Βροντάει ο Όλυμπος, αστράφτει η Γκιώνα
μουγκρίζουν τ’ Άγραφα σειέται η στεριά.
Στ’ άρματα, στ’ άρματα, εμπρός στον αγώνα
για τη χιλιάκριβη τη λευτεριά.
Στ’ άρματα, στ’ άρματα, εμπρός στον αγώνα
για τη χιλιάκριβη τη λευτεριά.
Ξαναζωντάνεψε τ’ αρματολίκι
τα μπράτσα σίδερο φλόγα η ψυχή.
Λουφάζουν έντρομοι οι ξένοι λύκοι
στην εκδικήτρα μας αντρίκια ορμή.
Λουφάζουν έντρομοι οι ξένοι λύκοι
στην εκδικήτρα μας αντρίκια ορμή.
Ο Γοργοπόταμος στην Αλαμάνα
στέλνει περήφανο χαιρετισμό.
Νέας ανάστασης χτυπάει η καμπάνα,
μηνάν τα όπλα μας τον λυτρωμό.
Νέας ανάστασης χτυπάει η καμπάνα,
μηνάν τα όπλα μας τον λυτρωμό.
Σπάμε την άτιμη την αλυσίδα
που μας εβάραινε θανατερά.
Θέλουμε ελεύτερη εμείς πατρίδα
και πανανθρώπινη την λευτεριά.
Θέλουμε ελεύτερη εμείς πατρίδα
και πανανθρώπινη την λευτεριά.
μουγκρίζουν τ’ Άγραφα σειέται η στεριά.
Στ’ άρματα, στ’ άρματα, εμπρός στον αγώνα
για τη χιλιάκριβη τη λευτεριά.
Στ’ άρματα, στ’ άρματα, εμπρός στον αγώνα
για τη χιλιάκριβη τη λευτεριά.
Ξαναζωντάνεψε τ’ αρματολίκι
τα μπράτσα σίδερο φλόγα η ψυχή.
Λουφάζουν έντρομοι οι ξένοι λύκοι
στην εκδικήτρα μας αντρίκια ορμή.
Λουφάζουν έντρομοι οι ξένοι λύκοι
στην εκδικήτρα μας αντρίκια ορμή.
Ο Γοργοπόταμος στην Αλαμάνα
στέλνει περήφανο χαιρετισμό.
Νέας ανάστασης χτυπάει η καμπάνα,
μηνάν τα όπλα μας τον λυτρωμό.
Νέας ανάστασης χτυπάει η καμπάνα,
μηνάν τα όπλα μας τον λυτρωμό.
Σπάμε την άτιμη την αλυσίδα
που μας εβάραινε θανατερά.
Θέλουμε ελεύτερη εμείς πατρίδα
και πανανθρώπινη την λευτεριά.
Θέλουμε ελεύτερη εμείς πατρίδα
και πανανθρώπινη την λευτεριά.
Contributed by Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" - Riccardo Gullotta - 2019/3/25 - 11:32
Language: Italian
Traduzione italiana e note / Μετέφρασε στα ιταλικά με ερμηνευτικά σχόλια / Italian translation and notes / Traduction italienne et notes / Italiankielinen käännös ja huomautukset:
Riccardo Venturi - Ρικάρντος Βεντούρης, 25-03-2019 11:36
Riccardo Venturi - Ρικάρντος Βεντούρης, 25-03-2019 11:36
ALLE ARMI! [1]
Tuona l'Olimpo, lampeggia l'Asèleno, [2]
mugghiano gli Àgrafa [3], si scuote la terra.
Alle armi, alle armi, avanti alla lotta
per l'amatissima libertà.
Alle armi, alle armi, avanti alla lotta
per l'amatissima libertà.
Son rinati i patrioti armati, [4]
le braccia son ferro, l'animo è fiamma.
S'acquattano attèrriti i lupi stranieri
dinanzi al nostro coraggio vendicatore.
S'acquattano attèrriti i lupi stranieri
dinanzi al nostro coraggio vendicatore.
Il Gorgopótamo all'Alamana [5]
manda un orgoglioso saluto.
