Bože velký, proč jsi nás opustil, v hloubi duší těžhý žal zapustil?
Mučedníků kříže všude planou, kol nich vhně pomsty brzo vzplanou.
Nezapomináme křivdy vrahům, žalob tíhu kladem k nebes prahům.
Slunce rudé, krví napojene, osvit kalich mysli opojené.
Trestem vrahů soudem spravedlivým. V pláči budem žehnati rukám, toým.
V prach poroby nectně zušlapány, přec’čekáme hrdě další rány.
Kéž odhodí smrt unavenákord, by doznél války postední akord!
Mučedníků kříže všude planou, kol nich vhně pomsty brzo vzplanou.
Nezapomináme křivdy vrahům, žalob tíhu kladem k nebes prahům.
Slunce rudé, krví napojene, osvit kalich mysli opojené.
Trestem vrahů soudem spravedlivým. V pláči budem žehnati rukám, toým.
V prach poroby nectně zušlapány, přec’čekáme hrdě další rány.
Kéž odhodí smrt unavenákord, by doznél války postední akord!
Contributed by Bernart Bartleby - 2019/1/20 - 14:30
Language: Italian
Traduzione italiana da Memoria in scena
SALMO DELLE VEDOVE DEI MARTIRI NAZIONALI DEL 1945 A RAVENSBRÜCK
Dio onnipotente, perché ci hai abbandonato
e hai permesso questo dolore nel profondo dell’anima?
Ovunque vengono erette le croci dei martiri,
presto intorno a loro le fiamme della vendetta bruceranno.
Non dimentichiamo le ingiustizie degli assassini,
demandiamo il peso delle accuse alla soglia del cielo.
Sole rosso, pregno di sangue, illumina il calice della mente annebbiata.
Che un tribunale giusto punisca gli assassini.
Piangendo rivolgeremo le mani al cielo.
Nella polvere della schiavitù, calpestate e disonorate,
con fierezza sopporteremo altre ferite.
Che la morte si stanchi e getti via la spada
affinché della guerra rintocchi l’ultimo accordo!
Dio onnipotente, perché ci hai abbandonato
e hai permesso questo dolore nel profondo dell’anima?
Ovunque vengono erette le croci dei martiri,
presto intorno a loro le fiamme della vendetta bruceranno.
Non dimentichiamo le ingiustizie degli assassini,
demandiamo il peso delle accuse alla soglia del cielo.
Sole rosso, pregno di sangue, illumina il calice della mente annebbiata.
Che un tribunale giusto punisca gli assassini.
Piangendo rivolgeremo le mani al cielo.
Nella polvere della schiavitù, calpestate e disonorate,
con fierezza sopporteremo altre ferite.
Che la morte si stanchi e getti via la spada
affinché della guerra rintocchi l’ultimo accordo!
Contributed by B.B. - 2019/1/20 - 14:31
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Testo e arrangiamento di Ludmila Kadlecova Peškařová (1890-1987), donna di nazionalità ceca che fu prigioniera a Ravensbrück.
Adattamento per coro femminile del Biblische Lieder op. 99 n. 7 di Antonín Dvořák (1841-1904), compositore boemo.
Testo trovato su Memoria in scena
Insieme ai suoi compagni nel campo, Ludmila Peškařová cantava segretamente canzoni patriottiche e compose più di 100 poesie e canzoni fino alla sua liberazione. Nel 1945, tornata a casa, trascrisse una parte delle sue composizioni. Tra di esse Moravo, Moravo e Ravensbrück, vlasti vzdálený (Largo z IX. Symfonie “z Nového světa”), dove già si intuisce la speranza nella fine del conflitto. Per celebrare la Liberazione scrisse questo arrangiamento per voci femminile del Biblische Lieder op. 99 n. 7 di Antonín Dvořák, ispirato al Salmo 137 nel quale si narra degli ebrei esuli in Babilonia ai quali i carcerieri chiesero invano di cantare. Questo Salmo è diventato il simbolo della liberazione dei campi.
Attiva fin da subito nell'associazione dei combattenti della Resistenza, Ludmila Peškařová morì nel 1987, all'età di 97 anni.
Per il Giorno della Memoria 2019, nello spettacolo intitolato "Libero è il mio canto – Musiche di donne deportate", ideato e diretto dal maestro Francesco Lotoro, che da trent'anni si dedica alla raccolta e trascrizione delle musiche composte dagli internati durante la seconda guerra mondiale.
Con il Coro Voci Bianche dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e l'Ilse Weber Choir.
Ricerca e scelta dei testi a cura di Viviana Kasam e Marilena Francese.