Io non sto fra libri e le bandiere
fra le pecore in processione
chi ha la faccia come il sedere
ed in tasca una soluzione
con chi ci predica la morale
e chi decide cosa è normale
normale
Al diavolo ai buoni di professione
e chi dice resta al tuo posto
che la mia unica vocazione
è essere solo un cane sciolto
scelgo da me dove voglio stare
e tu continua pure a sbagliare
Le vostre regole truccate
le verità già masticate
vita da la favola sì
ma vuoi in cambio l'anima
e non bussare alla mia porta perché
non mi farò trovare
ora e sempre
niente potrà farmi più male
finalmente
E non sto con chi ha smesso di pensare
con chi dice non mi lamento
e ha paura anche solo ad immaginare
di sfidare i mulini a vento
con chi ripete piccola mia
beata te che mangi pane e utopia
Io non seguo le regole del branco
al guinzaglio una vita intera
io l’ho già visto quello sguardo
gli occhi del cane alla catena
e a comando scodinzolare
e alla luna, alla luna abbaiare
E le coscienze immacolate
i vostri sogni a puntate
mi dai una favola, si
ma vuoi in cambio l’anima
e non bussare alla mia porta perché
non mi farà trovare
ora e sempre
niente potrà farmi più male
finalmente
Sono il vento che s’alza
nessuna appartenenza
sono il pensiero randagio
dolcezza, rabbia, disobbedienza
sono la nave già partita
guerra da disertare
pronta ad urlare
la sola regola che c’è
LiBerté
LiBerté
LiBerté
Non mi farò trovare
ora e sempre
niente potrà farmi più male
finalmente
niente potrà farmi più male
finalmente
LiBerté
fra le pecore in processione
chi ha la faccia come il sedere
ed in tasca una soluzione
con chi ci predica la morale
e chi decide cosa è normale
normale
Al diavolo ai buoni di professione
e chi dice resta al tuo posto
che la mia unica vocazione
è essere solo un cane sciolto
scelgo da me dove voglio stare
e tu continua pure a sbagliare
Le vostre regole truccate
le verità già masticate
vita da la favola sì
ma vuoi in cambio l'anima
e non bussare alla mia porta perché
non mi farò trovare
ora e sempre
niente potrà farmi più male
finalmente
E non sto con chi ha smesso di pensare
con chi dice non mi lamento
e ha paura anche solo ad immaginare
di sfidare i mulini a vento
con chi ripete piccola mia
beata te che mangi pane e utopia
Io non seguo le regole del branco
al guinzaglio una vita intera
io l’ho già visto quello sguardo
gli occhi del cane alla catena
e a comando scodinzolare
e alla luna, alla luna abbaiare
E le coscienze immacolate
i vostri sogni a puntate
mi dai una favola, si
ma vuoi in cambio l’anima
e non bussare alla mia porta perché
non mi farà trovare
ora e sempre
niente potrà farmi più male
finalmente
Sono il vento che s’alza
nessuna appartenenza
sono il pensiero randagio
dolcezza, rabbia, disobbedienza
sono la nave già partita
guerra da disertare
pronta ad urlare
la sola regola che c’è
LiBerté
LiBerté
LiBerté
Non mi farò trovare
ora e sempre
niente potrà farmi più male
finalmente
niente potrà farmi più male
finalmente
LiBerté
Contributed by Lorenzo Masetti - 2018/9/30 - 22:09
rileggendo la mia introduzione mi rendo conto che la Bertè mi manderebbe a quel paese in un microsecondo al grido di "non sono una signora", né della musica italiana né di nient'altro :)
Lorenzo - 2018/9/30 - 23:37
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Testo di Loredana Bertè e Fabio Ilacqua
Musica di Fabio Ilacqua
Un ritorno alla grande per la più rock delle signore della musica italiana, con un potente inno libertario, un grido di indipendenza e ode alla diversità, alla disobbedienza, alla diserzione, all'utopia e all'individualismo.
«LiBertè — spiega Loredana — è l’essere fedeli al proprio io anche a costo di essere tacciati di follia, perché il pensare con la propria testa può liberarti dalla camicia di forza imposta dalle regole sociali. È un inno alla libertà di essere sé stessi. Senza compromessi. Perché quando si è se stessi si è unici».