Idą faszyści, wiodą natarcie
marokańskimi batalionami
Madryt czerwony walczy zażarcie
Pięść podniesiona, cześć i dynamit!
Znaczy to: godność, znaczy to: siła
Ta, która w gruzy wali starzyznę
Pięść zaciśnięta, aby zabiła,
Pięść podniesiona w boju z faszyzmem
Rwą się pociski ponad Madrytem,
Czerwień republik krwią się zabarwia.
Cześć i dynamit! Chwała zabitym!
Broni walczącym! Arriba parias…
Idą giserzy, tkacze, górnicy,
chłopi z Kastylii i Katalonii,
bronić warsztatu, bronić ulicy.
Bój to śmiertelny, bój za miliony
Ci, co nie będą niewolnikami
idą cię bronić, ziemio hiszpańska,
abyś nie była, jak przed wiekami
znowu królewska, księża i pańska
Broni się Madryt, krwawy i piękny.
Trwa Guadarrama, trwa Samosierra.
Proletariusze już nie uklękną,
oni umieją stojąc umierać
O, przyjaciele! Dzieją się dzieje!
Walka za nami, walka przed nami!
Ja chcę wam rzucić za Pireneje
serce poety: cześć i dynamit!
Cześć i dynamit!
marokańskimi batalionami
Madryt czerwony walczy zażarcie
Pięść podniesiona, cześć i dynamit!
Znaczy to: godność, znaczy to: siła
Ta, która w gruzy wali starzyznę
Pięść zaciśnięta, aby zabiła,
Pięść podniesiona w boju z faszyzmem
Rwą się pociski ponad Madrytem,
Czerwień republik krwią się zabarwia.
Cześć i dynamit! Chwała zabitym!
Broni walczącym! Arriba parias…
Idą giserzy, tkacze, górnicy,
chłopi z Kastylii i Katalonii,
bronić warsztatu, bronić ulicy.
Bój to śmiertelny, bój za miliony
Ci, co nie będą niewolnikami
idą cię bronić, ziemio hiszpańska,
abyś nie była, jak przed wiekami
znowu królewska, księża i pańska
Broni się Madryt, krwawy i piękny.
Trwa Guadarrama, trwa Samosierra.
Proletariusze już nie uklękną,
oni umieją stojąc umierać
O, przyjaciele! Dzieją się dzieje!
Walka za nami, walka przed nami!
Ja chcę wam rzucić za Pireneje
serce poety: cześć i dynamit!
Cześć i dynamit!
envoyé par Riccardo Venturi - 4/9/2018 - 21:16
Langue: italien
Traduzione italiana / Włoskie tłumaczenie / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös: Riccardo Venturi
04.09.2018 21:28
04.09.2018 21:28
ONORE E DINAMITE
Vanno i fascisti, guidan l'avanzata
coi battaglioni marocchini
Madrid la rossa combatte veemente
pugno alzato, onore e dinamite!
Questo vuol dire: dignità e forza,
quella che demolisce l'immondizia
un pugno chiuso per ammazzare,
un pugno alzato nella battaglia antifascista
I proiettili stanno distruggendo Madrid,
il rosso delle repubbliche si tinge di sangue.
Onore e dinamite! Gloria agli uccisi!
Difendi i combattenti! Arriba parias... [1]
Vanno fonditori, tessitori, minatori,
contadini di Castiglia e Catalogna,
a difendere l'officina, a difender la strada.
È una lotta mortale, lotta per milioni
Coloro che non saranno schiavi
vanno a difenderti, terra spagnola,
perché tu non sia, come secoli fa,
di nuovo del re, dei preti e degli aristocratici
Difenditi Madrid, splendida e sanguinosa.
Resiste il Guadarrama, resiste Somosierra. [2]
I proletari più non si inginocchiano,
sanno morire in piedi
Oh, amici! Son storie che succedono!
Guerra per noi, guerra contro di noi!
Voglio lanciarvi oltre i Pirenei
il cuore del poeta: onore e dinamite!
Onore e dinamite!
Vanno i fascisti, guidan l'avanzata
coi battaglioni marocchini
Madrid la rossa combatte veemente
pugno alzato, onore e dinamite!
Questo vuol dire: dignità e forza,
quella che demolisce l'immondizia
un pugno chiuso per ammazzare,
un pugno alzato nella battaglia antifascista
I proiettili stanno distruggendo Madrid,
il rosso delle repubbliche si tinge di sangue.
Onore e dinamite! Gloria agli uccisi!
Difendi i combattenti! Arriba parias... [1]
Vanno fonditori, tessitori, minatori,
contadini di Castiglia e Catalogna,
a difendere l'officina, a difender la strada.
È una lotta mortale, lotta per milioni
Coloro che non saranno schiavi
vanno a difenderti, terra spagnola,
perché tu non sia, come secoli fa,
di nuovo del re, dei preti e degli aristocratici
Difenditi Madrid, splendida e sanguinosa.