Ancòra di risurrezione batte la campana, [6]
le nostre armi chiamano al riscatto.
Ancòra di risurrezione batte la campana,
le nostre armi chiamano al riscatto.
Spezziamo l'ingloriosa catena
che ci pesava addosso mortalmente.
Noi vogliamo la patria libera,
e universale libertà.
Noi vogliamo la patria libera,
e universale libertà.
Tuona l'Olimpo, lampeggia l'Asèleno, [2]
mugghiano gli Àgrafa [3], si scuote la terra.
Alle armi, alle armi, avanti alla lotta
per l'amatissima libertà.
Alle armi, alle armi, avanti alla lotta
per l'amatissima libertà.
Son rinati i patrioti armati, [4]
le braccia son ferro, l'animo è fiamma.
S'acquattano attèrriti i lupi stranieri
dinanzi al nostro coraggio vendicatore.
S'acquattano attèrriti i lupi stranieri
dinanzi al nostro coraggio vendicatore.
Il Gorgopótamo all'Alamana [5]
manda un orgoglioso saluto.
Ancòra di risurrezione batte la campana, [6]
le nostre armi chiamano al riscatto.
Ancòra di risurrezione batte la campana,
le nostre armi chiamano al riscatto.
Spezziamo l'ingloriosa catena
che ci pesava addosso mortalmente.
Noi vogliamo la patria libera,
e universale libertà.
Noi vogliamo la patria libera,
e universale libertà.
[1] L'intero canto è si fonda su un continuo parallelismo tra la lotta partigiana allora in corso e la Guerra d'Indipendenza greca del 1821, che si combatté del resto negli stessi luoghi montuosi della Grecia continentale. Il titolo stesso è assai evocativo: per la chiamata alle armi si usa il termine άρματα (ármata, derivato dall'italiano) che è assolutamente tipico del periodo dell'Indipendenza. Il termine generico greco per “armi”, όπλα [ópla], è classico e indica le armi come oggetti; ma uno storico che volesse calarsi nell'atmosfera della Guerra d'Indipendenza del 1821 (e nella lotta partigiana) userebbe άρματα.
[2] Nell'originale si usa η Γκιώνα [Ghióna], il nome moderno del monte (2510 m) noto nell'antichità come Ἀσέληνον [Asélēnon], vale a dire il “Senza Luna”, denominazione che ho preferito nella traduzione italiana. Si trova nella Focide, in un'alta catena che è la continuazione del Pindo, circondato da montagne di simile altezza come la Perdika.
[3] Gli Ágrafa sono una regione montuosa, costellata di villaggi, che rappresenta l'estrema propaggine della catena del Pindo, nelle province di Evrytania e Karditsa. La regione è talmente impervia e inaccessibile, che riuscì a mantenere la sua completa autonomia durante l'intera dominazione ottomana: il termine Άγραφα significa “non scritti, non registrati”, in quanto gli ottomani, che non poterono mai penetrare nella regione e conquistarla, non poterono neppure mai iscrivere gli Agrafioti nei registri fiscali e esigere le tasse. Da qui il nome.
[4] La traduzione vuole rendere comprensibilmente un termine tipico del periodo dell'Indipendenza greca del 1821. L'αρματολίκι [armatolíki] indicava sia una regione posta sotto il controllo dei patrioti greci durante la turcocrazia, sia il corpo stesso dei patrioti armati, vale a dire gli αρματολοί [armatolí] (termine derivato, forse, da αρματο-λόγοι, “coloro che parlano con le armi”). Il parallelismo tra la guerra partigiana e la guerra d'Indipendenza di 120 anni prima è qui totale. Piuttosto curiosamente, però, il termine αρματολίκι si formò unendo άρματα ad un suffisso turco, armatolık!
