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Ballata del carcere di Reading

Vinicio Capossela
Language: Italian


Vinicio Capossela


da Ballate per uomini e bestie - 2019

Vinicio Capossela


La canzone si inspira all'omonima The Ballad of Reading Gaol un celebre componimento poetico di Oscar Wilde, scritto dopo la sua scarcerazione il 19 maggio 1897 dalla prigione di Reading e pubblicato nel 1898.

Tra le denunce che fai in questo disco ci metti in mezzo anche il sistema carcerario con La ballata del carcere di Reading.
Di questo tema ha parlato magnificamente e completamente, sulla sua pelle, il grande poeta Oscar Wilde. La vicenda per la quale ho scritto questa ballata credo sia molto toccante: un gigante che arriva alla completa caduta e che, invece che distruggersi o lasciarsi morire, capisce gli altri e la compassione attraverso il dolore. Comprende che Cristo non è venuto sulla Terra per salvarci, ma per insegnare agli uomini a salvarsi l’un l’altro. Trovo che – insieme al De profundis – siano le pagine più alte, dettate dal dolore. Un testo, questo, che non perde nessuna attualità.

No eh?
La cosa che denuncia è la completa ipocrisia dell’ammantarsi dell’autorità della cristianità, quando è completamente tradito il messaggio. Quando vedo certi personaggi della scena politica attuale agitare una croce in nome dell’odio, penso sia il tradimento completo di quella croce. Benché io parli da non credente, il lavoro più grande è convertire il dolore non solo in abbattimento, ma in solidarietà, qualcosa che ci può avvicinare agli altri.

dall'intervista su Rolling Stone
Non indossava la giubba rossa
Che rosso il sangue più rosso il vino
E sangue e vino aveva addosso
Quando lo trovarono a lei vicino
A lei vicino che aveva amato
A lei vicino che aveva amato
E assassinato in un letto di vino

Con altri in pena, io camminavo
Un altro cerchio le vidi ruotare
Che colpa avesse da espiare
Mi chiedevo fosse lieve o grave
Quando sentì una voce
Una voce sentì mormorare
Quel tipo appeso dovrà dondolare

Mai vidi un uomo così guardare
Con occhi languidi il cielo vivo
Beveva l'aria beveva il sole
E con gli occhi colmi di compassione

Quell'uomo uccise quel che amava
Ora la morte era la sua ossessione
Ma ogni uomo uccide quel che ama
Questo sia bene udito
Alcuni con sguardo amaro
altri con parlar forbito
Il codardo lo fa con un bacio
con la spada lo fa l'ardito
con la spada lo fa l'ardito

Alcuni lo uccidono da giovani
altri quando sono anziani
Con la lussuria lo uccidono
oppure con l'oro nelle mani
I pietosi impugnano il coltello
Che più in fretta diventi freddo
il cadavere l'indomani

C'è chi ama poco chi troppo a lungo
C'è chi lo dona c'è chi lo insozza
Alcuni lo annegano in lacrime
altri senza un singhiozzo

Ognuno uccide quel che ama
Ma non ognuno per questo muore

Non muore di morte infame
In un giorno di vergogna nera
Non un nodo gli spezza il collo
Non lo acceca un cencio di tela
Non una botola lo solleva
E da sotto i piedi la vita gli leva

L'uomo che dispensa Legge
Tre settimane di vita
Tre settimane gli diede
Per sanare la sua ferita
Per levare dalle sue dita
il sangue versato
Col pianto e il marchio di Caino
Bianco di neve ora è diventato

Alle sei pulirono la cella
Alle sette fu fatto pregare
Alle otto un'ala possente
La prigione sembro colmare
Non venne in pompa di porpora
Cavalcando un destriero di luna
Tre braccia di corde e una botola
È quanto serve alla sfortuna

Il cappellano non si è inginocchiato
Non la croce nell'aria ha segnato
La croce che Cristo ha donato
A salvezza di chi ha peccato

Lacrime consoleranno
La pietà così male servita
E gli esclusi lo piangeranno
Che piange sempre la gente bandita

Nel carcere fuori dal muro
in una fossa di disonore
Giace un uomo infelice
in una tomba senza nome
Lacrime non versare
né lamenti offrire
Quell'uomo uccise quel che amava
E per questo doveva morire

Ma ogni uomo uccide quello che ama
Questo sia bene udito
Alcuni con sguardo amaro
altri con parlar forbito
Il codardo lo fa con un bacio
con la spada lo fa l'ardito
con la spada lo fa l'ardito

Ma ogni uomo uccide quel che ama

2019/5/26 - 23:57




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