Resiste il Guadarrama, resiste Somosierra. [2]
I proletari più non si inginocchiano,
sanno morire in piedi
Oh, amici! Son storie che succedono!
Guerra per noi, guerra contro di noi!
Voglio lanciarvi oltre i Pirenei
il cuore del poeta: onore e dinamite!
Onore e dinamite!
[1] Si tratta delle prime parole della versione classica dell' Internazionale in spagnolo ("Arriba, parias de la tierra / En pie, famélica legión...")
[2] [2] Citare il Guadarrama e Somosierra deve senz'altro avere un certo effetto per un polacco, e non soltanto nell'atmosfera della Guerra Civile. Il riferimento storico è ben anteriore: la battaglia di Somosierra del 30 novembre 1808 nel corso della guerra di indipendenza spagnola, quando un esercito francese guidato da Napoleone Bonaparte (lui) forzò un passo situato, appunto, nella Sierra de Guadarrama, mettendo così a rischio Madrid. Al passo di Somosierra, a 90 chilometri da Madrid, un distaccamento spagnolo in grave inferiorità numerica, riuscì a bloccare l'avanzata napoleonica verso la capitale. Napoleone sconfisse alla fine le posizioni spagnole proprio grazie all'intervento dei Cavalleggeri polacchi della Guardia Imperiale, guidati da Jan Kozietulski, e la strada per Madrid fu libera. Sulla battaglia di Somosierra ha scritto e cantato una canzone Jacek Kaczmarski.
[2] [2] Citare il Guadarrama e Somosierra deve senz'altro avere un certo effetto per un polacco, e non soltanto nell'atmosfera della Guerra Civile. Il riferimento storico è ben anteriore: la battaglia di Somosierra del 30 novembre 1808 nel corso della guerra di indipendenza spagnola, quando un esercito francese guidato da Napoleone Bonaparte (lui) forzò un passo situato, appunto, nella Sierra de Guadarrama, mettendo così a rischio Madrid. Al passo di Somosierra, a 90 chilometri da Madrid, un distaccamento spagnolo in grave inferiorità numerica, riuscì a bloccare l'avanzata napoleonica verso la capitale. Napoleone sconfisse alla fine le posizioni spagnole proprio grazie all'intervento dei Cavalleggeri polacchi della Guardia Imperiale, guidati da Jan Kozietulski, e la strada per Madrid fu libera. Sulla battaglia di Somosierra ha scritto e cantato una canzone Jacek Kaczmarski.
×
Poesia di Władysław Broniewski
(Dal volume Krzyk ostateczny ("Ultimo grido", "Urlo finale")
Musica: Robert Szokalski
Coro Rivoluzionario di Cracovia (2013)
Wiersz Władysława Broniewskiego
(z tomu Krzyk ostateczny)
Muzika: Robert Szokalski
z Krakowskiego Chóru Rewolucyjnego (2013)
A poem by Władysław Broniewski
(from the volume Krzyk ostateczny "Last Cry", "Final Scream")
Music by Robert Szokalski
Kraków Revolutionary Choir (2013)
Poème de Władysław Broniewski
(tiré du volume Krzyk ostateczny "Dernier cri", "Cri final")
Musique: Robert Szokalszki
Chœur Révolutionnaire de Cracovie (2013)
Władysław Broniewskin runo
(runokokoelmasta Krzyk ostateczny “Viimeinen itku”)
Sävel: Robert Szokalski
Krakovan Vallankumouksellinen Kuoro (2013)
Il poeta polacco Władysław Broniewski , nato a Płock il 17 dicembre 1897 e morto a Varsavia il 10 febbraio 1962, è stato, nella Polska Rzeczpospolita Ludowa, una sorta di “poeta nazionale”; nel 1951 scrisse anche il suo bravo componimento su Stalin, ”Słowo o Stalinie” (“Una parola su Stalin”). Eppure, nella sua vita, Jarosław Broniewski non è stato certamente solo questo, e gliene va dato atto. Nel 1915, a diciott'anni, si era unito alle legioni di Piłsudski e aveva combattuto nella guerra contro la neonata Unione Sovietica, arrivando a essere decorato con l' ordine “Virtuti Militari” (“alla virtù militare”), il più elevato riconoscimento polacco di valore sul campo di battaglia. Negli anni '30, però, le sue simpatie politiche erano divenute di sinistra, nell'ambito delle quali si situano moltissime sue poesie dell'epoca, tra le quali questa dedicata alla Guerra Civile Spagnola allora in corso.
Pur non essendo direttamente nominato nella poesia di Broniewski, è qui opportuno nominare seppur brevemente l'intervento dei volontari polacchi nelle Brigate Internazionali. Secondo i (non precisissimi) calcoli furono tra i tremila e i cinquemila, in massima parte minatori e lavoratori polacchi emigrati in Francia e in Belgio. Data la vicinanza con la Spagna, furono tra i primi ad accorrervi, formando la XIII Brigata Internazionale “Jarosław Dąbrowski”, dal nome del grande generale polacco la cui “mazurka”, come tutti sanno, è l'inno nazionale della Polonia (“Mazurek Dąbrowskiego”). I Dąbrowszczacy, “Dombroschiani” si potrebbe dire in italiano combatterono con valore per la Repubblica fino al 1939, tra gli altri posti anche nella valle del Jarama; anche negli ultimi tempi, quando nella Brigata i polacchi erano stati oramai sopravanzati dagli spagnoli come numero, i comandanti rimasero perlopiù polacchi.