[5] Il Γοργοπόταμος [Gorgopótamos] è un impetuoso torrente di soli 15 km di lunghezza nella parte meridionale della Ftiotide, nella Grecia centrale. Sin da tempi remoti è attraversato da un alto ponte di importanza strategica. Il torrente fa parte importante della storia ellenica: nell'aprile del 1821, presso il Gorgopotamo si svolse la battaglia di Dema tra le truppe ottomane dell'albanese Omer Vryonis e gli insorti greci con alla testa Athanasios Diakos che si era impadronito del ponte (ad aggiungere ancor maggiore evocazione all'episodio è il fatto che il luogo si trova a un tiro di schioppo dalle Termopili, sul medesimo passo sbarrato dagli Spartani ai persiani; per cui la battaglia di Dema, dove 8000 insorti greci tentarono di sbarrare il passo agli ottomani, è a buon diritto chiamata la "Seconda Battaglia delle Termopili"). L'episodio portò all'immediatamente successiva battaglia di Alamana del 22 e 23 aprile 1821, che vide la sconfitta degli insorti greci e la morte dello stesso Diakos in un famosissimo episodio (catturato da Omer Vryonis, che lo ammirava, a Athanasios Diakos fu proposto di avere salva la vita se fosse passato tra gli ottomani e avesse abiurato la fede cristiana. Il Diakos rispose con la famosa frase: “Greco sono nato, e Greco morirò” (usando il termine popolare Γραικός [Grekós] di derivazione latina; il termine classico Έλληνας, cosí come Έλλας, sono “re-invenzioni” posteriori all'Indipendenza mentre, nella Grecia medievale e dell'età moderna, erano sopravvissuti solo nel senso di “orco, gigante crudele”). Il 24 aprile 1821, secondo il secolare costume ottomano, Omer Vryonis fece impalare il Diakos.
La fiera frase di Athanasios Diakos fa parte dello spirito di libertà greco. Ancora durante la dittatura dei Colonnelli, quando il generale Pattakós privò della cittadinanza greca Melina Merkouri, costei gli rispose “Greca sono nata, e Greca morirò. Pattakós è nato fascista, e fascista morirà” (cosa che ha fatto nel 2016 all'età di 104 anni, dopo aver finto per anni gravi malattie e infermità per sfuggire alla galera). Si capisce qui quanta forza evocativa abbiano il Gorgopotamo e Alamana, ma la cosa non finisce qui. Il 25 novembre 1942, il ponte (già ferroviario) sul Gorgopotamo fu il teatro dell' “Operazione Harling”, una missione britannica coadiuvata da circa 150 partigiani greci. Il ponte, vitale per la logistica degli occupanti nazifascisti italiani e tedeschi (assicurava la comunicazione ferroviaria tra Atene e Salonicco) fu fatto saltare in aria.
[6] Occorre far notare che il termine ανάσταση [anástasi] è sí il comune termine per “risurrezione” (come nel tradizionale saluto pasquale greco: Χρηστός ανέστη! [Christós anésti], “Cristo è risorto!”, espresso in rigoroso greco antico), ma può significare anche “insurrezione”. A Pasqua, i Greci si salutano con qualcosa che può voler dire anche “Cristo è insorto”.
[2] Nell'originale si usa η Γκιώνα [Ghióna], il nome moderno del monte (2510 m) noto nell'antichità come Ἀσέληνον [Asélēnon], vale a dire il “Senza Luna”, denominazione che ho preferito nella traduzione italiana. Si trova nella Focide, in un'alta catena che è la continuazione del Pindo, circondato da montagne di simile altezza come la Perdika.
[3] Gli Ágrafa sono una regione montuosa, costellata di villaggi, che rappresenta l'estrema propaggine della catena del Pindo, nelle province di Evrytania e Karditsa. La regione è talmente impervia e inaccessibile, che riuscì a mantenere la sua completa autonomia durante l'intera dominazione ottomana: il termine Άγραφα significa “non scritti, non registrati”, in quanto gli ottomani, che non poterono mai penetrare nella regione e conquistarla, non poterono neppure mai iscrivere gli Agrafioti nei registri fiscali e esigere le tasse. Da qui il nome.
