Ed in silenzio attraversammo tutti Gibilterra
E non fu certo per amore ma fu per guerra
E risalimmo la lunga schiena della Spagna
E con noi portammo le ginestre oltre la montagna
E poi giurammo solennemente dalla vetta
Con le probosciti tese al sole dura vendetta
Ma noi elefantt questo odio non lo avremmo voluto
Nel nostro cuore di gigantt c'e' un altro saluto
Noi eravamo 37 loro 90 mila
Noi marciavamo a piedi nudi loro sotto l'armatura
Ma eravamo noi che dovevamo mettere paura
Dall’alto dei nostri nasi
Dall'alto della nostra statura
Varcatt i monti caddero i miei fratelli e le mie sorelle
E poi quel fango gelido che tagliava la pelle
Arrivammo tutti li con la morte sille spalle
Su quella rna di lago nata per guardare le stelle
Su quella rna fatta per sognare sotto le stelle
Ma quei guerrieri soltanto il sangue li dissetava
E la vendetta lentamente sl consumava
E li tra le canne e il sangue il lago resto' muto
Ma noi elefantt tutto questo
Non lo avremmo voluto
Nel nostro cuore di giganti c'e’ un altro saluto.
E non fu certo per amore ma fu per guerra
E risalimmo la lunga schiena della Spagna
E con noi portammo le ginestre oltre la montagna
E poi giurammo solennemente dalla vetta
Con le probosciti tese al sole dura vendetta
Ma noi elefantt questo odio non lo avremmo voluto
Nel nostro cuore di gigantt c'e' un altro saluto
Noi eravamo 37 loro 90 mila
Noi marciavamo a piedi nudi loro sotto l'armatura
Ma eravamo noi che dovevamo mettere paura
Dall’alto dei nostri nasi
Dall'alto della nostra statura
Varcatt i monti caddero i miei fratelli e le mie sorelle
E poi quel fango gelido che tagliava la pelle
Arrivammo tutti li con la morte sille spalle
Su quella rna di lago nata per guardare le stelle
Su quella rna fatta per sognare sotto le stelle
Ma quei guerrieri soltanto il sangue li dissetava
E la vendetta lentamente sl consumava
E li tra le canne e il sangue il lago resto' muto
Ma noi elefantt tutto questo
Non lo avremmo voluto
Nel nostro cuore di giganti c'e’ un altro saluto.
Contributed by Dq82 - 2018/10/31 - 20:10
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Sull'Appennino degli incanti
2018
Tratturo zero
Era la primavera del 218 a.C. quando da Nuova Cartagine (Cartagena) parti Annibale Barca alla volta di Roma con 90000 uomini e 37 elefanti al seguito.
Attraversate le Alpi e dopo verie battaglie tra le quli quella sul Ticino e quella della Val Trebbia (novembre 218] gli uomini rimasero in 26000 circa e gli elefanti cadevano uno ad uno. Surus resistette di più perché era un elefante indiano ( più grande degli africani).
a causa delle sorti della guerra un solo elefante sopravvisse agli scontri e nonostante gli stenti non abbandonò mai Annibale restando al suo fianco fino alla fine. Il suo nome era Surus. alla confluenza con il fiume Avete una notte si fermarono a riposare. Gli occhi dell' elefante però parlavano: sapeva che un'altra aurora non sarebbe arrivata: Surus non si svegliò più.
Sono passati 2230 anni e il gigante e ancora li, addormentato come quella notte. Si dice che la montagna abbia voluto rendere omaggio a quel fedele amico e che abbia immortalato nella pietra la sua figura quale simbolo di amicizia e lealtà".
Surus, l'elefante di Annibale Barca, morì poco prima della battaglia del Trasimeno 217 a.C.