[11/1 11/2 1999]
E' cominciato giù dal treno
col suo rasoio sulla faccia
il vento contro, a farci freno
il tempo a prenderci le braccia
e trascinarci nella folla
in un forzato abbraccio stretto
in un pensiero che t'incolla
il pianto all'argine del petto
è cominciata un'ora prima e ancora adesso non ha fine
ho visto gente venir sola e sola stare sul confine
e dalla riva ad altra riva, fra un'ora sola e una giornata
inciampò il tempo alla sua corsa ai funerali del pirata.
E la marea di un mondo intero
montava lenta nel piazzale
con la tempesta nel pensiero
certo sognai o sentii male
ma dalla chiesa lì di fronte
dall'altoparlante interno
"non beneditemi, non serve a niente
tanto ci sono già all'inferno"
"Forse son sordo?!" e mi voltai incerto, incredulo, indeciso
e vidi una smorfia come un solco, come una specie di sorriso
mi dissi "un vecchio pescatore" dal puzzo di acqua salata
ai funerali di un collega, ai funerali del pirata.
Con gli occhi rossi e il cappello in mano
i maschi eternamente in fregola
facevano ala però invano
alla più bella che di regola
dissuase in fretta i battaglioni
con forza ma anche con amore
"oggi niente prenotazioni
-disse- almeno per due ore!"
Ce lo spiegò poi un ragioniere "E' lutto di categoria
per le bambine, i travestiti, lavoratori della via
per le regine brasiliane, le principesse della strada
ai funerali del poeta, ai funerali del pirata!"
C'era chi bestemmiava al vento
come dicesse una preghiera
e c'era chi tingeva il pianto
al nero della sua bandiera
lì mi fermai, giunto alla meta
e contro il cielo alzai il mio pugno
fra chi perdeva oltre il poeta
il grande apostolo, il compagno
che senza mai montare in scranno e senza stare a dar lezioni
mostrava al mondo un'altra strada nascosta nelle sue canzoni
di un pacifismo così estremo ch'era una guerra disperata
fra questo mondo assurdo e osceno e la bandiera del pirata
si presentava in campo nero
col fiore rosso di futuro
lo strappo aperto al cielo scuro
un sole di fiamma e pensiero
un qualche modo di trovare
nell'affannosa solitudine
di tutti noi, nell'abitudine
di stare a farci comandare
una risposta, un cielo terso
alla boriosa intolleranza
su cui sta la maggioranza
a condannare ogni diverso
e ogni diverso aveva canti
sbocciati dalla sua ferita
come capir che nella vita
a esser diversi siamo in tanti...
Tanti milioni di diversi, zingari persi da invitare
un giorno ad imbarcarsi e correre all'arrembaggio di ogni mare
in alto a fustigar le nuvole una bandiera spalancata
in basso noi con le sue favole principe libero, pirata!
Dicemmo "Allora quando passa
nel legno stretto, sai l'impaccio!
Tredici uomini e la cassa
e qui di rhum nemmeno un goccio!"
Dicemmo "Allora andiamo via
troppa tristezza senza premio
lasciamo pure l'omelia
a chi è imbecille, o a chi è astemio!"
Per strada incontrammo un Cristo che come noi già disgustato
veniva via da quella chiesa, ma era un apocrifo, spostato
ci confidò una magia che ci sarebbe anche piaciuta
come cambiare l'acqua in vino per fare un brindisi al pirata!
Passammo in fondo a un'osteria
il resto di quella giornata
tre litri e poi la compagnia
era già meno disperata
bevemmo contro le ore ladre
parlammo e stemmo lì a sentire
di un nano che ci offrì la madre
per millecinquecento lire
"Una per me è già di troppo!" Così ci alzammo e congedati
tutti gli amici di quel posto ed i blasfemi e i pensionati
caracollammo per i vicoli incerti alla cattiva strada
che conducesse fino al porto, il porto del nostro pirata
e lì enorme nella sera
ed infinitamente bello
battente la bandiera nera
era ancorato il suo battello
disteso placido aspettava
il vento tiepido di un maggio
mille canzoni nella stiva
pronto a tornare all'arrembaggio
prendemmo posto, chi sul ponte, chi di cambusa, chi in vedetta
urlando i versi del poeta come se fossero vendetta
come se fossero l'amore che ti portiamo, contro il mare
pirata, manchi solo tu, noi siamo pronti per salpare!
col suo rasoio sulla faccia
il vento contro, a farci freno
il tempo a prenderci le braccia
e trascinarci nella folla
in un forzato abbraccio stretto
in un pensiero che t'incolla
il pianto all'argine del petto
è cominciata un'ora prima e ancora adesso non ha fine
ho visto gente venir sola e sola stare sul confine
e dalla riva ad altra riva, fra un'ora sola e una giornata
inciampò il tempo alla sua corsa ai funerali del pirata.
