m’insegue fra esaltazioni ebbre
qui siamo tutti uguali confusi nel letame
e per un solo errore reietti del reame.
Il giorno che uscirò non dovrò più sentire
la mia lingua piegata costretta ad abortire
i roventi pensieri di una mente allo sbando
resisterò, ma voi, voi pensatemi sempre,
mi raccomando!
Se io potessi scrivere
incendierei il mondo
col mio pensiero.
Contributed by adriana - 2019/6/6 - 08:19
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Liberamente tratto dalle lettere dal carcere del detenuto Nilo Vettorazzi
Il lavoro comprende due Cd con 17 mie canzoni inedite e due Volumi che ne raccontano la genesi firmati da Vittorio Gazale
Nel Cd e nel Volume Storie liberate sono comprese le canzoni in lingua italiana, mentre nel Cd e nel Volume Istorias quelle in lingua sarda.
Il percorso di ricerca abbraccia un lungo arco di tempo, dal 1860 ad oggi, all’interno del quale la figura del detenuto riveste sempre la massima centralità e rilevanza. Grazie a questo particolare viaggio a ritroso nella memoria si è potuto così avere un inedito spaccato diacronico della vita carceraria in Sardegna.
“Liberare” queste carte, ingiallite dal tempo con dentro le lettere dei detenuti, censurate e mai arrivate ai propri cari, liberare le testimonianze e i documenti piu rari ed inediti, è stata senza dubbio un‘impresa gratificante sul piano culturale, ma soprattutto molto coinvolgente sul piano emotivo
Alla musica e alle parole di questo lavoro il compito di condividere con tutti queste emozioni. Piero Marras