Oggi è un giorno speciale: passi, nelle mie gambe c’erano tanti passi da scaricare; due fucili, ed ho avuto mira.
Ora, in un giorno d’inverno, mi ritrovo in riva ad un mare arrabbiato. Ogni onda, un ricordo; ne cavalco qualcuna, ma, in questo momento, non ho nulla a cui aggrapparmi, e affondo, e poi arrivi tu, figlio mio, arriva la tua onda che ha due braccia forti, mi prendi e mi riporti sulla riva a guardare il mare che, a distanza di anni, per me ha ancora i tuoi occhi. Non potevo fare altro; quando ti ho consegnato a Poseidone, ti volevo salvare, e ho perduto me stessa.
È ora di ritrovarmi. Mi han detto che da qui partono i treni per la felicità. Camminando, mi son guadagnata il biglietto, e, guardandoti negl’occhi, la voglia di partire.
Dacché tu ti sei partito,
ho perduto le notizie;
ogni giorno guardo il mare
e prego Dio che ti protegga.
C’è chi dice che sei vivo,
sei arrivato sano al porto.
C’è chi dice che sei morto,
t’ha veduto andare a fondo.
Mare nostro, mare bello,
non mi fare questo scherzo:
il mio figliolo avanti a me
voglio vedere sano e salvo.
E l’attesa morde piano,
lentamente ti consuma;
meglio avere un morto in casa
che un disperso nella schiuma,
nella schiuma delle onde
che le cose ti rapisce,
se le inghiotte nell’abisso
e piano piano se le affonda.
Mediterraneo, Mediterraneo, Mediterraneo,
trattamelo bene il mio figliolo,
non te lo mangiare il mio figliolo.
Mediterraneo, Mediterraneo, Mediterraneo,
non te lo annegare il mio figliolo,
ridammelo indietro il mio figliolo.
Non così funziona il mondo,
non così dovrebbe andare.
Figlio mio, ritorna a casa,
non ti voglio seppellire;
seppellire tu mi devi
quando verrà il tempo mio;
ha espiato già per tutti
la madre di Dio.
Sant’Erasmo benedetto,
protettore di noialtri,
tu che sai che bestia è il mare,
tu che aiuti i naviganti,
fatti fuoco di Sant’Elmo
in cima all’albero maestro,
dagli modo di salvarsi,
ti prego, fai presto.
Mediterraneo, Mediterraneo, Mediterraneo,
trattamelo bene il mio figliolo,
non te lo mangiare il mio figliolo.
Mediterraneo, Mediterraneo, Mediterraneo,
non te lo annegare il mio figliolo,
ridammelo indietro il mio figliolo.
Mare nostro, mare bello,
vita nostra, nostro sangue,
siamo barche ballerine
in balìa delle tue onde.
È alto il prezzo da pagare
per poter trovare il porto,
per non diventar relitti
adagiati sul fondo.
Mediterraneo, Mediterraneo, Mediterraneo,
proteggi il nostro viaggiare,
benedici il nostro viaggiare.
Mediterraneo, Mediterraneo, Mediterraneo,
proteggi il nostro viaggiare,
benedici il nostro viaggiare.
Ora, in un giorno d’inverno, mi ritrovo in riva ad un mare arrabbiato. Ogni onda, un ricordo; ne cavalco qualcuna, ma, in questo momento, non ho nulla a cui aggrapparmi, e affondo, e poi arrivi tu, figlio mio, arriva la tua onda che ha due braccia forti, mi prendi e mi riporti sulla riva a guardare il mare che, a distanza di anni, per me ha ancora i tuoi occhi. Non potevo fare altro; quando ti ho consegnato a Poseidone, ti volevo salvare, e ho perduto me stessa.
È ora di ritrovarmi. Mi han detto che da qui partono i treni per la felicità. Camminando, mi son guadagnata il biglietto, e, guardandoti negl’occhi, la voglia di partire.
Dacché tu ti sei partito,
ho perduto le notizie;
ogni giorno guardo il mare
e prego Dio che ti protegga.
C’è chi dice che sei vivo,
sei arrivato sano al porto.
C’è chi dice che sei morto,
t’ha veduto andare a fondo.
Mare nostro, mare bello,
non mi fare questo scherzo:
il mio figliolo avanti a me
voglio vedere sano e salvo.
E l’attesa morde piano,
lentamente ti consuma;
meglio avere un morto in casa
che un disperso nella schiuma,
nella schiuma delle onde
che le cose ti rapisce,
se le inghiotte nell’abisso
e piano piano se le affonda.
Mediterraneo, Mediterraneo, Mediterraneo,
trattamelo bene il mio figliolo,
non te lo mangiare il mio figliolo.
Mediterraneo, Mediterraneo, Mediterraneo,
non te lo annegare il mio figliolo,
ridammelo indietro il mio figliolo.
Non così funziona il mondo,
non così dovrebbe andare.
Figlio mio, ritorna a casa,
non ti voglio seppellire;
seppellire tu mi devi
quando verrà il tempo mio;
ha espiato già per tutti
la madre di Dio.
Sant’Erasmo benedetto,
protettore di noialtri,
tu che sai che bestia è il mare,
tu che aiuti i naviganti,
fatti fuoco di Sant’Elmo
in cima all’albero maestro,
dagli modo di salvarsi,
ti prego, fai presto.
Mediterraneo, Mediterraneo, Mediterraneo,
trattamelo bene il mio figliolo,
non te lo mangiare il mio figliolo.
Mediterraneo, Mediterraneo, Mediterraneo,
non te lo annegare il mio figliolo,
ridammelo indietro il mio figliolo.
Mare nostro, mare bello,
vita nostra, nostro sangue,
siamo barche ballerine
in balìa delle tue onde.
È alto il prezzo da pagare
per poter trovare il porto,
per non diventar relitti
adagiati sul fondo.
Mediterraneo, Mediterraneo, Mediterraneo,
proteggi il nostro viaggiare,
benedici il nostro viaggiare.
Mediterraneo, Mediterraneo, Mediterraneo,
proteggi il nostro viaggiare,
benedici il nostro viaggiare.
envoyé par Dq82 - 11/2/2019 - 22:26
×
Apologia