Un tempo la fuga era l'arte dei profeti, degli indovini
Unti d'olio di chiesa o di officina, nei deserti, tra gli assassini
Un tempo la fuga era un'arte, niente sconti per chi fugge
Di corsa lungo le scarpate, per lasciare ci vuol coraggio
Un tempo la fuga era l'arte di chi non ha che le parole
Le fughe degli schiavi e degli idioti, di chi non ha mai visto il cielo
Un tempo la fuga era un'arte, corpo che fugge senza la testa
Vivere ardendo e non sentire il male, testa che fugge, corpo che duole
Un tempo la fuga era l'arte degli amanti del desiderio
Nel buio della notte che unisce ciò che gli uomini hanno diviso
Un tempo la fuga era un'arte come un grido lascia la gola
Come una lepre dalla tagliola come il cancro quando apre la strada
Un tempo la fuga era l'arte per conoscere te stesso
L'arte per dimenticare tutti i libri, tranne quelli che non hai letto
Un tempo la fuga era un'arte, porta che apre un'altra vita
Un giorno nuovo, un vestito nuovo copre bene la mia ferita
Un tempo la fuga era l'arte dentro il cuore del disertore
Via dalla guerra, via dall'ammazzare, un altro Ulisse che va per mare
Impara l'arte, non metterla da parte, stanno comprandoti, il tempo è poco
Scuoti la sabbia dalle tue scarpe, la fuga è un'arte, mai stata un gioco
Unti d'olio di chiesa o di officina, nei deserti, tra gli assassini
Un tempo la fuga era un'arte, niente sconti per chi fugge
Di corsa lungo le scarpate, per lasciare ci vuol coraggio
Un tempo la fuga era l'arte di chi non ha che le parole
Le fughe degli schiavi e degli idioti, di chi non ha mai visto il cielo
Un tempo la fuga era un'arte, corpo che fugge senza la testa
Vivere ardendo e non sentire il male, testa che fugge, corpo che duole
Un tempo la fuga era l'arte degli amanti del desiderio
Nel buio della notte che unisce ciò che gli uomini hanno diviso
Un tempo la fuga era un'arte come un grido lascia la gola
Come una lepre dalla tagliola come il cancro quando apre la strada
Un tempo la fuga era l'arte per conoscere te stesso
L'arte per dimenticare tutti i libri, tranne quelli che non hai letto
Un tempo la fuga era un'arte, porta che apre un'altra vita
Un giorno nuovo, un vestito nuovo copre bene la mia ferita
Un tempo la fuga era l'arte dentro il cuore del disertore
Via dalla guerra, via dall'ammazzare, un altro Ulisse che va per mare
Impara l'arte, non metterla da parte, stanno comprandoti, il tempo è poco
Scuoti la sabbia dalle tue scarpe, la fuga è un'arte, mai stata un gioco
Contributed by Dq82 - 2019/2/21 - 19:47
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La via del sale
Uno dei brani più belli, sorprendenti e spiazzanti di tutto il disco è “Un tempo la fuga era un’arte”. La codardia tipica dell’epoca moderna ha cancellato anche il saper fuggire nel momento giusto? Che cosa intenti per fuga?
Fuga dal presente faticoso, fuga dalla vita in generale che è faticosa tout court, ma anche fuga da situazioni intollerabili come la guerra. Fuga da una società in cui è rivoluzionario anche solo dire se si preferisce la pasta o il risotto, fuga dalla propaganda, fuga dai matrimoni non scelti “nel buio della notte che unisce / ciò che gli uomini hanno diviso”. Fuga è anche il genere musicale portato alla perfezione da Bach, dal quale cito in apertura di canzone il tema appunto de “L’arte della fuga”, per poi trasformarlo, sporcarlo in una polka ignorante, più adatta a descrivere la nostra fuga caotica di uomini-formiche dal nostro formicaio-Europa… La fuga viene insomma declinata in tutte le sue sfaccettature, anche contraddittorie,; La musica ha, fatalmente e significativamente, risonanze da varie culture: da quella ebraica a quella balcanica (il mio violino sul registro alto duetta con il vocalizzo “russo” di Pietro Campi, un grido espressionista), mentre il testo è un tour de force metrico, ispirato, in qualche modo, al mio maestro in questo senso: Georges Brassens.
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