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My Yiddishe Momme

Sophie Tucker
Langue: anglais


Sophie Tucker


[1925]
Parole di Jack Selig Yellen (1892-1991), il nome americano di Jacek Jeleń, ebreo, di origine polacca, emigrato negli USA con la sua famiglia da bambino, sul finire dell'800.
Musica di Jack Selig Yellen e Lew Pollack (1895-1946), compositore statunitense.

My Yiddishe Momme

La canzone ebbe diversi interpreti ma divenne celebre nell'interpretazione di Sophie Tucker (1886-1966), il nome americano di Sofya Kalish, ebrea, immigrata con la famiglia da Tulchyn, allora cittadina dell'Impero Russo, oggi in Ucraina. Prima di emigrare negli USA il padre di Sofya aveva cambiato il proprio cognome in Abuza, perchè temeva di essere arrestato come disertore dell'esercito imperiale e le persecuzioni nei confronti dei suoi familiari. Doveva essere molto duro e pericoloso da quelle parti, a quei tempi, essere ebrei e pure renitenti alla leva...

Sophie Tucker negli anni 20.
Sophie Tucker negli anni 20.


I sentimentali e struggenti versi di Jacek Jeleń trovarono in Sofya Kalish l'interprete ideale. Nel 1928 Sophie Tucker la incise anche in Yiddish e a quel punto il disco raggiunse la ragguardevole cifra di oltre un milione di copie vendute. E ne vendette ancora molte negli anni seguenti, quando Lazarus 'Leo' Fuld, cantante ebreo neerlandese, ne fece una versione mescolando inglese ed Yiddish.

ABOLISH CHILD SLAVERY!, in inglese e Yiddish, New York, 1 maggio 1909
ABOLISH CHILD SLAVERY!, in inglese e Yiddish, New York, 1 maggio 1909


Tra il 1880 ed il 1925 – anno in cui "My Yiddishe Momme" ebbe la luce – oltre due milioni di ebrei erano emigrati dall'Impero russo alla volta degli USA, sospinti dalla miseria e dalle persecuzioni, e quella canzone da quel momento divenne una hit per quella consistente comunità, quasi una nostalgica lullaby che a molti parlava di un passato neppure troppo lontano, sempre presente.
Inutile dire che nella Germania di Hitler la canzone fu bandita e i dischi distrutti. Leggo su How a Sentimental Yiddish Song Became a Worldwide Hit—and a Nazi Target, di Erin Blakemore – da cui traggo la maggior parte delle informazioni – che la stessa Sophie Tucker, quando lo seppe, prese carta e penna e scrisse una lettera a Hitler, per difendere la sua canzone... Non ebbe mai risposta.



Comincio col contribuire l'originario testo in inglese, reperito su Songfacts (un sito in genere accurato) e controllato all'ascolto. Poi proverò a dedicarmi a quello in Yiddish, ma credo che sarò costretto a chiedere aiuto (Riccaaardooo! Pensaci tuuu!!!)
Of things I should be thankful for I've had a goodly share
And as I sit here in the comfort of my cozy chair
My fancy takes me to a humble eastside tenement
Three flights up in the rear to where my childhood days were spent
It wasn't much like Paradise but 'mid the dirt and all
There sat the sweetest angel, one that I fondly call...

My yiddishe momme I need her more then ever now
My yiddishe momme I'd like to kiss that wrinkled brow
I long to hold her hands once more as in days gone by
And ask her to forgive me for things I did that made her cry
How few were her pleasures, she never cared for fashion's styles
Her jewels and treasures she found them in her baby's smiles
Oh I know that I owe what I am today
To that dear little lady so old and gray
To that wonderful yiddishe momme of mine.

envoyé par Bernart Bartleby - 5/6/2019 - 22:21




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