Sono tuoni o son cannoni lì nei boschi quei fuochi dimmi cos'è
Poi ... allontana lì nei monti quei fuochi dimmi cos'è
Ma i bambini di Sarajevo non fanno rumore, rumore, non piangono più
Ma i bambini di Sarajevo non fanno rumore, rumore, non giocano più
Sono lupi o son soldati lì in agguato tra gli alberi che cosa sarà?
Una povera luna di sangue e lacrime chi la consolerà?
Le ragazze di Sarajevo non fanno l'amore, l'amore, non ballano più
Le ragazze di Sarajevo non fanno l'amore, l'amore, non scherzano più
Vento amico dei Balcani che trasporti sogni e amori
fa che quegli uccelli neri non si posino tra noi
forse solo un temporale che tra un po' scompare
forse solo questo inverno di missili e di neve
Ma i bambini di Sarajevo non fanno rumore, rumore, non piangono più
Le ragazze di Sarajevo non fanno l'amore, l'amore, non ballano più
Lampi grandi, lampi chiari sopra il fiume di Mostar che cosa sarà
forse festa lì in paese forse il vino e la musica ci consolerà
per i sogni anche i più belli sempre un'alba mimetica arriverà
e gli amori e le canzoni tu Neretva dimenticherai
Ma i bambini di Sarajevo non fanno rumore, rumore, non giocano più
E i bambini di Sarajevo non fanno rumore, rumore, non piangono più
Le ragazze di Sarajevo non fanno l'amore, l'amore, non ballano più
Le ragazze di Sarajevo non fanno l'amore, l'amore, non scherzano più
Poi ... allontana lì nei monti quei fuochi dimmi cos'è
Ma i bambini di Sarajevo non fanno rumore, rumore, non piangono più
Ma i bambini di Sarajevo non fanno rumore, rumore, non giocano più
Sono lupi o son soldati lì in agguato tra gli alberi che cosa sarà?
Una povera luna di sangue e lacrime chi la consolerà?
Le ragazze di Sarajevo non fanno l'amore, l'amore, non ballano più
Le ragazze di Sarajevo non fanno l'amore, l'amore, non scherzano più
Vento amico dei Balcani che trasporti sogni e amori
fa che quegli uccelli neri non si posino tra noi
forse solo un temporale che tra un po' scompare
forse solo questo inverno di missili e di neve
Ma i bambini di Sarajevo non fanno rumore, rumore, non piangono più
Le ragazze di Sarajevo non fanno l'amore, l'amore, non ballano più
Lampi grandi, lampi chiari sopra il fiume di Mostar che cosa sarà
forse festa lì in paese forse il vino e la musica ci consolerà
per i sogni anche i più belli sempre un'alba mimetica arriverà
e gli amori e le canzoni tu Neretva dimenticherai
Ma i bambini di Sarajevo non fanno rumore, rumore, non giocano più
E i bambini di Sarajevo non fanno rumore, rumore, non piangono più
Le ragazze di Sarajevo non fanno l'amore, l'amore, non ballano più
Le ragazze di Sarajevo non fanno l'amore, l'amore, non scherzano più
Contributed by Dq82 - 2019/2/27 - 12:58
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Europa Hotel
"Io sono nato a Trieste da famiglia pugliese e la mia famiglia è tutta gente di mare quindi uno dei temi fondamentali dell’album è il mare. L’altro tema fondamentale è quello dei Balcani. Essendo triestino ho risentito delle influenze prima artistiche e poi drammatiche motivate da quello che bene o male è successo ai nostri cugini jugoslavi qualche tempo fa e della qual cosa ci siamo accorti anche troppo tardi. Il terzo leit-motiv del CD è quello di non volersi arrendere mai, cioè si diventa vecchi quando si vuole invecchiare: ci sono ragazzi di 20 anni che sono vecchi mentre ci sono persone meravigliosa di 80-90 anni che sembrano dei ragazzini".
Il titolo dell'album, "Europa Hotel", deriva da un albergo di Sarajevo, città alla quale D'Eliso è molto legato.
"Ho avuto il primo approccio con Sarajevo nel 1986 quando lavoravo per la Rai. Avevamo fatto un giretto in Serbia e in Bosnia con l’allora collega della Rai Piero Panizon e le nostre relative consorti per un film che dovevamo fare. Poi il film, come molte cose della Rai ,non venne fatto, però ci è rimasto il contatto con questa città incredibile, giovane, internazionale, sovranazionale, dove tutte le etnie dell’ex Jugoslavia convivevano così come convivevano tutte le religioni, dai cattolici ai cristiani ortodossi, dagli ebrei ai musulmani. Poi ho avuto il privilegio di lavorarci l’anno dopo producendo un disco in vinile di un cantautore croato, Mario Mhailevic che aveva fatto una compilation delle più belle canzoni dell’ex Jugoslavia dal dopoguerra a quella data. C’ero stato lì circa sei mesi e quindi avevo avuto modo di apprezzare questa meravigliosa città universitaria, giovane, fresca e divertente.
Poi a un certo punto me la son vista ammazzata dall'idiozia della guerra, ma anche dalla supponenza, dall'arroganza, dall'ignoranza di noi — devo dirlo — cugini vicini di casa che non ci eravamo accorti di quello che stava succedendo".
I Balcani sono un tema molto presente in “Europa Hotel” ma a dire il vero sono sempre stati presenti nei lavori di Gino D'Eliso. Non a caso coniò il termine, Mitteleurock, che stava a indicare la contaminazione di stili, musiche e razze presente nella città di Trieste.
"L’esser nato a Trieste, sul confine, a cavallo di culture talmente diverse quali possono essere quelle slave, quelle italiane e quelle storiche asburgiche, secondo me è un grandissimo privilegio. Si tratta di poter spaziare in maniera trasversale, sovranazionale, internazionale, proprio come un messaggio di pace. Dentro la mia musica credo di poterci mettere tanto Mediterraneo e anche tanti Balcani, tanto confine e anche tanta cultura dedotta dal periodo asburgico di cui Trieste è ancora bene o male suddita".
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