Oh weep not for me, prophetic tender owls,
Nor a sad, silent vigil keep;
For I’d rather you strive to fill the dark void in my life,
With hymns to comfort me deep
Then when vanishes the sun -
When all spent days are done -
Pray summon my lover to come
Then listen for us both in the late twilight breeze
As we walk hand-in-hand beneath darkling trees
Pray listen, my love
Pray listen with me
Pray listen to the owls in the trees
Oh serenade me, prophetic tender owls,
As I bid my last love goodbye
For I cannot shuffle off from this mortal coil
With a lonely tear in my eye
I shall need your sweet cries -
Like I need her sweet lies -
For that is how our true love dies
Then listen just for me in the last twilight breeze
As I walk hands in pocket beneath darkling trees
Yes listen, my love
Pray listen with me
Pray listen to the owls in the trees
Yes listen, my love
Pray listen with me
Pray listen to the owls in the trees
Nor a sad, silent vigil keep;
For I’d rather you strive to fill the dark void in my life,
With hymns to comfort me deep
Then when vanishes the sun -
When all spent days are done -
Pray summon my lover to come
Then listen for us both in the late twilight breeze
As we walk hand-in-hand beneath darkling trees
Pray listen, my love
Pray listen with me
Pray listen to the owls in the trees
Oh serenade me, prophetic tender owls,
As I bid my last love goodbye
For I cannot shuffle off from this mortal coil
With a lonely tear in my eye
I shall need your sweet cries -
Like I need her sweet lies -
For that is how our true love dies
Then listen just for me in the last twilight breeze
As I walk hands in pocket beneath darkling trees
Yes listen, my love
Pray listen with me
Pray listen to the owls in the trees
Yes listen, my love
Pray listen with me
Pray listen to the owls in the trees
envoyé par DQ82 - 5/12/2018 - 16:55
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The Fall and Rise of Edgar Bourchier And the Horrors of War
La premessa è sufficiente a sgomberare il campo da ogni dubbio circa la levatura artistica di un musicista che, nonostante le notevoli prove d’autore fornite anche con la sua carriera solistica, è riuscito a rimanere, suo malgrado, sempre un po’ fuori dal circuito mainstream, in un’aura di marginalità nobile e per certi versi salvifica, che gli ha consentito di fare scelte creative talvolta ardite. Ne è la riprova questo suo ultimo, temerario lavoro, scritto a quattro mani con lo scrittore Christopher Richard Barker, per il quale ha musicato e interpretato le testimonianze immaginarie di un personaggio romanzato, il poeta di trincea Edgar Bourchier, che racconta in un variegato registro narrativo le efferatezze e le brutalità sul campo di battaglia della Prima Guerra Mondiale.
The Fall and Rise of Edgar Bourchier And the Horrors of War esce in occasione del centenario dell’Armistizio, e contiene in sé uno storytelling dall’approccio onnicomprensivo, che raccoglie frammenti multiformi di memorie immaginate, in cui entrano in gioco la paura, la giovinezza, la rabbia, la nostalgia, il senso d’inutilità. Dal punto di vista compositivo, è interessante constatare l’ambiziosa carrellata dei generi attraversati: dal folk tradizionale, che richiama un tempo perduto evocando strumenti antichi come le fisarmoniche, oltre all’inevitabile corredo di piani e chitarre acustiche (Pounding for Peace, The Poetic Clown), al post punk in pieno stile Birthday Party (Poor Por Surgeon Tim, The Expressionist #2, Corpse 564), sino alla dark wave vera e propria, con i sussurri di I Am The Messenger o The Lost Bastard Son of War, il cui riff pare emulare dichiaratamente She’s Lost Control dei Joy Division. Interessante anche l’esperimento di The Expressionist #1, dove una marcia militare e i cori che la scandiscono, sembrano voler diventare un ritmo punk.
In questo riuscito progetto atemporale, in cui sia la storia narrata che gli stili musicali richiamano il passato con un chiaro e costante riferimento al presente e una sapiente lettura contemporanea, troviamo il condensato di quello che dovrebbe essere un disco autoriale: una buona storia e un credibile incedere narrativo. Il messaggio è chiaro in tutto il suo ineluttabile pathos, eppure l’atmosfera in cui quel messaggio aleggia non appare mai enfatica e greve. Rischiava di essere un lavoro pretenzioso, è riuscito a non esserlo.
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