[4] La traduzione vuole rendere comprensibilmente un termine tipico del periodo dell'Indipendenza greca del 1821. L'αρματολίκι [armatolíki] indicava sia una regione posta sotto il controllo dei patrioti greci durante la turcocrazia, sia il corpo stesso dei patrioti armati, vale a dire gli αρματολοί [armatolí] (termine derivato, forse, da αρματο-λόγοι, “coloro che parlano con le armi”). Il parallelismo tra la guerra partigiana e la guerra d'Indipendenza di 120 anni prima è qui totale. Piuttosto curiosamente, però, il termine αρματολίκι si formò unendo άρματα ad un suffisso turco, armatolık!
[5] Il Γοργοπόταμος [Gorgopótamos] è un impetuoso torrente di soli 15 km di lunghezza nella parte meridionale della Ftiotide, nella Grecia centrale. Sin da tempi remoti è attraversato da un alto ponte di importanza strategica. Il torrente fa parte importante della storia ellenica: nell'aprile del 1821, presso il Gorgopotamo si svolse la battaglia di Dema tra le truppe ottomane dell'albanese Omer Vryonis e gli insorti greci con alla testa Athanasios Diakos che si era impadronito del ponte (ad aggiungere ancor maggiore evocazione all'episodio è il fatto che il luogo si trova a un tiro di schioppo dalle Termopili, sul medesimo passo sbarrato dagli Spartani ai persiani; per cui la battaglia di Dema, dove 8000 insorti greci tentarono di sbarrare il passo agli ottomani, è a buon diritto chiamata la "Seconda Battaglia delle Termopili"). L'episodio portò all'immediatamente successiva battaglia di Alamana del 22 e 23 aprile 1821, che vide la sconfitta degli insorti greci e la morte dello stesso Diakos in un famosissimo episodio (catturato da Omer Vryonis, che lo ammirava, a Athanasios Diakos fu proposto di avere salva la vita se fosse passato tra gli ottomani e avesse abiurato la fede cristiana. Il Diakos rispose con la famosa frase: “Greco sono nato, e Greco morirò” (usando il termine popolare Γραικός [Grekós] di derivazione latina; il termine classico Έλληνας, cosí come Έλλας, sono “re-invenzioni” posteriori all'Indipendenza mentre, nella Grecia medievale e dell'età moderna, erano sopravvissuti solo nel senso di “orco, gigante crudele”). Il 24 aprile 1821, secondo il secolare costume ottomano, Omer Vryonis fece impalare il Diakos.
La fiera frase di Athanasios Diakos fa parte dello spirito di libertà greco. Ancora durante la dittatura dei Colonnelli, quando il generale Pattakós privò della cittadinanza greca Melina Merkouri, costei gli rispose “Greca sono nata, e Greca morirò. Pattakós è nato fascista, e fascista morirà” (cosa che ha fatto nel 2016 all'età di 104 anni, dopo aver finto per anni gravi malattie e infermità per sfuggire alla galera). Si capisce qui quanta forza evocativa abbiano il Gorgopotamo e Alamana, ma la cosa non finisce qui. Il 25 novembre 1942, il ponte (già ferroviario) sul Gorgopotamo fu il teatro dell' “Operazione Harling”, una missione britannica coadiuvata da circa 150 partigiani greci. Il ponte, vitale per la logistica degli occupanti nazifascisti italiani e tedeschi (assicurava la comunicazione ferroviaria tra Atene e Salonicco) fu fatto saltare in aria.
[6] Occorre far notare che il termine ανάσταση [anástasi] è sí il comune termine per “risurrezione” (come nel tradizionale saluto pasquale greco: Χρηστός ανέστη! [Christós anésti], “Cristo è risorto!”, espresso in rigoroso greco antico), ma può significare anche “insurrezione”. A Pasqua, i Greci si salutano con qualcosa che può voler dire anche “Cristo è insorto”.
Language: English
English translation / Μετέφρασε στα αγγλικά / Traduzione inglese / Traduction anglaise / Englanninkielinen käännös:
Riccardo Gullotta
Riccardo Gullotta
TO ARMS! [1]
Olympus thunders, Giona lightnings, [2]
Agrafa [3] hawl, the earth shakes.