Broniewski non andò a combattere in Spagna. Nello stesso 1939 della fine della guerra di Spagna e della vittoria fascista, la Polonia stava per essere divorata dall'accordo Hitler-Stalin, e il 1° settembre, che il prossim'anno faranno ottant'anni secchi, ebbe inizio la Seconda guerra mondiale. Al momento dell'attacco tedesco, Broniewski scrisse quella che è forse la sua più famosa e importante poesia: è Bagnet na broń, la quale sta da tempo in questo sito grazie a un Anonimo Polacco del XXI Secolo di nome Krzysztof W. Broniewski vi incitò tutti i polacchi a mettere da parte le loro differenze politiche, di restare uniti e di combattere l'aggressore. Mentre Hitler e Stalin si spartivano la Polonia, Broniewski si trovava a Lwów (Leopoli), nella zona occupata dai sovietici: in un primo momento il giornale edito dai sovietici gli fece pubblicare le sue poesie, ma ben presto fu arrestato dalla NKVD e dopo quattro mesi rinchiuso alla Lubianka, a Mosca, dove rimase prigioniero tredici mesi. Una volta liberato, si unì all'Esercito polacco guidato dal generale Władysław Anders, lo stesso che combatté a Montecassino e che vi è, per sua volontà, sepolto.
Broniewski se ne andò da tutt'altra parte: in Iraq e in Iran, approdando poi in Palestina, dove scrisse e pubblicò versi antisovietici. Dopo la guerra tornò in Polonia, “risovietizzato” e molto impegnato nella nuova atmosfera della PRL. Divenne un'importante figura politica e, come già detto, una sorta di “poeta nazionale”; nonostante ciò riuscì ad ottenere un certo grado di indipendenza. Morì nel 1962, dopo che negli ultimi anni di vita si era rovinato la salute con l'alcool.
Verrebbe da dire, comunque la si pensi: una vita del Novecento, del Secolo Breve che sta, peraltro, ritornando a colpi di grancassa con un po' di tecnologia in più. Le poesie di Broniewski, molto classiche dal punto di vista compositivo e metrico, sono caratterizzate in gran parte dei problemi della vita umana nel contesto di drammatici eventi storici, dalla Comune di Parigi alla Guerra di Spagna, dalla guerra mondiale all'Olocausto (in una sua famosa poesia Broniewski mise in scena una ragazzina ebrea tredicenne, Ryfka, che muore assieme a Gesù Cristo uccisa dai nazisti). Giustizia e ingiustizia, lotta per la libertà, e un patriottismo sempre fervente: e non si può capire nulla della Polonia e dei polacchi senza tenere conto di questo aspetto. Il tutto si intreccia con le sofferenze personali, tra le quali Broniewski ebbe a sperimentarne non poche e, prima fra tutte, la tragica morte della giovane figlia Joanna (“Anka”), deceduta a 24 anni per avvelenamento da gas (forse un incidente, forse un tentativo di suicidio) in una data perdipiù beffarda, il 1° settembre 1954, nel giorno dell'anniversario dell'attacco hitleriano.
Non poche poesie di Broniewski sono state musicate e cantate: il loro ritmo classico ben si adatta alla musica. Questa qua, dedicata alla guerra di Spagna, ha dovuto però attendere parecchio essendo stata musicata soltanto nel 2013 a cura di Robert Szokalski e Mikołaj Sitarz del “Coro Rivoluzionario di Cracovia”. Qui sotto ve la presentiamo nell'interpretazione di un altro “Coro Rivoluzionario”, quello di Varsavia, nel 2016 in occasione dell'80° anniversario della Guerra di Spagna e dell'intervento dei volontari polacchi.
Come si può vedere, si tratta di ragazze e ragazzi che cantano in canotta, con le magliette del Che Guevara, coi tatuaggi e con tutti gli ammennicoli di questi tempi, diretti da un rivoluzionario che si sbraccia per dirigerli sui versi di Broniewski; ed è una cosa che mi ha fatto, se mi si può permettere il termine, tenerezza. Me la ha fatta anche, in un certo senso, il fatto che i rivoluzionari di Cracovia abbiano messo nel 2013 in musica la lontana poesia di un comunista, per stessa ed esatta ammissione di Robert Szokalski, in occasione del 20° anniversario dell'uscita di una rivista anarchica polacca, "Inny Świat" (“Altro Mondo”), il cui primo numero fu pubblicato a Mielec nel 1993. In Spagna non funzionò precisamente così. Negras tormentas agitan los aires, che del resto è un canto di origine polacca. Buona lettura e buon ascolto. [RV]