E la marea di un mondo intero
montava lenta nel piazzale
con la tempesta nel pensiero
certo sognai o sentii male
ma dalla chiesa lì di fronte
dall'altoparlante interno
"non beneditemi, non serve a niente
tanto ci sono già all'inferno"
"Forse son sordo?!" e mi voltai incerto, incredulo, indeciso
e vidi una smorfia come un solco, come una specie di sorriso
mi dissi "un vecchio pescatore" dal puzzo di acqua salata
ai funerali di un collega, ai funerali del pirata.
Con gli occhi rossi e il cappello in mano
i maschi eternamente in fregola
facevano ala però invano
alla più bella che di regola
dissuase in fretta i battaglioni
con forza ma anche con amore
"oggi niente prenotazioni
-disse- almeno per due ore!"
Ce lo spiegò poi un ragioniere "E' lutto di categoria
per le bambine, i travestiti, lavoratori della via
per le regine brasiliane, le principesse della strada
ai funerali del poeta, ai funerali del pirata!"
C'era chi bestemmiava al vento
come dicesse una preghiera
e c'era chi tingeva il pianto
al nero della sua bandiera
lì mi fermai, giunto alla meta
e contro il cielo alzai il mio pugno
fra chi perdeva oltre il poeta
il grande apostolo, il compagno
che senza mai montare in scranno e senza stare a dar lezioni
mostrava al mondo un'altra strada nascosta nelle sue canzoni
di un pacifismo così estremo ch'era una guerra disperata
fra questo mondo assurdo e osceno e la bandiera del pirata
si presentava in campo nero
col fiore rosso di futuro
lo strappo aperto al cielo scuro
un sole di fiamma e pensiero
un qualche modo di trovare
nell'affannosa solitudine
di tutti noi, nell'abitudine
di stare a farci comandare
una risposta, un cielo terso
alla boriosa intolleranza
su cui sta la maggioranza
a condannare ogni diverso
e ogni diverso aveva canti
sbocciati dalla sua ferita
come capir che nella vita
a esser diversi siamo in tanti...
Tanti milioni di diversi, zingari persi da invitare
un giorno ad imbarcarsi e correre all'arrembaggio di ogni mare
in alto a fustigar le nuvole una bandiera spalancata
in basso noi con le sue favole principe libero, pirata!
Dicemmo "Allora quando passa
nel legno stretto, sai l'impaccio!
Tredici uomini e la cassa
e qui di rhum nemmeno un goccio!"
Dicemmo "Allora andiamo via
troppa tristezza senza premio
lasciamo pure l'omelia
a chi è imbecille, o a chi è astemio!"
Per strada incontrammo un Cristo che come noi già disgustato
veniva via da quella chiesa, ma era un apocrifo, spostato
ci confidò una magia che ci sarebbe anche piaciuta
come cambiare l'acqua in vino per fare un brindisi al pirata!
Passammo in fondo a un'osteria
il resto di quella giornata
tre litri e poi la compagnia
era già meno disperata
bevemmo contro le ore ladre
parlammo e stemmo lì a sentire
di un nano che ci offrì la madre
per millecinquecento lire
"Una per me è già di troppo!" Così ci alzammo e congedati
tutti gli amici di quel posto ed i blasfemi e i pensionati
caracollammo per i vicoli incerti alla cattiva strada
che conducesse fino al porto, il porto del nostro pirata
e lì enorme nella sera
ed infinitamente bello
battente la bandiera nera
era ancorato il suo battello
disteso placido aspettava
il vento tiepido di un maggio
mille canzoni nella stiva
pronto a tornare all'arrembaggio
prendemmo posto, chi sul ponte, chi di cambusa, chi in vedetta
urlando i versi del poeta come se fossero vendetta
come se fossero l'amore che ti portiamo, contro il mare
pirata, manchi solo tu, noi siamo pronti per salpare!
envoyé par adriana - 16/12/2018 - 06:34
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