To arms, to arms, let’s go to fight
for the beloved freedom.
To arms, to arms, let’s go to fight
for the beloved freedom.
Are born again armed patriots, [4]
their arms are iron, their soul is flame.
Foreign wolves crouch down
terrified of our avenging courage.
Foreign wolves crouch down
terrified of our avenging courage.
The Gorgopótamos sends a proud
greeting to the Alamana[5].
The bell tolls again for Resurrection, [6]
our weapons call for our Liberation.
The bell tolls again for Resurrection,
our weapons call for our Liberation.
Let's break the inglorious chain
that heavily weighed on us.
We want homeland’s freedom,
and universal freedom.
We want homeland’s freedom,
and universal freedom.
Olympus thunders, Giona lightnings, [2]
Agrafa [3] hawl, the earth shakes.
To arms, to arms, let’s go to fight
for the beloved freedom.
To arms, to arms, let’s go to fight
for the beloved freedom.
Are born again armed patriots, [4]
their arms are iron, their soul is flame.
Foreign wolves crouch down
terrified of our avenging courage.
Foreign wolves crouch down
terrified of our avenging courage.
The Gorgopótamos sends a proud
greeting to the Alamana[5].
The bell tolls again for Resurrection, [6]
our weapons call for our Liberation.
The bell tolls again for Resurrection,
our weapons call for our Liberation.
Let's break the inglorious chain
that heavily weighed on us.
We want homeland’s freedom,
and universal freedom.
We want homeland’s freedom,
and universal freedom.
Contributed by Riccardo Gullotta - 2019/3/27 - 23:49
Language: French
Traduction française / Μετέφρασε στα γαλλικά / Traduzione francese / French translation / Ranskankielinen käännös:
Riccardo Gullotta
Riccardo Gullotta
AUX ARMES! [1]
L'Olympe tonne, le Giona fait des éclairs, [2]
les Agrafa [3] mugissent, la terre est ebranlée.
Aux armes, aux armes, allons au combat
pour notre bien-aimée liberté.
Aux armes, aux armes, allons au combat
pour notre bien-aimée liberté.
Des patriotes armés renaissent, [4]
leurs bras sont en fer, comme une flamme brûlent leurs âmes.
Les loups étrangers s’accroupissent effrayés par
notre courage vengeur.
Les loups étrangers s’accroupissent effrayés par
notre courage vengeur.
Le Gorgopótamos à l'Alamana [5]
fait une salutation orgueilleuse.
C’est la Résurrection encore que la cloche tinte, [6]
nos armes nous poussent à la libération.
C’est la Résurrection encore que la cloche tinte,
nos armes nous poussent à la libération.
Brisons la chaîne indigne
qui pesait sur nous comme un tombeau.
Nous voulons la liberté de la patrie,
et la liberté universelle.
Nous voulons la liberté de la patrie,
et la liberté universelle.
L'Olympe tonne, le Giona fait des éclairs, [2]
les Agrafa [3] mugissent, la terre est ebranlée.
Aux armes, aux armes, allons au combat
pour notre bien-aimée liberté.
Aux armes, aux armes, allons au combat
pour notre bien-aimée liberté.
Des patriotes armés renaissent, [4]
leurs bras sont en fer, comme une flamme brûlent leurs âmes.
Les loups étrangers s’accroupissent effrayés par
notre courage vengeur.
Les loups étrangers s’accroupissent effrayés par
notre courage vengeur.
Le Gorgopótamos à l'Alamana [5]
fait une salutation orgueilleuse.
C’est la Résurrection encore que la cloche tinte, [6]
nos armes nous poussent à la libération.
C’est la Résurrection encore que la cloche tinte,
nos armes nous poussent à la libération.
Brisons la chaîne indigne
qui pesait sur nous comme un tombeau.
Nous voulons la liberté de la patrie,
et la liberté universelle.
Nous voulons la liberté de la patrie,
et la liberté universelle.
Contributed by Riccardo Gullotta - 2019/3/27 - 23:53
Language: German
Traduzione di lipsia © 09-05-2016
Übersetzt aus lipsia © 09-05-2016
Μετέφρασε στα γερμανικά / German translation / Saksankielinen käännös
Fonte / Πηγή / Source: stixoi.info
Übersetzt aus lipsia © 09-05-2016
Μετέφρασε στα γερμανικά / German translation / Saksankielinen käännös
Fonte / Πηγή / Source: stixoi.info
ZU DEN WAFFEN
Es donnert am Olymp, es blitzt am Giona,
es braust am Agrafa [*], das Festland wird erschüttert.
Zu den Waffen, zu den Waffen, vorwärts im Kampf,
für die tausendmal geliebte Freiheit.
Die Bewaffneten erstanden neu,
die Arme aus Eisen, die Seele eine Flamme,
die Fremden und Wölfe kauern sich erschrocken zusammen
vor unserem Rächer, tapferer Heftigkeit.
Der Gorgopótamos in Alamána [**]
schickt einen stolzen Gruß,
Die Glocke läutet für eine neue Auferstehung,
die Waffen bringen uns Erlösung.
Zerbrechen wir die schändlichen Ketten,
die uns tödlich belasten,
wir, wir wollen ein freies Vaterland
und Freiheit für alle Menschen.
Es donnert am Olymp, es blitzt am Giona,
es braust am Agrafa [*], das Festland wird erschüttert.
Zu den Waffen, zu den Waffen, vorwärts im Kampf,
für die tausendmal geliebte Freiheit.
Die Bewaffneten erstanden neu,
die Arme aus Eisen, die Seele eine Flamme,
die Fremden und Wölfe kauern sich erschrocken zusammen
vor unserem Rächer, tapferer Heftigkeit.
Der Gorgopótamos in Alamána [**]
schickt einen stolzen Gruß,
Die Glocke läutet für eine neue Auferstehung,
die Waffen bringen uns Erlösung.
Zerbrechen wir die schändlichen Ketten,
die uns tödlich belasten,
wir, wir wollen ein freies Vaterland
und Freiheit für alle Menschen.
[*] hohe Berge bzw. Gebirge auf dem griechischen Festland
[**] spielt auf einen der größten Sabotageakte des 2. Weltkriegs an, der Sprengung einer Eisenbahnbrücke am 25.11.1942, durchgeführt vom britischen Geheimdienst und griechischen Parisanen
[**] spielt auf einen der größten Sabotageakte des 2. Weltkriegs an, der Sprengung einer Eisenbahnbrücke am 25.11.1942, durchgeführt vom britischen Geheimdienst und griechischen Parisanen
Contributed by Riccardo Gullotta - 2019/3/28 - 00:10
×
Note for non-Italian users: Sorry, though the interface of this website is translated into English, most commentaries and biographies are in Italian and/or in other languages like French, German, Spanish, Russian etc.
[1942]
Testo / Στίχοι / Lyrics / Paroles / Sanat: Nikos Karvounis – Νίκος Καρβούνης (1880-1947)
Songs of the Greek Resistance
Canzoni della Resistenza Greca
Chants de la Résistance Grecque
Kreikkan vastarintaliikkeen lauluja
Με τον ΠEΤΡΟ ΠΑΝΔH
Con PETROS PANDIS
With PETROS PANDIS
Avec PETROS PANDIS
Laulaa PETROS PANDIS
Διασκευή ενορχήστρωση και διεύθυνση
Adattamento, orchestrazione e direzione
Adaptation, orchestration and direction
Adaptation, orchestration et direction
Sopeutuminen, järjestäminen ja johtaminen
NOTIS MAVROUDIS
ΝΟΤΗΣ ΜΑΥΡΟΥΔΗΣ
1974
1. Μαύρα κοράκια / Mavra korakia
2. Είμαι του ΕΛΑΣ αντάρτης / Eimai tou ELAS o andartis
3. Επέσατε θύματα / Epesate thymata
4. Στ'άρματα / St'armata
5. Ο Μπελογιάννης ζει / O Belogiannis zei
6. Το τραγούδι του Άρη / To tragoudi tou Ari
7. Παιδιά σηκωθείτε / Paidia sikotheite
8. Σαν ατσάλινο τείχος / San atsalino teihos
9. Μαλλιά σγουρά / Mallia sgoura
10. Τί τα θέλουμε τα όπλα / Ti tha theloume ta opla
11. Ήρωες / Iroes
12. Στους δρόμους / Stous dromous
13. Απόψε θα πλαγιάσουμε / Apopse tha plagiasoume
14. Το τραγούδι της σημαίας / To tragoudi tis simaias
15. Το τραγούδι της αγροτιάς / To tragoudi tis agrotias
16. Άνεμοι, θύελλες / Anemoi, thyelles
17. Τι θέλουν οι εχθροί μας / Ti theloun oi ehthroi mas
18. Η μάνα του αντάρτη / I mana tou andarti
19. Φύσα αγέρα / Fysa agera
20. Ακροναυπλία / Akronafplia
Ο πάντα σεμνός και ταπεινός τραγουδιστής Πέτρος Πανδής γεννήθηκε το 1941 στην Κέρκυρα. Εργάστηκε για χρόνια στην Μέση Εκπαίδευση ως καθηγητής. Αν και τραγουδιστής μεγάλης εμβέλειας και δυνατοτήτων δεν εργάστηκε σε μαγαζιά παρά μόνον σε ελάχιστες περιπτώσεις, έγινε γνωστός μέσα από τους δίσκους, τα ρεσιτάλ και τις συναυλίες εντός και εκτός Ελλάδος. Ξεκίνησε σαν τραγουδιστής του "Νέου Κύματος" αλλά γρήγορα το όνομα του συνδέθηκε με το πολιτικοποιημένο τραγούδι και κυρίως με το έργο του μεγάλου Μίκη Θεοδωράκη και δη των Αντάρτικων τραγουδιών ("Τραγούδια από την Ελληνική Αντίσταση" του Νότη Μαυρουδή).
Il sempre riservato ed umile cantante Petros Pandís è nato nel 1941 a Corfù. Per anni ha lavorato come insegnante nelle scuole medie. Sebbene sia un cantante di grande portata e capacità e non abbia lavorato con case discografiche se non in poche occasioni, ha raggiunto la notorietà, in Grecia e all'estero, grazie ai suoi dischi, ai recital e ai concerti. Ha iniziato la sua carriera come cantante della New Wave greca, ma presto il suo nome è stato associato alla canzone politica, specialmente all'opera di Mikis Theodorakis e ai canti della Resistenza greca (i “Canti della Resistenza Greca” di Notis Mavroudís).
Il canto fu scritto dallo scrittore, filosofo e giornalista Nikos Karvounis (1880-1947). Sebbene nativo dell'omerica isola di Itaca, visse fino all'età di 18 anni in Romania (dove si chiamava Nicu Cărbun) per poi tornare in Grecia, dove visse fino alla morte. Nikos Karvounis abbracciò presto la carriera giornalistica, divenendo direttore della rivista satirica Skrip. Prima di aderire al marxismo e divenire membro del KKE, aveva lavorato anche per i giornali Estia e Prōia, impegnandosi contro le guerre balcaniche. Nel 1936, con l'avvento della dittatura di Metaxas, fu arrestato e confinato nell'isola di Gozzo (ovvero Gavdos, sotto Creta, l'isola più a sud di tutta Europa). Una volta liberato e tornato a Atene, riprese l'attività contro la dittatura e divenne membro del Comitato Centrale del KKE organizzando anche squadre di studenti universitari. Con l'Occupazione nazifascista del 1941, fu arrestato insieme a Dimitris Glinós dagli italiani, e rinchiuso nel campo di concentramento di Larissa da dove evase unendosi all'EAM. Fu proprio in questo periodo (1942) che scrisse questo notissimo canto di lotta partigiana per i combattenti antifascisti sulle montagne della Rumelia. Diresse al contempo l'agenzia di stampa clandestina Eleftheri Ellada (“Grecia Libera”). Nikos Karvounis morì ad Atene il 17 febbraio 1947 in piena guerra civile. [RV]